Trentino Alto Adige
In fuoristrada: tra la Valsugana e il Feltrino
Nel Trentino orientale 42 km di sterrato attorno alla Cima d'Asta, tra pascoli d'alta quota, alpeggi, foreste di abeti rossi e fortificazioni alpine. Con una sorpresa: la fioritura di sconfinate distese di rododendri all'inizio dell'estate. La mappa e una
La Valsugana sotto le nuvole di primo mattino
La Valsugana è percorsa dalla statale 47, che collega la città di Trento a Bassano del Grappa e quindi a Padova. Alla sua estremità occidentale i laghi di Caldonazzo e di Levico danno origine al fiume Brenta, che la percorre lento per tutta la sua lunghezza e oltre, fino all'Adriatico. La valle in sé non si presenta particolarmente attraente; anzi la statale 47 induce ad un transito veloce, senza stimolare più di tanto la sosta.
L'itinerario proposto vi consentirà di attraversare forse gli angoli più suggestivi e incontaminati di quest'area. Si tratta di un ambiente montano cosiddetto minore, poco sfruttato dal turismo di massa, ma proprio per questo accattivante. La Cima d'Asta è la vetta più alta di queste montagne con i suoi 2847 metri e ne percorreremo quasi il giro completo.
Indubbiamente, la strada delle Cinque Croci rappresenta il fiore all'occhiello del nostro giro. Venti chilometri esatti di sterrato entusiasmante, in un ambiente da sogno. Ma non è l'unica: la Val Senaiga, pressoché sconosciuta ma liberamente percorribile, vi porterà al celebre Passo del Brocon per una via davvero insolita, con altri 13 chilometri di sterrato.
Vi sono poi i forti militari sparsi in tutto il circondario su postazioni strategiche, muti testimoni di una guerra di posizione mai dimenticata dalle genti di queste vallate.
Insomma si tratta di un itinerario eterogeneo, che alterna al divertimento della guida in fuoristrada bellissime strade asfaltate, e al paesaggio occasioni preziose per approfondire la nostra storia recente.
Tutti i percorsi sterrati sono normalmente percorribili anche con grosse bicilindriche da enduro, senza pneumatici tassellati. Ovviamente, i tratti nel bosco, che possono rivelarsi scivolosi dopo le piogge, e i punti in cui la ghiaia è abbondante, richiedono attenzione e prudenza.
Il giro proposto richiede un giornata intera, ma vi consigliamo di inserirlo in un week-end per poter visitare anche le attrattive turistiche di questa zona.
Il nostro itinerario parte da Primolano, un importante crocevia stradale raggiungibile da Padova, o da Bassano del Grappa, percorrendo la statale 47, profondamente incassata tra l’Altopiano dei Sette Comuni ad ovest e il massiccio del Monte Grappa ad est. Su questi monti si è combattuto aspramente durante il primo conflitto mondiale e ancor oggi se ne conservano le dolorose testimonianze.
Il percorso proposto ci porterà però verso altre mete. Da Primolano imbocchiamo la celebre "scala": una strada di origine militare, ora ampia e asfaltata, che con otto lunghi tornanti guadagna rapidamente quota e ci conduce fino quasi ad Arsié. All’epoca della Grande Guerra questa strada rivestiva un’importanza fondamentale per il controllo del territorio: più o meno a metà del suo sviluppo si trovava infatti un possente sbarramento - la Tagliata - eretta dagli italiani tra il 1892 e il 1904 a protezione dello sbocco della Valsugana nel Canale di Brenta.
La poderosa struttura era dotata di otto cannoni da 120 mm. e di due mitragliatrici. Il complesso difensivo bloccava la valle tramite una costruzione di circa 100 m. di lunghezza, ora in parte demolita per fare posto alla strada, ma ancora visibile. Il forte vero e proprio, su più piani, risulta invece gravemente danneggiato dai colpi dell'artiglieria austriaca e dalle esplosioni subite nel 1917.
Poco prima di Arsié di stacca sulla sinistra una strada, sempre asfaltata, che porta a Mellame e quindi a Rivai, due minuscoli villaggi privi peraltro di particolare interesse. La strada prosegue ora in salita e con numerosi tornanti verso Col Perer e Cima di Campo. Il panorama che si apre toglie il fiato: appare maestosa la Catena del Lagorai, a seguire la Cima d’Asta, quindi le Pale di San Martino, superbe e frastagliate, ed infine la catena delle Vette Feltrine. Noi abbiamo avuto la fortuna di scoprire queste meraviglie mentre incombeva un temporale, con una luce quasi irreale.
