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Sicurezza: un caos di proposte
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Si moltiplicano le iniziative per l?educazione stradale dei ragazzi e la tutela dell?incolumità dei motociclisti. Tutte lodevoli, ma manca un coordinamento nazionale. E l?Italia stenta più di altri Paesi a ridurre l?incidentalità
Si moltiplicano le iniziative per l?educazione stradale dei ragazzi e la tutela dell?incolumità dei motociclisti. Tutte lodevoli, ma manca un coordinamento nazionale. E l?Italia stenta più di altri Paesi a ridurre l?incidentalità
di Riccardo Matesic
La campagna per la sicurezza promossa dal centro Antartide di Bologna (Università di Bologna), con il patrocinio della Presidenza della Repubblica
L?educazione stradale va di moda.
di Riccardo Matesic
La campagna per la sicurezza promossa dal centro Antartide di Bologna (Università di Bologna), con il patrocinio della Presidenza della Repubblica
L?educazione stradale va di moda.
Non passa settimana che non ci sia un convegno dedicato a questo tema. E uno degli argomenti più gettonati sono i ragazzi in motorino. Giustamente, per carità, ma si parla degli incidenti dimenticando il caos del patentino. Eppure il problema non è risolto. In Italia si stima che ci siano 400.000 ragazzi che ancora devono prenderlo, mentre la scuola continua a organizzare corsi soprattutto in primavera. E chi compie i 14 anni in inverno?
Senza parlare della questione filosofica più importante: trasformare l?educazione stradale in un corso propedeutico a superare un esame serve realmente a diminuire gli incidenti? Perché i ragazzi devono conoscere le norme, questo è indiscutibile, ma prima ancora debbono capire quanto sia importante e utile applicarle. Altrimenti è tutto inutile.
Vediamo un po? di numeri, estrapolandoli dall?intervento dell?Ing. Maurizio Coppo, della Consulta Nazionale per la Sicurezza Stradale, in un recente convegno: il Portogallo negli ultimi due anni ha ridotto l?incidentalità stradale del 16%, la Francia del 15%, il Lussemburgo del 12%, Danimarca e Olanda del 10%, l?Italia del 9%. Salgono invece in tutta Europa gli incidenti dei motociclisti.
Ecco perché si fanno tanti convegni sulla sicurezza stradale. Perché ci stiamo rendendo conto che siamo nei guai, e che i nostri numeri di incidentalità motociclistica sono inaccettabili. Così è tutto un fiorire di iniziative per la sicurezza. Non c?è convegno senza un?associazione che presenti uno studio, un libro, un corso, un CD-Rom o un sito Internet dedicato a questo argomento. Tutto lodevole, senza alcun dubbio. Peccato che manchi il coordinamento.
Già, perché a volte ? anzi spesso ? le iniziative si sovrappongono. E allora, ci chiediamo: perché non c?è qualcuno, a livello nazionale, che si preoccupi di ascoltare tutte le voci e di armonizzarle? Vecchio discorso, vero? Speriamo che con il prossimo Governo si riesca ad avere un organismo attivo sulla sicurezza stradale, al cui interno siedano i rappresentanti di un po? tutte le principali associazioni coinvolte. Potrebbe essere l?occasione buona per fare qualcosa. Nel frattempo, vi raccontiamo le ultime tre iniziative degne di nota, di cui siamo venuti a conoscenza.
Senza parlare della questione filosofica più importante: trasformare l?educazione stradale in un corso propedeutico a superare un esame serve realmente a diminuire gli incidenti? Perché i ragazzi devono conoscere le norme, questo è indiscutibile, ma prima ancora debbono capire quanto sia importante e utile applicarle. Altrimenti è tutto inutile.
Vediamo un po? di numeri, estrapolandoli dall?intervento dell?Ing. Maurizio Coppo, della Consulta Nazionale per la Sicurezza Stradale, in un recente convegno: il Portogallo negli ultimi due anni ha ridotto l?incidentalità stradale del 16%, la Francia del 15%, il Lussemburgo del 12%, Danimarca e Olanda del 10%, l?Italia del 9%. Salgono invece in tutta Europa gli incidenti dei motociclisti.
