I viaggi dei lettori
La magia del Marocco
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Una coppia bergamasca e la loro Honda PanEuropean. Dopo aver attraversato l'Europa verso Ovest, Arianna e Remo sbarcano in terra africana scoprendo un Paese pieno di contraddizioni ma dalle bellezze incomparabili
Quest'anno le nostre vacanze ci portano verso Ovest. Partiamo al mattino e ci infiliamo subito in autostrada , è venerdì e il traffico non è molto. Non abbiamo voglia di trafori quindi decidiamo di superare le Alpi attraverso un passo minore. Usciamo a Bardonecchia e prendiamo per il passo della Scala, la strada è piacevole e quasi deserta. Arriviamo in Francia e ci troviamo immersi in un bel paesaggio bucolico, ordinatissimo, sotto un bel sole caldo.
La tappa serale è a Crest, bel paese arroccato sulla sponda di un fiume, con mura antiche e rocca ben valorizzate dalle luci notturne, è valsa la pena fermarsi, la passeggiata serale ci soddisfa a pieno.
Oggi la tappa è di puro trasferimento, notiamo che le autostrade sono cariche, decidiamo quindi di percorrere le statali fino a Nimes, godendo di bellissimi paesini medievali sparsi in questa regione incantevole. Ne visitiamo in particolare uno. Entriamo poi in autostrada ma il traffico è molto intenso fino a Tarragona, dobbiamo andare piano e fare molta attenzione.
Oggi la tappa è di puro trasferimento, notiamo che le autostrade sono cariche, decidiamo quindi di percorrere le statali fino a Nimes, godendo di bellissimi paesini medievali sparsi in questa regione incantevole. Ne visitiamo in particolare uno. Entriamo poi in autostrada ma il traffico è molto intenso fino a Tarragona, dobbiamo andare piano e fare molta attenzione.
Nel pomeriggio ci troviamo a Coma Ruga con alcuni nostri amici che stanno trascorrendo le loro ferie in Spagna, cerchiamo un albergo poi ci godiamo in loro compagnia il sole ed il mare della costa spagnola.
La mattina dopo si parte per una tappa lunga e calda. I nostri amici ci consigliano di fermarci a dormire a La Manga, nei pressi del Mar Menor, e così facciamo: la regione è quella della Murcia, siamo a pochi chilometri da Cartagena, il mare è quello della costa Blanca. Da qui , dal Cabo de Palos, parte una lingua di terra larga poche centinaia di metri che chiude la costa formando una laguna di circa 165 Km, lungo tutta la sua lunghezza corre la strada che, lungo i lati mostra un continuo susseguirsi di hotels, residence, locali e spiagge. Sembra quasi di percorrere la strada delle keys in Florida. Il mare della laguna è favoloso!!! Nemmeno quando faccio il bagno nella vasca di casa mia l'acqua è così calda...ma qui non si raffredda!
Altra tappa lunga e calda, attraverso la Sierra Nevada e l'Andalusia, l'arrivo in serata ad Algeciras è il punto di incontro con il resto del gruppo di Macedonia adventures : siamo 11 persone, domani ci imbarciamo per il Marocco.....la vera meta delle nostre vacanze.
La mattina dopo si parte per una tappa lunga e calda. I nostri amici ci consigliano di fermarci a dormire a La Manga, nei pressi del Mar Menor, e così facciamo: la regione è quella della Murcia, siamo a pochi chilometri da Cartagena, il mare è quello della costa Blanca. Da qui , dal Cabo de Palos, parte una lingua di terra larga poche centinaia di metri che chiude la costa formando una laguna di circa 165 Km, lungo tutta la sua lunghezza corre la strada che, lungo i lati mostra un continuo susseguirsi di hotels, residence, locali e spiagge. Sembra quasi di percorrere la strada delle keys in Florida. Il mare della laguna è favoloso!!! Nemmeno quando faccio il bagno nella vasca di casa mia l'acqua è così calda...ma qui non si raffredda!
