Attualità
Obbligo abbigliamento tecnico: non è una boutade
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L'approvazione di un emendamento al Codice della Strada costringerebbe i motociclisti a spendere 1000 euro in equipaggiamento. Le reazioni di Ancma e FMI e il testo dell'emendamento
Tanto tuonò che piovve. In realtà ancora non è piovuto, però, il famigerato emendamento 20.2 che prescrive l'obbligo di abbigliamento tecnico per la guida dei veicoli a due ruote, sta facendo sempre più rumore e sta spaventando sempre di più.
Fino a ora in molti nell'ambiente l'avevano preso come la solita boutade destinata a spegnersi. Invece, il partito dei favorevoli all'uso obbligatorio di protezioni per motociclisti sta riprendendo vigore.
Fino a ora in molti nell'ambiente l'avevano preso come la solita boutade destinata a spegnersi. Invece, il partito dei favorevoli all'uso obbligatorio di protezioni per motociclisti sta riprendendo vigore.
I più erano convinti che l'emendamento sarebbe stato ritirato. Invece la scorsa settimana è stato semplicemente "accantonato". Insomma, se ne tornerà a parlare.
Si fa sentire a questo punto Confindustria-ANCMA, che con un comunicato ribadisce quanto pericolosa possa essere per tutti questa proposta di legge. Chi volesse continuare a usare la moto, infatti, sarebbe costretto a spendere cifre fra i 500 e i 1000 euro, con il rischio di ricorrere a prodotti di dubbia qualità per risparmiare. Anche la FMI ha dichiarato in un comunicato che trovate allegato tutte le perplessità del caso.
Si fa sentire a questo punto Confindustria-ANCMA, che con un comunicato ribadisce quanto pericolosa possa essere per tutti questa proposta di legge. Chi volesse continuare a usare la moto, infatti, sarebbe costretto a spendere cifre fra i 500 e i 1000 euro, con il rischio di ricorrere a prodotti di dubbia qualità per risparmiare. Anche la FMI ha dichiarato in un comunicato che trovate allegato tutte le perplessità del caso.
Destano perplessità anche obblighi più restrittivi rispetto a quelli comunitari, con la messa al bando dei caschi jet e degli apribili, che sono riconosciuti dall'omologazione europea ECE-22 e il principio di mutuo riconoscimento e di libera circolazione delle merci. Ci si domanda per esempio cosa succederebbe ai motociclisti stranieri che venissero in Italia con un casco apribile: dovrebbero forse comperare un altro casco per circolare nel nostro paese? Senza contare che l'emendamento si riferisce unicamente ai motoveicoli, i ciclomotori, per i quali resterebbero in vigore le prescrizioni attuali.
C'è da preoccuparsi? Per il momento crediamo di no perché se anche fosse approvato al Senato l'emendamento dovrebbe tornare alla Camera dove con ogni probabilità sarebbe cancellato.
Però, al momento in cui anche le voci di corridoio iniziano a dire che la proposta è tornata in auge, conviene cominciare a far sentire la nostra voce. Ed essere pronti a protestare ancora più energicamente.
Il comunicato di Confindustria-ANCMA
Ecco il testo diffuso dall'Associazione degli Industriali della moto
SI' ALLA SICUREZZA, NO A PROVVEDIMENTI INTEGRALISTI
In caso di approvazione per i cittadini costi tra 500 e 1.000 euro, per una spesa complessiva di 4 miliardi
Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) esprime fortissima preoccupazione per le recenti notizie di stampa che accreditano come possibile l'approvazione, da parte della Commissione Lavori Pubblici del Senato, di un emendamento di minoranza che introdurrebbe l'obbligo di abbigliamento protettivo completo per tutti gli utenti di ciclomotori e moto (pantaloni con protezioni, tuta tecnica o giacca con paraschiena, guanti, casco integrale anche per conducenti e passeggeri di ciclomotore).
L'industria delle due ruote a motore teme immediate ripercussioni sia sul piano economico che su quello occupazionale, come effetto della inevitabile contrazione della domanda di scooter e moto che ne deriverebbe.
La proposta, che non ha precedenti in nessuno stato dell'Unione Europea, rischierebbe paradossalmente di avere ripercussioni negative proprio sul versante della sicurezza. Il rispetto della norma – in caso di approvazione – richiederebbe, infatti, un investimento pro capite che oscilla tra i 500 e i 1.000 euro (per una spesa complessiva di 4 miliardi di euro). Tenuto conto di questo, è facile prevedere che un numero incalcolabile di conducenti e passeggeri ripiegherebbero su prodotti low cost, di scarsa qualità e di incerta provenienza.
Vi sono poi forti perplessità di natura formale: obbligare conducenti e passeggeri di tutti i veicoli a due ruote ad indossare solo il casco integrale, significa mettere fuori legge le altre tipologie di casco regolarmente omologate secondo le direttive comunitarie ed ostacolare la libera circolazione dei cittadini all'interno dell'Unione Europea.