A Cima di Campo, proprio di fronte all’omonimo ristorante, una stradetta sterrata sulla sinistra risale il colle dove sorge il Forte Leone, visitabile a proprio rischio anche all’interno, sebbene risulti formalmente chiuso con ordinanza comunale per il pericolo di crolli. Il forte era stato costruito dagli italiani qualche anno prima dello scoppio della Grande Guerra ed era armato con dodici pezzi d’artiglieria e diciassette mitragliatrici. Nel 1916, dopo appena un anno dall’inizio delle ostilità, venne disarmato dagli stessi italiani che ne impiegarono l’armamento sul fronte dell’Ortigara. Nel novembre del 1917 subì l’assedio da parte degli austriaci che, in due giorni di aspri combattimenti, ebbero la meglio sugli alpini dei battaglioni Monte Pavione e Natisone preposti alla difesa della struttura. Alla fine del conflitto fu parzialmente distrutto durante la ritirata austriaca.
Ritornati per il medesimo breve sterrato al ristorante Cima di Campo, riprendiamo la strada asfaltata, sempre gradevole e panoramicissima, la quale oltrepassa il confine tra il Veneto e il Trentino Alto Adige e giunge a Celado.
A questo punto imbocchiamo un ampio e scorrevole sterrato che si immette sulla destra e che, dapprima in quota e poi in leggera ma costante salita, vi porterà nuovamente a valicare il confine regionale. Lo sterrato prosegue ora in discesa ma lascia ben presto posto all'asfalto fino all'abitato di Arina, in bella posizione alto sopra il ben più celebre villaggio di Lamon.
Una sequenza serrata di diciassette tornanti vi farà perdere rapidamente quota fino ad un bivio. Noi prenderemo a destra, oltrepasseremo le contrade di Ronche e di Quarei e, in prossimità di un tornante, gireremo a sinistra entrando infine a Lamon.
Terra questa resa celebre dai fagioli, che qui si coltivano da secoli, introdotti in Italia, pare, da un funzionario della corte papale di Clemente VII, che fu tra i primi ad ottenere dei semi, dopo la conquista delle Americhe. Per tale via, con ogni probabilità, il fagiolo arrivò anche nella campagna lamonese e qui trovò clima e terreno ideali.
In realtà il fagliolo di Lamon esiste in quattro varietà: spagnolet, spagnol, calonega e canalino, che hanno ottenuto l'indicazione geografica protetta e che sono ora tutelate anche da un consorzio. I fagioli sono coltivati ovunque, anche negli orti sulle pendici dei monti e tra le case sparse appena fuori il paese. Ad essi è dedicata addirittura una manifestazione che cade a settembre di ogni anno, con stand gastronomici e spettacoli.
Lasciamo Lamon, tornando all'ultimo bivio incontrato per arrivarci, dove svoltiamo questa volta a destra in direzione San Donato. La strada sale stretta, ma asfaltata, tra le coltivazioni di fagioli. Attraversa il villaggio di San Donato e poco dopo diviene sterrata. Ci troviamo nella stretta ed incassata Val Senaiga, percorsa dall'omonimo torrente, che in direzione nord ci porterà fino al Passo del Brocon.
E' una valle selvaggia, profonda e impervia, caratterizzata da boschi fitti che si arrampicano su tutti i versanti. E' duro vivere qui e non sorgono villaggi, ad eccezione di un grappolo di case, una contrada sperduta, con un nome evocativo: Valnuvola.
E' l'unico segno dell'uomo che incontreremo fino al Brocon. Poche case, vecchie e pressoché abbandonate, circondate da esigui fazzoletti di terra coltivati a foraggio, strappati al bosco con chissà quali fatiche.
Il tracciato sul quale ci troviamo ha, probabilmente, origini antichissime. Secondo alcuni studiosi esso coincide, in parte, con una delle più importanti arterie della rete viaria romana: la Via Claudia Augusta Altinate che, valicando le Alpi, consentiva il collegamento fra la Decima Regio e i paesi danubiani. La strada fu iniziata sotto l'imperatore Druso, nel 15 d.C. e venne terminata dal figlio Claudio, imperatore dal 41 al 54 d.C.. Essa permetteva il transito dei legionari, a piedi o a cavallo e dei carri a due ruote costruiti appositamente per queste carreggiate. La strada, provvista di numerose "stazioni" per il cambio dei cavalli, era inoltre particolarmente adatta al transito veloce dei messaggeri, che la percorrevano giornalmente.
