I viaggi dei lettori
Transiberiana 1luglio<br>Cita
Km: 0; Meteo: Coperto, Sole a tratti18/23°C; Carburante: l. 0
Per due settimane ho idealizzato i binari della Transiberiana nella rotta della Bologna-Mosca-Vladivostok. Ora, all'inizio della settimana conclusiva del mio viaggio, la fusione sarà completa, almeno per un breve tratto. Da Cita le strade verso est scompaiono o diventano molto difficili, e quindi non mi dispiace salire sul treno e vivere, anche per un solo giorno, perfettamente calato nel motivo ispiratore del mio viaggio. Quello che affrontiamo adesso è il tratto conclusivo della Transiberiana, oltre gli scambi della Trans Mongolian e della Trans Manchurian, i due rami che raggiungono Pechino. Non so quanto sia vero, ma continuano a dirmi che il carico del treno è spesso oggetto della eccessiva "curiosità" dei predoni della Transiberiana, che approfittano dei tratti più faticosi del convoglio per alleggerirne i lenti vagoni. Due le soluzioni: ingabbiare ST4s e furgoni sul pianale del cargo rail, oppure occupare interamente un vagone adibito originariamente al trasporto di missili, e vivere lì dentro per il tempo necessario, dormendo nei furgoni e bivaccando come nella steppa.
Cercando di organizzare il piccolo esodo, sono stato costretto ad una giornata di riposo, come alla Dakar trascorsa freneticamente. Ho girovagato per tutto il giorno a Cita, ma non sono purtroppo riuscito a cambiare la prima, sconcertante impressione. Se la Russia vera è quella di Mosca, mi auguro che faccia in fretta a raggiungere l'est della Siberia. Se, invece, è questa che sto vedendo adesso, beh, direi che la vetrina di Mosca è un affronto alla miseria che permane nei luoghi più sperduti e lontani del paese. Mi capita un singolare incidente: perdo la chiave di contatto della mia Ducati, e quella di scorta è lontana, sul secondo furgone. Con Mauro Sant smontiamo tutto, cercando di chiudere il circuito, invano: l'immobilizer Ducati è implacabile, impietoso, diabolicamente efficace, e la ST4s ammutolisce, catatonica. Non mi resta che aspettare Orazio, Carlo ed Alessandro, al ritorno dal loro tour in città. Intanto il viaggio in treno pare giocoforza rimandato...
Edi
Edi