Attualità
La sicurezza non è un costo!
Il viceministro dell'economia, rispondendo a un'interrogazione che chiedeva sgravi fiscali per l'abbigliamento tecnico da moto ha risposto citando i costi di tale operazione. Ma è veramente così?
Riconoscere incentivi fiscali ai motociclisti per l'acquisto di tute imbottite, paraschiena, guanti e giubbotti speciali con airbag, costerebbe allo Stato 89 milioni per il 2016 e 50,9 per il 2017.
Ha risposto così nei giorni scorsi il viceministro all'Economia, Luigi Casero, all'interrogazione con la quale il deputato Marco Causi chiedeva di riconoscere una detrazione fiscale del 20% per l'acquisto di tali dotazioni.
Strumenti fondamentali per la sicurezza di chi si muove su due ruote, che in Italia non sono però ancora così diffusi fra chi fa un uso meno impegnato di moto e scooter. Colpa del clima caldo, che non invoglia a coprirsi? Oppure dipende anche dal fatto – come ha lasciato intendere il viceministro – che chi si muove in città è obbligato a un abbigliamento più formale?
Da una parte probabilmente manca sensibilizzazione sugli utenti meno appassionati, dall'altra però dobbiamo ribadire che gli abiti formali si coniugano tranquillamente con la possibilità di una giacca tecnica e di un paio di guanti. Anche con delle scarpe dall'aspetto casual, ma dotate di protezioni.
Sull'argomento è intervenuto il Coordinamento Italiano Motociclisti, con un comunicato che vi riportiamo.
Strumenti fondamentali per la sicurezza di chi si muove su due ruote, che in Italia non sono però ancora così diffusi fra chi fa un uso meno impegnato di moto e scooter. Colpa del clima caldo, che non invoglia a coprirsi? Oppure dipende anche dal fatto – come ha lasciato intendere il viceministro – che chi si muove in città è obbligato a un abbigliamento più formale?
Da una parte probabilmente manca sensibilizzazione sugli utenti meno appassionati, dall'altra però dobbiamo ribadire che gli abiti formali si coniugano tranquillamente con la possibilità di una giacca tecnica e di un paio di guanti. Anche con delle scarpe dall'aspetto casual, ma dotate di protezioni.
Sull'argomento è intervenuto il Coordinamento Italiano Motociclisti, con un comunicato che vi riportiamo.
Sicurezza dei motociclisti, al Governo NON conviene!
Ovvero quando la politica non affronta seriamente i problemi, ma mette la testa nella sabbia!
Nel 2012 il parco circolante di motocicli in Italia è stato calcolato nel rapporto Aci-Censis in 6.481.770 pezzi, su un totale di 49.013.180 veicoli, il 13,2%.
Secondo i dati Istat, i motocicli coinvolti in sinistri stradali sono il 13,6% del totale, con 787 morti che rappresentano il 26,6% dei decessi e 42.200 feriti; se al computo aggiungiamo i ciclomotori, che hanno registrato 117 vittime – il 3,9% dei decessi – e 15.800 feriti, il bollettino ci racconta una realtà ben peggiore.
Un totale di 904 morti rappresentano il 30,5% delle vittime della strada.
Secondo gli ultimi studi disponibili, il costo sociale medio per un deceduto sulla strada in Italia è di circa 1 milione e mezzo di euro, mentre il costo sociale medio di un incidente stradale mortale è di un milione e 600mila euro.
Proporre quindi soluzioni ed incentivi per aumentare la sicurezza dei motociclisti dovrebbe essere quindi la logica conseguenza: il deputato Marco Causi ha così richiesto con una interrogazione al viceministro dell'Economia, Luigi Casero, di riconoscere un incentivo fiscale del 20% di detraibilità per l'acquisto di paraschiena, guanti, giubbotti speciali, etc.... ovvero l'abbigliamento tecnico per motociclisti NON obbligatorio (esclusione dei caschi quindi).
A questa richiesta Casero ha risposto di NO, in quanto troppo onerosa per lo Stato. Ovvero 89 milioni per il 2016 e 50 milioni per il 2017. Inoltre, pur ammettendo che tali dispositivi in Italia sono decisamente meno venduti rispetto ad altri paesi europei (vedi Germania), si ritiene che essendo gli utenti delle due ruote prevalentemente scooteristi in ambito urbano e che il clima non ne aiuti l'utilizzo, l'incentivo sarebbe superfluo.
E' evidente che per il Governo la sicurezza dei motociclisti è una parola priva di senso e che nel Nord Italia giriamo in canottiera tutto l'anno!
Con la presente vorremo ricordare al viceministro per l'Economia quanto segue:
1. I motociclisti che circolano al di fuori del circuito urbano esistono e comunque gli scooteristi hanno le stesse vertebre dei primi che, in caso di caduta, si rompono in modo analogo.
2. E' risaputo che i dispositivi citati riducono e di parecchio le conseguenze di un incidente stradale di un utente delle due ruote e un motore, contribuendo così a ridimensionare i costi sociali dell'incidente stesso, costi che gravano sullo Stato (il costo degli incidenti stradali nel 2010 fu di circa 28 milioni di euro).
3. Buona parte delle aziende produttrici di tali dispositivi sono italiane e l'attuale crisi ha pesantemente colpito la filiera dei negozi di abbigliamento tecnico motociclistico, favorendo mercati con costi di gestione inferiori e gli acquisti on line, contribuendo così alla perdita di posti di lavoro.
4. L'abbigliamento tecnico è un acquisto una tantum, in quanto non si compera un giubbotto ogni anno. Mettere un incentivo potrebbe aumentare le vendite, invogliando a rinnovare il proprio guardaroba tecnico prima di quello che si sarebbe normalmente fatto. Un aumento di vendite crea un aumento di ritorni fiscali.
5. Avere modo di scaricare lo scontrino aiuterebbe nella lotta alla evasione fiscale.
6. Concedere un incentivo permetterebbe ai motociclisti coscienziosi di rinnovare le proprie attrezzature, poiché questi sono utenti della strada che già per proprio conto hanno un'etica della strada rispetto a chi sulla sella vìola costantemente le regole. Questa scelta darebbe quindi un aiuto concreto ai motociclisti virtuosi, che danno il giusto valore alla sicurezza, e la decisione aiuterebbe la cultura della protezione e la stima per lo Stato.
Concedere una detrazione andrebbe anche a beneficio dello Stato, e di come lo stesso viene considerato dai motociclisti.
Certi che il viceministro non solo non utilizza il mezzo a due ruote e un motore ma, evidentemente, non ha a cuore la sicurezza e la salute di chi in moto ci va, chiediamo al settore delle due ruote e un motore di attivarsi per unire la propria voce alla nostra, nell'interesse di chi vorrebbe ridurre i costi sociali dell'incidentistica stradale.