Altra tappa lunga e calda, attraverso la Sierra Nevada e l'Andalusia, l'arrivo in serata ad Algeciras è il punto di incontro con il resto del gruppo di Macedonia adventures : siamo 11 persone, domani ci imbarciamo per il Marocco.....la vera meta delle nostre vacanze.
Finalmente in Africa
La traghettata dura circa 40 minuti e passa in un baleno. Due ore per le formalità doganali e poi via....ci ritroviamo subito immersi nel clima e nei colori marocchini. Per la festa del Trono di fine Luglio le strade e i palazzi sono bardati da centinaia di bandiere... Tiriamo indietro l’orologio di 2 ore: la nostra prima tappa è Chefchaouen, un piccolo ma pittoresco paese arroccato sui monti del Rif, ha un medina caratterizzata da influenze marocchine ed andaluse, i tetti sono di tegole rosse, i muri sono azzurri (e di muri colorati non ne incontreremo praticamente più) e la piazza centrale è davvero incantevole. Mangiamo in un locale poco “turistico” il nostro primo couscous, la nostra prima tajine (stufato di carne davvero insuperabile). Scavalchiamo i monti del Rif verso Ouezzane dove decidiamo di uscire dagli itinerari classici per raggiungere Fes: ci ritroviamo a percorrere una strada asfaltata ma strettissima, gli ulivi lasciano spazio a campi aridi e gialli e costante è la presenza di asini di tutte le dimensioni con some di tutte le dimensioni. Ad un tratto, nella valle sotto di noi, si apre lo sguardo su Fes.
Tutta la giornata è dedicata alla visita della città. Una guida ci accompagna di fronte al palazzo reale, immerso in 80 ettari di tenuta, che però non si può visitare, si può solo ammirare il bellissimo portale di accesso in ottone lavorato a mano. Saliamo poi ad un punto panoramico. Qui comprendiamo com’è la struttura delle città marocchine: una cinta muraria chiude la città vecchia (medina) dove vi sono i mercati (souqs), vi è la parte fortificata (kasbah), il il quartiere ebraico (mellah), oltre alla parte più nuova e moderna (ville nouvelle). Ci troviamo nel cimitero, è tutto intorno a noi ed abbraccia dalla collina gran parte della città. Vediamo una enorme distesa di tombe bianche. Il resto della mattina è dedicata all’antica medina : il tempo qui sembra essersi fermato, i vicoli sono larghi poco più di un metro e sono percorsi dagli asini come unico mezzo di trasporto delle merci, le botteghe sono 4 metri quadrati e chi la bottega non ce l’ha appoggia ciò che vende per terra, i conigli, i polli sono tenuti vivi nelle gabbie o in piccoli recinti per essere uccisi al momento della vendita, le carni macellate sono esposte a sole, mosche e polvere. Visitiamo un’antica Medersa, scuola coranica, un’oasi di pace inghiottita da questo posto brulicante di gente e di odori. Ma l’odore più pungente ci assale quando arriviamo alle antiche concerie di Fes, lo sguardo va sulle vasche piene di acidi e coloranti, non vi sono parole per poter descrivere questo posto in cui gli uomini vivono ancora in un apparente stato di schiavitù. Passando oltre ammiriamo gli artigiani del legno e del metallo. In alcuni caravanserragli, un tempo usati per il cambio o il riposo dei cavalli e degli altri animali da soma, vi sono i telai per la tessitura di tappeti e tessuti. Nella Medina ci fermiamo anche per il pranzo, in un ristorante tipico dove mangiamo veramente bene.La sera non può mancare una passeggiata nel quartiere ebraico.
