I viaggi dei lettori
Dolce Provenza
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Viaggio d'inizio autunno nel Sud della Francia: tra colori ancora estivi e i primi freddi, in moto attraverso Costa Azzurra, Provenza e Linguadoca
Il cast
Moto: Honda XL V1000 Varadero, completa di bauletti laterali GIVI da 42 l e bauletto centrale GIVI da 46 Litri, GPS Garmin ique 3.600 su borsa da serbatoio della GIVI ed attaccato a presa accendisigari da 12V
Pilota: Alberto
Passeggero: Federica (mia moglie)
Partenza da Palermo: 30 settembre 2004, ritorno: 11 ottobre 2004
Km percorsi: 2.
300
Guida utilizzata: “Francia Meridionale” della EDT, Lonely Planet, più vari racconti scaricati dal web
Attrezzatura fotografica: Canon Powershot Pro 1 e Sony T1 1° Ottobre, Vendredì
Mentone Prima tappa Genova-Mentone, 170 km. Abbiamo incontrato un po’ di pioggia, inaugurando i vari completi niagara e diluvio a nostra disposizione.
Mentone è una cittadina deliziosa che si trova nella zona più calda della Francia grazie a una serie di correnti di aria calda che qui si concentrano. Passeggiata sul lungomare, eccellenti crepes di gallette bretoni integrali con uovo, emmental, salsiccia piccante (presso la “Petit cava”, localino in pietra viva con piccolissima porticina d’ingresso), seguita da passeggiata per il centro di questa cittadina deliziosa e delicata, profumata e ricca di monumenti; bellissima la chiesa-bastione alla fine di una lunga scalinata a forbice. Il gestore dell’albergo parla italiano, e pur essendo francese è particolarmente cortese.
2 Ottobre, Samedì
L’indomani sveglia alle 7.45, colazione con quiches au porron (asparagi) ed espresso, passeggiata tra i mercati variopinti di Menton, che si rivela particolarmente graziosa; partiamo dunque per Montecarlo, facendo tappa, attraverso la Gran Corniche, a Roquebrune, paesino medievale delizioso, in cui è incastonato un castello della famiglia Grimaldi.
Quindi Eze, solo di passaggio, e Montecarlo, con i suoi palazzi spropositati e a volte orrendi e il bastione, un po’ finto ma interessante. Pasto ricco con sandwich, giro sul circuito F1, poi verso Antibes e Nizza. Passeggiata a la Promenade des anglais, vista della vieux citè, caffè al Cafè de Torin, poi siamo andati a Cagnes sur Mer, paesino medievale, arroccato su un pizzo di alta montagna, da vedere ASSOLUTAMENTE e Vence, altro paesino antico (mi sembra di rivivere le gesta di antichi cavalieri e la Chanson de Roland), in cui era in pieno svolgimento una festa a tema medievale, ricca di prodotti tipici.
Mi piace vedere e girare tanto, senza fermarmi troppo in un posto, che poi diventa inevitabilmente ripetitivo, ma inebriandomi di nuove atmosfere. Voglio ubriacarmi di moto e di Francia!!!
Prendiamo quindi la D02 per Castellane,sulle alpi marittime, per visitare e godere il Parc du Verdon. Primo rifornimento a 1.250m di altitudine, pernottamento presso il Gran Hotel du levant (37€ la camera con doccia, e 51€ quella con vasca da bagno; praticamente in Francia farsi il bagno è considerato un lusso e chiedendo camere con doccia, che sono comunque molto efficienti e ben più spaziose delle nostre, si può risparmiare un bel po’!). I paesaggi, le strade, la vita animale e vegetale, l’asfalto ci hanno incantato.
Guida utilizzata: “Francia Meridionale” della EDT, Lonely Planet, più vari racconti scaricati dal web
Attrezzatura fotografica: Canon Powershot Pro 1 e Sony T1 1° Ottobre, Vendredì
Mentone Prima tappa Genova-Mentone, 170 km. Abbiamo incontrato un po’ di pioggia, inaugurando i vari completi niagara e diluvio a nostra disposizione.
Mentone è una cittadina deliziosa che si trova nella zona più calda della Francia grazie a una serie di correnti di aria calda che qui si concentrano. Passeggiata sul lungomare, eccellenti crepes di gallette bretoni integrali con uovo, emmental, salsiccia piccante (presso la “Petit cava”, localino in pietra viva con piccolissima porticina d’ingresso), seguita da passeggiata per il centro di questa cittadina deliziosa e delicata, profumata e ricca di monumenti; bellissima la chiesa-bastione alla fine di una lunga scalinata a forbice. Il gestore dell’albergo parla italiano, e pur essendo francese è particolarmente cortese.
2 Ottobre, Samedì
L’indomani sveglia alle 7.45, colazione con quiches au porron (asparagi) ed espresso, passeggiata tra i mercati variopinti di Menton, che si rivela particolarmente graziosa; partiamo dunque per Montecarlo, facendo tappa, attraverso la Gran Corniche, a Roquebrune, paesino medievale delizioso, in cui è incastonato un castello della famiglia Grimaldi.
