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Honda NRX1800 Valkyrie Rune
Inconfondibilmente americana di stile e di fatto ? il progetto è della Honda USA ? questa incredibile cruiser rappresenta un mutamento filosofico per la più grande Casa motociclistica mondiale, che ora dispone di un'autentica ammiraglia
Inconfondibilmente americana di stile e di fatto - il progetto è della Honda USA - questa incredibile cruiser rappresenta un mutamento filosofico per la più grande Casa motociclistica mondiale, che ora dispone di un'autentica ammiraglia
di Alan Cathcart, foto Kevin Wing
È costata tre anni di lavoro e rappresenta già un capitolo a parte nella storia della Honda. La Valkyrie Rune, questa incredibile cruiser sei cilindri, è anche un po' magica, visto che il suo nome deriva dalle pietre mistiche alle quali i Vichinghi attribuivano poteri soprannaturali.
L'anomalia della Rune risiede non tanto nell'unicità del modello, quanto nel fatto che nella graduatoria delle priorità della Honda, estetica e stile si sono sempre trovati al secondo posto rispetto all'eccellenza tecnica. Evidenti tracce di questa filosofia si individuano in modelli come le bicilindriche SP-1 e 2, sulla CBR 600 (ad eccezione dell'ultima RR, che è sicuramente la Honda più bella e che più si avvicina alle Supersport), o ancora sulle più recenti versioni della Fireblade. È come se queste moto venissero disegnate da un comitato, o, peggio, come se fossero state concepite seguendo le istruzioni di un manuale di design.
Potete quasi immaginare i membri di questo comitato attorno ad un tavolo in una tipica riunione alla giapponese, tutti intenti a sfogliare delle pagine: "Dunque, prendiamo il telaio della numero 108, ma aggiungiamo la sella della 66, quindi... potremmo mettere le stesse luci che usiamo per la 12, ma diamo loro una forma diversa, per farle sembrare nuove, tipo quelle della 89. I colori? La grafica? Beh, lasciamo che uno dello staff giochi un po' col computer, e vedrete che riuscirà a trovare qualcosa che vada bene per tutti".
Pensate che scherzi? Paragonate qualunque delle Fireblade o CBR 600 degli ultimi cinque anni con l'equivalente Yamaha, o, ancora meglio, con una Ducati 996/998, o una MV Agusta F4. Dove sta scritto che solo alle Case italiane è permesso focalizzare le idee sullo stile, oltre che sulla sostanza?
La Rune però non è nata in Giappone, bensì in America, a Maryville, nello stato dell'Ohio dove ha sede la Honda USA, che concepì a suo tempo la Gold Wing sei cilindri, quindi la sua derivata cruiser Valkyrie. La Honda USA è una sorta di Casa a parte, che distribuisce negli Stati Uniti moto progettate sì in Giappone, ma che di fatto sono sue creature, nate in America. Addirittura ha un suo ufficio di ricerche di mercato e un centro-stile che si interessa di creare motociclette adatte alla clientela americana.
Solo per l'America
"Ogni volta che il nostro dipartimento R&D sviluppa un prototipo, ognuno di noi esamina gli elementi che preferisce e pensa ad eventuali migliorie - dice Ray Blank, vice presidente della Honda America Motorcycles - Su questa base abbiamo creato la Valkyrie dalla sei cilindri GL 1500 Goldwing, che è stata la prima cruiser piena di muscoli basata sul boxer sei cilindri Honda. La Valkyrie ebbe un gran successo, così quando è nata la GL 1800 Sei, abbiamo voluto espandere nuovamente il concetto".
Alla Rune si è arrivati cercando di realizzare una custom veramente speciale, un modello a produzione limitata da costruire a Maryville, ma con un prezzo decisamente superiore agli altri modelli Honda.
Martin Manchester, capo del reparto design della Honda America, presentò nel dicembre 2000 al Long Beach Show quattro prototipi col solo motore in comune. Alla fine ne fu scelto uno, e la scelta della Honda America coincise con quella del pubblico: "Ecco 30.000 dollari sull'unghia, se me la vendete immediatamente!" disse un visitatore a Long Beach rivolgendosi all'ingegnere Masanori Aoki, designer della GL1800 Gold Wing (e anche di varie moto sportive, più la NSR250 da GP!), che poi sviluppò quel prototipo allora chiamato T2 e lo trasformò nella Rune.
A distanza di poco più di due anni, la Rune è in produzione negli Stati Uniti al costo di 25.499 dollari (1.500 in più per le ruote cromate). Decisamente non è economica. Ma sarà prodotta in non più di 1.200 esemplari, o al massimo una per ogni concessionario Honda in America, ed ulteriori richieste non verranno soddisfatte. I potenziali clienti europei si rassegnino: se vogliono una Rune, dovranno comprarsela al di là dell'Atlantico.
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Attenti al boxer!
