I viaggi dei lettori
Taccuino del passeggero. 2000 km giù e su per la penisola
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"Zucchini", "Putrusina" e "Moody": i primi due sono i protagonisti di questo taccuino di viaggio, la terza è la Bmw F650GS che li ha trasportati nel percorso da Milano all'Abruzzo. Ecco il loro racconto
Primo giorno: da Milano a Leguigno di Casina
Usciamo dall'autostrada a Reggio Emilia dopo il tramonto, e la temperatura diminuisce macinando chilometri.
Lo sento sotto alla giacca e sotto ai jeans.
Mi piacciono le cene improvvisate su una panchina all'aperto davanti ai monti: un panino alla mortadella e una birra, il cielo che diventa notte e i lampioni che s'accendono.
Zucchini si addormenta prima di me.
Secondo giorno: da Leguigno a Pesaro
Raggiungiamo a piedi il castello di Leguigno, lo stanno addobbando a festa per la cerimonia matrimoniale di oggi.
Ci mettiamo in moto, sotto il peso della giacca e del casco e del caldo.
Autostrada, direzione Pesaro.
Rilevo problemi al mio apparato olfattivo: odore di sottobosco misto a quello di patatine fritte, poi di mucca e pane caldo.
Traffico, autostrada, automobili.
Invidio i piedi nudi appoggiati ai cruscotti delle auto in coda, che non sentono la calura che sale dall'asfalto e che le altre macchine ci buttano in faccia.
Nei pressi di Bologna già si vedono i primi girasoli.
Usciamo dall'autostrada a Reggio Emilia dopo il tramonto, e la temperatura diminuisce macinando chilometri.
Lo sento sotto alla giacca e sotto ai jeans.
Mi piacciono le cene improvvisate su una panchina all'aperto davanti ai monti: un panino alla mortadella e una birra, il cielo che diventa notte e i lampioni che s'accendono.
Zucchini si addormenta prima di me.
Secondo giorno: da Leguigno a Pesaro
Raggiungiamo a piedi il castello di Leguigno, lo stanno addobbando a festa per la cerimonia matrimoniale di oggi.
Ci mettiamo in moto, sotto il peso della giacca e del casco e del caldo.
Autostrada, direzione Pesaro.
Rilevo problemi al mio apparato olfattivo: odore di sottobosco misto a quello di patatine fritte, poi di mucca e pane caldo.
Traffico, autostrada, automobili.
Invidio i piedi nudi appoggiati ai cruscotti delle auto in coda, che non sentono la calura che sale dall'asfalto e che le altre macchine ci buttano in faccia.
Nei pressi di Bologna già si vedono i primi girasoli.
Terzo giorno: da Pesaro a San Benedetto del Tronto
Per percorrere un po' di strada in collina andiamo fino a Fano a prendere l'autostrada. Arriviamo nel pomeriggio, dalla regina dell'accoglienza e dalla sua bambina di quattro anni.
Ci apre il cancello al rombo di Moody in curva, in un batter d'ali il tavolo di legno del cortile si riempie di bottiglie d'acqua e succo e tè e uno strudel delizioso.
Si vede il mare.
Ceniamo alla sagra del pesce azzurro: paccheri con tonno, olive e capperi, tonno in porchetta, assaggi di focaccia allo sgombro con verdure grigliate, alici fritte, calici di pecorino e una degustazione di liquore al caffè.
Un molo un porto un faro.
Moody ci attende sul lungolago, vicino ai suoi simili, per portarci a nanna.
L'F650GS è più lunga della R1200GS, ma più bassa e magra.
Io so che Zucchini freme per passare al "fratellone". O sorellona?
Moody di che sesso è, maschile giusto?!
Per percorrere un po' di strada in collina andiamo fino a Fano a prendere l'autostrada. Arriviamo nel pomeriggio, dalla regina dell'accoglienza e dalla sua bambina di quattro anni.
Ci apre il cancello al rombo di Moody in curva, in un batter d'ali il tavolo di legno del cortile si riempie di bottiglie d'acqua e succo e tè e uno strudel delizioso.
Si vede il mare.
Ceniamo alla sagra del pesce azzurro: paccheri con tonno, olive e capperi, tonno in porchetta, assaggi di focaccia allo sgombro con verdure grigliate, alici fritte, calici di pecorino e una degustazione di liquore al caffè.
Un molo un porto un faro.
Moody ci attende sul lungolago, vicino ai suoi simili, per portarci a nanna.
