I viaggi dei lettori
Il Mottarone, un balcone sull'Italia
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I nostri amici si sono cimentati in una gita "classica" per i motociclisti del nord-ovest, ma i luoghi da loro visitati sono così belli che rendono unico il loro racconto
Esiste un detto tra i fotografi : "Se non sai cosa fotografare allora vai sul Mottarone" e, se ci penso, è veramente così.
Da qua sopra la vista non conosce confini e l'occhio spazia fino all'orizzonte oltre le montagne svizzere, oltre la Val d'Ossola, oltre i sette laghi alpini fino ad ammirare una pianura interminabile scorgendo solo un immagine sfocata e poco chiara delle Alpi liguri sullo sfondo.
La giornata non poteva essere migliore: nel periodo di agosto il paesaggio si colora di un verde intenso, scaldato da un sole acceso ma non troppo afoso.
Questo periodo e quello primaverile sono infatti i più indicati.
Partiamo però per piccoli passi: è mattina presto, sono ancora stanco per la serata precedente ma ci pensa a risvegliarmi il rombo della Ducati 749 su cui sto per salire a bordo.
Non è la moto meglio indicata per affrontare questo tipo di viaggi, ma una posizione di guida non troppo esasperata accompagnata da un ottimo motore bicilindrico da 110 cv che si affida ad una ciclistica di prim'ordine sono gli ingredienti giusti per trasformare questa giornata in un mix perfetto di belle curve, storia e paesaggi mozzafiato.
Salgo a bordo per andare a recuperare la mia compagna di viaggi nonché fidanzata che si presenta ai miei occhi ancora assonnata ma vogliosa di scoprire nuovi posti e luoghi.
Personalmente nutro un enorme ammirazione nei suoi confronti, la moto non è comoda ed accogliente per il passeggero che si vede costretto a viaggiare con la gambe molto rannicchiate ed i polsi fin troppo caricati.
Da qua sopra la vista non conosce confini e l'occhio spazia fino all'orizzonte oltre le montagne svizzere, oltre la Val d'Ossola, oltre i sette laghi alpini fino ad ammirare una pianura interminabile scorgendo solo un immagine sfocata e poco chiara delle Alpi liguri sullo sfondo.
La giornata non poteva essere migliore: nel periodo di agosto il paesaggio si colora di un verde intenso, scaldato da un sole acceso ma non troppo afoso.
Questo periodo e quello primaverile sono infatti i più indicati.
Partiamo però per piccoli passi: è mattina presto, sono ancora stanco per la serata precedente ma ci pensa a risvegliarmi il rombo della Ducati 749 su cui sto per salire a bordo.
Non è la moto meglio indicata per affrontare questo tipo di viaggi, ma una posizione di guida non troppo esasperata accompagnata da un ottimo motore bicilindrico da 110 cv che si affida ad una ciclistica di prim'ordine sono gli ingredienti giusti per trasformare questa giornata in un mix perfetto di belle curve, storia e paesaggi mozzafiato.
Salgo a bordo per andare a recuperare la mia compagna di viaggi nonché fidanzata che si presenta ai miei occhi ancora assonnata ma vogliosa di scoprire nuovi posti e luoghi.
Personalmente nutro un enorme ammirazione nei suoi confronti, la moto non è comoda ed accogliente per il passeggero che si vede costretto a viaggiare con la gambe molto rannicchiate ed i polsi fin troppo caricati.
Saliti a bordo ci dirigiamo a Cavaglià per una buona colazione abbondante, sembra di trovarsi a un pranzo di Natale e quando i nostri stomaci sono pieni partiamo in direzione di Carisio percorrendo successivamente una serie di paesi immersi nelle risaie e segnati da strade dritte attraversate sporadicamente da qualche trattore, ma che mostrano all'orizzonte le montagne in tutta la loro maestosità ed attrazione.
L'aria è fredda ma considerando che è ancora mattina presto non ci stupiamo e continuiamo per la nostra strada lasciandoci alle spalle la campagna. Ci tuffiamo nel traffico cittadino di Gattinara, meta di "scalo" per raggiungere la Valsesia, la Panoramica Zegna, e i Laghi Alpini.