Dopo il villaggio di Valnuvola l'antica via di comunicazione attraversava il greto del torrente Senaiga e si dirigeva verso il Tesino. Noi, invece, proseguiamo per il nostro sterrato in direzione nord. Iniziano i tornanti, fitti nel bosco altrettanto fitto, che ci consentono di superare strapiombi apparentemente inaccessibili dal basso. La strada è veramente ardita e il salto sottostante ci lascia senza fiato. Il fondo è compatto, ma nei tornanti presenta talvolta ghiaia abbondante che richiede attenzione se non si montano pneumatici tassellati.
Giungiamo così nuovamente sulla linea di confine tra il Veneto e il Trentino. La strada ora affronta in leggera discesa boschi di abeti rossi, e un persistente profumo di resina ci farà compagnia fino al Passo del Brocon a 1615 metri di altitudine, dove giungeremo in poco tempo e dove ritroveremo l'asfalto.
Sul passo due alberghi-ristorante invogliano ad una sosta rifocillante. Il valico non è molto frequentato, pur mettendo in collegamento la conca del Tesino con il Primiero. Non ci resta che affrontarne in discesa la rampa nord, scorrevolissima, piena di curve dove possiamo finalmente sfogarci con pieghe al limite della tenuta dei pneumatici.
Arriviamo quindi velocemente in Val Vanoi, dopo aver superato il ponte sull'omonimo torrente. Quindi svoltiamo a sinistra e percorriamo tutta la valle fino alla sua testata, passando per il villaggio di Caoria.
La strada asfaltata termina proprio nel piazzale del Rifugio Refavaie, in bella posizione. Esattamente di fronte al rifugio si stacca, sulla sinistra, uno sterrato nel bosco contrassegnato da un divieto di transito. Riprende l'avventura. Questo percorso ci porterà, risalendo la Val Cia fino al Passo delle Cinque Croci a 2018 metri di altitudine.
La stradetta costeggia per un po' il torrente, poi inizia bruscamente a salire. I tornanti si susseguono serrati e ripidi e quasi non si vede il cielo, tanto è fitto il bosco. Il fondo è piuttosto sconnesso, ma sempre relativamente agevole. Si guadagna quota rapidamente ed infine si giunge sui meravigliosi pascoli in vista della maestosa Cima d'Asta.
Qualche casera ancora in attività ci ricorda che questi alpeggi sono ancor oggi sfruttati, a tutto vantaggio della conservazione del territorio. Proseguiamo ora in piano assecondando le ondulazioni dei prati che, con grande sorpresa, sono ricoperti da infinite distese di rododendri. Quando è stagione, cioè agli inizi dell'estate, esplode la fioritura e tutto si colora di rosa.
Sempre in piano e ormai in quota giungiamo infine al Passo delle Cinque Croci, dove ci viene offerta la più superba vista sulla Cima d'Asta, che si eleva proprio di fronte a noi con la sua imponente piramide di roccia.
Non vorremo più scendere, ma un altro tratto di strada sterrata ci condurrà fino alla conca del Tesino. Risaliamo in sella e intraprendiamo la discesa con pendenza moderata, attraversiamo idilliache radure, intravediamo altri alpeggi, incontriamo rigogliosi ruscelli che si scavano faticosamente il greto tra rocce e radici. L'ambiente è più aperto anche se il bosco, unicamente di abeti, è onnipresente. E' la montagna più pura, più autentica che potessimo immaginare.
Nell'ultimo tratto la strada, sempre sterrata, cala con altri tornanti per raggiungere il fondo della Val Campelle. Riprende l'asfalto e si giunge infine ad un ponte sul torrente Maso: la località si chiama Ponte Conseria e qui finisce il divieto di transito.
La strada, da qui in avanti sempre asfaltata, percorre tutta la Val Campelle, passando dapprima per il Rifugio Carlettini e poi per il ristorante Crucolo. Il sottobosco è da fiaba e aree di sosta lasciano intendere che, in stagione, qui sia pieno di famiglie per pic-nic ai bordi del torrente.
Il Crucolo è ormai un'istituzione conosciuta ben oltre i confini nazionali. Qui si viene per mangiare tanto spendendo veramente poco e per assaggiare il celebre parampampoli, un liquore dalla formula segreta, pare composta da caffè, grappa, zucchero, vino ed altro ancora, che si serve alla fiamma nei caratteristici bicchierini.