Ecco perché si fanno tanti convegni sulla sicurezza stradale. Perché ci stiamo rendendo conto che siamo nei guai, e che i nostri numeri di incidentalità motociclistica sono inaccettabili. Così è tutto un fiorire di iniziative per la sicurezza. Non c?è convegno senza un?associazione che presenti uno studio, un libro, un corso, un CD-Rom o un sito Internet dedicato a questo argomento. Tutto lodevole, senza alcun dubbio. Peccato che manchi il coordinamento.
Già, perché a volte ? anzi spesso ? le iniziative si sovrappongono. E allora, ci chiediamo: perché non c?è qualcuno, a livello nazionale, che si preoccupi di ascoltare tutte le voci e di armonizzarle? Vecchio discorso, vero? Speriamo che con il prossimo Governo si riesca ad avere un organismo attivo sulla sicurezza stradale, al cui interno siedano i rappresentanti di un po? tutte le principali associazioni coinvolte. Potrebbe essere l?occasione buona per fare qualcosa. Nel frattempo, vi raccontiamo le ultime tre iniziative degne di nota, di cui siamo venuti a conoscenza.
Adiconsum e Università con i ragazzi
Adiconsum e Università con i ragazzi
Un anno e mezzo fa avevamo lanciato un sasso nello stagno, pubblicando un?intervista a una psichiatra, secondo la quale l?intero impianto dell?educazione stradale sarebbe da rifondare. Perché i ragazzi sanno benissimo che senza casco se cadono si rompono la testa, ma è proprio il rischio che cercano.
Oggi, possiamo presentarvi un lavoro assai simile, che l?Adiconsum ha portato avanti insieme alla facoltà di Psicologia Giuridica dell?Università La Sapienza di Roma, sotto la guida della prof.ssa Laura Volpini e della dott.ssa Silvia Landi. Cinque le scuole coinvolte, per un totale di 340 ragazzi (50 ragazze e 290 maschi), tutti con un?età media di 16 anni. Ai ragazzi è stato proposto un test, volto a capire il rapporto che hanno con le regole e il rischio. Quindi è stato chiesto loro di lavorare in gruppo su un incidente stradale, avvenuto nelle vicinanze della scuola, o del comune dove risiedono, analizzandolo e descrivendolo. La sintesi finale poteva essere nella forma più gradita ai ragazzi.
Visionando i lavori, abbiamo visto un filmato che, con perfetto tono giornalistico descriveva l?accaduto, mostrando anche le riprese del luogo dell?incidente e analizzandone a fondo le cause. Oppure ci sono stati proposti schemi, disegni, plastici, relazioni. Insomma, i ragazzi si sono sbizzarriti, mettendo un mostra una grande creatività e applicando la ?peer education?, l?educazione fra pari, che è proprio l?essenza di ciò che dicono gli psicologi: inutili i discorsi degli adulti, assai meglio il dialogo fra pari, per ottenere sensibilizzazione su determinate tematiche.
Le conclusioni dimostrano in pieno questa tesi. In un test fatto alla fine dell?esperienza di gruppo, i ragazzi hanno associato il rischio e il non rispetto delle regole alle parole ?pericolo? e ?incoscienza? nel 32,2% dei casi (prima erano stati il 19,4%). Idem per l?idea di non rispettare le norme, definita come ?andare oltre i limiti? dal 25,5% di loro (contro il 16,8% iniziale).
La speranza è che chi continua a proporre i soliti modelli d?insegnamento, basati su campagne orripilanti, a base di immagini di incidenti, o su un?informazione inutile, perché già nota ai ragazzi e data da adulti saccenti, capisca che è arrivato il momento di cambiare il modo di fare educazione stradale. Soprattutto se si vogliono ottenere risultati.
Un anno e mezzo fa avevamo lanciato un sasso nello stagno, pubblicando un?intervista a una psichiatra, secondo la quale l?intero impianto dell?educazione stradale sarebbe da rifondare. Perché i ragazzi sanno benissimo che senza casco se cadono si rompono la testa, ma è proprio il rischio che cercano.