La nostra strada inizialmente non è troppo esaltante: corre dritta senza scorci degni di particolare attenzione, ma arrivati in prossimità di Arona, una della maggiori città bagnata dal Lago Maggiore, veniamo accolti da un clima accogliente e vivace.
Questa città che risale ad origini addirittura preistoriche divenne un importante nodo commerciale nel medioevo; tutt'oggi è famosa per il suo centro storico antico e ben conservato, la Rocca Borromea (che evidenzia un passato segnato da guerre e assedi) ma sopratutto per il Colosso di San Carlo Borromeo, il famoso "San Carlone" alto 36 metri, un bronzo che domina l'intera zona.
Veniamo circondati da un'intensa vita quotidiana: il lungolago è cosparso di ristoranti, bar, negozi, hotel e locali.
Sentendoci come "obbligati" scendiamo per un breve giretto e tempo pochi minuti ci ritroviamo in un grazioso bar a fare nuovamente colazione; dopodiché decidiamo di fare due passi sulle rive del lago riscaldati da un sole che rispende in un cielo privo di nuvole.
Tutto questo regala un paesaggio surreale, il lago in tutto il suo fascino circondato dalle alte montagne rende l'idea di un mondo dove le lancette del tempo si siano fermate, la vita qui è come decenni addietro ed è segnata unicamente dal rapporto che l'uomo nel tempo ha instaurato con il lago.
L'aria è fredda ma considerando che è ancora mattina presto non ci stupiamo e continuiamo per la nostra strada lasciandoci alle spalle la campagna. Ci tuffiamo nel traffico cittadino di Gattinara, meta di "scalo" per raggiungere la Valsesia, la Panoramica Zegna, e i Laghi Alpini.
La nostra strada inizialmente non è troppo esaltante: corre dritta senza scorci degni di particolare attenzione, ma arrivati in prossimità di Arona, una della maggiori città bagnata dal Lago Maggiore, veniamo accolti da un clima accogliente e vivace.
Questa città che risale ad origini addirittura preistoriche divenne un importante nodo commerciale nel medioevo; tutt'oggi è famosa per il suo centro storico antico e ben conservato, la Rocca Borromea (che evidenzia un passato segnato da guerre e assedi) ma sopratutto per il Colosso di San Carlo Borromeo, il famoso "San Carlone" alto 36 metri, un bronzo che domina l'intera zona.
Veniamo circondati da un'intensa vita quotidiana: il lungolago è cosparso di ristoranti, bar, negozi, hotel e locali.
Sentendoci come "obbligati" scendiamo per un breve giretto e tempo pochi minuti ci ritroviamo in un grazioso bar a fare nuovamente colazione; dopodiché decidiamo di fare due passi sulle rive del lago riscaldati da un sole che rispende in un cielo privo di nuvole.
Tutto questo regala un paesaggio surreale, il lago in tutto il suo fascino circondato dalle alte montagne rende l'idea di un mondo dove le lancette del tempo si siano fermate, la vita qui è come decenni addietro ed è segnata unicamente dal rapporto che l'uomo nel tempo ha instaurato con il lago.
Saliamo in sella e proseguiamo per la statale 33 del Sempione in direzione di Stresa: le ville settecentesche fatte costruire dalla nobiltà del tempo ci accompagnano per tutto il tragitto; è una strada da percorrere a passo lento poiché si viene travolti dallo spettacolo offerto alla vista del paesaggio circostante a noi.
La città di Stresa è la fotocopia di Arona: la bellezza dei palazzi e del centro storico obbliga a scendere dalla moto per fare due passi nel centro facendoci coinvolgere dall'atmosfera scombussolata dalla folla di turisti che assediano in massa la città.
Gli stomaci brontolano, sopratutto quello della Vale, quindi ci sediamo per un pranzo leggero ma la pausa dura poco ed in tempo zero siamo a bordo di uno dei tanti battelli per raggiungere Isola Bella.
Questa è una della undici isole presenti sulla superficie del lago ma in assoluto la più caratteristica fra tutte, sede della villa settecentesca che occupa due terzi della superficie insieme ai giardini.
Camminando per le vie del borghetto si viene travolti da un ambiente surreale capace di immergerti in un atmosfera di un tempo ormai passato ma ancora vivo tra i muri delle case.