L'F650GS è più lunga della R1200GS, ma più bassa e magra.
Io so che Zucchini freme per passare al "fratellone". O sorellona?
Moody di che sesso è, maschile giusto?!
Quarto giorno: in giro per le Marche
Ci svegliano il sole caldo e il canto delle cicale.
Offida è chiusa tra le mura, un borgo silenzioso di strade strette, di chiese, di merletti al tombolo.
Il palazzo del comune, la sua torre e il grande orologio.
Acquaviva Picena è ancora più piccolo.
Sembra di disturbare al solo passaggio nelle vie deserte all'ora della siesta.
Solo vecchie case qui.
Strada panoramica di San Benedetto, in moto col vento addosso e il sole che brucia le spalle scoperte.
Ritmi lenti, mi sento in vacanza.
Ci svegliano il sole caldo e il canto delle cicale.
Offida è chiusa tra le mura, un borgo silenzioso di strade strette, di chiese, di merletti al tombolo.
Il palazzo del comune, la sua torre e il grande orologio.
Acquaviva Picena è ancora più piccolo.
Sembra di disturbare al solo passaggio nelle vie deserte all'ora della siesta.
Solo vecchie case qui.
Strada panoramica di San Benedetto, in moto col vento addosso e il sole che brucia le spalle scoperte.
Ritmi lenti, mi sento in vacanza.
Abruzzo e Isole Tremiti
Quinto giorno: da san Benedetto del Tronto a Vasto
Prendiamo l'autostrada ma usciamo a Roseto per raggiungere Atri, la città della liquirizia.
Paesaggio notevole, curve, colline; una manna per Zucchini.
Non ci giunge il suo profumo, ma solo l'immaginata atmosfera di quando nel medioevo i domenicani raccoglievano le radici per estrarne il succo.
Nel pomeriggio siamo a Vasto.
Andiamo presto a cercare una buona cena a base di pesce a Vasto Marina. Nuvoloso stasera, non si vede una stella.
Le tute da pioggia con i copriscarpe sono sempre nel bauletto, ma speriamo di non doverli usare.
Sesto giorno: attorno a Vasto
Posso affermare con certezza che i tempi di carico-scarico si sono notevolmente snelliti e il mio corpo si sta abituando a questa costante vita da passeggero.
Mattina: Vasto Marina, primo bagno.
Pomeriggio: Termoli, per organizzare la gita alle isole Tremiti.
Percorriamo il tratturo in direzione del Molise, già decantato a ragione da D'Annunzio.
L'odore di salsedine inebria i nostri nasi sotto ai caschi.
Sera: Vasto centro, piazza Rossetti.
I locali parlano con un poco piacevole accento che pare un miscuglio tra anconetano e pugliese.
La rocca, la chiesa, Vasto Marina dall'alto con le sue luci lungo la costa.
Sedici gradi tra Vasto e San Lorenzo, sulla strada buia che percorriamo per raggiungere il nostro letto tra gli uliveti.
Settimo giorno: attorno a Vasto
Ci stupisce la spiaggia di Punta Penna, il fratino da proteggere, i trabocchi, il vento, le onde contro gli scogli e il sole cocente.
Nel pomeriggio torniamo a Vasto città per vedere il panorama in diurna.
Riconosciamo le Tremiti!
Cena: il classico brodetto vastese, un insieme bollente di triglie, razze, gamberi e succulenti pesci in pomodori e peperoni e olio da leccarsi baffi e dita e se potessi leccarmi la mia stessa lingua lo farei.
Odore di sterpaglia bruciata.
Dalle finestre un cielo stellato.
Ottavo giorno: isole Tremiti
Moody riposa dietro la casetta del parcheggiatore, all'ombra, al porto.
In realtà parcheggi per moto non ce ne sono, così la si lascia in uno per auto.
Allo stesso elevato prezzo… Peccato.
Imbarco da Termoli, ore 10.45.
I monaci benedettini tentarono di tagliare San Nicola in due, tattica difensiva, ma fallirono.
C'è un'abbazia con chiostro, una meravigliosa veduta del Crepaccio e del mare limpido.
Tuffo nel mare, la statua di Padre Pio 14 metri sotto di me.
Capraia si chiama così per le coltivazioni di capperi.
San Damiano è l'isola più grande.
Ci perdiamo lungo la via principale, cala dei benedettini, cala spido. Guardiamo dall'alto lo scoglio a forma di elefante, la grotta delle viole l'abbiamo vista dal mare.
Rientro, ore 18.45.
