I viaggi dei lettori
In moto sulle Alpi
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Il nostro lettore ci racconta le sue vacanze sull’arco alpino. Partito da Roma ha percorso oltre 3.500 km e 35 passi sopra i 2.000; bagaglio ridotto al minimo e tanta voglia di divertirsi in sella alla sua Honda CBR 600 F
Volevo fare tutto l'arco alpino, fin da quando ho avuto la fortuna di venire a conoscenza di questo stupendo ambiente disegnato proprio per i motociclisti in cerca di avventure, poiché proprio di avventura allo stato puro si tratta.
Pochi bagagli, giusto il necessario e si parte (da Roma) con l'obiettivo di avvicinarsi il più possibile a Ventimiglia da dove ha inizio l'itinerario che mi farà valicare circa 35 passi alpini, molti dei quali sopra i 2000 metri (i famosi over 2000).
Sveglia alla buon ora e via in sella, circa 300 km di autostrada mi separano dal primo colle previsto che è il Col di Tenda.
Si comincia a fare sul serio. Si entra in Francia a Breil sul Roya, si percorrono le Gorges de Saorge nella valle del Roya in direzione valico del Tenda, che poi non è un valico, ma una galleria che porta in Italia.
Si arriva a Limone Piemonte, si prosegue per Borgo S. Dalmazzo, percorro la Valle Stura, e a Vinadio prendo la strada che, valicando il Colle della Lombarda, (bellissimo) riporta in Francia.
Si scende ad Isola, località sciistica e sono nel pieno del Parc National du Mercantour nella valle di Tinèe.
Trovo alloggio per la notte a St. Etienne de Tinèe, subito ai piedi del Col de Restefond (e cima della Bonnette, ancora chiusa per neve). Mangio una pizza, un giretto per il paesino e a letto pronto a valicare il Restefond l'indomani.
Pochi bagagli, giusto il necessario e si parte (da Roma) con l'obiettivo di avvicinarsi il più possibile a Ventimiglia da dove ha inizio l'itinerario che mi farà valicare circa 35 passi alpini, molti dei quali sopra i 2000 metri (i famosi over 2000).
Sveglia alla buon ora e via in sella, circa 300 km di autostrada mi separano dal primo colle previsto che è il Col di Tenda.
Si comincia a fare sul serio. Si entra in Francia a Breil sul Roya, si percorrono le Gorges de Saorge nella valle del Roya in direzione valico del Tenda, che poi non è un valico, ma una galleria che porta in Italia.
Si arriva a Limone Piemonte, si prosegue per Borgo S. Dalmazzo, percorro la Valle Stura, e a Vinadio prendo la strada che, valicando il Colle della Lombarda, (bellissimo) riporta in Francia.
Si scende ad Isola, località sciistica e sono nel pieno del Parc National du Mercantour nella valle di Tinèe.
Trovo alloggio per la notte a St. Etienne de Tinèe, subito ai piedi del Col de Restefond (e cima della Bonnette, ancora chiusa per neve). Mangio una pizza, un giretto per il paesino e a letto pronto a valicare il Restefond l'indomani.
Il Colle delle Finestre
Sveglia alla buon ora, rimonto i bagagli e circa alle 10 sono già in cima al Restefond ma la Bonnette è ancora chiusa per neve. Salendo, noto che è pieno di marmotte che sono li a bordo strada a prendere il sole e non appena passi scappano impaurite.
Si scende a Jausier e mi appresto a salire sul Col de Vars; ci sono molti ciclisti che vanno sù in bici.
Si scende a Guillestre dove pranzo, pronto a valicare l'Izoard; spettacolo incredibile il Casse Desert, bella la strada, in vetta un vento gelido, ma un sole splendido che scalda l'asfalto dando un buon grip si scende a Briancon, ci si avvicina al Colle delle Finestre, luogo di battaglia, oltre che della prima guerra mondiale, anche dell'ultimo Giro d'Italia; se son saliti loro con le bici, ci salgo anche io con la moto.
Monginevro, Cesana Torinese, si passa davanti al Fort d'Exilles e si percorre la Val di Susa fino a Meana da dove iniziano le rampe del Finestre.
La salita all'inizio è una scala di tornanti stretta, si continua a salire e comincia lo sterrato, finisce la vegetazione, sono 9 km di facile sterrato fino alla vetta, lo spettacolo che la natura mi offre da lassù è paradisiaco, sono sopra le nuvole su una cresta che si affaccia a destra su una valle e a sinistra su un'altra; ecco il perchè del nome Finestre, da una parte la val di Susa, dall'altra la Val Chisone.