Buttato l'occhio sull'ora ci siamo spaventati, è già trascorso così tanto tempo?!? Corriamo sul battello in partenza in direzione del porto dove la nostra Ducati ci aspetta, è arrivato di nuovo il suo momento!
La città di Stresa è la fotocopia di Arona: la bellezza dei palazzi e del centro storico obbliga a scendere dalla moto per fare due passi nel centro facendoci coinvolgere dall'atmosfera scombussolata dalla folla di turisti che assediano in massa la città.
Gli stomaci brontolano, sopratutto quello della Vale, quindi ci sediamo per un pranzo leggero ma la pausa dura poco ed in tempo zero siamo a bordo di uno dei tanti battelli per raggiungere Isola Bella.
Questa è una della undici isole presenti sulla superficie del lago ma in assoluto la più caratteristica fra tutte, sede della villa settecentesca che occupa due terzi della superficie insieme ai giardini.
Camminando per le vie del borghetto si viene travolti da un ambiente surreale capace di immergerti in un atmosfera di un tempo ormai passato ma ancora vivo tra i muri delle case.
Buttato l'occhio sull'ora ci siamo spaventati, è già trascorso così tanto tempo?!? Corriamo sul battello in partenza in direzione del porto dove la nostra Ducati ci aspetta, è arrivato di nuovo il suo momento!
In cima al monte
Puntiamo quindi verso il Mottarone imboccando una strada panoramica che culmina sulla cima del monte.
Appena partiti ci accorgiamo che l'asfalto non è al meglio delle sue condizioni ma non è il momento di andare forte, il paesaggio ci disincanta dalla guida e dalla voglia di spalancare il gas per concentrarsi sulla vista mozzafiato.
La nostra attenzione viene colta da un casello che impone una somma di quattro euro per continuare il percorso che si immerge in una natura incontaminata: circondati da abeti e pini l'aria si fa poco per volta sempre più leggera e fresca, ci muoviamo a passo "da trattore" avvolti da un silenzio irreale e, sull'orizzonte, c'è la costante della vista panoramica.
Dritto davanti a noi compare una curva che rende l'idea di una strada che bruscamente si interrompe: si distingue la linea sottile che divide l'asfalto dal cielo terso ma appena impostiamo la curva ecco una vista incredibile.
Ci manca il respiro per quello che gli occhi hanno di fronte: un panorama che ci permette di ammirare il lago, le prealpi lombarde, la pianura Padana fin oltre l'orizzonte.
La Ducati sembra parcheggiarsi da sola in prossimità del bar presente nel piazzale al termine della strada, dritto a noi un sentiero che conduce in cima alla montagna e solo ora ci accorgiamo di non essere soli.
Altri motociclisti sono presenti sul luogo insieme a loro famiglie ed escursionisti che vagano per i diversi sentieri presenti.
il detto tra fotografi è proprio vero : "Se non sai cosa fotografare allora vai sul Mottarone".
Da qua si vede davvero ogni cosa: si scorgono la cime ricoperte dai ghiacciai perenni della Svizzera, il Monte Rosa in tutto il suo splendore, la Val d'Ossola con i suoi pendii ripidi, le prealpi fino ad divenire delle docili colline che terminano nella vastità della Pianura Padana cosparsa di coltivazioni e città fino a scorgere strizzando l'occhio le Alpi Liguri.
Ed infine i laghi, sette in totale, i grandi laghi alpini del nord Italia in tutto il loro splendore dipinti da quel colore blu che rispecchia l'azzurro del cielo.
Pare buffo pensare che fino alla mattina eravamo a camminare per le vie dei paesi presenti a centinaia sulle rive e che ora parono dei puntini innocui rispetto a tutto il resto intorno a noi.
Il tempo trascorre veloce ed è ora di tornare a casa, ma nel fare ciò bisogna dare sfogo alle emozioni che solo il motociclismo è in grado di regalare.
Quindi casco infilato, su in sella al nostro bicilindrico e viae in direzione di Omegna. Il paesaggio è mozzafiato ma questa volta la cosa che toglie il respiro è il susseguirsi ininterrotto di curve in discesa che obbligano chiunque le affronta a sfruttare intensamente la ciclistica e la coppia della moto.
