Attualità
Addio a Massimo Tamburini
Il designer fuoriclasse che ha rivoluzionato il mondo delle due ruote, padre di modelli che hanno segnato la storia del motociclismo nonché fondatore della Bimota, si è spento all'età di 70 anni
Il sodalizio con Castiglioni, che con lungimiranza lo protesse sempre, assecondandone il carattere non facile e le manie di perfezionismo (proverbiali le decine di prove e di stampi che Tamburini richiedeva per decidere su dettagli come le pedane o gli specchietti), ha regalato al mondo alcune delle moto più belle di sempre. Prima le Cagiva - dalla Aletta Rossa alla Freccia C9 alla Mito, senza contare le 500 da GP. Poi le Ducati negli anni magici del rilancio, dalla Paso all'intramontabile supersportiva 916 da lui voluta. E per finire con la rifondazione del marchio MV Agusta attraverso le splendide F4 e Brutale, ancora oggi imitatissime e al cuore della gamma varesina.
Romagnolo purosangue, perfezionista, irascibile, rappresentante della scuola di design nata "dal basso" - dalle officine e dalla meccanica - aveva prima ancora che una visione estetica una visione tecnica, integrata, della moto: che gli permetteva di realizzare progetti molto in anticipo sui tempi come la compattissima 916, le MV con telaio misto o la mai nata Husqvarna STR CRC con telaio misto e quote regolabili. Dal Gruppo Cagiva era uscito, in modo abbastanza traumatico, con l'arrivo degli americani di Harley-Davidson nel 2008.
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