Tutta la giornata è dedicata alla visita della città. Una guida ci accompagna di fronte al palazzo reale, immerso in 80 ettari di tenuta, che però non si può visitare, si può solo ammirare il bellissimo portale di accesso in ottone lavorato a mano. Saliamo poi ad un punto panoramico. Qui comprendiamo com’è la struttura delle città marocchine: una cinta muraria chiude la città vecchia (medina) dove vi sono i mercati (souqs), vi è la parte fortificata (kasbah), il il quartiere ebraico (mellah), oltre alla parte più nuova e moderna (ville nouvelle). Ci troviamo nel cimitero, è tutto intorno a noi ed abbraccia dalla collina gran parte della città. Vediamo una enorme distesa di tombe bianche. Il resto della mattina è dedicata all’antica medina : il tempo qui sembra essersi fermato, i vicoli sono larghi poco più di un metro e sono percorsi dagli asini come unico mezzo di trasporto delle merci, le botteghe sono 4 metri quadrati e chi la bottega non ce l’ha appoggia ciò che vende per terra, i conigli, i polli sono tenuti vivi nelle gabbie o in piccoli recinti per essere uccisi al momento della vendita, le carni macellate sono esposte a sole, mosche e polvere. Visitiamo un’antica Medersa, scuola coranica, un’oasi di pace inghiottita da questo posto brulicante di gente e di odori. Ma l’odore più pungente ci assale quando arriviamo alle antiche concerie di Fes, lo sguardo va sulle vasche piene di acidi e coloranti, non vi sono parole per poter descrivere questo posto in cui gli uomini vivono ancora in un apparente stato di schiavitù. Passando oltre ammiriamo gli artigiani del legno e del metallo. In alcuni caravanserragli, un tempo usati per il cambio o il riposo dei cavalli e degli altri animali da soma, vi sono i telai per la tessitura di tappeti e tessuti. Nella Medina ci fermiamo anche per il pranzo, in un ristorante tipico dove mangiamo veramente bene.La sera non può mancare una passeggiata nel quartiere ebraico.
Verso il Sahara
La mattina partiamo per un’escursione giornaliera. La prima tappa è Volubilis, sito archeologico che si estende su un’area di 40 ettari. I resti di questa antica città romana offrono al visitatore splendidi palazzi e soprattutto mosaici, un bellissimo arco di trionfo, alcuni antichi frantoi e molto altro. La difficoltà di stare in questo posto è però il sole a picco ed un’afa insopportabile. Attraversando una zona ad ulivi e melograni, dove non si vedono altro che i pastori, giungiamo a Meknes. Già all’entrata di questa città imperiale veniamo affascinati dall’imponente porta di Bab-el-Mansour, la più grande di tutto il Marocco. Visitiamo il mausoleo di Moulay Ismail, sovrano del Marocco nel XVII secolo, un succedersi di cortili che portano ad una ricchissima camera funeraria. Ci tuffiamo nella medina e nei souqs, visitiamo la zona artigianale poi ci concediamo una pausa al tè verde nella bellissima immensa piazza Place el-Hedim.Comincia a piovere e saranno le uniche due ore di acqua qui in Marocco ma bastano per capire quanto pericolose possano diventare le strade. La patina di olio e gasolio stesa sull’asfalto con l’acqua si scioglie e crea un fondo scivolosissimo, in moto è "uno spasso"....sembra di viaggiare sul sapone. Pernottiamo a Fes.
Ci portiamo verso Sefrou,una piccola cittadina berbera, e da qui iniziamo la nostra ascesa sui monti del Medio Atlante, il clima è più fresco, durante la giornata scendiamo infatti fino a 22 gradi, vi sono fitte foreste di pini e cedri e non è difficile vedere le bertucce che vivono in questa zona. Percorriamo anche parte del circuito dei laghi e non sembra nemmeno più di essere in Marocco.
Ci concediamo una pausa a Ifrane, la Beverly Hills del Marocco, cittadina costruita dai Francesi negli anni trenta in perfetto stile coloniale e zona di villeggiatura alpina per i marocchini. Ci godiamo ancora panorami mozzafiato percorrendo le strade del Medio Atlante che ci portano fino a Midelt dove pernottiamo in un hotel favoloso, ci godiamo la piscina mentre i nostri compagni fanno lavare le moto che sembrano incatramate....e ce le lavano con il gasolio...