La discesa è stupenda, un nastro d'asfalto nero perfetto e liscio come un biliardo mi riporta a Fenestrelle, salgo al Sestriere, ripercorro la Val di Susa fino a Susa dove pernotto.
Si scende a Jausier e mi appresto a salire sul Col de Vars; ci sono molti ciclisti che vanno sù in bici.
Si scende a Guillestre dove pranzo, pronto a valicare l'Izoard; spettacolo incredibile il Casse Desert, bella la strada, in vetta un vento gelido, ma un sole splendido che scalda l'asfalto dando un buon grip si scende a Briancon, ci si avvicina al Colle delle Finestre, luogo di battaglia, oltre che della prima guerra mondiale, anche dell'ultimo Giro d'Italia; se son saliti loro con le bici, ci salgo anche io con la moto.
Monginevro, Cesana Torinese, si passa davanti al Fort d'Exilles e si percorre la Val di Susa fino a Meana da dove iniziano le rampe del Finestre.
La salita all'inizio è una scala di tornanti stretta, si continua a salire e comincia lo sterrato, finisce la vegetazione, sono 9 km di facile sterrato fino alla vetta, lo spettacolo che la natura mi offre da lassù è paradisiaco, sono sopra le nuvole su una cresta che si affaccia a destra su una valle e a sinistra su un'altra; ecco il perchè del nome Finestre, da una parte la val di Susa, dall'altra la Val Chisone.
La discesa è stupenda, un nastro d'asfalto nero perfetto e liscio come un biliardo mi riporta a Fenestrelle, salgo al Sestriere, ripercorro la Val di Susa fino a Susa dove pernotto.
Verso il Gran S. Bernardo
L'indomani subito il Moncenisio, si scende a Lanslebourg, proseguo a sinistra verso Modane.
Dato che l'Iseran ancora non è transitabile allora proseguo per Telegraphe e Galibier, spettacolari come sempre, in compagnia di molti ciclisti. Siamo in piena Savoia, adesso dopo la pausa pranzo a Bourg d'Oisans mi aspettano 3 colli resi famosi dal passaggio del Tour de France e cioè la Croix de Fer Madeleine e il Glandon.
Salgo di buon ritmo, solite soste sui valichi per godere del panorama, solite foto di rito e di nuovo in sella, scendo a Moutiers dopo la lunghissima discesa del Glandon e decido di pernottare a Borgue St. Maurice, ai piedi del Piccolo S. Bernardo che riporta in Val d'Aosta.
Lo percorro la mattina seguente alla buon ora, fa un freddo polare, c'è ancora un sacco di neve e c'è un vento gelido.
Scendo ad Aosta E la temperatura si fa più mite; ora è la volta del Gran S. Bernardo, come sempre affascinante.
Scendo a Martigny, ora voglio percorrere tutta la valle del Rodano per avvicinarmi ai sei passi svizzeri più famosi in assoluto: Sion, Brig, Munster e le indicazioni per il Passo della Novena in pieno canton Ticino. Bellissimo, sono salito insieme a un ragazzo svizzero su Hornet, di buon ritmo.
In vetta al Nufenen ci sono montagne spettacolari tinte di bianco ed il laghetto ghiacciato che comincia a sciogliersi. Penso al freddo che deve fare quassù di inverno e mi vengono i brividi .... si continua alla volta del S. Gottardo che comincia da Airolo e mi ritrovo su una strada di montagna di sampietrini ma il manto stradale è quasi perfetto.
Sul passo del S. Gottardo in alcuni punti si sale veramente forte, ma in vetta c'è sempre quel vento cattivo che mi impedisce di togliermi il casco per le foto di rito, pena il congelamento.
Scendo in fretta da questo luogo gelato, le marmotte sono sempre lì.
Mi ritrovo in men che non si dica ad Andermatt in piena Svizzera, pronto a salire sul Furka, che dire non ci son parole per descrivere queste strade e questi panorami, Bisogna trovarcisi per provare quelle sensazioni forti che solo l'alta montagna sposata con la moto ti sa regalare. Bene, prima e via si sale al mitico Furka.
Strada bellissima, in vetta il vento gelido sembra quasi essersi attenuato, scendo a Gletsch che credevo fosse un paesino, invece sono solo 4 case. Bene, proseguo verso Obergestein dove pernotto in un hotel stile montano bellissimo.