La Ducati si comporta in modo straordinario, il motore spinge con vigore fino ai 9.000 giri dove il valore notevole di coppia aiuta decisamente nei tornanti stretti ed in uscita di curva, il tutto accompagnato da una ciclistica che fatica leggermente nel misto stretto ma esalta nei curvoni veloci dando l'idea di percorrere dei binari immaginari impiantati nella strada.
L'asfalto è in ottime condizioni e ciò stimola la guida sportiva che non da un attimo da pace a me e Vale : accellerare, frenare con forza, scendere in piega, cambiare direzione e ancora e ancora e ancora!
Omegna, meno trafficata delle città del Lago Maggiore e maggior centro del Lago D'Orta, ci accoglie in un ambiente quasi marittimo: il centro non nutre certo di minor fascino dei luoghi visti in precedenza ma purtroppo non ci fermiamo per via dell'ora tarda e ci dirigiamo verso Nonio percorrendo una strada che affianca il lago dall'alto. Proseguiamo in direzione Borgosesia tuffandoci in un'infinità di curve, tornanti, cambi di direzione repentini, discese, salite immerse nel verde fitto… Il traffico è quasi nullo e l'asfalto è in buone condizioni, la Ducati sembra fare tutto da sola, quando le strade diventano tortuose il ritmo sale automaticamente, i polmoni non hanno un attimo di respiro, le mani premono con forza sui semi manubri, si sente il gusto dell'adrenalina in bocca, la tranquillità della zona è scossa dal ruggito del bicilindrico a "L" e la vista non ha un attimo di pace, chissà come se la passa la mia compagna....
Giunti a Borgosesia il ritmo frenetico della traffico cittadino costringe a diminuire notevolmente il ritmo ma appena giunti fuori dal caos, presa la statale in direzione di Pray e successivamente Trivero, sembra di provare un "deja vu" che dura oramai da due ore: corpo e mente sono nuovamente impegnati a percorrere strade progettate da ingeneri probabilmente ubriachi, una curva unica!
Mentre percorro il tragitto butto un occhio sull'ora segnata nel contachilometri digitale, praticamente sono dodici ore che siamo in sella.
Ripenso alla giornata, cosa dire di tutto ciò?
Non trovo le parole adatte, la stanchezza è troppa e le emozioni provate infinite, potrei definirla la giornata perfetta, nulla è andato storto.
Paesaggi mozzafiato, strade incantevoli ed una compagna perfetta… La amo!
Il mio sguardo viene distratto da un insegna "Panoramica Zegna": bellissima, voglio percorrerla insieme a lei!
La strada è ricca di curve emozionanti che danno su un panorama vasto quanto l'occhio è in grado di vedere venne fatta costr.... mi fermo, smetto di pensare, bellissima strada, ma questa sarà un altra storia.
Appena partiti ci accorgiamo che l'asfalto non è al meglio delle sue condizioni ma non è il momento di andare forte, il paesaggio ci disincanta dalla guida e dalla voglia di spalancare il gas per concentrarsi sulla vista mozzafiato.
La nostra attenzione viene colta da un casello che impone una somma di quattro euro per continuare il percorso che si immerge in una natura incontaminata: circondati da abeti e pini l'aria si fa poco per volta sempre più leggera e fresca, ci muoviamo a passo "da trattore" avvolti da un silenzio irreale e, sull'orizzonte, c'è la costante della vista panoramica.
Dritto davanti a noi compare una curva che rende l'idea di una strada che bruscamente si interrompe: si distingue la linea sottile che divide l'asfalto dal cielo terso ma appena impostiamo la curva ecco una vista incredibile.
Ci manca il respiro per quello che gli occhi hanno di fronte: un panorama che ci permette di ammirare il lago, le prealpi lombarde, la pianura Padana fin oltre l'orizzonte.
La Ducati sembra parcheggiarsi da sola in prossimità del bar presente nel piazzale al termine della strada, dritto a noi un sentiero che conduce in cima alla montagna e solo ora ci accorgiamo di non essere soli.
Altri motociclisti sono presenti sul luogo insieme a loro famiglie ed escursionisti che vagano per i diversi sentieri presenti.
il detto tra fotografi è proprio vero : "Se non sai cosa fotografare allora vai sul Mottarone".
