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Attualità
Incidenti: polemica costruttori-assicuratori
di Riccardo Matesic
il 28/01/2013 in Attualità
Secondo la Fondazione ANIA la circolazione in moto "causerebbe" una vittima ogni 8 ore. I costruttori replicano rileggendo i dati e dimostrando che gli italiani fanno meno incidenti degli altri europei
È polemica fra Confindustria ANCMA e gli assicuratori della Fondazione ANIA, che pochi giorni fa avevano lanciato un comunicato di plauso all'entrata in vigore della nuova patente europea titolandolo: "in Italia un morto ogni 8 ore in incidenti stradali sulle due ruote".
Nel suo comunicato la Fondazione sosteneva - purtroppo a ragione - che nel 2011 in Italia sono morte 1030 persone su due ruote, circa un terzo del totale, pari a 3860.
Nel suo comunicato la Fondazione sosteneva - purtroppo a ragione - che nel 2011 in Italia sono morte 1030 persone su due ruote, circa un terzo del totale, pari a 3860.
Oggi i costruttori tornano sull'argomento rileggendo i numeri delle statistiche dell'incidentalità, e sottolineando che nel 2011 la mortalità su due ruote è scesa del 4,2% rispetto al 2010. E negli ultimi 5 anni il calo è stato del 22%. L'Associazione dei costruttori italiani ribadisce anche che solo nel 38% dei casi l'incidente è causato da un errore umano del motociclista. Insomma, siamo vittima dei comportamenti degli altri guidatori.
Il dato più importante però è un altro: quello dell'incidentalità del nostro parco motociclistico di 8,6 milioni di mezzi. "Se si confronta la percentuale di vittime ogni 10.000 veicoli -dice Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria ANCMA- la cifra per l'Italia è pari a 1,3, mentre altri Paesi importanti presentano risultati più negativi, ad esempio la Francia arriva a 2,5 e il Regno Unito addirittura a 3,6". Insomma, i nostri motociclisti sarebbero meno tendenti all'incidente di quelli di altri paesi.
Il dato più importante però è un altro: quello dell'incidentalità del nostro parco motociclistico di 8,6 milioni di mezzi. "Se si confronta la percentuale di vittime ogni 10.000 veicoli -dice Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria ANCMA- la cifra per l'Italia è pari a 1,3, mentre altri Paesi importanti presentano risultati più negativi, ad esempio la Francia arriva a 2,5 e il Regno Unito addirittura a 3,6". Insomma, i nostri motociclisti sarebbero meno tendenti all'incidente di quelli di altri paesi.
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