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Attualità

Omicidio stradale: dubbi della Severino

di Riccardo Matesic
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In un'audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, il Ministro della Giustizia ha espresso perplessità sulla proposta di legge

Ci siamo già occupati della proposta di legge che vuole introdurre il reato di omicidio stradale per chi uccide guidando con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o alterato da droghe. Lo abbiamo fatto intervistando un magistrato, che a suo tempo aveva espresso dei dubbi di natura tecnica su tale proposta.
Successivamente ci sono stati due pareri positivi autorevoli, quello del Ministro dei Trasporti Corrado Passera e quello del prof. Carlo Federico Grosso, un notissimo docente di diritto penale.
Ora però ad agitare i dubbi, sostanzialmente gli stessi che aveva sottolineato Valerio De Luca, il magistrato da noi intervistato, è il Ministro della Giustizia, Paola Severino, sentita in audizione dalla Commissione Trasporti della Camera, che sta discutendo proprio la proposta di legge (AC4662).
Il Ministro si è soffermato sul nodo squisitamente tecnico se si tratti di omicidio colposo o doloso: capire se il guidatore ubriaco ha agito per colpa (negligenza, imprudenza) o per dolo (la consapevolezza di poter uccidere).
Tale distinzione -sempre secondo la Severino- è determinata dalle "circostanze in cui il fatto si è realizzato, che non potranno mai essere indicate in una sola norma".
Il rischio dietro l'angolo è che la formulazione attuale della proposta in alcuni casi potrebbe paradossalmente portare il giudice ad assolvere un guidatore colpevole, "perché il fatto non costituisce reato, per mancanza di dolo"!
Così siamo tornati al medesimo problema già additato dal nostro amico magistrato: si può dire che una persona che guida sotto l'effetto si stupefacenti o di alcol oltre 1,5 g/l, sia realmente in grado di intendere e di volere? Un dubbio che solo il giudice può sciogliere, volta per volta. E per arrivare al dolo, il magistrato dovrebbe appurare che il guidatore aveva già deciso di guidare, prima ancora di assumere droghe o alcol in quantità.
E allora torniamo a bomba, alla necessità di arginare la scarsa repressione che c'è attualmente nei confronti di un comportamento così grave, con un provvedimento chiaro e privo di possibili interpretazioni dubbiose. E torniamo a suggerire di intervenire, ad esempio, sulla prescrizione, che spesso finisce per azzoppare molti processi.
Il dibattito è aperto.
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