Attualità
Carlos Checa inaugura Motodays!
Pagina principale
Il campione del mondo della Superbike ha aperto il salone della moto di Roma, concedendosi all'abbraccio del pubblico. Lo abbiamo incontrato anche noi scambiando con lui quattro piacevolissime chiacchiere
Roma - Motodays, pronti, via! Carlos Checa ha tagliato ufficialmente il nastro, aprendo al pubblico la quarta edizione del Salone della moto (e della bici) di Roma.
Il campione del mondo spagnolo è stato il grande protagonista della giornata inaugurale, prestandosi a un giro fra gli stand, spesso interrotto dalle richieste di foto e di autografi da parte degli appassionati incontrati sul percorso. Uno in particolare, tifosissimo, lo ha seguito tutto il tempo, fotografandolo e scambiando continue battute con lui.
È la passione, uno degli aspetti maggiormente caratterizzanti di questa manifestazione. Nato per far incontrare il pubblico romano con le due ruote, Motodays sta evolvendo sempre più in un evento di contatto anche con il mondo dello sport, e in particolar modo della Superbike. Non a caso nel pomeriggio, sul palco di Radio Globo, si è visto anche Marco Melandri. E il programma per i prossimi giorni prevede la presenza di molti campioni.
È la passione, uno degli aspetti maggiormente caratterizzanti di questa manifestazione. Nato per far incontrare il pubblico romano con le due ruote, Motodays sta evolvendo sempre più in un evento di contatto anche con il mondo dello sport, e in particolar modo della Superbike. Non a caso nel pomeriggio, sul palco di Radio Globo, si è visto anche Marco Melandri. E il programma per i prossimi giorni prevede la presenza di molti campioni.
Già oggi, comunque, il battesimo è stato di tutto rispetto, con Checa e il suo team manager, Genesio Bevilacqua, insieme sul palco dell'inaugurazione, con Paolo Flammini, l'anima della Superbike. A parlare di corse e di passione. E a firmare valanghe di autografi. Uno anche sulla nostra rivista, che Carlos apprezza particolarmente. Ma di questo parliamo poco avanti. Voltate pagina!
L'intervista a un campione "normale"
Finita la parte pubblica dell'evento, incontriamo Carlos Checa nella saletta riservata, di fronte alla sala stampa. Il campione è insieme a Genesio Bevilacqua, suo manager e... buon amico del sottoscritto.
L'occasione è buona per un autografo sull'ultima copia di Dueruote, e per un paio di domande un po' più ufficiali. In mattinata abbiamo già sentito Carlos parlare del Campionato, della prima gara a Phillip Island, di un team particolarmente unito che è quasi una squadra di amici. Tutti elementi che lo hanno aiutato a rimettersi in piedi dopo la caduta della prima manche, per vincere il secondo round.
Non lo dice Carlos, ma Bevilacqua ci confessa che ha una profonda ferita dietro la schiena. Lui invece, il campione, appare in formissima e motivatissimo. Merito forse di un mondiale vinto in età matura, dopo una vita spesa a correre?
"Il Mondiale conquistato dopo tanti anni di corse è stato un'emozione particolare, indimenticabile. Mi ha dato la sensazione di aver vinto perché in una carriera così lunga sono maturato, cresciuto. Sono riuscito a mettere a frutto tutto quello che ho imparato. Il coronamento di un sogno. Arrivato anche grazie a Genesio, che mi ha dato l'opportunità di correre in questa splendida Superbike".
Porgiamo a Carlos una copia di Dueruote, per farci autografare la copertina. Lui si illumina.
"Leggo spesso le riviste di moto, e questa vostra mi piace molto. Lo scorso anno una vostra giornalista -il caporedattore Paola Baronio, sul numero di novembre, ndr- mi ha fatto un'intervista bellissima, che mi ha fatto tanto piacere e che ho conservato".
Ecco il volto umano di questo campione, un uomo che non se la tira e continua a sentirsi una persona normale. Qual è il segreto per mantenere la motivazione alla tua età? Come fai a restare così concentrato e consistente dopo tanti anni di gare e un mondiale vinto?
"Il motociclismo è un'emozione. Passione. È una cosa che si ha dentro. Finché ci si emoziona a correre, finché dà quel brivido che tanto piace, si continua. E fisicamente, per fortuna, non è uno sport che richiede doti di particolare rilievo. Basta essere allenati e a posto. Personalmente comunque, l'aver avuto finalmente un'opportunità che avevo tanto atteso, mi è di grandissimo stimolo. Voglio continuare a godermela".
Quanto ti alleni per mantenere una forma fisica così invidiabile?
