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Attualità

UE: arrivano ABS, Euro 4 e liberalizzazioni

di Riccardo Matesic
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Dopo due anni di lavoro, il Parlamento Europeo ha deliberato nuove norme per i motocicli. Arrivano l'ABS obbligatorio e nuovi limiti alle emissioni. Ma anche altre novità importanti. Soddisfatti i motociclisti

Il Parlamento Europeo ha approvato la nuova normativa d'omologazione per i veicoli a due ruote. Molte le novità. Vediamole.

ABS obbligatorio
Dal 1° gennaio 2016 tutte le nuove moto oltre i 125 cc potranno essere omologate solamente se dotate di sistema ABS, l'antibloccaggio delle ruote in frenata. Ci sarà però un anno di proroga per le immatricolazioni dei vecchi modelli che ne sono privi.
Accolta la richiesta dell'industria di rendere obbligatorio per le moto di categoria A1 (le 125 cc da 11 KW) il più semplice e meno costoso sistema CBS, la frenata combinata azionabile con un unico comando su entrambe le ruote.
Le norme sulle emissioni
Sbloccata la questione dei protocolli relativi alle emissioni di scarico, ormai fermi all'Euro 3 per le moto e addirittura all'Euro 2 per i ciclomotori da diversi anni. L'obiettivo è arrivare con la Euro 5 a dei limiti delle emissioni nell'aria analoghi fra auto e moto. Ma anche a una costanza di rendimento nell'arco della vita di un propulsore. Così ecco debuttare i test di durabilità, con prove che si ripetono dopo determinati chilometraggi.
Nella tabella che abbiamo approntato trovate dunque l'entrata in vigore dei nuovi protocolli e il chilometraggio al quale è previsto il test di durabilità.

Ciclomotori
Euro 3 – in vigore dal 2014. Nessun test di durabilità.
Euro 4 – in vigore dal 2017. Test di durabilità a 11.000 km
Euro 5 – in vigore dal 2020. Test di durabilità a 11.000 km

125 cc A1
Euro 4 – in vigore dal 2016 – Test di durabilità a 20.000 km
Euro 5 – in vigore dal 2020 - Test di durabilità a 20.000 km

Motocicli categoria A2 e A senza limiti
Euro 4 – in vigore dal 2016 – Test di durabilità a 35.000 km
Euro 5 – in vigore dal 2020 – Test di durabilità a 35.000 km

Test di durabilità a chilometraggi inferiori sono stabiliti per determinate tipologie di motocicli specialistici prodotti in serie ridotta, quali le moto da Trial (5500 km) e quelle da Enduro (11.000 km).

Le altre novità
All'insegna della libera concorrenza, i costruttori dovranno rendere disponibili anche per le officine non autorizzate schemi elettrici, manuali d'officina e attrezzature specifiche per le operazioni meccaniche sui loro veicoli. Le moto dovranno inoltre essere dotate di sistemi di diagnostica con attacchi standardizzati, che consentiranno di interfacciarsi facilmente con l'elettronica del mezzo.

Una nuova normativa antimanomissione dovrà essere preparata, specificamente per i motori dei motocicli inferiori ai 35 kW, per evitare che giovani e neopatentati possano facilmente aumentare la potenza dei loro veicoli. E dal 1° gennaio prossimo sparirà il divieto di immatricolare moto con potenza oltre i 74 KW (100 CV), che oggi resiste solo in Francia.

Resteranno invece in vigore le norme per l'omologazione di veicoli unici, che in Italia non trovano applicazione per la rigidezza del codice della strada, ma che all'estero consentono di immatricolare moto customizzate anche con la sostituzione di molti componenti di primaria importanza. In questo caso sono previste deroghe sull'adozione di alcune dotazioni altrimenti obbligatorie.

Ma la Commissione Europea Molto dovrà ancora fare molto lavoro: serviranno infatti dei regolamenti per tutto ciò. Ed entro il 2016 dovrà essere ultimato uno studio per capire se i valori limite fissati per il protocollo Euro 5 sono idonei per contenere l'inquinamento atmosferico o se servirà rimettere mano ai protocolli, per fissare limiti ancora più severi. Uno analogo, entro il 2019, dovrà essere condotto per valutare gli effetti dell'adozione dell'ABS.

Soddisfazione è stata espressa sia da parte dell'industria delle due ruote che da parte dei motociclisti. La prima ha apprezzato che siano state cancellate le precedenti scritture della norma che prevedevano l'ABS obbligatorio anche per i 125 o intervalli temporali stretti per l'entrata in vigore dei protocolli Euro 4 e 5.
I motociclisti della FEMA sono invece contenti di essere riusciti a far rimanere le moto oltre i 35 kW fuori dalla previsione di una nuova regolamentazione contro le "truccature" e sono soddisfatti dell'introduzione dei test di durabilità, da loro richiesti.
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