Quindi Eze, solo di passaggio, e Montecarlo, con i suoi palazzi spropositati e a volte orrendi e il bastione, un po’ finto ma interessante. Pasto ricco con sandwich, giro sul circuito F1, poi verso Antibes e Nizza. Passeggiata a la Promenade des anglais, vista della vieux citè, caffè al Cafè de Torin, poi siamo andati a Cagnes sur Mer, paesino medievale, arroccato su un pizzo di alta montagna, da vedere ASSOLUTAMENTE e Vence, altro paesino antico (mi sembra di rivivere le gesta di antichi cavalieri e la Chanson de Roland), in cui era in pieno svolgimento una festa a tema medievale, ricca di prodotti tipici.
Mi piace vedere e girare tanto, senza fermarmi troppo in un posto, che poi diventa inevitabilmente ripetitivo, ma inebriandomi di nuove atmosfere. Voglio ubriacarmi di moto e di Francia!!!
Prendiamo quindi la D02 per Castellane,sulle alpi marittime, per visitare e godere il Parc du Verdon. Primo rifornimento a 1.250m di altitudine, pernottamento presso il Gran Hotel du levant (37€ la camera con doccia, e 51€ quella con vasca da bagno; praticamente in Francia farsi il bagno è considerato un lusso e chiedendo camere con doccia, che sono comunque molto efficienti e ben più spaziose delle nostre, si può risparmiare un bel po’!). I paesaggi, le strade, la vita animale e vegetale, l’asfalto ci hanno incantato.
Le gole del Verdon
3 Ottobre, Dimanche
Ci alziamo di buon mattino per organizzare una mattinata di rafting alle gole del Verdon. Andando in giro, però, troviamo tutti i raft-center chiusi: la stagione è finita. Il freddo si taglia con il coltello, la moto è ricoperta da rugiada, ma il cielo è splendido. Dopo una breve colazione (quiche chevre... mmh), partiamo, e la strada costeggia così da vicino il fiume, che ci sembra quasi di essere lì a combattere con le rapide... il paesaggio mozza il fiato, per l’altezza delle gole, la varietà del fiume e la trasparenza dell’acqua. Arriviamo dopo parecchie soste al punto di attraversamento a piedi delle gole... Fede assaggia l’acqua e poi entriamo in una serie di gallerie non illuminate, che ci trovano sprovvisti di torcia. Le percorriamo a piedi, confusi e spaesati alla sensazione di disagio che il buio sa regalare a chi è abituato alla luce; qualche colpo di flash ci fa rendere conto che non ci sono crepacci. Il buio nero, come solo nel ventre profondo della roccia può essere, ci inghiotte e fa dilatare gli spazi... se poi c’è uno spiraglio di luce in fondo, regala un’emozione mistica di richiamo alla luce, di fluttuazione. Proseguiamo per le gole, un’emozione continua. Gli scenari che il Verdon offre sono impressionanti. La forza della natura, incarnatasi nel fiume Verdon, nel corso di migliaia di anni ha scavato delle gole profondissime e selvagge. Le sue acque, fredde e cristalline, regalano ai visitatori brividi emozionanti. Oggi, le gole sono il paradiso degli arrampicatori (ne abbiamo visti ben sei su pareti con inclinazioni negative da brivido) e di coloro che praticano le “vie del fiume” dai più diversi nomi: rafting, canoying, canoa-rafting, acqua rafting etc.
Ci alziamo di buon mattino per organizzare una mattinata di rafting alle gole del Verdon. Andando in giro, però, troviamo tutti i raft-center chiusi: la stagione è finita. Il freddo si taglia con il coltello, la moto è ricoperta da rugiada, ma il cielo è splendido. Dopo una breve colazione (quiche chevre... mmh), partiamo, e la strada costeggia così da vicino il fiume, che ci sembra quasi di essere lì a combattere con le rapide... il paesaggio mozza il fiato, per l’altezza delle gole, la varietà del fiume e la trasparenza dell’acqua. Arriviamo dopo parecchie soste al punto di attraversamento a piedi delle gole... Fede assaggia l’acqua e poi entriamo in una serie di gallerie non illuminate, che ci trovano sprovvisti di torcia. Le percorriamo a piedi, confusi e spaesati alla sensazione di disagio che il buio sa regalare a chi è abituato alla luce; qualche colpo di flash ci fa rendere conto che non ci sono crepacci. Il buio nero, come solo nel ventre profondo della roccia può essere, ci inghiotte e fa dilatare gli spazi... se poi c’è uno spiraglio di luce in fondo, regala un’emozione mistica di richiamo alla luce, di fluttuazione. Proseguiamo per le gole, un’emozione continua. Gli scenari che il Verdon offre sono impressionanti. La forza della natura, incarnatasi nel fiume Verdon, nel corso di migliaia di anni ha scavato delle gole profondissime e selvagge. Le sue acque, fredde e cristalline, regalano ai visitatori brividi emozionanti. Oggi, le gole sono il paradiso degli arrampicatori (ne abbiamo visti ben sei su pareti con inclinazioni negative da brivido) e di coloro che praticano le “vie del fiume” dai più diversi nomi: rafting, canoying, canoa-rafting, acqua rafting etc.