Scendiamo ancora verso sud e percorriamo la bellissima Valle dello Ziz, una striscia di palme da datteri stretta lungo il corso del fiume che sembra una spina verde in questo territorio arido.
Arrivati a Erfoud ci fermiamo in albergo, ci rilassiamo in piscina poi con un fuoristrada raggiungiamo,attraverso un deserto pietroso nero di basalto, la località di Merzouga dove a piedi ci portiamo sulle dune dell’Erg-Chebbi. E’ proprio Sahara...camminiamo per goderci i colori, il silenzio, la vista dei beduini con i loro dromedari, e aspettiamo il tramonto accarezzando la sabbia calda con i piedi, questa sabbia così impalpabile...Tornati in albergo ceniamo poi, stesi sui lettini della piscina , scrutiamo il cielo in cerca di stelle cadenti...è la notte dell’11 agosto.
Ci portiamo verso Sefrou,una piccola cittadina berbera, e da qui iniziamo la nostra ascesa sui monti del Medio Atlante, il clima è più fresco, durante la giornata scendiamo infatti fino a 22 gradi, vi sono fitte foreste di pini e cedri e non è difficile vedere le bertucce che vivono in questa zona. Percorriamo anche parte del circuito dei laghi e non sembra nemmeno più di essere in Marocco.
Ci concediamo una pausa a Ifrane, la Beverly Hills del Marocco, cittadina costruita dai Francesi negli anni trenta in perfetto stile coloniale e zona di villeggiatura alpina per i marocchini. Ci godiamo ancora panorami mozzafiato percorrendo le strade del Medio Atlante che ci portano fino a Midelt dove pernottiamo in un hotel favoloso, ci godiamo la piscina mentre i nostri compagni fanno lavare le moto che sembrano incatramate....e ce le lavano con il gasolio...
Scendiamo ancora verso sud e percorriamo la bellissima Valle dello Ziz, una striscia di palme da datteri stretta lungo il corso del fiume che sembra una spina verde in questo territorio arido.
Arrivati a Erfoud ci fermiamo in albergo, ci rilassiamo in piscina poi con un fuoristrada raggiungiamo,attraverso un deserto pietroso nero di basalto, la località di Merzouga dove a piedi ci portiamo sulle dune dell’Erg-Chebbi. E’ proprio Sahara...camminiamo per goderci i colori, il silenzio, la vista dei beduini con i loro dromedari, e aspettiamo il tramonto accarezzando la sabbia calda con i piedi, questa sabbia così impalpabile...Tornati in albergo ceniamo poi, stesi sui lettini della piscina , scrutiamo il cielo in cerca di stelle cadenti...è la notte dell’11 agosto.
Deserto, montagna e... studi cinematografici
Il paesaggio che ammiriamo in mattinata è piatto e arido, è un deserto pietroso ma a tratti le dune di sabbia costeggiano la strada. Lasciamo i nostri bagagli in albergo a Tinerhir poi raggiungiamo le belle Gole del Todra, sono una profonda fenditura nella roccia di questo altopiano che divide l’Alto Atlante dal Jebel Sarhro, nel punto più stretto le pareti raggiungono i 300 m di altezza. Ci armiamo di buona volontà e,dopo aver percorso la Gola lungo il fiume, ci cimentiamo nella salita che ci porterà fino in cima. E’ un trekking di tre ore e mezzo, fa caldo, la mulattiera è stretta e ripida, il vento in quota è forte, ma il paesaggio che ci si offre in alto, con tanto di accampamenti berberi e greggi, ci ripaga di ogni fatica. Stanchi ma soddisfatti torniamo in albergo.
Con un’escursione giornaliera visitiamo le gole del Dades. Il percorso è lungo più di 60 km, a tratti vi sono ripidi tornanti che salgono sulle pareti di roccia, a tratti la strada viene inghiottita da questo canyon di roccia rossa, ci sono meli, fichi d’india e noci, ma anche pioppi argentati e siamo a 1500 m di quota. Saliamo fino a 2000 m e da qui i panorami sono mozzafiato, a perdita d’occhio su questi canyon e su questi altopiani davvero splendidi.
Percorriamo la Valle del Dades fino a Ouarzazate, vi sono grandi oasi e moltissime kasbah che con il loro colore si mimetizzano con la terra, tagliamo verso sud per raggiungere quello che sarà il punto più meridionale di tutto il nostro viaggio: Zagora. Ci arriviamo percorrendo la Valle del Draa, arida, caldissima (superiamo i 40 gradi), le palme da datteri che si trovano lungo il fiume sono più in basso rispetto alla strada e non possono offrirci il beneficio della loro ombra. Zagora è in stile coloniale francese, famoso il cartello con la scritta “Tombouctou 52 jours” messo lì per le milizie saadite che nel 1591 si apprestavano alla conquista di detta città. Una volta in albergo ci concediamo un meritato riposo, la piscina...un hammam con tanto di massaggi...
Torniamo sui nostri passi fino a Ouarzazate.Visitiamo l’imponente e bellissima Kasbah glaoui di Taourirt, è un palazzo bellissimo, molto ben tenuto, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ospitava i Signori della città con schiavi e operai, è costituito da una serie di cortili, appartamenti, sale per udienze e molti altri ambienti. A fianco del palazzo si trova il Mellah e di fronte gli Atlas Film Corporation Studios, Studi cinematografici in cui sono allestiti ambienti di molti film famosi, come Il Gladiatore, La mummia, Il tè nel deserto. Questa zona del Marocco infatti, offrendo spazi geograficamente molto diversi fra loro, rappresenta un punto molto apprezzato per l’industria cinematografica internazionale.
Ad una trentina di chilometri da Ouarzazate ci fermiamo a visitare la bellissima Kasbah di Ait Benhaddou. Questa città fortificata color della terra si appoggia ad un collina e sovrasta il letto di un fiume in secca, ci si arriva solo a piedi e questo fatto le regala un’atmosfera che i posti visti fino ad ora non avevano. Ci perdiamo nei vari vicoli e palazzi appiccicati l’uno all’altro e troviamo una casa set del film Il Gladiatore...sembra di essere in un altro tempo.
Per arrivare a Marrakech dobbiamo attraversare le montagne dell’Alto Atlante, la tappa è quindi tutta in alta quota, la temperatura è sempre tra i 24-27 gradi, il paesaggio è meno arido e compaiono i pini, anche se non mancano mai i fichi d’india, noci e a 1400 m vediamo persino gli oleandri...
Il paesaggio è davvero bello, si viaggia sugli altopiani, non ci rendiamo nemmeno conto di arrivare al passo Tizi-n-Tichka a 2640m, la montagna che ci sovrasta è l’imponente Jebel Toubkal di 4167 m. Stiamo percorrendo una strada secondaria, i paesi che attrraversiamo sono microscopici, manca la benzina verde...in serata arriviamo a Marrakech.
Con un’escursione giornaliera visitiamo le gole del Dades. Il percorso è lungo più di 60 km, a tratti vi sono ripidi tornanti che salgono sulle pareti di roccia, a tratti la strada viene inghiottita da questo canyon di roccia rossa, ci sono meli, fichi d’india e noci, ma anche pioppi argentati e siamo a 1500 m di quota. Saliamo fino a 2000 m e da qui i panorami sono mozzafiato, a perdita d’occhio su questi canyon e su questi altopiani davvero splendidi.
Percorriamo la Valle del Dades fino a Ouarzazate, vi sono grandi oasi e moltissime kasbah che con il loro colore si mimetizzano con la terra, tagliamo verso sud per raggiungere quello che sarà il punto più meridionale di tutto il nostro viaggio: Zagora. Ci arriviamo percorrendo la Valle del Draa, arida, caldissima (superiamo i 40 gradi), le palme da datteri che si trovano lungo il fiume sono più in basso rispetto alla strada e non possono offrirci il beneficio della loro ombra. Zagora è in stile coloniale francese, famoso il cartello con la scritta “Tombouctou 52 jours” messo lì per le milizie saadite che nel 1591 si apprestavano alla conquista di detta città. Una volta in albergo ci concediamo un meritato riposo, la piscina...un hammam con tanto di massaggi...
Torniamo sui nostri passi fino a Ouarzazate.Visitiamo l’imponente e bellissima Kasbah glaoui di Taourirt, è un palazzo bellissimo, molto ben tenuto, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ospitava i Signori della città con schiavi e operai, è costituito da una serie di cortili, appartamenti, sale per udienze e molti altri ambienti. A fianco del palazzo si trova il Mellah e di fronte gli Atlas Film Corporation Studios, Studi cinematografici in cui sono allestiti ambienti di molti film famosi, come Il Gladiatore, La mummia, Il tè nel deserto. Questa zona del Marocco infatti, offrendo spazi geograficamente molto diversi fra loro, rappresenta un punto molto apprezzato per l’industria cinematografica internazionale.
Ad una trentina di chilometri da Ouarzazate ci fermiamo a visitare la bellissima Kasbah di Ait Benhaddou. Questa città fortificata color della terra si appoggia ad un collina e sovrasta il letto di un fiume in secca, ci si arriva solo a piedi e questo fatto le regala un’atmosfera che i posti visti fino ad ora non avevano. Ci perdiamo nei vari vicoli e palazzi appiccicati l’uno all’altro e troviamo una casa set del film Il Gladiatore...sembra di essere in un altro tempo.
Per arrivare a Marrakech dobbiamo attraversare le montagne dell’Alto Atlante, la tappa è quindi tutta in alta quota, la temperatura è sempre tra i 24-27 gradi, il paesaggio è meno arido e compaiono i pini, anche se non mancano mai i fichi d’india, noci e a 1400 m vediamo persino gli oleandri...
Il paesaggio è davvero bello, si viaggia sugli altopiani, non ci rendiamo nemmeno conto di arrivare al passo Tizi-n-Tichka a 2640m, la montagna che ci sovrasta è l’imponente Jebel Toubkal di 4167 m. Stiamo percorrendo una strada secondaria, i paesi che attrraversiamo sono microscopici, manca la benzina verde...in serata arriviamo a Marrakech.
Marrakech e il ritorno
Noleggiamo un furgone che ci porterà in giro per tutta la mattinata e con una guida ci avventuriamo alla scoperta di Marrakech. Iniziamo con i Giardini Mènara, un enorme uliveto nel cuore della città, realizzato nel XII sec. dagli Almohadi, con al centro un padiglione in passato riservato ai Sultani a cui è annesso un bacino artificiale ricco di pesci. Poco lontano c’è la Moschea Koutoubia, visitabile solo all’esterno, immersa in un giardino di rose e sovrastata dal minareto stile marocchino-andaluso di ben 70 m di altezza. Visitiamo la Medersa di Ali ben Youssef, fondata nel XIVsec, ben tenuta, la vasca di marmo bianco destinata alle abluzioni e attorniata da un bellissimo cortile riccamente decorato sul quale si affacciano, dal piano superiore, le celle degli studenti. Questa scuola coranica arrivava ad ospitare fino a 900 studenti. Altra tappa è rappresentata dalle tombe dei Saaditi: questo luogo, ben protetto da un lungo corridoio d’accesso stretto fra i muri delle case, sfuggì a saccheggi e razzie anche grazie alla superstizione che aleggiava intorno ai luoghi di sepoltura. In questo cimitero riposano centinaia di nobili di dinastia Saadita, le tombe e le camere funerarie presentano decorazioni ricchissime in marmo e legno di cedro e lo sguardo si perde nel cercare ogni minimo particolare.
Altra bellezza che ci attende è il palazzo De La Bahia, costruito nell’ottocento è un enorme insieme di stanze,saloni, cortili,fontane, giardini appartati, in cui abitava Bou-Ahmed con 4 mogli e 24 concubune, figli, servi,manovali. Ci si perde. Un momento di assoluto relax ce lo concediamo nei giardini Majorelle, creati da un pittore francese, vi sono giochi d’acqua cactus, bambù, palme e buganvillee ed un piccolo museo in una casupola color blu elettrico. Ci facciamo accompagnare in un ristorante tipico dalla nostra guida che ci lascia, mangiamo molto bene e pienamente soddisfatti dedichiamo il pomeriggio alla visita dei Souqs coloratissimi e della bellissima, immensa piazza Djemaa el-Fna. E’ il cuore pulsante della città che non si ferma mai, e con il momento della giornata cambia anche la tipologia di frequentatori, al tramonto si imbandiscono lunghe tavolate per la cena, la piazza viene investita dagli aromi dei cibi e dai colori di giocolieri, cantastorie e saltimbanchi, immancabili anche i venditori d’acqua e gli incantatori di serpenti...e poi la musica...in serata con una carozzella torniamo in albergo e salutiamo la magia di questa città.
La tappa di trasferimento che ci porterà fino a Rabat è lunga, calda e anche un po’ noiosa. L’unica tappa ce la concediamo alle cascate dell’Ouzoud, che con un salto di circa 100 m offrono uno spettacolo piacevole, soprattutto se si hanno il tempo e la voglia di scendere fino alla loro base. Nei dintorni di Rabat già sembra di non essere più in Marocco: spariscono asini e capre che ci hanno accompagnato lungo tutto il viaggio e a qualsiasi quota, spariscono i sacchetti di plastica che volano ovunque ma non qui, le strade sono più “europee”, anche le auto lo sono. La città è grande e moderna, dopo cena passeggiamo nei viali della Ville Nouvelle e nella Medina.
Oggi lasciamo il Marocco, torniamo sui nostri passi, ci imbarchiamo a Ceuta, la nostra avventura africana finisce qui, arriviamo in Spagna e, con parte del gruppo, arriviamo a Malaga. In soli 2 giorni sembra di aver percorso milioni di chilometri...Malaga ci accoglie con il suo spirito di festa, consumiamo una buonissima ed abbondante cena ad un prezzo ridicolo poi ci godiamo una bella passeggiata nel centro storico con la sua cattedrale rinascimentale e l’Alcazaba, fortezza di origine romana, ben valorizzato dall’illuminazione notturna.
Salutiamo chi torna da qui in Italia in aereo e proseguiamo, ormai siamo solo 2 moto, fino ad Alicante. Qui le strade si dividono per tutti , continuiamo il nostro percorso verso casa da soli. Arrivati a Valencia tagliamo verso l’interno e ci fermiamo a Xativa.
La visita al Castello di Xativa occupa la nostra mattinata, è molto bello, ben restaurato, una corona di mura abbraccia in realtà 2 castelli adagiati sulla collina, la camminata è un po’ faticosa a causa del caldo, ma la sosta è ben ripagata. In autostrada ci portiamo fino a Sitges, vogliamo goderci un po’ di mare prima di ripartire.
Sitges è molto bella e si sta preparando alla festa di paese, con parate, processioni, bande e majorettes, è tutto un fermento. Noi in disparte sonnecchiamo sulla spiaggia. Solo in serata passeggiamo per il centro storico.
L’ultima tappa prima dell’Italia è Aix-en-Provence. La passeggiata nel centro storico affollato di gente e di bancarelle artigianali è uno spettacolo ma le ferie sono finite, domani si torna ....dopo circa 8000 km ritroviamo la strada di casa nostra....
