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Toscana

Toscana: la bassa Maremma

150 chilometri tra Toscana e Lazio per curiosare tra rovine etrusche, borghi arroccati e per godere dei benefici delle pozze termali. In più una ricca gallery fotografica e il road book da scaricare

Toscana: la bassa Maremma
Il Lago di Bolsena, dalla strada comunale Monte Cavallone, dopo aver scollinato La Montagnola a quota 639 slm
Il Lago di Bolsena, dalla strada comunale Monte Cavallone, dopo aver scollinato La Montagnola a quota 639 slm

L'area del tufo è la parte meridionale della Maremma, il cuore delle colline del Fiora: un patrimonio di straordinario valore architettonico arricchito da antichi palazzi, fortificazioni, castelli, borghi medievali e rinascimentali. Nonostante i numerosi itinerari possibili, in questo attraente angolo della Maremma è ancora più bello vagare senza una meta precisa, lasciandosi guidare dalle emozioni suscitate dal paesaggio.

Partendo dalla piazzetta principale di Saturnia, piccolo borgo appoggiato a un masso di travertino, ritenuto dagli antichi la prima città edificata sulla penisola italica, all'uscita dal paese, per un istante si potrebbe essere assaliti dalla voglia di svoltare a destra verso le pozze termali. Ma è un attimo: il motore ancora freddo ha voglia di girare.
Si punti allora verso Sorano: la strada piace subito, serpeggiante com'è tra dolci colline e vasti paesaggi. Si corre sul filo della storia più antica d'Italia, etruschi e romani sempre pronti con generose testimonianze a ricordarci che le basi le hanno gettate loro!
Dopo San Martino sul Fiora si comincia a scendere per una decina di chilometri di curve piacevoli: si corre soli, in un quadro che l'occhio non riesce a catturare per intero, fino a Sovana.

Impossibile rinunciare a visitare il borgo, un'oasi di pace e tranquillità costruita col tufo che, sapientemente, in molti lavorano ancora. Ad accogliere gli avventori, in ingresso, i massicci ruderi della rocca aldobrandesca, mentre la lunga via centrale trabocca di passato etrusco, romano e medievale.


La strada verso Sorano, dapprima in leggera salita, si snoda poi attraverso un vasto pianoro, uno dei pochi angoli dimenticati dal mondo: anche percorrendo questo tratto in una domenica soleggiatissima si rischia di essere quasi gli unici viandanti.
O meglio: ci sareste voi e le pecore. Tantissime, ovunque, uniche presenze che non vi abbandoneranno per tutto l'itinerario. E senza bisogno di comunicarvelo, scoprirete di aver avuto gli stessi pensieri evocati dalla presenza delle greggi: formaggi serviti col miele o con insolite confetture, che non bisogna mancare di assaggiare! Sorano, fondato dagli etruschi su una scoscesa rupe tufacea, si raggiunge dopo alcuni suggestivi tornanti scavati nel tufo.


La discesa verso Pitigliano aggiunge divertimento a questa piacevole scorribanda: l'assenza di traffico e l'ottimo stato delle strade consente di godere il paesaggio pur mantenendo allegra l'andatura. Le alte pareti di tufo di Pitigliano sono solcate da mille caverne e da case-torri; queste, costruite sopra un tamburo tufaceo, nella stessa verticale dello strapiombo, rendono quasi superflua la cinta delle mura.
Fermarsi a passeggiare, le moto piazzate nelle aree riservate che non mancano mai, porta a scoprire il ghetto ebraico con il forno per il pane azimo, la cantina scavata nel tufo dove si produceva il vino kasher, il bagno di purificazione per le donne e la sinagoga.
Lasciata la città aldobrandesca in direzione Viterbo, gli spazi si allargano di nuovo; la strada che sale verso Poggio Evangelista, alta sulla sponda ovest del Lago di Bolsena, è una sorta di balconata serpeggiante affacciata su un vasto panorama di colline.
E’ qui, al Poggio, che si oltrepassa il confine tra Toscana e Lazio, una riga sulla carta stradale, un passaggio che qui si avverte assai poco, un limite che neppure le pecore conoscono. Dopo il Passo della Montagnola, 639 m slm, appare, sulla sinistra, il lago.
Una stradina che si scorge all’ultimo scende verso la riva: è uno sterrato ghiaioso con piccole pietre e piuttosto ripido, che possiamo affrontare solo con un enduro stradale e un poco di prudenza. Ma senza scendere fin sotto, il panorama da solo è sufficiente a rendere felici di aver scoperto questo notevole punto di osservazione.