"Non tanto. Vado in palestra ogni giorno. E mi piace andare in bici o, d'inverno, a scalare e sciare. Ma è uno stile di vita. Lo sport è parte della mia vita. Non mi costa farlo. Anzi".
Il segreto di Carlos: divertirsi in quello che fa. E il rapporto con il pubblico?
"Mi piace. Dà tantissime emozioni, anche questo. Certo, per fare quello che faccio bisogna avere anche una certa predisposizione. Deve piacere stare insieme alle persone".
Non c'è troppa pressione alle gare?
"Certo, alle gare ho altro a cui pensare e non posso permettermi distrazioni. Ma dopo, a gara finita, è molto bello incontrare gli appassionati. L'anno scorso a Imola, dove ho vinto il Mondiale, il ricordo del podio e della festa non lo dimenticherò mai. Come non dimentico l'affetto che mi hanno dato i tifosi nel '98, quando ho avuto un brutto incidente".
Lui è gentilissimo, non si tira indietro, ma è stanchissimo dopo una mattinata di fiera. Chiudiamo qui la nostra chiacchierata.
In bocca al lupo campione! L'intervista di Carlos Checa a Dueruote
L'occasione è buona per un autografo sull'ultima copia di Dueruote, e per un paio di domande un po' più ufficiali. In mattinata abbiamo già sentito Carlos parlare del Campionato, della prima gara a Phillip Island, di un team particolarmente unito che è quasi una squadra di amici. Tutti elementi che lo hanno aiutato a rimettersi in piedi dopo la caduta della prima manche, per vincere il secondo round.
Non lo dice Carlos, ma Bevilacqua ci confessa che ha una profonda ferita dietro la schiena. Lui invece, il campione, appare in formissima e motivatissimo. Merito forse di un mondiale vinto in età matura, dopo una vita spesa a correre?
"Il Mondiale conquistato dopo tanti anni di corse è stato un'emozione particolare, indimenticabile. Mi ha dato la sensazione di aver vinto perché in una carriera così lunga sono maturato, cresciuto. Sono riuscito a mettere a frutto tutto quello che ho imparato. Il coronamento di un sogno. Arrivato anche grazie a Genesio, che mi ha dato l'opportunità di correre in questa splendida Superbike".
Porgiamo a Carlos una copia di Dueruote, per farci autografare la copertina. Lui si illumina.
"Leggo spesso le riviste di moto, e questa vostra mi piace molto. Lo scorso anno una vostra giornalista -il caporedattore Paola Baronio, sul numero di novembre, ndr- mi ha fatto un'intervista bellissima, che mi ha fatto tanto piacere e che ho conservato".
Ecco il volto umano di questo campione, un uomo che non se la tira e continua a sentirsi una persona normale. Qual è il segreto per mantenere la motivazione alla tua età? Come fai a restare così concentrato e consistente dopo tanti anni di gare e un mondiale vinto?
"Il motociclismo è un'emozione. Passione. È una cosa che si ha dentro. Finché ci si emoziona a correre, finché dà quel brivido che tanto piace, si continua. E fisicamente, per fortuna, non è uno sport che richiede doti di particolare rilievo. Basta essere allenati e a posto. Personalmente comunque, l'aver avuto finalmente un'opportunità che avevo tanto atteso, mi è di grandissimo stimolo. Voglio continuare a godermela".
Quanto ti alleni per mantenere una forma fisica così invidiabile?
"Non tanto. Vado in palestra ogni giorno. E mi piace andare in bici o, d'inverno, a scalare e sciare. Ma è uno stile di vita. Lo sport è parte della mia vita. Non mi costa farlo. Anzi".
Il segreto di Carlos: divertirsi in quello che fa. E il rapporto con il pubblico?
"Mi piace. Dà tantissime emozioni, anche questo. Certo, per fare quello che faccio bisogna avere anche una certa predisposizione. Deve piacere stare insieme alle persone".
Non c'è troppa pressione alle gare?
"Certo, alle gare ho altro a cui pensare e non posso permettermi distrazioni. Ma dopo, a gara finita, è molto bello incontrare gli appassionati. L'anno scorso a Imola, dove ho vinto il Mondiale, il ricordo del podio e della festa non lo dimenticherò mai. Come non dimentico l'affetto che mi hanno dato i tifosi nel '98, quando ho avuto un brutto incidente".
Lui è gentilissimo, non si tira indietro, ma è stanchissimo dopo una mattinata di fiera. Chiudiamo qui la nostra chiacchierata.
In bocca al lupo campione! L'intervista di Carlos Checa a Dueruote