I viaggi dei lettori
Colli, che passione!
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Dal cuneese alla scoperta delle Alpi occidentali:Kraky e Dany si concedono qualche giorno di vacanza infrasettimanale alla scoperta dei più famosi passi tra Italia e Francia. Ecco il loro racconto
Nella "provincia granda" (quella di Cuneo) abbiamo la fortuna di essere a due passi dal mare, ma anche di essere circondati da una cordigliera di splendide montagne.
Quando ero più giovane la gita in moto voleva dire quasi sempre spiaggia e bagni, col passare del tempo mi oriento più volentieri sulle montagne, specie quelle tra Francia e Italia.
Quello che voglio raccontarvi è il giretto che mi ha portato sino alla Val d'Aosta insieme alla mia dolce metà e compagna di tante zingarate, Daniela.
"Parcheggiamo" le nostre due bambine dai nonni di prima mattina: classica giornata tersa e frizzante di metà settembre.
Quando ero più giovane la gita in moto voleva dire quasi sempre spiaggia e bagni, col passare del tempo mi oriento più volentieri sulle montagne, specie quelle tra Francia e Italia.
Quello che voglio raccontarvi è il giretto che mi ha portato sino alla Val d'Aosta insieme alla mia dolce metà e compagna di tante zingarate, Daniela.
"Parcheggiamo" le nostre due bambine dai nonni di prima mattina: classica giornata tersa e frizzante di metà settembre.
Ci dirigiamo verso Saluzzo, dove devo sbrigare qualche questione personale… Dove andare ? Scelta quasi obbligata, Val Varaita, sino al Colle dell'Agnello.
Spettacolo assoluto!
Sulla strada non incontriamo nessuno, anche perchè viaggiamo di giovedì.
I turisti della domenica sono diligentemente ai posti di lavoro, per loro il divertimento inizia qualche giorno più in là.
La picchiata verso valle e verso il paradiso dei ciclisti, l'Izoard, la facciamo tutta d'un fiato, la strada è un panno da biliardo, ho sempre trovato i transalpini più attenti di noi sulla cura dei manti stradali.
Sull'Izoard cominciamo a vedere qualche moto in più, ma la sensazione di libertà resta altissima.
A Briancon sosta obbligata alla città vecchia, la passeggiata di rito ci sgranchisce le gambe, la strada da fare è ancora lunga.
Fin qui i posti li li conosco a memoria, sono impaziente di vedere cosa c'è verso nord.
Prendiamo per il Col du Galibier, ma prima transitiamo sul Lautaret: comincia a fare freddino, chissà se le termofodere dei nostri vecchi giubbotti faranno il loro dovere!
Spettacolo assoluto!
Sulla strada non incontriamo nessuno, anche perchè viaggiamo di giovedì.
I turisti della domenica sono diligentemente ai posti di lavoro, per loro il divertimento inizia qualche giorno più in là.
La picchiata verso valle e verso il paradiso dei ciclisti, l'Izoard, la facciamo tutta d'un fiato, la strada è un panno da biliardo, ho sempre trovato i transalpini più attenti di noi sulla cura dei manti stradali.
Sull'Izoard cominciamo a vedere qualche moto in più, ma la sensazione di libertà resta altissima.
A Briancon sosta obbligata alla città vecchia, la passeggiata di rito ci sgranchisce le gambe, la strada da fare è ancora lunga.
Fin qui i posti li li conosco a memoria, sono impaziente di vedere cosa c'è verso nord.
Prendiamo per il Col du Galibier, ma prima transitiamo sul Lautaret: comincia a fare freddino, chissà se le termofodere dei nostri vecchi giubbotti faranno il loro dovere!
Sul Galibier incontriamo un nutrito gruppo di ciclisti olandesi, organizzati con mezzi di supporto manco fossero la squadra ufficiale della Rabobank…
Come noi sono rapiti dal panorama, al contrario di noi lo ammirano mangiando baguettes enormi e farcite con qualsiasi materia commestibile… Beh, devono reintegrare, dopo tutta quella salita!
A dire il vero è quasi ora di pranzo e decidiamo di fermarci anche noi, magari in qualche paesino collinare prima di Modane.
In men che non si dica siamo davanti a due pizze fumanti, zuppe di olio al peperoncino… E anche buone, considerato dove siamo !
Come noi sono rapiti dal panorama, al contrario di noi lo ammirano mangiando baguettes enormi e farcite con qualsiasi materia commestibile… Beh, devono reintegrare, dopo tutta quella salita!
A dire il vero è quasi ora di pranzo e decidiamo di fermarci anche noi, magari in qualche paesino collinare prima di Modane.
