I viaggi dei lettori
Edi Orioli, 14.000 km<br>lungo la Transiberiana
Il quattro volte vincitore della Parigi-Dakar sta percorrendo 14.000 chilometri da Bologna a Vladivostok a bordo di una ST4S, nell’ambito del progetto "Ducati Around the World"
Il 15 giugno scorso, durante il World Ducati Week 2002, Edi Orioli è partito alla volta della Russia. Dopo l’esperienza dello scorso anno negli Stati Uniti, quest’anno la destinazione è la Transiberiana. L'avventura è seguita in tempo reale da motonline in collaborazione con Ducati.com, che ha già dedicato un'intera sezione alla Transiberiana. Ogni giorno, quindi, su motonline troverete il resoconto delle diverse tappe direttamente dalla voce di Edi, a partire da quella iniziata a Mosca che inaugura la parte più avventurosa e interessante del percorso. Ma eccoci finalmente in viaggio…
Mosca - Samara, 21 giugno
Km: 1.140; Meteo: Sole, 25/28°C; Altitudine: 200/300 mslm; Carburante, l. 75
On the road again (cosa pagherei per dirvelo in russo). Abbiamo lasciato Mosca alle 08:00 ed ho puntato il mio GPS verso Sud-Est. La città scompare alle mie spalle, e la mia Ducati scivola nella campagna. Mi immagino dall'alto: un punto luminoso rosso che scorre su un'immensa carta geografica dominata dal verde intenso. Da ora in avanti avanzo velocemente nel mio viaggio lungo una rotta ideale, parallela alla Transiberiana. Raggiungo Penza, ma il pensiero va più veloce della moto, verso gli Urali, e proseguo verso Samara. Procedo a marce forzate, ma il viaggio è rilassante, andare in motocicletta un vero piacere. Il traffico di camion è impressionante, e ad ogni sorpasso sono costretto ad aspirare una "boccata" dei loro fumosi scarichi, ed i posti di blocco si susseguono: oggi ne conto 15, ma ormai ho imparato. Prevengo i poliziotti accostando prima ancora che mi mostrino l'inequivocabile paletta, e fingo di chiedere loro un'informazione. Non ci capiamo, naturalmente, ma non appena indico il logo della Bologna-Mosca-Vladivostok sulla Ducati, immancabilmente mi chiedono di esibirmi in un'impennata. Cose che capitano. Arrivo a Samara all'una di notte, dopo un tappone di 1140 km.
Per fortuna è chiaro fino alle dieci di sera. Mi riunisco alla mia assistenza, e cerchiamo un albergo. L'unico decente è quello della stazione, ma ci fanno aspettare per più di un'ora per la minaccia di una bomba al suo interno. Ci addormentiamo sdraiati sui bagagli poi, finalmente, ci consentono di andare a riposare in un letto. E sprofondiamo istantaneamente in un pesante sonno.
Edi
Km: 1.140; Meteo: Sole, 25/28°C; Altitudine: 200/300 mslm; Carburante, l. 75
On the road again (cosa pagherei per dirvelo in russo). Abbiamo lasciato Mosca alle 08:00 ed ho puntato il mio GPS verso Sud-Est. La città scompare alle mie spalle, e la mia Ducati scivola nella campagna. Mi immagino dall'alto: un punto luminoso rosso che scorre su un'immensa carta geografica dominata dal verde intenso. Da ora in avanti avanzo velocemente nel mio viaggio lungo una rotta ideale, parallela alla Transiberiana. Raggiungo Penza, ma il pensiero va più veloce della moto, verso gli Urali, e proseguo verso Samara. Procedo a marce forzate, ma il viaggio è rilassante, andare in motocicletta un vero piacere. Il traffico di camion è impressionante, e ad ogni sorpasso sono costretto ad aspirare una "boccata" dei loro fumosi scarichi, ed i posti di blocco si susseguono: oggi ne conto 15, ma ormai ho imparato. Prevengo i poliziotti accostando prima ancora che mi mostrino l'inequivocabile paletta, e fingo di chiedere loro un'informazione. Non ci capiamo, naturalmente, ma non appena indico il logo della Bologna-Mosca-Vladivostok sulla Ducati, immancabilmente mi chiedono di esibirmi in un'impennata. Cose che capitano. Arrivo a Samara all'una di notte, dopo un tappone di 1140 km.
Per fortuna è chiaro fino alle dieci di sera. Mi riunisco alla mia assistenza, e cerchiamo un albergo. L'unico decente è quello della stazione, ma ci fanno aspettare per più di un'ora per la minaccia di una bomba al suo interno. Ci addormentiamo sdraiati sui bagagli poi, finalmente, ci consentono di andare a riposare in un letto. E sprofondiamo istantaneamente in un pesante sonno.
Edi