Dato che l'Iseran ancora non è transitabile allora proseguo per Telegraphe e Galibier, spettacolari come sempre, in compagnia di molti ciclisti. Siamo in piena Savoia, adesso dopo la pausa pranzo a Bourg d'Oisans mi aspettano 3 colli resi famosi dal passaggio del Tour de France e cioè la Croix de Fer Madeleine e il Glandon.
Salgo di buon ritmo, solite soste sui valichi per godere del panorama, solite foto di rito e di nuovo in sella, scendo a Moutiers dopo la lunghissima discesa del Glandon e decido di pernottare a Borgue St. Maurice, ai piedi del Piccolo S. Bernardo che riporta in Val d'Aosta.
Lo percorro la mattina seguente alla buon ora, fa un freddo polare, c'è ancora un sacco di neve e c'è un vento gelido.
Scendo ad Aosta E la temperatura si fa più mite; ora è la volta del Gran S. Bernardo, come sempre affascinante.
Scendo a Martigny, ora voglio percorrere tutta la valle del Rodano per avvicinarmi ai sei passi svizzeri più famosi in assoluto: Sion, Brig, Munster e le indicazioni per il Passo della Novena in pieno canton Ticino. Bellissimo, sono salito insieme a un ragazzo svizzero su Hornet, di buon ritmo.
In vetta al Nufenen ci sono montagne spettacolari tinte di bianco ed il laghetto ghiacciato che comincia a sciogliersi. Penso al freddo che deve fare quassù di inverno e mi vengono i brividi .... si continua alla volta del S. Gottardo che comincia da Airolo e mi ritrovo su una strada di montagna di sampietrini ma il manto stradale è quasi perfetto.
Sul passo del S. Gottardo in alcuni punti si sale veramente forte, ma in vetta c'è sempre quel vento cattivo che mi impedisce di togliermi il casco per le foto di rito, pena il congelamento.
Scendo in fretta da questo luogo gelato, le marmotte sono sempre lì.
Mi ritrovo in men che non si dica ad Andermatt in piena Svizzera, pronto a salire sul Furka, che dire non ci son parole per descrivere queste strade e questi panorami, Bisogna trovarcisi per provare quelle sensazioni forti che solo l'alta montagna sposata con la moto ti sa regalare. Bene, prima e via si sale al mitico Furka.
Strada bellissima, in vetta il vento gelido sembra quasi essersi attenuato, scendo a Gletsch che credevo fosse un paesino, invece sono solo 4 case. Bene, proseguo verso Obergestein dove pernotto in un hotel stile montano bellissimo.
La salita al Grimsel
Pronto il giorno dopo a salire al Grimsel ;il più bello, forse, dei sei passi Svizzeri. In vetta ci sono strane creature ... Il lago in vetta è tutto ghiacciato, muri di neve alti anche 3 metri mi accompagnano sulla salita.
Arrivato a Innertkirchen, svolto a destra alla volta del bellissimo Susten, salgo insieme a molti tedeschi e olandesi tutti in sella alle loro fide BMW. Ci divertiamo nel salire tutti in gruppo, si incrociano un sacco di motociclisti in senso inverso ed è tutto un saluto; praticamente guidato quasi tutto con una mano, l'altra sempre a salutare gli altri motociclisti.
Mi ritrovo in men che no si dica a Wassen, ritorno ad Andermatt e prendo la strada dell'Oberalp, che mi i lascia di stucco per la sua bellezza con strada e panorami fantastici. Arrivo così a Disentis dove attacco le rampe del Lucomagno.
Diversi cartelli stradali avvertono di tenere sempre un passo tranquillo. Sembra quasi di essere in Italia. Pranzo in un ristorantino per la strada tutto cibo Italiano,.
Seguo per Biasca e Bellinzona dove poco prima del centro abitato si volta a sinistra per la Valle Mesolcina che si arrampica sul S. Bernardino che è un passo bellissimo da guidare, curve in tutta sicurezza, strada perfetta e .... nevica. Cadono piccoli fiocchi di neve e c'è il sole, spettacolare, ho i brividi dall'emozione.
Foto di rito sul passo e giù in discesa, devo arrivare a Livigno per la serata. Mi attende ora lo Spluga e anche qui nevica. Il suo ultimo pezzo è a scaletta e c’è serie di tornanti che si arrampicano fino al passo. Ora si rientra in Italia.
Arrivato a Innertkirchen, svolto a destra alla volta del bellissimo Susten, salgo insieme a molti tedeschi e olandesi tutti in sella alle loro fide BMW. Ci divertiamo nel salire tutti in gruppo, si incrociano un sacco di motociclisti in senso inverso ed è tutto un saluto; praticamente guidato quasi tutto con una mano, l'altra sempre a salutare gli altri motociclisti.