In men che non si dica siamo davanti a due pizze fumanti, zuppe di olio al peperoncino… E anche buone, considerato dove siamo !
Verso l'Iseran
Ripartiamo alla volta del Col de l'Iseran, ma le condizioni del tempo sono cambiate radicalmente: all'inizio dell'ascesa prendiamo uno scroscio tremendo, un piccolo prezzo da pagare anche perchè quando "rifiltra" il sole i colori che vediamo sono intensissimi.
Un vero giardino!
Sull'Iseran ci accoglie una "bisa" antartica, io mi fermo a scattare foto, ma Daniela mi richiama all'ordine a muso duro, rannicchiata vicino al motore per ripararsi e riscaldarsi.
Di lì a poco siamo nuovamente in sella: qualche minuto e costeggiamo l'enorme comprensorio sciistico della Val d'Isere.
Viene da pensarlo in inverno, bianco ovunque e brulicante di sciatori: che differenza con quello che vediamo ora!
Ancora qualche spettacolare chilometro tra il verde delle colline e il lago artificiale del Chevril, e si arriva a Bourg Saint Maurice, ultimo paese prima della salita verso il colle del Piccolo San Bernardo.
La strada è bellissima, addirittura invoglia a dare più gas di quello che si dovrebbe.
Ci fermiamo sul valico a visitare un piccolo negozio di souvenirs: la fa da padrone ovviamente il "cane delle alpi", in tutte le forme e dimensioni, compresa una gigante posta tra le due carreggiate della strada.
Rieccoci in Italia, dunque, pronti per l'ultimo pezzo prima della sosta serale; abbiamo scelto di farla a Pre' St. Didier, incantevole paesino famoso per il suo splendido stabilimento termale.
Scendendo costeggiamo le pendici del Monte Bianco, che in alcuni punti sembra poter essere toccato: maestoso !
Il giorno seguente lo passiamo quasi per intero a goderci le terme, proviamo come pazzi tutti i trattamenti possibili, sembriamo ragazzini sulle giostre a Gardaland.
Nel tardo pomeriggio ripartiamo per il cuneese, ma prima decidiamo di passare ad Aosta per una rapidissima passeggiata in centro: la giornata è calda e tersa, l'isola pedonale è gremita di persone, consumiamo un gelato e ripartiamo.
Le bambine ci aspettano e il tempo rimanente è poco, l'ultimo tratto sino a casa lo percorriamo quindi in autostrada.
Devo dire che, nonostante il relax termale, mi sento decisamente eccitato: ultimamente non uso la moto moltissimo, anche un mero trasferimento autostradale risulta piacevole!
Un vero giardino!
Sull'Iseran ci accoglie una "bisa" antartica, io mi fermo a scattare foto, ma Daniela mi richiama all'ordine a muso duro, rannicchiata vicino al motore per ripararsi e riscaldarsi.
Di lì a poco siamo nuovamente in sella: qualche minuto e costeggiamo l'enorme comprensorio sciistico della Val d'Isere.
Viene da pensarlo in inverno, bianco ovunque e brulicante di sciatori: che differenza con quello che vediamo ora!
Ancora qualche spettacolare chilometro tra il verde delle colline e il lago artificiale del Chevril, e si arriva a Bourg Saint Maurice, ultimo paese prima della salita verso il colle del Piccolo San Bernardo.
La strada è bellissima, addirittura invoglia a dare più gas di quello che si dovrebbe.
Ci fermiamo sul valico a visitare un piccolo negozio di souvenirs: la fa da padrone ovviamente il "cane delle alpi", in tutte le forme e dimensioni, compresa una gigante posta tra le due carreggiate della strada.
Rieccoci in Italia, dunque, pronti per l'ultimo pezzo prima della sosta serale; abbiamo scelto di farla a Pre' St. Didier, incantevole paesino famoso per il suo splendido stabilimento termale.
Scendendo costeggiamo le pendici del Monte Bianco, che in alcuni punti sembra poter essere toccato: maestoso !
Il giorno seguente lo passiamo quasi per intero a goderci le terme, proviamo come pazzi tutti i trattamenti possibili, sembriamo ragazzini sulle giostre a Gardaland.
Nel tardo pomeriggio ripartiamo per il cuneese, ma prima decidiamo di passare ad Aosta per una rapidissima passeggiata in centro: la giornata è calda e tersa, l'isola pedonale è gremita di persone, consumiamo un gelato e ripartiamo.
Le bambine ci aspettano e il tempo rimanente è poco, l'ultimo tratto sino a casa lo percorriamo quindi in autostrada.
Devo dire che, nonostante il relax termale, mi sento decisamente eccitato: ultimamente non uso la moto moltissimo, anche un mero trasferimento autostradale risulta piacevole!
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