Oggi, possiamo presentarvi un lavoro assai simile, che l?Adiconsum ha portato avanti insieme alla facoltà di Psicologia Giuridica dell?Università La Sapienza di Roma, sotto la guida della prof.ssa Laura Volpini e della dott.ssa Silvia Landi. Cinque le scuole coinvolte, per un totale di 340 ragazzi (50 ragazze e 290 maschi), tutti con un?età media di 16 anni. Ai ragazzi è stato proposto un test, volto a capire il rapporto che hanno con le regole e il rischio. Quindi è stato chiesto loro di lavorare in gruppo su un incidente stradale, avvenuto nelle vicinanze della scuola, o del comune dove risiedono, analizzandolo e descrivendolo. La sintesi finale poteva essere nella forma più gradita ai ragazzi.
Visionando i lavori, abbiamo visto un filmato che, con perfetto tono giornalistico descriveva l?accaduto, mostrando anche le riprese del luogo dell?incidente e analizzandone a fondo le cause. Oppure ci sono stati proposti schemi, disegni, plastici, relazioni. Insomma, i ragazzi si sono sbizzarriti, mettendo un mostra una grande creatività e applicando la ?peer education?, l?educazione fra pari, che è proprio l?essenza di ciò che dicono gli psicologi: inutili i discorsi degli adulti, assai meglio il dialogo fra pari, per ottenere sensibilizzazione su determinate tematiche.
Le conclusioni dimostrano in pieno questa tesi. In un test fatto alla fine dell?esperienza di gruppo, i ragazzi hanno associato il rischio e il non rispetto delle regole alle parole ?pericolo? e ?incoscienza? nel 32,2% dei casi (prima erano stati il 19,4%). Idem per l?idea di non rispettare le norme, definita come ?andare oltre i limiti? dal 25,5% di loro (contro il 16,8% iniziale).
La speranza è che chi continua a proporre i soliti modelli d?insegnamento, basati su campagne orripilanti, a base di immagini di incidenti, o su un?informazione inutile, perché già nota ai ragazzi e data da adulti saccenti, capisca che è arrivato il momento di cambiare il modo di fare educazione stradale. Soprattutto se si vogliono ottenere risultati.
Operativo il patentinonline
Operativo il patentinonline
Finalmente è pronto il patentino on line (www.patentinonline.it). Lo ha realizzato la Fondazione ANIA per la sicurezza stradale, in collaborazione con il Ministero dell?Istruzione. Si tratta del primo e unico corso on line riconosciuto valido per sostituire le 12 ore propedeutiche all?esame per il patentino. Questo dovrebbe agevolare molto le scuole, che spesso soffrono la carenza di docenti, e che anche ricorrendo ad associazioni volontaristiche od ai vigili urbani, costringono i ragazzi a lunghe attese dei corsi per il patentino.
Ecco dunque questo insegnamento on line, che l?ANIA mette a disposizione di tutte le scuole, con l?unico vincolo che i ragazzi debbono essere assistiti dal docente di riferimento per l?educazione stradale, figura che ogni scuola ha individuato da tempo. Discorso diverso per i maggiorenni, che possono registrarsi e seguire un corso specifico per loro, già disponibile, anche in questo caso sul medesimo sito.
La serie di lezioni è strutturata su tre personaggi dei fumetti (Pol, Ele e Bau) ideati e disegnati specificamente per accompagnare i ragazzi in un percorso che comprenderà altrettanti grandi temi: norme di comportamento, segnaletica e rispetto delle regole. Al termine di ognuno dei tre ?moduli?, i ragazzi potranno effettuare un test di autovalutazione per decidere se sono pronti ad affrontare l?esame. Negli ultimi due mesi, gli accessi sono già stati 7.000. Insomma, qualcosa si muove anche sul tema del patentino.
Finalmente è pronto il patentino on line (www.patentinonline.it). Lo ha realizzato la Fondazione ANIA per la sicurezza stradale, in collaborazione con il Ministero dell?Istruzione. Si tratta del primo e unico corso on line riconosciuto valido per sostituire le 12 ore propedeutiche all?esame per il patentino. Questo dovrebbe agevolare molto le scuole, che spesso soffrono la carenza di docenti, e che anche ricorrendo ad associazioni volontaristiche od ai vigili urbani, costringono i ragazzi a lunghe attese dei corsi per il patentino.