In moto sul tratturo, i girasoli alla nostra sinistra.
Rincorriamo il sole e allo stesso tempo acceleriamo il suo tramonto, più velocemente ci avviciniamo a casa più velocemente cala dietro l'altura dove è Vasto.
Zucchini a tratti non vede, nonostante gli occhiali da sole.
Prendiamo l'autostrada ma usciamo a Roseto per raggiungere Atri, la città della liquirizia.
Paesaggio notevole, curve, colline; una manna per Zucchini.
Non ci giunge il suo profumo, ma solo l'immaginata atmosfera di quando nel medioevo i domenicani raccoglievano le radici per estrarne il succo.
Nel pomeriggio siamo a Vasto.
Andiamo presto a cercare una buona cena a base di pesce a Vasto Marina. Nuvoloso stasera, non si vede una stella.
Le tute da pioggia con i copriscarpe sono sempre nel bauletto, ma speriamo di non doverli usare.
Sesto giorno: attorno a Vasto
Posso affermare con certezza che i tempi di carico-scarico si sono notevolmente snelliti e il mio corpo si sta abituando a questa costante vita da passeggero.
Mattina: Vasto Marina, primo bagno.
Pomeriggio: Termoli, per organizzare la gita alle isole Tremiti.
Percorriamo il tratturo in direzione del Molise, già decantato a ragione da D'Annunzio.
L'odore di salsedine inebria i nostri nasi sotto ai caschi.
Sera: Vasto centro, piazza Rossetti.
I locali parlano con un poco piacevole accento che pare un miscuglio tra anconetano e pugliese.
La rocca, la chiesa, Vasto Marina dall'alto con le sue luci lungo la costa.
Sedici gradi tra Vasto e San Lorenzo, sulla strada buia che percorriamo per raggiungere il nostro letto tra gli uliveti.
Settimo giorno: attorno a Vasto
Ci stupisce la spiaggia di Punta Penna, il fratino da proteggere, i trabocchi, il vento, le onde contro gli scogli e il sole cocente.
Nel pomeriggio torniamo a Vasto città per vedere il panorama in diurna.
Riconosciamo le Tremiti!
Cena: il classico brodetto vastese, un insieme bollente di triglie, razze, gamberi e succulenti pesci in pomodori e peperoni e olio da leccarsi baffi e dita e se potessi leccarmi la mia stessa lingua lo farei.
Odore di sterpaglia bruciata.
Dalle finestre un cielo stellato.
Ottavo giorno: isole Tremiti
Moody riposa dietro la casetta del parcheggiatore, all'ombra, al porto.
In realtà parcheggi per moto non ce ne sono, così la si lascia in uno per auto.
Allo stesso elevato prezzo… Peccato.
Imbarco da Termoli, ore 10.45.
I monaci benedettini tentarono di tagliare San Nicola in due, tattica difensiva, ma fallirono.
C'è un'abbazia con chiostro, una meravigliosa veduta del Crepaccio e del mare limpido.
Tuffo nel mare, la statua di Padre Pio 14 metri sotto di me.
Capraia si chiama così per le coltivazioni di capperi.
San Damiano è l'isola più grande.
Ci perdiamo lungo la via principale, cala dei benedettini, cala spido. Guardiamo dall'alto lo scoglio a forma di elefante, la grotta delle viole l'abbiamo vista dal mare.
Rientro, ore 18.45.
In moto sul tratturo, i girasoli alla nostra sinistra.
Rincorriamo il sole e allo stesso tempo acceleriamo il suo tramonto, più velocemente ci avviciniamo a casa più velocemente cala dietro l'altura dove è Vasto.
Zucchini a tratti non vede, nonostante gli occhiali da sole.
Tra Abruzzo e Marche
Nono giorno: su e giù per i colli nei borghi di Scerni e Montedorisio
Zucchini si diverte alla guida di Moody.
Poi piccolo incidente: uno stupido tamponamento ad uno stop, noi fermi leggermente in salita a lasciar passare un'auto, una svista dietro di noi, una spinta, una caduta lenta. Sob. L'uomo pare non voglia scendere dall'auto, Zucchini accusa un poco di mal di schiena, ma non si agita né si arrabbia.
Solo controlla i danni visibili, ovvero targa graffiata e borsa laterale pure.
Il suo tentativo di tenere in piedi sia me che Moody è fallito sul nascere.
Però nessuno ha una constatazione amichevole (amichevole?).
Quando l'uomo si decide a staccare il sedere dal sedile ci scambiamo i numeri di telefono, sperando nel suo senso civico.