"L'industria motociclistica – sostiene Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) – è da sempre favorevole alla diffusione dell'abbigliamento protettivo, che andrebbe incentivato attraverso opportune agevolazioni fiscali, ma siamo contrari a prescrizioni normative, in una fase nella quale peraltro il settore sta moltiplicando gli sforzi per migliorare gli standard tecnologici di sicurezza dei veicoli.
In ogni caso l'obiettivo – irrinunciabile – della sicurezza non può diventare un pretesto per mettere in ginocchio un intero comparto industriale, già messo a dura prova dalla crisi economica".
SI' ALLA SICUREZZA, NO A PROVVEDIMENTI INTEGRALISTI
In caso di approvazione per i cittadini costi tra 500 e 1.000 euro, per una spesa complessiva di 4 miliardi
Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) esprime fortissima preoccupazione per le recenti notizie di stampa che accreditano come possibile l'approvazione, da parte della Commissione Lavori Pubblici del Senato, di un emendamento di minoranza che introdurrebbe l'obbligo di abbigliamento protettivo completo per tutti gli utenti di ciclomotori e moto (pantaloni con protezioni, tuta tecnica o giacca con paraschiena, guanti, casco integrale anche per conducenti e passeggeri di ciclomotore).
L'industria delle due ruote a motore teme immediate ripercussioni sia sul piano economico che su quello occupazionale, come effetto della inevitabile contrazione della domanda di scooter e moto che ne deriverebbe.
La proposta, che non ha precedenti in nessuno stato dell'Unione Europea, rischierebbe paradossalmente di avere ripercussioni negative proprio sul versante della sicurezza. Il rispetto della norma – in caso di approvazione – richiederebbe, infatti, un investimento pro capite che oscilla tra i 500 e i 1.000 euro (per una spesa complessiva di 4 miliardi di euro). Tenuto conto di questo, è facile prevedere che un numero incalcolabile di conducenti e passeggeri ripiegherebbero su prodotti low cost, di scarsa qualità e di incerta provenienza.
Vi sono poi forti perplessità di natura formale: obbligare conducenti e passeggeri di tutti i veicoli a due ruote ad indossare solo il casco integrale, significa mettere fuori legge le altre tipologie di casco regolarmente omologate secondo le direttive comunitarie ed ostacolare la libera circolazione dei cittadini all'interno dell'Unione Europea.
"L'industria motociclistica – sostiene Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) – è da sempre favorevole alla diffusione dell'abbigliamento protettivo, che andrebbe incentivato attraverso opportune agevolazioni fiscali, ma siamo contrari a prescrizioni normative, in una fase nella quale peraltro il settore sta moltiplicando gli sforzi per migliorare gli standard tecnologici di sicurezza dei veicoli.
In ogni caso l'obiettivo – irrinunciabile – della sicurezza non può diventare un pretesto per mettere in ginocchio un intero comparto industriale, già messo a dura prova dalla crisi economica".
Il comunicato della FMI
IL COMUNICATO STAMPA DELLA FEDERMOTO
ABBIGLIAMENTO PROTETTIVO O VESSAZIONE?
E' attualmente al vaglio della Commissione Lavori Pubblici del Senato una proposta di modifica all'articolo 171 del Codice della Strada che prevede, per conducenti e passeggeri di motocicli, l'obbligo di rispettare una serie prescrizioni sempre più restrittive in base al crescere della potenza del mezzo.
Si inizia con l'obbligo di utilizzare sempre e comunque un casco integrale, fino a quello di indossare un abbigliamento "integrale", completo di protezioni tecniche.
Quanto sopra a fronte di norme già esistenti, che peraltro non si riesce a fare rispettare integralmente. Valga su tutti l'uso di caschi non omologati e dunque vietati (i cosiddetti modelli DGM), oppure di marcia con casco non allacciato.
La proposta in essere, inoltre, sembra non tenere alcun conto della situazione geografica dell'Italia, con un amplissimo sviluppo di insediamenti abitativi in zone che godono di ottime condizioni meteorologiche.
L'eventuale approvazione degli obblighi proposti ostacolerebbe in modo drastico l'utilizzo e la diffusione dei mezzi a due ruote, con gravissime ripercussioni verso un settore produttivo estremamente importante per l'economia nazionale.
E ancora: una limitazione di fatto all'uso delle due ruote, ovvia conseguenza di un provvedimento tanto punitivo, porterebbe ad un incremento "selvaggio" della congestione da traffico nei centri urbani, causa l'aumento indiscriminato di uso delle autovetture, da parte di utenti che comunque non utilizzano il trasporto pubblico.
A meno che non si voglia assistere alla ripetizione di una storia già nota: approvazione (con clamore) di una norma apparentemente popolare, che verrebbe poi presto "dimenticata". Non senza avere creato alcune "vittime" più o meno inconsapevoli, nella prima fase di inevitabile applicazione.