Mi ritrovo in men che no si dica a Wassen, ritorno ad Andermatt e prendo la strada dell'Oberalp, che mi i lascia di stucco per la sua bellezza con strada e panorami fantastici. Arrivo così a Disentis dove attacco le rampe del Lucomagno.
Diversi cartelli stradali avvertono di tenere sempre un passo tranquillo. Sembra quasi di essere in Italia. Pranzo in un ristorantino per la strada tutto cibo Italiano,.
Seguo per Biasca e Bellinzona dove poco prima del centro abitato si volta a sinistra per la Valle Mesolcina che si arrampica sul S. Bernardino che è un passo bellissimo da guidare, curve in tutta sicurezza, strada perfetta e .... nevica. Cadono piccoli fiocchi di neve e c'è il sole, spettacolare, ho i brividi dall'emozione.
Foto di rito sul passo e giù in discesa, devo arrivare a Livigno per la serata. Mi attende ora lo Spluga e anche qui nevica. Il suo ultimo pezzo è a scaletta e c’è serie di tornanti che si arrampicano fino al passo. Ora si rientra in Italia.
Sul versante italiano
Il versante italiano in alcuni punti è strettissimo e in piccole gallerie non regala niente di particolare, se non altro che bisogna fare molta attenzione su quei strettissimi tornanti in discesa che portano a Chiavenna dove comincia la Val Bregaglia e il Passo del Maloja.
Si arriva così a St. Moritz e si attaccano le rampe del Bernina con il suo ghiacciaio, si valica e subito dopo qualche km in discesa ecco il bivio per Livigno, ma c'è ancora da valicare la Forcola di Livigno dove fa un freddo da lupi.
Arrivo così a Livigno dove alloggerò per 2 giorni dato che secondo previsioni sono un giorno avanti sul tragitto; oggi ho valicato ben 9 passi, e che passi!
A tavola finalmente!!! Pizzoccheri e vino rosso !!! Il giorno seguente decido di andare a fare la Silvretta e il Bielerhohe. Per uscire da Livigno ed evitare un giro molto lungo c'è il comodo tunnel (passo del Gallo) che porta direttamente in Svizzera (10 CFR).
All'uscita dal tunnel c'è la dogana, i doganieri fanno passare senza controlli, bene !!! Zernez, Val Susasca e adesso tocca al Fluela, anch'esso con il suo bel laghetto ancora ghiacciato. Si incontrano tanti motociclisti stranieri.
Foto di rito e giù in discesa verso Davos, Kloster, Landquart, Vaduz, Feldkirch, Bludenz (questa tratta di spostamento tutta a 60 km/h per paura di incorrere nei gendarmi svizzeri che sono piuttosto severi).
Si arriva così a St. Moritz e si attaccano le rampe del Bernina con il suo ghiacciaio, si valica e subito dopo qualche km in discesa ecco il bivio per Livigno, ma c'è ancora da valicare la Forcola di Livigno dove fa un freddo da lupi.
Arrivo così a Livigno dove alloggerò per 2 giorni dato che secondo previsioni sono un giorno avanti sul tragitto; oggi ho valicato ben 9 passi, e che passi!
A tavola finalmente!!! Pizzoccheri e vino rosso !!! Il giorno seguente decido di andare a fare la Silvretta e il Bielerhohe. Per uscire da Livigno ed evitare un giro molto lungo c'è il comodo tunnel (passo del Gallo) che porta direttamente in Svizzera (10 CFR).
All'uscita dal tunnel c'è la dogana, i doganieri fanno passare senza controlli, bene !!! Zernez, Val Susasca e adesso tocca al Fluela, anch'esso con il suo bel laghetto ancora ghiacciato. Si incontrano tanti motociclisti stranieri.
Foto di rito e giù in discesa verso Davos, Kloster, Landquart, Vaduz, Feldkirch, Bludenz (questa tratta di spostamento tutta a 60 km/h per paura di incorrere nei gendarmi svizzeri che sono piuttosto severi).
Il Resia, il Rombo, il Giovo e…a casa
Bene, siamo arrivati all'imbocco della Silvretta Hochalpenstrasse che nel suo punto più alto (il Bielerhohe) tocca i 2036 M. Il transito a questa strada è a pagamento, ben 10 euro per un passo che non è niente di che, pensavo molto meglio. Però ti danno l'adesivo.