Anneghiamo i dispiaceri nel Pecorino.
Chi sa perchè questo vino si chiama come il formaggio?
Usciamo alla scoperta della cantina di Fontefico, dove non ci negano una degustazione. Incontriamo una interessante coppia di Cremona.
L'uomo è un "malato" motociclista con un BMW R1200GS (tanto per cambiare…) e una vecchia R100GS in garage.
Adora il risotto ai frutti di mare.
Di notte dalla camera si sentono scoppi di fuochi artificiali.
Decimo giorno: da Vasto a San Benedetto
Spiaggia libera, Sole calante. Cena d'asporto nel giardino del b&b: "Vi apparecchio di là così state intimi" dice la fata della gentilezza.
Ci accende anche la fontana ma l'attenzione è attratta solo dalla tovaglietta bianca e dal mare al tramonto.
Facciamo poi la conoscenza di un nuovo ospite venuto da Londra in tre giorni in sella alla sua R1150R.
Voleva comprarla in Italia, arrivando qui in aereo, ma ha cambiato idea quando ha scoperto che il prezzo è alquanto differente.
In questo modo ha risparmiato sulla moto e si è goduto un viaggio che gli ha fatto attraversare l'Europa su due ruote.
Ha l'aria un po' stanca.
Ma soddisfatta.
Gli piace Milano, ci parla in italiano.
Zucchini ci scambia opinioni su Ducati e Bmw.
Ha vissuto in America, dove aveva tre Ducati, 999, 748 e Monster 600.
Ora vorrebbe una S2R.
Si complimenta per il nuovo Multistrada, "Anche se il Bmw GS è un'altra cosa".
Ci confida che è qui per visitare concerie, per contrattare le pelli con cui produrre una sua linea di abbigliamento in Inghilterra.
Per motociclisti? Chi sa, magari un nuovo marchio sta per nascere.
Undicesimo giorno: sosta tattica
Moody va dall'officina BMW di San Benedetto per una veloce controllata, per la nostra sicurezza e tranquillità.
Cena di olive ascolane e arrosticini, con un'insalata e tante parole scambiate con Zucchini.
Zucchini si diverte alla guida di Moody.
Poi piccolo incidente: uno stupido tamponamento ad uno stop, noi fermi leggermente in salita a lasciar passare un'auto, una svista dietro di noi, una spinta, una caduta lenta. Sob. L'uomo pare non voglia scendere dall'auto, Zucchini accusa un poco di mal di schiena, ma non si agita né si arrabbia.
Solo controlla i danni visibili, ovvero targa graffiata e borsa laterale pure.
Il suo tentativo di tenere in piedi sia me che Moody è fallito sul nascere.
Però nessuno ha una constatazione amichevole (amichevole?).
Quando l'uomo si decide a staccare il sedere dal sedile ci scambiamo i numeri di telefono, sperando nel suo senso civico.
Anneghiamo i dispiaceri nel Pecorino.
Chi sa perchè questo vino si chiama come il formaggio?
Usciamo alla scoperta della cantina di Fontefico, dove non ci negano una degustazione. Incontriamo una interessante coppia di Cremona.
L'uomo è un "malato" motociclista con un BMW R1200GS (tanto per cambiare…) e una vecchia R100GS in garage.
Adora il risotto ai frutti di mare.
Di notte dalla camera si sentono scoppi di fuochi artificiali.
Decimo giorno: da Vasto a San Benedetto
Spiaggia libera, Sole calante. Cena d'asporto nel giardino del b&b: "Vi apparecchio di là così state intimi" dice la fata della gentilezza.
Ci accende anche la fontana ma l'attenzione è attratta solo dalla tovaglietta bianca e dal mare al tramonto.
Facciamo poi la conoscenza di un nuovo ospite venuto da Londra in tre giorni in sella alla sua R1150R.
Voleva comprarla in Italia, arrivando qui in aereo, ma ha cambiato idea quando ha scoperto che il prezzo è alquanto differente.
In questo modo ha risparmiato sulla moto e si è goduto un viaggio che gli ha fatto attraversare l'Europa su due ruote.
Ha l'aria un po' stanca.
Ma soddisfatta.
Gli piace Milano, ci parla in italiano.
Zucchini ci scambia opinioni su Ducati e Bmw.
Ha vissuto in America, dove aveva tre Ducati, 999, 748 e Monster 600.
Ora vorrebbe una S2R.