La convinzione della FMI è che sia invece decisamente più importante insistere sull'EDUCAZIONE all'uso del mezzo a due ruote. Una scelta che la Federazione persegue da tempo proponendo in via sperimentale, all'interno degli Istituti Scolastici sull'intero territorio nazionale, la "Prova Pratica" di guida del ciclomotore, prima di conseguire il cosiddetto "Patentino".
I Corsi della Federazione Motociclistica Italiana prevedono infatti una concreta "informazione" dei ragazzi sull'importanza della guida consapevole, dove anche l'uso di protezioni, adeguate al mezzo e alle sue condizioni d'uso, riveste una scelta di sicurezza fondamentale.
Roma, 22 aprile 2010
Il testo dell'emendamento 20.2
MARCO FILIPPI, BUBBICO, DONAGGIO, FISTAROL, MAGISTRELLI, MORRI, PAPANIA, SIRCANA, VIMERCATI, ZANDA, RANUCCI
Sostituire i commi 1 e 2 con il seguente:
«1. L'articolo 171 del Codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è sostituito dal seguente:
'Art. 171 - (Dotazione di sicurezza per la conduzione di veicoli a due ruote) – 1. Durante la marcia, ai conducenti, e agli eventuali passeggeri, di ciclomotori e motoveicoli è fatto obbligo di indossare indumenti e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo di tipo omologato, in conformità con i regolamenti emanati dall'ufficio europeo per le Nazioni Unite - Commissione economica per l'Europa e con la normativa comunitaria.
2. Ai fini di cui al comma 1:
a) per i veicoli fino a 11 Kw è obbligatorio l'utilizzo del casco intergrale;
b) per i veicoli da 11 Kw a 25 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con protezioni per spalle e gomiti;
c) per i veicoli da 25 Kw a 52 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti;
d) per i veicoli oltre 52 kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani e di una tuta tecnica o di una giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti e di pantaloni tecnici con protezioni per fianchi e ginocchia.
3. Sono esenti dagli obblighi di cui al comma 2, i conducenti e i passeggeri:
a) di ciclomotori e motoveicoli a tre o quattro ruote dotati di carrozzeria chiusa;
b) di ciclomotori e motoveicoli a due o a tre ruote dotati di cellula di sicurezza a prova di crash, nonché di sistemi di ritenuta e di dispositivi atti a garantire l'utilizzo del veicolo in condizioni di sicurezza, secondo le disposizioni del regolamento.
4. Chiunque viola le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 74 a euro 299. Quando il mancato uso degli indumenti e del casco riguarda un minore trasportato, della violazione risponde il conducente.
5. Chiunque importa o produce per la commercializzazione sul territorio nazionale e chi commercializza indumenti e caschi protettivi per motocicli, motocarrozzette o ciclomotori di tipo non omologato è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 779 a euro 3.119.
6. Gli indumenti e i caschi di cui al comma 5, ancorché utilizzati, sono soggetti al sequestro ed alla relativa confisca, ai sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI».
Sostituire i commi 1 e 2 con il seguente:
«1. L'articolo 171 del Codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è sostituito dal seguente:
'Art. 171 - (Dotazione di sicurezza per la conduzione di veicoli a due ruote) – 1. Durante la marcia, ai conducenti, e agli eventuali passeggeri, di ciclomotori e motoveicoli è fatto obbligo di indossare indumenti e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo di tipo omologato, in conformità con i regolamenti emanati dall'ufficio europeo per le Nazioni Unite - Commissione economica per l'Europa e con la normativa comunitaria.
2. Ai fini di cui al comma 1:
a) per i veicoli fino a 11 Kw è obbligatorio l'utilizzo del casco intergrale;
b) per i veicoli da 11 Kw a 25 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con protezioni per spalle e gomiti;
c) per i veicoli da 25 Kw a 52 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti;
d) per i veicoli oltre 52 kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani e di una tuta tecnica o di una giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti e di pantaloni tecnici con protezioni per fianchi e ginocchia.
3. Sono esenti dagli obblighi di cui al comma 2, i conducenti e i passeggeri:
a) di ciclomotori e motoveicoli a tre o quattro ruote dotati di carrozzeria chiusa;
b) di ciclomotori e motoveicoli a due o a tre ruote dotati di cellula di sicurezza a prova di crash, nonché di sistemi di ritenuta e di dispositivi atti a garantire l'utilizzo del veicolo in condizioni di sicurezza, secondo le disposizioni del regolamento.
4. Chiunque viola le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 74 a euro 299. Quando il mancato uso degli indumenti e del casco riguarda un minore trasportato, della violazione risponde il conducente.
5. Chiunque importa o produce per la commercializzazione sul territorio nazionale e chi commercializza indumenti e caschi protettivi per motocicli, motocarrozzette o ciclomotori di tipo non omologato è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 779 a euro 3.119.
6. Gli indumenti e i caschi di cui al comma 5, ancorché utilizzati, sono soggetti al sequestro ed alla relativa confisca, ai sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI».