I viaggi dei lettori
A spasso per le statali laziali
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I nostri lettori ci raccontano la loro gita in moto da Civitella Roveto a Porto Santo Stefano in sella ad una Honda Dominator… alla fine non serve fare migliaia di chilometri per sentirsi dei viaggiatori
di Stefano e Francesca
Una bella chiesetta che abbiamo scoperto nei pressi di Tagliacozzo
Una bella chiesetta che abbiamo scoperto nei pressi di Tagliacozzo
Era una bella mattina di fine ottobre, quando di buon'ora siamo usciti da casa per intraprendere il nostro viaggio in sella a quella Honda Dominator nera compagna di tanti chilometri su strade diverse per tragitti solitari o in compagnia.
Erano le prime ore di quella primaverile giornata di ottobre quando abbiamo lasciato Civitella Roveto, il nostro paesino tra le montagne, per raggiungere il mare percorrendo quella stradina che curva seguendo i profili dei monti, che per anni era stata l'unica via di collegamento per raggiungere i centri della valle.
Quella mattina io e Francesca eravamo soli in compagnia del sole e del vento che ci sfiorava il volto, mentre davanti ai nostri occhi scorreva uno scenario stupendo. Superato il Passo del Salviano siamo giunti ad Avezzano, cittadina della marsica in rapida espansione, da dove abbiamo preso l'antica via Tiburtina Valeria fino a Tagliacozzo, dove ci siamo fermati per il rifornimento e per fare un giro tra le storiche vie del paese, dove il rumore delle ruote sui sampietrini si fondeva con quello del motore.
Dopo questa breve deviazione abbiamo ripreso la via Tiburtina fino a Roma. A questo punto una passeggiata tra le vie della capitale era obbligatoria per percorrere le strade degli imperatori ammirando le bellezze di un tempo passato, facendo una "camminata' nel tempo.
Al Colosseo mettiamo la nostra prima bandierina, dopo la sosta all'ombra del più famoso anfiteatro luogo di divertimento per gli antichi e attrazione per turisti di tutto il mondo, abbiamo percorso la via dei Fori Imperiali, il centro della vita sociale degli antichi Romani.
L'ultimo foro che incontriamo è quello dell'imperatore Traiano e di fronte a questo pezzo di storia antica troviamo in opposizione Piazza Venezia segno di una storia più recente.
Ci allontaniamo seguendo Corso Vittorio Emanuele e passando sul ponte del re attraversiamo il Tevere, da cui ammiriamo l'immensità del Cupolone, anche se a causa dei divieti di transito non ci è permesso di godere appieno della vista della Basilica e della piazza di San Pietro.
Erano le prime ore di quella primaverile giornata di ottobre quando abbiamo lasciato Civitella Roveto, il nostro paesino tra le montagne, per raggiungere il mare percorrendo quella stradina che curva seguendo i profili dei monti, che per anni era stata l'unica via di collegamento per raggiungere i centri della valle.
Quella mattina io e Francesca eravamo soli in compagnia del sole e del vento che ci sfiorava il volto, mentre davanti ai nostri occhi scorreva uno scenario stupendo. Superato il Passo del Salviano siamo giunti ad Avezzano, cittadina della marsica in rapida espansione, da dove abbiamo preso l'antica via Tiburtina Valeria fino a Tagliacozzo, dove ci siamo fermati per il rifornimento e per fare un giro tra le storiche vie del paese, dove il rumore delle ruote sui sampietrini si fondeva con quello del motore.
Dopo questa breve deviazione abbiamo ripreso la via Tiburtina fino a Roma. A questo punto una passeggiata tra le vie della capitale era obbligatoria per percorrere le strade degli imperatori ammirando le bellezze di un tempo passato, facendo una "camminata' nel tempo.
Al Colosseo mettiamo la nostra prima bandierina, dopo la sosta all'ombra del più famoso anfiteatro luogo di divertimento per gli antichi e attrazione per turisti di tutto il mondo, abbiamo percorso la via dei Fori Imperiali, il centro della vita sociale degli antichi Romani.
L'ultimo foro che incontriamo è quello dell'imperatore Traiano e di fronte a questo pezzo di storia antica troviamo in opposizione Piazza Venezia segno di una storia più recente.
Ci allontaniamo seguendo Corso Vittorio Emanuele e passando sul ponte del re attraversiamo il Tevere, da cui ammiriamo l'immensità del Cupolone, anche se a causa dei divieti di transito non ci è permesso di godere appieno della vista della Basilica e della piazza di San Pietro.
Da Roma a Santo Stefano
Costeggiando Città del Vaticano tramite la Via Aurelia, usciamo dal centro di Roma ritrovandoci a passare davanti ai piccoli paesini che sorgono ai lati di questa via secolare.
La percorriamo senza sosta fino ad arrivare a Santa Severa dove si presenta davanti ai nostri occhi un’ immagine stupenda: un castello in riva al mare. Per raggiungere il ''porto'' di Cesare percorriamo un viale alberato dove sulla destra, si trovano la Casa dei Forni, e il Vicolo del Bacio che, con l’ampio giardino di palme sulla sinistra.
Riprendiamo l’Aurelia e, mentre il vento ci sfiora, lo scenario che incontriamo ci accarezza lo sguardo: alla nostra sinistra, al margine della strada, superato qualche cespuglio, inizia l’immensa distesa azzurra sulla quale galleggia in lontananza una vela bianca.
Attraversiamo, poi, Santa Marinella, località balneare dove, al ritorno, ci fermeremo a mangiare un gelato su una terrazza che si affaccia sul mare mentre il sole tramonta.
Camminando accanto al mare, che brilla sotto i raggi del sole, giungiamo a Civitavecchia, città sul mare il cui porto, ''The heart of Italy'', grazie al grande flusso di navi da crociera, è ad oggi, il secondo scalo europeo per numero di passeggeri annui in transito; ed è proprio un’ immensa nave da crociera a salutarci al nostro arrivo.
Senza fermarsi la Dominator continua a trasportarci mentre nel nostro cuore il viaggio inizia a percorrere vie sconosciute fino ad arrivarne al centro per essere ricordato con lo scorrere del tempo. Intanto sotto di noi continua a scorrere l’asfalto.
Arriviamo così ad Orbetello, dove l’elemento dominante sembra essere l’acqua. Un’antica costruzione in mattoni sorge su una striscia di terra che si tuffa nel mare.
Non molto distante troviamo un parcheggio, anch’esso circondato dal blu dell’acqua marina e lì in mezzo a quella distesa poco più scura del cielo, c’è un piccolo mulino, l’unica cosa in quel tappeto di un colore diverso. Dietro, a delimitare il mare da un lato, si intravedono delle montagne. Una stradina che cammina sull’acqua le unisce a dove ci troviamo noi, così, percorrendola, giungiamo sul Monte Argentario.
Da qui in soffio siamo a Porto Santo Stefano, un paesino che sorge sulla costa dell’isoletta, meta turistica e punto di arrivo per molti yatch, ma non disdegnato dai pescatori che vi ancorano sempre la loro barchetta. Così, se si decide di percorrere la via panoramica, come abbiamo fatto noi, lo spettacolo che si presenta davanti agli occhi è una distesa d’acqua che sembra infinita circondata dal bianco delle imbarcazioni nella parte vicina alla terra.
Siamo poi riscesi e abbiamo mangiato seduti su una panchina che guardava il mare la cui acqua cristallina lasciava vedere il fondo, con i gabbiani che si posavano ai nostri piedi, immersi in una tranquillità assoluta.
Giunge, così, il momento del rientro, accompagnato dalle semplici e stupende emozioni che solo un viaggio in moto può donare. E con il ritorno inizia un altro viaggio.
Alla fine il nostro giro si è rivelato un itinerario magnifico,consigliato a chi sa amare e apprezzare le cose semplici, e che riesce a rimanere incantato dalla bellezza della natura.
La percorriamo senza sosta fino ad arrivare a Santa Severa dove si presenta davanti ai nostri occhi un’ immagine stupenda: un castello in riva al mare. Per raggiungere il ''porto'' di Cesare percorriamo un viale alberato dove sulla destra, si trovano la Casa dei Forni, e il Vicolo del Bacio che, con l’ampio giardino di palme sulla sinistra.
Riprendiamo l’Aurelia e, mentre il vento ci sfiora, lo scenario che incontriamo ci accarezza lo sguardo: alla nostra sinistra, al margine della strada, superato qualche cespuglio, inizia l’immensa distesa azzurra sulla quale galleggia in lontananza una vela bianca.
Attraversiamo, poi, Santa Marinella, località balneare dove, al ritorno, ci fermeremo a mangiare un gelato su una terrazza che si affaccia sul mare mentre il sole tramonta.
Camminando accanto al mare, che brilla sotto i raggi del sole, giungiamo a Civitavecchia, città sul mare il cui porto, ''The heart of Italy'', grazie al grande flusso di navi da crociera, è ad oggi, il secondo scalo europeo per numero di passeggeri annui in transito; ed è proprio un’ immensa nave da crociera a salutarci al nostro arrivo.
Senza fermarsi la Dominator continua a trasportarci mentre nel nostro cuore il viaggio inizia a percorrere vie sconosciute fino ad arrivarne al centro per essere ricordato con lo scorrere del tempo. Intanto sotto di noi continua a scorrere l’asfalto.
Arriviamo così ad Orbetello, dove l’elemento dominante sembra essere l’acqua. Un’antica costruzione in mattoni sorge su una striscia di terra che si tuffa nel mare.
Non molto distante troviamo un parcheggio, anch’esso circondato dal blu dell’acqua marina e lì in mezzo a quella distesa poco più scura del cielo, c’è un piccolo mulino, l’unica cosa in quel tappeto di un colore diverso. Dietro, a delimitare il mare da un lato, si intravedono delle montagne. Una stradina che cammina sull’acqua le unisce a dove ci troviamo noi, così, percorrendola, giungiamo sul Monte Argentario.
Da qui in soffio siamo a Porto Santo Stefano, un paesino che sorge sulla costa dell’isoletta, meta turistica e punto di arrivo per molti yatch, ma non disdegnato dai pescatori che vi ancorano sempre la loro barchetta. Così, se si decide di percorrere la via panoramica, come abbiamo fatto noi, lo spettacolo che si presenta davanti agli occhi è una distesa d’acqua che sembra infinita circondata dal bianco delle imbarcazioni nella parte vicina alla terra.
Siamo poi riscesi e abbiamo mangiato seduti su una panchina che guardava il mare la cui acqua cristallina lasciava vedere il fondo, con i gabbiani che si posavano ai nostri piedi, immersi in una tranquillità assoluta.
Giunge, così, il momento del rientro, accompagnato dalle semplici e stupende emozioni che solo un viaggio in moto può donare. E con il ritorno inizia un altro viaggio.
Alla fine il nostro giro si è rivelato un itinerario magnifico,consigliato a chi sa amare e apprezzare le cose semplici, e che riesce a rimanere incantato dalla bellezza della natura.
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