Si complimenta per il nuovo Multistrada, "Anche se il Bmw GS è un'altra cosa".
Ci confida che è qui per visitare concerie, per contrattare le pelli con cui produrre una sua linea di abbigliamento in Inghilterra.
Per motociclisti? Chi sa, magari un nuovo marchio sta per nascere.
Undicesimo giorno: sosta tattica
Moody va dall'officina BMW di San Benedetto per una veloce controllata, per la nostra sicurezza e tranquillità.
Cena di olive ascolane e arrosticini, con un'insalata e tante parole scambiate con Zucchini.
Il rientro attraverso Umbria e Toscana
Dodicesimo giorno: da San Benedetto ad Assisi
Da Ascoli Piceno procediamo sulla SS4: uno spettacolo favoloso.
Attraversiamo i monti per salire ad altitudini mai raggiunte con Moody, sentire il cambiamento della temperatura sulla pelle scoperta delle mani e l'aria attraverso le fessure tra il casco e il viso e guardare i colori e sentire gli odori.
Sole.
Boschi.
15,5 gradi nella prima galleria in Umbria che ci porta nel parco dei Sibillini.
Pausa caffè in un bar di Norcia, con grezze bariste e vecchi camionisti.
Assisi è lì, appesa sulle pendici, ci guarda e la guardiamo.
Arriviamo.
Metto la mia sciarpa colorata sulle spalle e posso entrare nella meravigliosa basilica di San Francesco.
Vicoli di Assisi e una granita all'anguria.
Pinacoteca.
Municipio.
Passeggiata.
Tredicesimo giorno: da Assisi a Castiglione del Lago
Corriamo sul lungolago (in due giorni lo percorreremo quasi tutto) alla stessa altezza dell'acqua, curva dopo curva.
Castiglione del lago è la penisola del lago Trasimeno.
Pullula di turisti tedeschi.
Oggi è giorno di mercato.
Lasciamo Moody appena fuori dal centro storico, un vigile ci ha dato il permesso.
Abbiamo a disposizione un appartamento in centro.
Prendiamo il sole ascoltando le voci tedesche che si domandano se i pesci non muoiono con l'acqua tanto calda.
Ceniamo in un ristorante della tradizione: polpette uvetta e pinoli e carpa regina in porchetta, con fagiolini con erbette, e un vino bianco della casa.
Alle 21 scappiamo.
Eleonora da Mendoza ci aspetta nella chiesetta di via del Forte.
Rievocazione in costumi della Duchessa di Castiglione.
Quattordicesimo giorno: da Castiglione a Siena
Nel primo pomeriggio siamo già a Siena.
Panino prosciutto e formaggio sul letto 31 dell'hotel appena fuori Porta Pispini dove alloggiamo.
Passeggiata.
Mi incanto.
Una ragazza in tunica rossa suona la fisarmonica.
Piazza del Campo, panforte, il Duomo, turisti francesi, contrade, suono di tamburino, motorini parcheggiati, l'università.
Si vede uno spicchio di luna sopra la Torre del Mangia.
Brezza serale.
Quindicesimo giorno: sempre a Siena
Scopriamo da soli che le illuminazioni colorate sono diverse in ogni contrada, che ne richiamano i colori, i simboli.
Leggiamo poi che vengono accese solo nei giorni di festa.
Un simpatico edicolante senese ci racconta dei barberi e delle storie delle contrade stuzzicandoci la curiosità per questa medievale tradizione ancora in uso.
Raggiungiamo la fortezza, S. Domenico, visitiamo l'Enoteca italiana, la sede della Banca dei Monti dei Paschi.
Tappa in pasticceria: caffè con cavallucci e ricciarelli.
Camminiamo tantissimo.
Dopo breve visita all'orto dei Pecci si cena.
Il cameriere è un abile conversatore un po' matto.
Ci serve un grande piatto di pici cacio e pepe con un Chianti della casa, poi formaggi misti (gorgonzola, parmigiano, pecorino fresco e di fossa) con un' insalata.
Ci regala poi due ricciarelli, insieme a un assaggio di vin santo.
Le gambe non vogliono camminare dritto, ma Zucchini mi sorregge.
Sedicesimo giorno: da Siena a Milano
Rientro.
Strada statale fino a Firenze Nord.
Autostrada, traffico verso Parma.
Incontriamo in Autogrill un signore affaticato su Bmw R1100 R: "Dove vi siete immessi? Io sono rimasto imbottigliato a Firenze sud"'.
Un po' di fortuna non guasta.
