Attualità
L'inutile guerra di Roma agli Euro 1
Dal 1° di aprile a Roma le moto omologate Euro 1 4T non possono più circolare all'interno dell'Anello ferroviario dal lunedì al venerdì. Il provvedimento sarà in vigore fino al 31 marzo 2015
Se volete fare un affare comprando una moto un po' vecchiotta ma ancora in buono stato, cercatela a Roma. La Capitale è infatti la prima città a bloccare definitivamente anche gli Euro 1 4T, almeno nei giorni feriali.
Come avevamo anticipato 5 mesi fa, puntuale è arrivata l'ordinanza del sindaco (n. 46 del 28 marzo 2014) che stabilisce la fine delle deroghe e il blocco definitivo dal lunedì al venerdì di questo veicolo così pericoloso per l'ambiente. Insieme alla moto sono state fermate le auto a benzina Euro 1 e i diesel Euro 2.
Perdonateci il sarcasmo, ma il problema principale di Roma sembra essere il particolato (PM) e, come abbiamo scritto più volte, i mezzi con motore 4T ne emettono pochissimo, come si è visto ogni volta che ne sono stati valutati i gas di scarico. Ben più dannosi sono i diesel, anche con protocolli d'omologazione più recenti.
Diverso il discorso per il biossido d'azoto (NO2), altro veleno citato nell'ordinanza del Comune. Le moto, è vero, in questo caso hanno emissioni più elevate delle auto. Ancora oggi il protocollo Euro 3 (quello attualmente in vigore) non è comparabile con l'Euro 5 automobilistico.
Ciò non toglie che gli amministratori dovrebbero considerare anche altri fattori. Ad esempio i ridotti tempi di percorrenza delle moto. I tempi di ricerca del parcheggio quasi nulli su due ruote, contro i circa 20 minuti delle auto. La capacità di fluidificare il traffico. Argomentazioni trite e ritrite ormai, che però non sono state prese in considerazione.
Così oggi, nonostante la crisi, chi ha un mezzo un po' datato ma funzionante, dovrà rassegnarsi a rischiare la multa. O a cambiarlo.
Che poi la flotta degli autobus urbani di Roma sia costituita in buona parte da grossi diesel Euro 0 non conta.
Un'ultima annotazione: contrariamente alle precedenti ordinanze, quella attuale non rinnova la deroga al divieto di circolazione per i mezzi d'interesse storico. Dunque, a parte il caso di partecipazione a specifiche manifestazioni ufficiali, dobbiamo ritenere che la limitazione valga anche per tali veicoli.
Perdonateci il sarcasmo, ma il problema principale di Roma sembra essere il particolato (PM) e, come abbiamo scritto più volte, i mezzi con motore 4T ne emettono pochissimo, come si è visto ogni volta che ne sono stati valutati i gas di scarico. Ben più dannosi sono i diesel, anche con protocolli d'omologazione più recenti.
Diverso il discorso per il biossido d'azoto (NO2), altro veleno citato nell'ordinanza del Comune. Le moto, è vero, in questo caso hanno emissioni più elevate delle auto. Ancora oggi il protocollo Euro 3 (quello attualmente in vigore) non è comparabile con l'Euro 5 automobilistico.
Ciò non toglie che gli amministratori dovrebbero considerare anche altri fattori. Ad esempio i ridotti tempi di percorrenza delle moto. I tempi di ricerca del parcheggio quasi nulli su due ruote, contro i circa 20 minuti delle auto. La capacità di fluidificare il traffico. Argomentazioni trite e ritrite ormai, che però non sono state prese in considerazione.
Così oggi, nonostante la crisi, chi ha un mezzo un po' datato ma funzionante, dovrà rassegnarsi a rischiare la multa. O a cambiarlo.
Che poi la flotta degli autobus urbani di Roma sia costituita in buona parte da grossi diesel Euro 0 non conta.
Un'ultima annotazione: contrariamente alle precedenti ordinanze, quella attuale non rinnova la deroga al divieto di circolazione per i mezzi d'interesse storico. Dunque, a parte il caso di partecipazione a specifiche manifestazioni ufficiali, dobbiamo ritenere che la limitazione valga anche per tali veicoli.