La Rune monta lo stesso boxer sei cilindri (74x71mm) di 1832cc raffreddato a liquido della GL 1800, con distribuzione monoalbero a camme in testa comandata a catena e due valvole per cilindro. L'alimentazione è ad iniezione elettronica con iniettori PGM-F1 serviti da sei corpi farfallati da 32 mm anziché due. Secondo la rivista Motorcycle Cruiser, il motore, associato ad uno scarico corto sei-in-due con silenziatori dal profilo triangolare, eroga una potenza di 91 cavalli a 5250 giri ed una coppia di 15,33 kgm a 2500 giri. Il cambio è a cinque marce, la frizione idraulica e la trasmissione finale ad albero.
Il tutto è alloggiato in una ciclistica con telaio di alluminio e col notevole interasse di 1750 mm. La forcella sembra telescopica, ma non lo è affatto! La sospensione anteriore è infatti costituita da una forcella rigida collegata in basso a bilancieri oscillanti con bracci di rinvio che agiscono su una coppia di ammortizzatori posta davanti al cannotto di sterzo. Posteriormente troviamo una sospensione monobraccio ma anche la stessa sospensione monoammortizzatore Pro-Link della RC211V di Valentino Rossi. La sella è a soli 690 mm da terra.
Il compito di frenare i 362 kg a secco della Rune è stato affidato a una coppia di dischi anteriori flottanti di 330 mm, già in dotazione alla Fireblade di cinque anni fa, ognuno con pinze a tre pistoncini, mentre sulla ruota posteriore troviamo un disco ancora più grande, di 336 mm, con pinze a due pistoncini. Sulla Rune è presente il sistema di frenata combinata Honda, grazie alla quale, frenando con il pedale, si azionano oltre al freno posteriore anche i pistoncini centrali delle due pinze anteriori, mentre la leva sul manubrio aziona i pistoncini laterali del doppio disco.
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Ti sogno, California...
Neanche la miglior foto può rendere esattamente l'idea della Rune, più metallizzata, bassa e meno imponente di quanto ti aspetti che sia. Questa moto è estremamente curata nei dettagli, costruita con un alto livello qualitativo e sicuramente si fa notare, anche da ferma, con quello stile anni '40 che si riscontra nel fanale a doppia lampada che sembra provenga direttamente da un cartone animato di Bugs Bunny, nei cilindri cromati che le danno quell'immagine da muscle-car, nel codone con le luci con led a goccia che scende quasi a terra ma non nasconde affatto la ruota posteriore, e soprattutto nel doppio radiatore cromato che rappresenta l'ultimo grido in fatto di stile nelle custom.
Decisamente questa moto poteva nascere solo in California! Neppure guidando il prototipo della MV Agusta F4 ho ottenuto tanto successo per la strada come con la Rune.
Sulle strade degli Stati Uniti questa è decisamente una bella moto da guidare. Ok, basta un'inclinazione di 32 gradi per raggiungere le pedane, e se continui arrivi subito agli scarichi, quindi non è il massimo se pretendi di divertirti particolarmente nelle curve dei canyon. Ma da qualsiasi altra parte la Rune si trova a suo agio, grazie al grande impegno che Aoki e il suo team hanno profuso nel rendere pieno di sostanza questo capolavoro di styling.
Nonostante la sella bassa, la posizione di guida non è troppo opprimente, anche se a causa del boxer le pedane sono piuttosto indietro rispetto allo standard delle custom, cosa che tra l'altro fornisce una maggior sensibilità su una motocicletta così grande e lunga, anche con il manubrio lontano che curva leggermente verso le mani, ma che comunque ti forza a inclinarti abbastanza in avanti. La Rune infine è monoposto, con la sella rivestita di una copertura plastica in finta fibra di carbonio che appare abbastanza fuori luogo.
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La botta arriva a 800 giri!
Una volta girata la chiave, acceso il motore con lo starter automatico e scelta una marcia, la Rune diventa improvvisamente più corta e maneggevole, anche se ti sembra di essere sulla prua di una nave, con il fanale in atteggiamento da polena. Il motore è una perla, così dolce, pieno di coppia, con un rumore sordo che a basso regime ricorda un'auto americana V8, e che, con l'aumentare dei giri, sale di tono.
Il cruscotto, iperminimalista, si trova in cima al serbatoio e non ospita il tachimetro classico, ma solo un indicatore digitale della velocità (in miglia) con la possibilità di registrare due chilometraggi parziali, indicatore del carburante, e cinque spie, tutte illuminate da una riposante luce blu. Si nota la grave mancanza di un orologio e dell'indicatore della temperatura dell'acqua.
Il motore comincia a spingere forte già a 800 giri, e si può marciare a poco più di 30 km/h in quinta, quindi dare gas senza sentire il minimo strappo alla trasmissione e raggiungere 160 km/h senza fatica, senza il bisogno di aggrapparsi al manubrio.
In generale la qualità della guida è adeguata agli standard delle cruiser e l'avantreno si comporta in maniera abbastanza soddisfacente nell'affrontare le asperità dell'asfalto. Ma la vera sorpresa è lo sterzo: nonostante ciò che ci si potrebbe aspettare da un interasse così lungo, la Rune non sembra uno yacht, e grazie al buon grip offerto dalle Dunlop D251 da 17 pollici, le curve si possono affrontare con molta confidenza, inoltre frena molto bene anche a velocità sostenute, soprattutto se si utilizzano tutti e tre i freni.
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