I viaggi dei lettori
Transiberiana 30 giugno<br>Ulan Ude - Cita
Km: 700; Meteo: Sole al mattino, nuvoloso pomeriggio, pioggia 17/22°C; Carburante: l. 39
Quel che è certo è che ad un certo punto è subentrata la consapevolezza. Con la Bologna-Mosca-Vladivostok sto descrivendo un immenso arco. Viaggiando con la mia Ducati traccio sul continente una linea semicircolare che attraversa l’intera Asia, e nella mente la linea diviene una specie di paradosso: è Russia, dall’inizio alla fine, una sconfinata Russia costretta in un’unica regione, la Siberia, eppure il viaggio riunisce i punti dell’inevitabile cambiamento, di una progressiva, radicale diversificazione. Volti noti all’inizio, visi che continuano a ricordare quelli di casa, poi gente diversa, abitanti di regioni geograficamente confinanti ma, all’improvviso, etnie differenti per religione e cultura, per un diverso concetto di civiltà.
A Cita sono sempre più intensamente in Asia e sempre più ad Oriente, ed è naturale che ritrovi in ogni angolo la Mongolia che ho conosciuto un anno fa. E’ la stessa terra, solo più a nord. Il ritmo è calato, fino a portare ogni cosa al di fuori della variabile tempo, sostituita con quella più generica e meno impegnativa del “dopo”. Ritrovo la composta e ospitale gente dei villaggi e le miserie delle città degradate da un’urbanizzazione innaturale, fagocitate dai loro stessi sobborghi fatiscenti.
A Cita come a Dalazadgad, nel profondo Gobi, mi faccio coraggio per accettare due stanze nell’unico albergo semi vivibile; vedo gente che rovista tra i rifiuti. Strada buona, senza traffico, che nasconde la trappola di una buca piena d’acqua ed il cerchio della mia ST4s è seriamente danneggiato. Ora il mio viaggio si identifica con la Transiberiana. Salirò sul treno con la mia Ducati, domani o forse dopodomani. Come non lo so ancora, si profilano due opzioni...
Edi
Edi