Arrivo così a Landeck dove ritorno verso la Svizzera attraverso la Inntal, passo per Scuol, ancora Zernez e ancora il tunnel del Gallo che mi riporta a Livigno. Giornata massacrante oggi, quasi tutta a 60 km/h. Quasi quasi volevo ritornare a Roma il giorno dopo ma ho resistito e ho continuato il giro, i progetti vanno portati sempre tutti a termine, cascasse il mondo.
Quindi ultima tappa, meta prevista Trento. Partenza da Livigno alla buon ora dopo aver fatto scorta di sigarette e benzina. Di nuovo il tunnel del Gallo, stavolta però all'uscita, a destra verso l'Ofenpass, bellissimo, tutto da guidare, fatto insieme a 2 tedeschi su GS 1200 che andavano come assassini (gran bella moto il GS, ideale per fare mototurismo).
Si rientra in Italia in Val Venosta, si valica il Passo Resia con il suo campanile semisommerso; ora la direzione è il Passo del Rombo che è stupendo ma anch’ esso a pagamento (7 euro e l'adesivo). Spettacolare il panorama, in vetta è pieno di motociclisti di tutte le nazionalità. Si rientra ora in Italia in Val Passiria dove pranzo e subito dopo prendo il Passo del Giovo, che lascia senza fiato per la sua incantevole bellezza.
Sono felicissimo, sono riuscito a concludere quasi il giro che mi ero prefisso di fare, manca solo l'ultima vetta e cioè il Passo Pennes; non ho parole per descrivere le emozioni che mi ha regalato questa strada, Arrivo a Bolzano e mi sparo 50 km di autostrada fino a Trento. Il giorno dopo è solo autostrada Trento-Roma.
Solito spettacolo di quei piloti extraterrestri e via di nuovo in autostrada. Stancano molto di più 600 km d'autostrada che 500 km di strade di montagna, ve lo garantisco. Sono a Roma alle 18 di pomeriggio con dentro un’ esperienza che mi porterò avanti per il resto della mia vita. Ultima segnalazione: il tempo è stato spettacolare per tutti e 8 i giorni. Grazie cielo e chi sta lì in alto che mi ha protetto e assistito per tutti i 3500 km della MARATHON DES ALPES.
Ed è già in cantiere la Marathon des Alpes 2 cioè da Venezia a Bolzano.
Arrivo così a Landeck dove ritorno verso la Svizzera attraverso la Inntal, passo per Scuol, ancora Zernez e ancora il tunnel del Gallo che mi riporta a Livigno. Giornata massacrante oggi, quasi tutta a 60 km/h. Quasi quasi volevo ritornare a Roma il giorno dopo ma ho resistito e ho continuato il giro, i progetti vanno portati sempre tutti a termine, cascasse il mondo.
Quindi ultima tappa, meta prevista Trento. Partenza da Livigno alla buon ora dopo aver fatto scorta di sigarette e benzina. Di nuovo il tunnel del Gallo, stavolta però all'uscita, a destra verso l'Ofenpass, bellissimo, tutto da guidare, fatto insieme a 2 tedeschi su GS 1200 che andavano come assassini (gran bella moto il GS, ideale per fare mototurismo).
Si rientra in Italia in Val Venosta, si valica il Passo Resia con il suo campanile semisommerso; ora la direzione è il Passo del Rombo che è stupendo ma anch’ esso a pagamento (7 euro e l'adesivo). Spettacolare il panorama, in vetta è pieno di motociclisti di tutte le nazionalità. Si rientra ora in Italia in Val Passiria dove pranzo e subito dopo prendo il Passo del Giovo, che lascia senza fiato per la sua incantevole bellezza.
Sono felicissimo, sono riuscito a concludere quasi il giro che mi ero prefisso di fare, manca solo l'ultima vetta e cioè il Passo Pennes; non ho parole per descrivere le emozioni che mi ha regalato questa strada, Arrivo a Bolzano e mi sparo 50 km di autostrada fino a Trento. Il giorno dopo è solo autostrada Trento-Roma.
Solito spettacolo di quei piloti extraterrestri e via di nuovo in autostrada. Stancano molto di più 600 km d'autostrada che 500 km di strade di montagna, ve lo garantisco. Sono a Roma alle 18 di pomeriggio con dentro un’ esperienza che mi porterò avanti per il resto della mia vita. Ultima segnalazione: il tempo è stato spettacolare per tutti e 8 i giorni. Grazie cielo e chi sta lì in alto che mi ha protetto e assistito per tutti i 3500 km della MARATHON DES ALPES.
Ed è già in cantiere la Marathon des Alpes 2 cioè da Venezia a Bolzano.