Ecco dunque questo insegnamento on line, che l?ANIA mette a disposizione di tutte le scuole, con l?unico vincolo che i ragazzi debbono essere assistiti dal docente di riferimento per l?educazione stradale, figura che ogni scuola ha individuato da tempo. Discorso diverso per i maggiorenni, che possono registrarsi e seguire un corso specifico per loro, già disponibile, anche in questo caso sul medesimo sito.
La serie di lezioni è strutturata su tre personaggi dei fumetti (Pol, Ele e Bau) ideati e disegnati specificamente per accompagnare i ragazzi in un percorso che comprenderà altrettanti grandi temi: norme di comportamento, segnaletica e rispetto delle regole. Al termine di ognuno dei tre ?moduli?, i ragazzi potranno effettuare un test di autovalutazione per decidere se sono pronti ad affrontare l?esame. Negli ultimi due mesi, gli accessi sono già stati 7.000. Insomma, qualcosa si muove anche sul tema del patentino.
E l?ANCMA lancia un CD line ragazzi ncia pelle no llari... l ne 'RC Auto ' n
E l?ANCMA lancia un CD
Un CD-Rom gratuito per tutte le scuole. Lo ha realizzato l?ANCMA (L?associazione dei costruttori italiani di moto), con l?obiettivo di fornire un ausilio ai ragazzi per capire la sicurezza. L?idea e il progetto sono più che validi, perché il CD è agile, divertente in alcuni passaggi e prevede, anche in questo caso, una sorta di dialogo fra pari, con un ragazzo che parla nei filmati e si fa riprendere nelle manovre tipo in sella al suo scooter.
La struttura è quella di un percorso consigliato, con il navigatore che può scegliere di passare da una parte all?altra. L?inizio prevede comunque nozioni generali sull?abbigliamento, i dispositivi di equipaggiamento e i documenti. Poi si passa ai filmati, dove il tutto viene illustrato nuovamente prima di iniziare a vedere le tecniche di guida.
Segue una parte dedicata ai consigli, realizzata con simpaticissimi disegni animati, che riprendono lo stile di quelli che tanti anni fa realizzava Bruno Bozzetto per Quark. Anche in questo caso, il linguaggio scelto è il più possibile vicino a quello dei ragazzi, e non si cerca di far leva sulla paura. Infine ci sono dei quiz di valutazione.
Ottimo, con la speranza che l?uso del computer spinga i ragazzi a navigare questo CD-Rom e, prima ancora, che le scuole lo rendano realmente disponibile per gli studenti, evitando di dimenticarlo negli scantinati. Detto questo, se avete tempo date un?occhiata anche al sito www.lastradasiamonoi.it. Si tratta di un portale dedicato alla sicurezza stradale e ai ragazzi. Anche questo interessante.
Un CD-Rom gratuito per tutte le scuole. Lo ha realizzato l?ANCMA (L?associazione dei costruttori italiani di moto), con l?obiettivo di fornire un ausilio ai ragazzi per capire la sicurezza. L?idea e il progetto sono più che validi, perché il CD è agile, divertente in alcuni passaggi e prevede, anche in questo caso, una sorta di dialogo fra pari, con un ragazzo che parla nei filmati e si fa riprendere nelle manovre tipo in sella al suo scooter.
La struttura è quella di un percorso consigliato, con il navigatore che può scegliere di passare da una parte all?altra. L?inizio prevede comunque nozioni generali sull?abbigliamento, i dispositivi di equipaggiamento e i documenti. Poi si passa ai filmati, dove il tutto viene illustrato nuovamente prima di iniziare a vedere le tecniche di guida.
Segue una parte dedicata ai consigli, realizzata con simpaticissimi disegni animati, che riprendono lo stile di quelli che tanti anni fa realizzava Bruno Bozzetto per Quark. Anche in questo caso, il linguaggio scelto è il più possibile vicino a quello dei ragazzi, e non si cerca di far leva sulla paura. Infine ci sono dei quiz di valutazione.
Ottimo, con la speranza che l?uso del computer spinga i ragazzi a navigare questo CD-Rom e, prima ancora, che le scuole lo rendano realmente disponibile per gli studenti, evitando di dimenticarlo negli scantinati. Detto questo, se avete tempo date un?occhiata anche al sito www.lastradasiamonoi.it. Si tratta di un portale dedicato alla sicurezza stradale e ai ragazzi. Anche questo interessante.
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