I viaggi dei lettori
Diario di viaggio: Tunisia-Sahara
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L’indimenticabile e magica esperienza di un viaggio nel cuore del deserto tunisino. Il gruppo era formato da 12 moto e 8 fuoristrada
La Tunisia è uno dei paesi del Nord Africa più ricco e organizzato a livello turistico. La sua natura forte e prettamente sahariana offre il terreno ideale a tutti coloro che vogliano intraprendere unviaggio offroad in Africa, soddisfacendo anche il più “navigato” dei viaggiatori sahariani.
Il gruppo di questo viaggio, formato da 12 moto e 8 fuoristrada, è guidato dallo staff di Dimensione Avventura, un’associazione che riunisce in tutta Italia appassionati di viaggi avventura e del vivere outdoor a 360°, che con i loro due Iveco 4x4 d’assistenza aprono e chiudono il gruppo, per poter essere sempre operativi in brevissimo tempo.
Il gruppo di questo viaggio, formato da 12 moto e 8 fuoristrada, è guidato dallo staff di Dimensione Avventura, un’associazione che riunisce in tutta Italia appassionati di viaggi avventura e del vivere outdoor a 360°, che con i loro due Iveco 4x4 d’assistenza aprono e chiudono il gruppo, per poter essere sempre operativi in brevissimo tempo.
La traversata in nave iniziata da Napoli termina in una volata a Tunisi e, svolte le ormai veloci formalità di dogana, eccoci subito “on the road” con il rombante gruppo a scorrazzare per le vie della capitale. L’avventura non si fa aspettare ed ecco che dopo appena 150 km di asfalto arriviamo presso il minuscolo insediamento di Le Kef… da qui inizia la lunga pista che ci accompagnerà fino al profondo sud del paese, fra le dolci dune del Sahara. L’eccitazione fra i partecipanti è al massimo e subito iniziamo a guidare le nostre moto sulla pista che si snocciola fra alture coltivate e immensi pianori.
Si scende verso sud seguendo un itinerario che costeggia il confine algerino per molte centinaia di km superando fantastici canyon che l’acqua ha creato in millenni di duro lavoro, viste le scarse precipitazioni a queste latitudini. Spesso si transita in lunghi tratti di oued, ossia letti di fiume in secca che hanno la caratteristica di avere il fondo formato da sabbia e sassi, quindi l’impegno nella guida è al massimo ma la sforzo e la fatica a procedere sono ricompensati con scenari veramente unici nel loro genere. A ridosso di una catena di montagne ricche di minerali e dai colori sgargianti, dobbiamo letteralmente ricostruire un tratto di pista spazzato via dalla furia delle acque piovane. Ma non ci arrendiamo ed ecco, allora, una lunga catena di braccia che si passa grossi massi con i quali, metro dopo metro, la pista riprende forma. Dopo circa 3 ore e con un discreto sforzo collettivo si riesce a colmare la voragine che impediva l’avanzamento, ma la stanchezza passa velocemente appena si stappa qualche bottiglia per brindare all’ottimo lavoro! E’ incredibile la velocità con la quale si possano stringere legami di amicizia in queste situazioni…
Alla fine del terzo giorno ci troviamo nel tardo pomeriggio a superare una vallata caratterizzata da numerosissime colline dalle bizzarre forme e ricche di fossili. Durante le soste tecniche tutti ne approfittano per cercare il proprio piccolo “tesoro” formato da una millenaria conchiglia o da una ammonite. Ma il tempo è tiranno e dobbiamo terminare questo tratto di pista entro sera, quindi proseguiamo la guida superando, una per una, queste colline con un sole rosso fuoco all’orizzonte che crea non pochi problemi di visibilità ma ripagandoci, allo stesso tempo, con uno scenario da favola e con un cielo cha sfuma da un giallo pallido a un rosso intensissimo! Colori d’Africa!