Superato il Crucolo, la strada prosegue con moderata discesa tagliando a mezza costa il monte, supera su di un ponte di legno una scenografica cascata ed, infine, entra nell'abitato di Spera. Superatolo, si giunge quindi a Strigno.
Usciamo dal paese verso est. La strada è ampia e scorrevole anche se ricca di curve e semicurve. Superiamo le case di Bieno e di Pradellano e infine arriviamo a Pieve Tesino. Senza entrare in paese, teniamo la strada principale sempre in direzione est verso Castello Tesino.
Superiamo anche questo villaggio fino a quando, poco prima di un tornante a sinistra, notiamo sulla destra una strada segnalata dall'indicazione per Grigno.
Ci aspetta l'ultima sorpresa di questo viaggio. La strada cala per una stretta valle rocciosa direttamente in Valsugana ed è una fortuna poterla ripercorrere dopo circa dieci anni di chiusura per frane. Ora il manto stradale è perfetto e la guida risulta davvero accattivante. Si superano tornanti in galleria, un ponte sospeso sopra l'abisso, si tagliano i fianchi rocciosi di una forra e, infine, con divertenti serpentine si giunge a Grigno.
Ora ci attende il veloce trasferimento, lungo la statale 47 fino a Primolano, dove termina questo entusiasmante itinerario.
Ivano Francena
Qui merita assolutamente una visita Castel Ivano, antichissima roccaforte perfettamente conservata e in parte abitata dagli attuali proprietari. Il castello affonda le sue origini nel X secolo, fu visitato addirittura dall'Imperatore Massimiliano I nel 1504 e vi soggiornarono anche Wagner, il celebre musicista tedesco, ed Eleonora Duse, attrice teatrale e musa ispiratrice di D’Annunzio. Previo appuntamento (tel 0461-763432 - fax 0461-763872) è visitabile con guida sia all'esterno che all'interno. Dispone anche di un lussuoso e ampio appartamento per chi volesse togliersi lo sfizio di una notte da sogno. Per informazioni dettagliate vi rimandiamo al sito www.castelivano.it
Castello Tesino
Ai margini di un bosco di faggi, non lontano da Castello Tesino, c’è una grotta conosciuta localmente con il nome di “Bus de la Lora” che racchiude un mondo diverso. Esplorata per la prima volta nel 1927, è attualmente l'unica grotta turistica del Trentino. La grotta di Castello Tesino è visitabile, solo con guida, tutto l'anno, neve e ghiaccio permettendo. Ai visitatori viene fornito caschetto e lampada all'acetilene. Per prenotazioni e informazioni rivolgersi alla Pro Loco di Castello Tesino (0461-594136).
Questa località dà il nome ad un famoso forte corazzato, chiamato anche Forte Leone, che faceva parte dello sbarramento Brenta-Cismon. Il forte è liberamente visitabile all'esterno; l'accesso ai locali interni è invece interdetto da un'ordinanza del Comune di Arsié per il pericolo di crolli. Per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito www.moesslang.net/cima_campo.htm peraltro in lingua tedesca, ma dove potrete trovare un'ampia documentazione fotografica e le piante dettagliate della struttura.
Caoria
In paese c'è il piccolo Museo Storico della Grande Guerra gestito dal Gruppo Alpini locale, dove sono custodite le memorie storiche della guerra combattuta sui monti del Lagorai. Uniformi, armi equipaggiamenti, una numerosa raccolta fotografica, oggetti personali dei combattenti delle due parti e cimeli di ogni genere ritrovati sulle montagne o conservati dai valligiani nelle soffitte delle case, sono raccolti con grande passione ed esposti per ricordare questa immane tragedia, consumatasi sulle montagne sovrastanti l'abitato di Caoria. Il museo è visitabile gratuitamente dal 21 giugno al 14 settembre dalle ore 14.30 alle ore 18.30 e dal 23 luglio al 25 agosto anche il mercoledì dalle 20.00 alle 22.00. Chiuso il lunedì.
