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Attualità

Smog a Roma, mica sabbia del deserto!

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Uno studio dello scorso anno costato 600.000 euro sosteneva che il particolato presente nell?aria di Roma era costituito dalla sabbia del Sahara. Ora però nuove ricerche confutano quella tesi. E la procura apre un?inchiesta

Uno studio dello scorso anno costato alla Regione 600.000 euro sosteneva che il particolato presente nell?aria della capitale era costituito dalla sabbia del Sahara. Ora però nuove ricerche confutano quella tesi. E la procura apre un?inchiesta
di Riccardo Matesic

Lo smog di Roma? Colpa della sabbia del deserto trasportata dai venti, mica del traffico! È questa la conclusione cui era giunto, l?anno scorso, uno studio disposto dalla Regione Lazio e portato avanti dal CNR e dalla facoltà di Chimica dell?Università La Sapienza.
Sulla base di questo dato, la Giunta allora in carica aveva evitato di disporre provvedimenti di limitazione del traffico più severi, nonostante in alcune centraline, lo sforamento del valore limite di 50 µg/mc per il articolato ? il famigerato PM10 - si sia verificato per 100 e più giorni l?anno, contro il tetto dei 35 stabilito dalla legge.
Ora, a un anno di distanza, viene fuori che le conclusioni di quell?indagine probabilmente erano errate. Contrordine: la sabbia del deserto incide solo per il 3% sulla formazione di micropolveri nell?aria di Roma. Così, se in Piazza Fermi il valore limite nel 2005 è stato sforato per 126 giorni, rifatti i conti, le polveri del deserto possono aver determinato 34 sforamenti. Gli altri 92 sono da attribuire ad altre cause.
Sulla vicenda ha aperto un?inchiesta il procuratore Gianfranco Amendola, che sembra stia indagando sia sull?attendibilità dello studio sia sulla congruità del costo sostenuto dalla Regione, ben 600.000 euro. Denaro che l?attuale assessore all?Ambiente, Guido Bonelli, sostiene che si sarebbe potuto investire sul piano di risanamento dell?aria, mai fatto. Un?inadempienza, quest?ultima, che ha già portato all?apertura di una procedura d?infrazione da parte dell?Unione Europea e che, quindi, in futuro rischia di costarci un?ulteriore multa.
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