L’oasi di Tamerza è un gioiello incastonato in mezzo a spettacolari canyon e con un fitto palmizio all’ombra del quale è piacevole riposare dopo le fatiche in moto dei giorni passati. In questa piccolissima oasi di montagna, primo luogo “civile” incontrato dopo 3 giorni di ininterrotta pista, gustiamo alcuni piatti tipici del luogo come il prelibato cous cous d’agnello oppure il gustosissimo Brik, una sorta di frittata con dentro tonno e prezzemolo… Il viaggio è anche vivere le usanze del luogo e noi non ci tiriamo mai indietro!! La serata si conclude chiacchierando davanti a un bollente thè alla menta che ci scalda l’animo e il corpo… anche perché a ottobre la temperatura esterna sfiora i +5° di notte…
Dune e ancora dune…
Il giorno dopo riprendiamo il cammino scendendo dall’alto della montagna e rimaniamo estasiati davanti al panorama improvviso dello Chott el Gharfsa, un lago salato contornato dalle dune dorate del Sahara. Alla vista della pista sabbiosa non stiamo più nella pelle e subito ci tornano in mente le scene viste per anni in TV della Parigi-Dakar, la corsa africana per eccellenza… ma questa volta i protagonisti siamo noi e allora… via a guidare su e giù per le tanto agognate dune del deserto!!! Durante i primi km ognuno di noi combatte la sua battaglia personale contro la sabbia dato che condurre la moto su questo terreno richiede uno stile di guida particolare, ma dopo qualche km subito si apprendono i piccoli trucchi per procedere con tranquillità e godere di questa natura con panorami da mille e una notte.
Di duna in duna arriviamo presso un posto più unico che raro e non illustratoci nel normale briefing mattutino dallo staff dell’organizzazione… quindi una vera e propria sorpresa per noi!!
In pratica dopo il superamento di una enorme duna, durante il quale non pochi sono stati gli insabbiamenti dei mezzi, ci troviamo di fronte a uno strano villaggio immerso nella sabbia con casupole a forma di igloo e delle grandi antenne alte più di 3 metri… Ci avviciniamo con i nostri mezzi lentamente cercando di capire cosa sia… e arrivati in prossimità delle prime abitazioni scopriamo con stupore che si tratta niente poco di meno che del set cinematografico dell’ultimo film Guerre stellari! Trascorriamo un paio d’ore a visitare questo villaggio, ora abbandonato, cercando di ricordarci le scene del film che hanno girato in questi luoghi. Non capita certo tutti i giorni di mangiare un panino sotto le antenne radio del villaggio dove è nato il protagonista di Star Wars!
Usciti dal villaggio riprendiamo il cammino lungo la pista che avanza fra le dune per arrivare alla mitica oasi diNefta con il suo palmizio più esteso della Tunisia, ma la attraversiamo velocemente per seguire la pista che ci condurrà subito nel grande lago salato Chott el Djerid. Attraversiamo questa immensa distesa di sale avendo sempre all’orizzonte il magico fenomeno dei miraggi che qui si realizzano in maniera perfetta. Troviamo relitti di auto del Rally di Tunisia rimaste intrappolate dalla morsa dell’insidioso fango salato e quindi tutti noi procediamo lungo la pista principale stando ben attenti a non uscire dal tracciato, per non incappare in vere e proprie pozze di sabbie mobili! La pista con fondo duro si alterna a tratti di superamento di dune molto accattivanti e ci si ritrova a guidare fino al tramonto senza avvertire il minimo segno di stanchezza, per quanto siamo presi dalla guida e dallo scenario sempre diverso che si attraversa.
Di duna in duna arriviamo presso un posto più unico che raro e non illustratoci nel normale briefing mattutino dallo staff dell’organizzazione… quindi una vera e propria sorpresa per noi!!
In pratica dopo il superamento di una enorme duna, durante il quale non pochi sono stati gli insabbiamenti dei mezzi, ci troviamo di fronte a uno strano villaggio immerso nella sabbia con casupole a forma di igloo e delle grandi antenne alte più di 3 metri… Ci avviciniamo con i nostri mezzi lentamente cercando di capire cosa sia… e arrivati in prossimità delle prime abitazioni scopriamo con stupore che si tratta niente poco di meno che del set cinematografico dell’ultimo film Guerre stellari! Trascorriamo un paio d’ore a visitare questo villaggio, ora abbandonato, cercando di ricordarci le scene del film che hanno girato in questi luoghi. Non capita certo tutti i giorni di mangiare un panino sotto le antenne radio del villaggio dove è nato il protagonista di Star Wars!