Da qua si vede davvero ogni cosa: si scorgono la cime ricoperte dai ghiacciai perenni della Svizzera, il Monte Rosa in tutto il suo splendore, la Val d'Ossola con i suoi pendii ripidi, le prealpi fino ad divenire delle docili colline che terminano nella vastità della Pianura Padana cosparsa di coltivazioni e città fino a scorgere strizzando l'occhio le Alpi Liguri.
Ed infine i laghi, sette in totale, i grandi laghi alpini del nord Italia in tutto il loro splendore dipinti da quel colore blu che rispecchia l'azzurro del cielo.
Pare buffo pensare che fino alla mattina eravamo a camminare per le vie dei paesi presenti a centinaia sulle rive e che ora parono dei puntini innocui rispetto a tutto il resto intorno a noi.
Il tempo trascorre veloce ed è ora di tornare a casa, ma nel fare ciò bisogna dare sfogo alle emozioni che solo il motociclismo è in grado di regalare.
Quindi casco infilato, su in sella al nostro bicilindrico e viae in direzione di Omegna. Il paesaggio è mozzafiato ma questa volta la cosa che toglie il respiro è il susseguirsi ininterrotto di curve in discesa che obbligano chiunque le affronta a sfruttare intensamente la ciclistica e la coppia della moto.
La Ducati si comporta in modo straordinario, il motore spinge con vigore fino ai 9.000 giri dove il valore notevole di coppia aiuta decisamente nei tornanti stretti ed in uscita di curva, il tutto accompagnato da una ciclistica che fatica leggermente nel misto stretto ma esalta nei curvoni veloci dando l'idea di percorrere dei binari immaginari impiantati nella strada.
L'asfalto è in ottime condizioni e ciò stimola la guida sportiva che non da un attimo da pace a me e Vale : accellerare, frenare con forza, scendere in piega, cambiare direzione e ancora e ancora e ancora!
Omegna, meno trafficata delle città del Lago Maggiore e maggior centro del Lago D'Orta, ci accoglie in un ambiente quasi marittimo: il centro non nutre certo di minor fascino dei luoghi visti in precedenza ma purtroppo non ci fermiamo per via dell'ora tarda e ci dirigiamo verso Nonio percorrendo una strada che affianca il lago dall'alto. Proseguiamo in direzione Borgosesia tuffandoci in un'infinità di curve, tornanti, cambi di direzione repentini, discese, salite immerse nel verde fitto… Il traffico è quasi nullo e l'asfalto è in buone condizioni, la Ducati sembra fare tutto da sola, quando le strade diventano tortuose il ritmo sale automaticamente, i polmoni non hanno un attimo di respiro, le mani premono con forza sui semi manubri, si sente il gusto dell'adrenalina in bocca, la tranquillità della zona è scossa dal ruggito del bicilindrico a "L" e la vista non ha un attimo di pace, chissà come se la passa la mia compagna....
Giunti a Borgosesia il ritmo frenetico della traffico cittadino costringe a diminuire notevolmente il ritmo ma appena giunti fuori dal caos, presa la statale in direzione di Pray e successivamente Trivero, sembra di provare un "deja vu" che dura oramai da due ore: corpo e mente sono nuovamente impegnati a percorrere strade progettate da ingeneri probabilmente ubriachi, una curva unica!
Mentre percorro il tragitto butto un occhio sull'ora segnata nel contachilometri digitale, praticamente sono dodici ore che siamo in sella.
Ripenso alla giornata, cosa dire di tutto ciò?
Non trovo le parole adatte, la stanchezza è troppa e le emozioni provate infinite, potrei definirla la giornata perfetta, nulla è andato storto.
Paesaggi mozzafiato, strade incantevoli ed una compagna perfetta… La amo!
Il mio sguardo viene distratto da un insegna "Panoramica Zegna": bellissima, voglio percorrerla insieme a lei!
La strada è ricca di curve emozionanti che danno su un panorama vasto quanto l'occhio è in grado di vedere venne fatta costr.... mi fermo, smetto di pensare, bellissima strada, ma questa sarà un altra storia.
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