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Primolano
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Dalla piazza San Rocco, proprio al centro del paese, si prende la Via per Belluno, seguendo le indicazioni per Arsié
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0
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Forte Tagliata |
Tra il secondo e l'ottavo tornante si incontra il Forte Tagliata attraversato proprio dalla strada - la famosa "scala" - che state percorrendo |
2,5
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Prendere la strada secondaria che si immette sulla sinistra in salita |
4,7 |
Mellame |
All'incrocio svoltare a sinistra, poi proseguire sempre per la strada principale in direzione Rivai e Col Perer |
6,9 |
Col Perer |
Superare le case sparse del paese rimanendo sempre sulla strada principale |
15,6 |
Cima di Campo |
Sulla sinistra della strada asfaltata, proprio nel piazzale dove sorge il ristorante Cima di Campo, prendere la strada sterrata seguendo le indicazioni per il Forte Leone |
21,6 |
Forte Leone |
Dopo la visita al forte, ritornare al ristorante Cima di Campo per il medesimo itinerario seguito all'andata |
24,6 |
Cima di Campo |
Ritornati sulla strada asfaltata, seguirla in direzione opposta a quella dalla quale si è arrivati trascurando tutte le deviazioni secondarie fino a Celado |
27,6 |
Celado |
Poco prima della fine dell'abitato, prendere la strada sterrata che, in piano, si stacca sulla destra. Rimanere sempre sul tracciato principale scartando tutte le deviazioni |
36,1 |
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Finisce lo sterrato. Proseguire sempre sulla strada principale, in moderata discesa, ora asfaltata superando l'abitato di Arina e subito dopo una sequenza di tornanti in discesa |
39,1 |
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Alla fine dei tonanti, all'incrocio, svoltare a destra. Quindi rimanere sempre sulla strada principale |
47,6 |
Ronche |
Proseguire diritti rimanendo sempre sulla strada principale |
48,6 |
Quarei |
Proseguire diritti rimanendo sempre sulla strada principale |
49,4 |
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All'incrocio, proprio su un tornante, svoltare a sinistra in leggera salita |
50,0 |
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All'incrocio svoltare a destra e arrivare nel centro del paese di Lamon |
51,5 |
Lamon |
Ritornare all'incrocio del km. 51,5 |
52,0 |
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Questa volta svoltare a destra e rimanere sempre sulla strada principale oltrepassando in sequenza le contrade di Rugna, Costa, San Donato e Sartor. |
52,5 |
Sartor |
Inizia lo sterrato. Rimanere sempre sul tracciato principale superando la contrada di Valnuvola |
61,5 |
Passo del Brocon |
Termina lo sterrato. Scendere verso nord verso la Val Vanoi |
74,5 |
Ponte sul torrente Vanoi |
Svoltare a sinistra e rimanere sempre sulla strada principale fino dove essa termina al Rifugio Refavaie |
88,5 |
Rifugio Refavaie |
Proprio di fronte al rifugio imboccare lo sterrato contrassegnato dal divieto di transito. Rimanere sempre sul tracciato principale scartando tutte le deviazioni |
97,5 |
Passo delle Cinque Croci |
Proseguire sempre su sterrato ora in discesa. Rimanere sempre sul tracciato principale |
111,2 |
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Fine dello sterrato. La strada prosegue ora in discesa con tre tornanti fino al Ponte Conseria |
117,5 |
Ponte Conseria |
Rimanere sempre sulla strada principale in moderata discesa, oltrepassando in sequenza il Rifugio Carlettini, il ristorante Crucolo e la contrada di Spera. Si arriva quindi all'incrocio con la strada principale che attraversa il paese di Strigno. |
118,5 |
Strigno |
All'incrocio svoltare a sinistra, uscire dal paese e, rimanendo sempre sulla strada principale, superare i villaggi di Bieno, Pieve Tesino e Castello Tesino. |
131,7 |
Castello Tesino |
Appena fuori il paese, sempre sul tracciato principale, si stacca sulla destra una strada con l'indicazione Grigno. Imboccare quest'ultima strada e percorrerla fino al suo termine |
146,2 |
Grigno |
Arrivati sulla strada principale. Svoltare a sinistra e superare la contrada di Palù. All'inizio dell'abitato di Serafini entrare sulla statale 47 (indicazioni per Primolano e Padova) |
156,2 |
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Superato il paese di Borghetto, uscire dalla statale 47 in direzione Primolano. |
160,9 |
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ARRIVO |
164,7 |
(0461-594364) sorge sul valico omonimo proprio dove arriva lo sterrato della Val Senaiga. Offre a prezzi ragionevoli camere intime e confortevolmente arredate e cucina tipica. Vivamente consigliato. Per maggiori informazioni www.brocon.it/albergobrocon.htm
Val Vanoi
Rifugio Refavaie (0439-710009) sorge alla testata della Val Vanoi alla confluenza con la Val Cia, proprio dove inizia lo sterrato per il Passo Cinque Croci. Dispone di pochi letti, ma la cucina è quella tipica di montagna con particolare raccomandazione per il formaggio cotto e le trote del luogo alla piastra. Aperto dal 1° maggio al 1° novembre. Per maggiori informazioni www.rifugiorefavaie.com
Val Campelle
Rifugio Carlettini (0461-766083) sorge in magnifica posizione nel bosco. Aperto da giugno a settembre, offre servizio di alberghetto con venti posti letto e cucina.