Usciti dal villaggio riprendiamo il cammino lungo la pista che avanza fra le dune per arrivare alla mitica oasi diNefta con il suo palmizio più esteso della Tunisia, ma la attraversiamo velocemente per seguire la pista che ci condurrà subito nel grande lago salato Chott el Djerid. Attraversiamo questa immensa distesa di sale avendo sempre all’orizzonte il magico fenomeno dei miraggi che qui si realizzano in maniera perfetta. Troviamo relitti di auto del Rally di Tunisia rimaste intrappolate dalla morsa dell’insidioso fango salato e quindi tutti noi procediamo lungo la pista principale stando ben attenti a non uscire dal tracciato, per non incappare in vere e proprie pozze di sabbie mobili! La pista con fondo duro si alterna a tratti di superamento di dune molto accattivanti e ci si ritrova a guidare fino al tramonto senza avvertire il minimo segno di stanchezza, per quanto siamo presi dalla guida e dallo scenario sempre diverso che si attraversa.
Emozioni dal deserto
I campi nel deserto meritano da soli un viaggio… la magia del manto stellato e l’aria allegra che si respira seduti tutti insieme intorno a un fuoco, sono emozioni indimenticabili e irripetibili. Riuniti in compagnia di una buona grappa, ognuno di noi racconta della sua piccola avventura quotidiana e trasmette agli altri la propria esperienza personale nella quale si possono trovare dei suggerimenti e “dritte” per affrontare meglio il percorso del giorno dopo… sembriamo una grande famiglia ma ci conosciamo solamente da 5 giorni!
La seconda oasi principale dove sostiamo per la notte è Douz, presso il campeggio “Desert Club” gestito da un nostro connazionale e punto di ritrovo di tutti i viaggiatori sahariani in transito nella zona. Facciamo conoscenza con molti altri motociclisti di varie nazionalità e passiamo molte ore ad ammirare, a turno, le proprie moto e le relative migliorie apportategli per affrontare le piste desertiche. I centauri germanici, come sempre, si presentano come i meglio equipaggiati e preparati per questi tipi di viaggio. La serata si conclude tutti insieme a cena presso il famoso ristorante di Ali Baba’ e il suo cous cous da favola! Questa sì che è vita…!
Il giorno dopo, fatto il tagliando di dovere ai mezzi, siamo pronti per il grande salto verso il sud del paese, verso il nulla. Arriviamo nei pressi della piccola oasi di Sabria e appena usciti dal suo palmizio ecco l’impatto forte con l’immensità del Sahara… davanti a noi una mare di dune e nulla più! Giuseppe e Maurizio, capogruppo del viaggio, davanti alla nostra domanda “… E ora che direzione prendiamo?” sorridono bonariamente rispondendo “Puntare 180°… direzione Timbain”! Detto questo, accendono i loro Iveco 4x4 e pian piano si addentrano nelle “onde di sabbia” cercando la traiettoria migliori per non rimanere insabbiati. Ci guardiamo un po’ titubanti dato che uno spettacolo così inusuale incute un certo timore, anche se avevamo avuto già esperienza di dune nei giorni passati… ma non fino a questo punto! Siamo veramente in pieno deserto! Partiamo uno alla volta cercando si seguire le orme lasciate dai camion d’assistenza e notiamo con soddisfazione che, in fondo, non è poi così difficile guidare su una distesa di dune… anzi, risulta molto più facile che sulle piste tracciate.