Altra bellezza che ci attende è il palazzo De La Bahia, costruito nell’ottocento è un enorme insieme di stanze,saloni, cortili,fontane, giardini appartati, in cui abitava Bou-Ahmed con 4 mogli e 24 concubune, figli, servi,manovali. Ci si perde. Un momento di assoluto relax ce lo concediamo nei giardini Majorelle, creati da un pittore francese, vi sono giochi d’acqua cactus, bambù, palme e buganvillee ed un piccolo museo in una casupola color blu elettrico. Ci facciamo accompagnare in un ristorante tipico dalla nostra guida che ci lascia, mangiamo molto bene e pienamente soddisfatti dedichiamo il pomeriggio alla visita dei Souqs coloratissimi e della bellissima, immensa piazza Djemaa el-Fna. E’ il cuore pulsante della città che non si ferma mai, e con il momento della giornata cambia anche la tipologia di frequentatori, al tramonto si imbandiscono lunghe tavolate per la cena, la piazza viene investita dagli aromi dei cibi e dai colori di giocolieri, cantastorie e saltimbanchi, immancabili anche i venditori d’acqua e gli incantatori di serpenti...e poi la musica...in serata con una carozzella torniamo in albergo e salutiamo la magia di questa città.
La tappa di trasferimento che ci porterà fino a Rabat è lunga, calda e anche un po’ noiosa. L’unica tappa ce la concediamo alle cascate dell’Ouzoud, che con un salto di circa 100 m offrono uno spettacolo piacevole, soprattutto se si hanno il tempo e la voglia di scendere fino alla loro base. Nei dintorni di Rabat già sembra di non essere più in Marocco: spariscono asini e capre che ci hanno accompagnato lungo tutto il viaggio e a qualsiasi quota, spariscono i sacchetti di plastica che volano ovunque ma non qui, le strade sono più “europee”, anche le auto lo sono. La città è grande e moderna, dopo cena passeggiamo nei viali della Ville Nouvelle e nella Medina.
Oggi lasciamo il Marocco, torniamo sui nostri passi, ci imbarchiamo a Ceuta, la nostra avventura africana finisce qui, arriviamo in Spagna e, con parte del gruppo, arriviamo a Malaga. In soli 2 giorni sembra di aver percorso milioni di chilometri...Malaga ci accoglie con il suo spirito di festa, consumiamo una buonissima ed abbondante cena ad un prezzo ridicolo poi ci godiamo una bella passeggiata nel centro storico con la sua cattedrale rinascimentale e l’Alcazaba, fortezza di origine romana, ben valorizzato dall’illuminazione notturna.
Salutiamo chi torna da qui in Italia in aereo e proseguiamo, ormai siamo solo 2 moto, fino ad Alicante. Qui le strade si dividono per tutti , continuiamo il nostro percorso verso casa da soli. Arrivati a Valencia tagliamo verso l’interno e ci fermiamo a Xativa.
La visita al Castello di Xativa occupa la nostra mattinata, è molto bello, ben restaurato, una corona di mura abbraccia in realtà 2 castelli adagiati sulla collina, la camminata è un po’ faticosa a causa del caldo, ma la sosta è ben ripagata. In autostrada ci portiamo fino a Sitges, vogliamo goderci un po’ di mare prima di ripartire.
Sitges è molto bella e si sta preparando alla festa di paese, con parate, processioni, bande e majorettes, è tutto un fermento. Noi in disparte sonnecchiamo sulla spiaggia. Solo in serata passeggiamo per il centro storico.
L’ultima tappa prima dell’Italia è Aix-en-Provence. La passeggiata nel centro storico affollato di gente e di bancarelle artigianali è uno spettacolo ma le ferie sono finite, domani si torna ....dopo circa 8000 km ritroviamo la strada di casa nostra....
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