Rifugio Crucolo (0461/766093) sorge in Val Campelle ed è famoso ben oltre il territorio locale per il celebre parampampoli e la sua abbondante e onesta cucina: minestroni e zuppe (di porcini, ma non solo), canederli, polenta con le braciole, lucaniche alla brace con i crauti, puntine, cotechino, coniglio e formaggio fuso, sono solo alcune delle prelibatezze che qui potrete mangiare. Frequentatissimo in ogni periodo dell'anno, è quasi sempre indispensabile prenotare. Prezzi molto più che onesti. Per maggiori informazioni www.crucolo.it
Val Calamento
La Val Calamento corre parallela alla Val Campelle, a poche centinaia di metri di distanza e costituisce la via di accesso da sud al Passo Manghen. Sebbene non interessi l'itinerario proposto, essa merita assolutamente una deviazione culinaria. Da Strigno si prende la strada che porta in breve a Telve e, senza entrare in paese, si seguono le indicazioni per il Passo Manghen. Dopo circa 5 km. si svolta a sinistra per Musiera: una stradetta asfaltata stretta vi condurrà con serrate sequenze di tornanti sino ai pascoli sovrastanti.
Qui, tra baite sapientemente ristrutturate, sorge il Ristorante al Laghetto (0461-766414), un tempio della cucina tipica trentina, molto frequentato anche dai motociclisti di ogni nazionalità. Qui non si può ordinare, ci si siede e basta. Penserà l'oste a servirvi, per circa 20 euro, tutto questo ben di Dio: gulaschsuppe, tagliatelle alle ortiche, tagliatelle ai funghi, pasta e fagioli, patate e luganegheta al semi di finocchio (eccezionale), puntine al forno, gulasch con polenta, formaggio fritto con funghi, crauti e cotechino, crostata ai frutti di bosco. Il tutto innaffiato da cabernet, malbek e verduzzo. E' praticamente impossibile riuscire a mangiare tutto quanto, ma alla fine del pasto una tazza fiammeggiante di carboniero, una bevanda simile al parampampoli, vi aiuterà la digestione. Il Ristorante al Laghetto, a parere di chi scrive, è da preferire addirittura al Crucolo, non solo per la cucina, ma soprattutto per l'ubicazione: una splendida radura prativa circondata da boschi di abeti dove potrete appisolarvi dopo l'epico pasto. Indispensabile la prenotazione. Per maggiori informazioni www.trentino.com/laghetto.
Tesino
Per la ricettività di questa zona, potete rivolgervi all'Azienda di Promozione Turistica "Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino" che sarà in grado di trovare per voi qualsiasi sistemazione. Il sito di riferimento, ben curato, è www.lagorai.tn.it
A Castello Tesino segnaliamo comunque l'Albergo Kapriol *** ( 0461-594126) per maggiori informazioni: www.albergokapriol.it e Il Garni Canterbury * (0461-594383) per maggiori informazioni: www.canterbury.too.it. Nella recondita Val Malene, poco sopra Castello Tesino, segnaliamo il Camping Valmalene *** (0461-594214) per maggiori informazioni: www.camping.it/trentino/valmalene.
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Il parampampoli è la bevanda tipica della Valsugana, un liquore aromatico ottenuto con la mescolanza di grappa, caffè, vino, zucchero caramellato che si serve alla fiamma nelle caratteristiche tazzine. Dalla sua nascita il parampampoli è la bandiera del Rifugio Crucolo, dove naturalmente lo si può acquistare. In alternativa lo trovate anche presso la Famiglia Cooperativa di Castello Tesino.
Da Lamon non potete partire senza aver acquistato una busta dei celebri fagioli. Basta rivolgersi ai singoli produttori o alle botteghe del paese. Avrete la certezza che si tratta degli originali, garantiti dal tipico marchio di qualità.
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