Indubbiamente questo percorso è uno dei più affascinanti che si possa affrontare in Tunisia dato che attraversa le propaggini est del grande mare di sabbia del Grand Erg Orientale. La media di percorrenza si abbassa subito intorno ai 3 km/h e molte sono le insabbiature dei mezzi, sia moto che 4x4. Tutti i partecipanti si aiutano gli uni con gli altri per tirarsi fuori dalla morsa di sabbia e a volte i motociclisti avanzano faticosamente per via della particolare sabbia finissima che si è formata all’interno delle dune. I mezzi che procedono in questo scenario, visti da lontano sembrano tante formichine che affannosamente avanzano fra i vari ostacoli naturali ma… non siamo forse qui per questo?
Dopo due giorni e 40 km (!) più avanti arriviamo sotto un altro cordone di dune ben più alte e mastodontiche di quelle che abbiamo superato fin’ora. Decidiamo, allora, di trascorrere la notte in questo angolo di paradiso per assaporare meglio la magia del deserto e ascoltare il suono prodotto dal vento che scorre fra i granelli di sabbia. La grappa intorno al fuoco fa da contorno alle risate e ai balli improvvisati e alla fine, quando rientriamo nelle tende, siamo tutti abbastanza “euforici”!!
La seconda oasi principale dove sostiamo per la notte è Douz, presso il campeggio “Desert Club” gestito da un nostro connazionale e punto di ritrovo di tutti i viaggiatori sahariani in transito nella zona. Facciamo conoscenza con molti altri motociclisti di varie nazionalità e passiamo molte ore ad ammirare, a turno, le proprie moto e le relative migliorie apportategli per affrontare le piste desertiche. I centauri germanici, come sempre, si presentano come i meglio equipaggiati e preparati per questi tipi di viaggio. La serata si conclude tutti insieme a cena presso il famoso ristorante di Ali Baba’ e il suo cous cous da favola! Questa sì che è vita…!
Il giorno dopo, fatto il tagliando di dovere ai mezzi, siamo pronti per il grande salto verso il sud del paese, verso il nulla. Arriviamo nei pressi della piccola oasi di Sabria e appena usciti dal suo palmizio ecco l’impatto forte con l’immensità del Sahara… davanti a noi una mare di dune e nulla più! Giuseppe e Maurizio, capogruppo del viaggio, davanti alla nostra domanda “… E ora che direzione prendiamo?” sorridono bonariamente rispondendo “Puntare 180°… direzione Timbain”! Detto questo, accendono i loro Iveco 4x4 e pian piano si addentrano nelle “onde di sabbia” cercando la traiettoria migliori per non rimanere insabbiati. Ci guardiamo un po’ titubanti dato che uno spettacolo così inusuale incute un certo timore, anche se avevamo avuto già esperienza di dune nei giorni passati… ma non fino a questo punto! Siamo veramente in pieno deserto! Partiamo uno alla volta cercando si seguire le orme lasciate dai camion d’assistenza e notiamo con soddisfazione che, in fondo, non è poi così difficile guidare su una distesa di dune… anzi, risulta molto più facile che sulle piste tracciate.
Indubbiamente questo percorso è uno dei più affascinanti che si possa affrontare in Tunisia dato che attraversa le propaggini est del grande mare di sabbia del Grand Erg Orientale. La media di percorrenza si abbassa subito intorno ai 3 km/h e molte sono le insabbiature dei mezzi, sia moto che 4x4. Tutti i partecipanti si aiutano gli uni con gli altri per tirarsi fuori dalla morsa di sabbia e a volte i motociclisti avanzano faticosamente per via della particolare sabbia finissima che si è formata all’interno delle dune. I mezzi che procedono in questo scenario, visti da lontano sembrano tante formichine che affannosamente avanzano fra i vari ostacoli naturali ma… non siamo forse qui per questo?
Dopo due giorni e 40 km (!) più avanti arriviamo sotto un altro cordone di dune ben più alte e mastodontiche di quelle che abbiamo superato fin’ora. Decidiamo, allora, di trascorrere la notte in questo angolo di paradiso per assaporare meglio la magia del deserto e ascoltare il suono prodotto dal vento che scorre fra i granelli di sabbia. La grappa intorno al fuoco fa da contorno alle risate e ai balli improvvisati e alla fine, quando rientriamo nelle tende, siamo tutti abbastanza “euforici”!!