La pianura padana ci riaccoglie dopo due settimane di lontananza. L'afa non manca. A Bologna Moody segnala 37.5 C°.
Bentornati.
Zucchini dice che siamo dei centauri dopo questa tappa da oltre 400 Km. Sarà vero?
Putrusina, Zucchini, Moody. Passo e chiudo.
Da Ascoli Piceno procediamo sulla SS4: uno spettacolo favoloso.
Attraversiamo i monti per salire ad altitudini mai raggiunte con Moody, sentire il cambiamento della temperatura sulla pelle scoperta delle mani e l'aria attraverso le fessure tra il casco e il viso e guardare i colori e sentire gli odori.
Sole.
Boschi.
15,5 gradi nella prima galleria in Umbria che ci porta nel parco dei Sibillini.
Pausa caffè in un bar di Norcia, con grezze bariste e vecchi camionisti.
Assisi è lì, appesa sulle pendici, ci guarda e la guardiamo.
Arriviamo.
Metto la mia sciarpa colorata sulle spalle e posso entrare nella meravigliosa basilica di San Francesco.
Vicoli di Assisi e una granita all'anguria.
Pinacoteca.
Municipio.
Passeggiata.
Tredicesimo giorno: da Assisi a Castiglione del Lago
Corriamo sul lungolago (in due giorni lo percorreremo quasi tutto) alla stessa altezza dell'acqua, curva dopo curva.
Castiglione del lago è la penisola del lago Trasimeno.
Pullula di turisti tedeschi.
Oggi è giorno di mercato.
Lasciamo Moody appena fuori dal centro storico, un vigile ci ha dato il permesso.
Abbiamo a disposizione un appartamento in centro.
Prendiamo il sole ascoltando le voci tedesche che si domandano se i pesci non muoiono con l'acqua tanto calda.
Ceniamo in un ristorante della tradizione: polpette uvetta e pinoli e carpa regina in porchetta, con fagiolini con erbette, e un vino bianco della casa.
Alle 21 scappiamo.
Eleonora da Mendoza ci aspetta nella chiesetta di via del Forte.
Rievocazione in costumi della Duchessa di Castiglione.
Quattordicesimo giorno: da Castiglione a Siena
Nel primo pomeriggio siamo già a Siena.
Panino prosciutto e formaggio sul letto 31 dell'hotel appena fuori Porta Pispini dove alloggiamo.
Passeggiata.
Mi incanto.
Una ragazza in tunica rossa suona la fisarmonica.
Piazza del Campo, panforte, il Duomo, turisti francesi, contrade, suono di tamburino, motorini parcheggiati, l'università.
Si vede uno spicchio di luna sopra la Torre del Mangia.
Brezza serale.
Quindicesimo giorno: sempre a Siena
Scopriamo da soli che le illuminazioni colorate sono diverse in ogni contrada, che ne richiamano i colori, i simboli.
Leggiamo poi che vengono accese solo nei giorni di festa.
Un simpatico edicolante senese ci racconta dei barberi e delle storie delle contrade stuzzicandoci la curiosità per questa medievale tradizione ancora in uso.
Raggiungiamo la fortezza, S. Domenico, visitiamo l'Enoteca italiana, la sede della Banca dei Monti dei Paschi.
Tappa in pasticceria: caffè con cavallucci e ricciarelli.
Camminiamo tantissimo.
Dopo breve visita all'orto dei Pecci si cena.
Il cameriere è un abile conversatore un po' matto.
Ci serve un grande piatto di pici cacio e pepe con un Chianti della casa, poi formaggi misti (gorgonzola, parmigiano, pecorino fresco e di fossa) con un' insalata.
Ci regala poi due ricciarelli, insieme a un assaggio di vin santo.
Le gambe non vogliono camminare dritto, ma Zucchini mi sorregge.
Sedicesimo giorno: da Siena a Milano
Rientro.
Strada statale fino a Firenze Nord.
Autostrada, traffico verso Parma.
Incontriamo in Autogrill un signore affaticato su Bmw R1100 R: "Dove vi siete immessi? Io sono rimasto imbottigliato a Firenze sud"'.
Un po' di fortuna non guasta.
La pianura padana ci riaccoglie dopo due settimane di lontananza. L'afa non manca. A Bologna Moody segnala 37.5 C°.
Bentornati.
Zucchini dice che siamo dei centauri dopo questa tappa da oltre 400 Km. Sarà vero?
Putrusina, Zucchini, Moody. Passo e chiudo.
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