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Un brindisi, poi tutti a Dakar!
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All’alba del 2004 parte la ventiseiesima edizione del più famoso rally del motorismo moderno. Quasi 200 i motociclisti che puntano a raggiungere il Senegal dopo 11.000 km di corsa
di Luigi Rivola
Fabrizio Meoni pochi giorni fa in allenamento per la Dakar. Ancora una volta il nostro campione è fra i favoriti della corsa
Motociclisticamente parlando, ogni nuovo anno inizia con la Dakar, la grande corsa che porta centinaia di piloti di tutto il mondo dalla Francia alle spiagge del Senegal in una gara estenuante per uomini e mezzi, siano essi a due, a quattro e anche più ruote.
Fabrizio Meoni pochi giorni fa in allenamento per la Dakar. Ancora una volta il nostro campione è fra i favoriti della corsa
Motociclisticamente parlando, ogni nuovo anno inizia con la Dakar, la grande corsa che porta centinaia di piloti di tutto il mondo dalla Francia alle spiagge del Senegal in una gara estenuante per uomini e mezzi, siano essi a due, a quattro e anche più ruote.
Il 1° gennaio 2004 non farà eccezione: la ventiseiesima edizione della Dakar prenderà il via da Clermont Ferrand con un prologo che la porterà a Narbonne, al confine della Spagna che attraverserà nelle due giornate successive per raggiungere finalmente l’Africa a Tangeri.
I motociclisti in gara sono quasi 200, in gran parte in sella alle collaudatissime KTM che negli ultimi anni hanno monopolizzato la grande corsa. Il percorso prevede 17 tappe, per un totale di 11.052,5 km, ma c’è chi, pur di partecipare alla Dakar, ne ha già percorsi 2000 solo per ritrovarsi alle operazioni preliminari di Clermont Ferrand: è il caso dello svedese Bertil Marcusson, che è partito il 26 dicembre dalla città di Visby, in Svezia, in sella alla sua Honda 450, animato dal sacro fuoco della sua prima Dakar. “Ho preso il traghetto per arrivare sul continente dall’isola in cui abito – ha detto Marcusson – poi ho aperto il gas per attraversare il più in fretta possibile Germania e Francia. Sono anche incappato in uno stop della polizia, ma quando ho detto che stavo andando al via della Dakar, mi hanno subito lasciato andare...”.
Delle 17 tappe in programma, tre avranno luogo in Europa, mentre in Africa se ne disputeranno quattro in Marocco, sei in Mauritania, due nel Mali, una in Burkina Faso e una, quella definitiva, in Senegal. In due tappe: Nema-Mopti e Nouakchott-Dakar, sarà vietata la navigazione satellitare; la frazione più lunga è quella di 1055 km fra Tan-Tan e Atar, mentre la più corta è l’ultima, ossia la Dakar-Dakar, di soli 113 km.
Una grande attenzione è stata posta nel garantire la sicurezza delle popolazioni delle località attraversate dal rally: i piloti sono tenuti a rispettare nelle zone abitate i limiti di velocità imposti dagli organizzatori; eventuali infrazioni saranno inesorabilmente segnalate dagli apparati di navigazione satellitare installati su ogni veicolo. Chi avrebbe mai pensato di trovare gli autovelox anche alla Dakar?
I motociclisti in gara sono quasi 200, in gran parte in sella alle collaudatissime KTM che negli ultimi anni hanno monopolizzato la grande corsa. Il percorso prevede 17 tappe, per un totale di 11.052,5 km, ma c’è chi, pur di partecipare alla Dakar, ne ha già percorsi 2000 solo per ritrovarsi alle operazioni preliminari di Clermont Ferrand: è il caso dello svedese Bertil Marcusson, che è partito il 26 dicembre dalla città di Visby, in Svezia, in sella alla sua Honda 450, animato dal sacro fuoco della sua prima Dakar. “Ho preso il traghetto per arrivare sul continente dall’isola in cui abito – ha detto Marcusson – poi ho aperto il gas per attraversare il più in fretta possibile Germania e Francia. Sono anche incappato in uno stop della polizia, ma quando ho detto che stavo andando al via della Dakar, mi hanno subito lasciato andare...”.
Delle 17 tappe in programma, tre avranno luogo in Europa, mentre in Africa se ne disputeranno quattro in Marocco, sei in Mauritania, due nel Mali, una in Burkina Faso e una, quella definitiva, in Senegal. In due tappe: Nema-Mopti e Nouakchott-Dakar, sarà vietata la navigazione satellitare; la frazione più lunga è quella di 1055 km fra Tan-Tan e Atar, mentre la più corta è l’ultima, ossia la Dakar-Dakar, di soli 113 km.
Una grande attenzione è stata posta nel garantire la sicurezza delle popolazioni delle località attraversate dal rally: i piloti sono tenuti a rispettare nelle zone abitate i limiti di velocità imposti dagli organizzatori; eventuali infrazioni saranno inesorabilmente segnalate dagli apparati di navigazione satellitare installati su ogni veicolo. Chi avrebbe mai pensato di trovare gli autovelox anche alla Dakar?
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