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Attualità

Se io bevo, guidi tu

di Riccardo Matesic
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Circa il 50% dei ragazzi ha capito l'importanza del "guidatore designato". Lo afferma una ricerca Eurisko, che ribadisce anche l'importanza delle campagne di sensibilizzazione. Ma servono dati più precisi

I ragazzi hanno capito che alcol e guida non vanno d'accordo. Lo confermano
l'ACI e Diageo (gruppo leader mondiale nel settore delle bevande alcoliche).
E per provarlo hanno commissionato una ricerca a Eurisko.
In realtà la ricerca ha analizzato l'effetto che ha sui giovani (in una fascia dai 20 ai 35 anni) la campagna di educazione al corretto bere quando si guida; soprattutto in relazione alla pratica importata dall'estero del guidatore designato.
In pratica a rotazione un ragazzo nel gruppo per una sera sceglie di evitare l'alcol per riportare gli altri a casa con l'automobile.
La campagna si è articolata in due serate di sensibilizzazione dei giovani in altrettanti locali di Torino, quindi in 200 interviste dirette prima di effettuare il test con l'etilometro e in 100 interviste telefoniche degli stessi ragazzi, a distanza di un mese.
Il risultato è una forte crescita della sensibilizzazione nei confronti del tema. Se nella prima intervista i giovani hanno dimostrato di apprezzare e praticare la scelta del guidatore designato nel 49% dei casi, a un mese di distanza questa percentuale è salita al 57%. E si sono un po' orientati a favore del guidatore astemio anche gli indecisi, mentre resta invariato un preoccupante "zoccolo duro" di contrari, che dal 27 scende al 25% degli intervistati. Un quarto dei ragazzi sentiti, mica poco.
Comunque le campagne di sensibilizzazione funzionano, sembra dire la ricerca. Ma per comprendere meglio il fenomeno dell'alcol si dovrebbe partire dai dati, che in Italia come al solito sono arrivati in ritardo e inattendibili. Come ha detto anche il presidente dell'ACI, Enrico Gelpi, nel suo discorso introduttivo.
"Un problema concreto è rappresentato dalla scarsa conoscenza statistica nel nostro Paese sul problema della guida in stato di ebbrezza. Lo dimostra la differenza percentuale del peso dell'alcol sugli incidenti stradali tra l'Italia e l'Europa. Secondo i dati che l'ACI e l'ISTAT presentano ogni anno, in Italia nel 2006 i sinistri dovuti all'alcol sono stati oltre 4.200, pari all'1,4% del totale. Le statistiche europee, invece, fanno salire questa incidenza al 40-50%. Non siamo più virtuosi, bensì in Italia difficilmente si effettua il controllo alcolemico sui guidatori coinvolti in incidente. Un provvedimento legislativo che imponga il test dell'alcol a chi provoca un incidente sarebbe auspicabile, anche per consentire la piena conoscenza del fenomeno da governare, altrimenti lo si governerà in maniera sempre inefficace".

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