Le ultime immagini del lago si concedono poco prima di raggiungere Valentano, borgo fortificato sul versante occidentale dei Monti Volsini, con la Rocca Farnese, alta sull’abitato. Da Valentano, una strada conduce al Lago di Mezzano, asfaltata per i primi chilometri, poi sterrata: si tratta di una deviazione interessante, anche questa riservata alle enduro stradali, che raggiunge il bacino vulcanico sulle cui rive forse sorgeva l’antica Statonia e, da li, all’interno della Selva del Lamone. Rimanendo sull’asfalto si costeggia appena la selva avvicinandosi a Ischia di Castro, in uno scenario davvero surreale nella conca della Valle Olpeta. Questo tratto, probabilmente il più monotono per quanto riguarda la guida, è indubbiamente piacevole dal punto di vista paesaggistico: si scorge il mare, distante appena una trentina di chilometri, dopo Ischia di Castro, il panorama spezzato dalla centrale nucleare di Montalto.
A Ponte dell’Abbadia merita una visita l’antica zona etrusca dove, in pochi minuti di sosta, chiunque riesce a catturare una tale quantità di aneddoti sul luogo che, alla fine, inducono a immaginare storie incredibili, quasi al limite della stregoneria!


Si rientra quindi in territorio toscano, nella Maremma del tufo, quella pietra che ricompare prepotentemente nel borgo di Manciano. Il paese sorge arroccato in cima a un colle da cui è possibile volgere lo sguardo ai quattro punti cardinali: la vista si perde dall’Amiata alla valle del Fiora, da Talamone ai lidi di Montalto di Castro, dall’Argentario alle Isole del Giglio e d Montecristo. Tutta l’area del Mancianese è caratterizzata da realtà medievali rimaste intatte, come Montemerano, autentico gioiello costruito su un colle coperto da ulivi secolari, e Saturnia, che si preannuncia con la vista dall’alto delle pozze termali, ormai in ombra, cui , a fatica, ci si sottrae alla partenza.
Tutta l’area visitata è ricchissima di rovine, scavi e necropoli etrusche e di insediamenti rupestri medievali. Il Parco Archeologico Città del Tufo è visitabile partendo dal Centro Visite di Sovana (orario: 10-13 e 15-18): si estende per circa 60 ettari sui quali si trovano i più interessanti siti della città etrusca.
L’Area Archeologica di Sovana comprende anche la Necropoli Etrusco Romana in località San Rocco e l’insediamento rupestre Vitozza, in località San Quirico. Le vie cave, antiche vie scavate nella roccia tufacea che collegavano i vari villaggi, sono molte. Quelle più facilmente accessibili sono a Sovana (il Cavone) e a Pitigliano (via cava del Gradone): quest’ultima collega suggestivamente la Città dei Vivi e la Città dei Morti del Museo Archeologico all’aperto.


Il Ponte dell’Abbadia, ardita opera dell’ingegneria etrusca, sorge accanto al Castello dell’Abbadia, sede museale, nella zona dell’antica città di Vulci (tutto visitabile liberamente).
La Sinagoga, il ghetto e il Museo Ebraico di Pitigliano sono visitabili (info tel. 0564.616006). Nelle piazze principali dei borghi si trovano gli uffici informazioni aperti la domenica.
Terme di Saturnia. Le acque solforose, che sgorgano fumose e bollenti, scorrono fino all’antico casolare del Molino del Gorello, dove è possibile fare bagni liberi nelle ampie vasche naturali sotto le suggestive cascate. Piscine e stabilimenti termali nella zona adiacente: quasi tutti gli alberghi della zona sono convenzionati e offrono biglietti d’ingresso a prezzi scontati. Impianti termali anche a 4 km da Pitigliano, in località Orientina, con acqua che sgorga a 37,5°C.
Tutte le informazioni presso l’Agenzia Turistica della Maremma, Grosseto, tel. 0564.462611 e sul sito www.lamaremma.info.
: locanda La Pieve, via della Società Operaia 3, tel. 0564.987252. Accogliente e tranquillo albergo con poche camere, ognuna contraddistinta da un diverso tocco di personalità. Doppia con colazione da € 80.
Annesso il ristorante Il Giardinetto offre cucina tradizionale molto accurata: Patrizia, la titolare, si è aggiudicata il Premio Amiata a Tavola 2004; affidatevi a lei, ma non perdete il piatto di formaggi locali con le gustosissime salse di pomodori verdi, di cipolle rosse e la gelatina di Montecucco.

Sovana: Hotel Sovana Resort, via del Duomo 66, tel. 0564.617030. Piacevole, intimo e tranquillo: per chi volesse concedersi il piacere di trascorrere la notte in questo magico borgo, a pochi passi dal Duomo, la doppia con colazione costa 150 €.
In Piazza del Pretorio la Locanda Taverna Etrusca, tel. 0564.616183, offre sistemazioni in Bed & Breakfast a partire da € 90. Per restare in atmosfera, si può cenare al Ristorante Taverna Etrusca, sempre lungo la strada centrale del borgo.
Chi viaggia con la tenda provi l’Agricamping Poggio del Castagno, a Pitigliano, tel. 0564.615545, aperto tutto l’anno. L’azienda agricola biodinamica produce e vende cereali, orzo, nocciole e molto altro. Sala comune con uso cucina e possibilità di alloggio in camere o monolocale attrezzato.

Per mangiare vi sono infinite possibilità: dagli agriturismi, sparsi un po’ ovunque, ai forni nei borghi dove acquistare pizza al taglio, ai bar con dehor, che propongono panino e bicchiere di vino locale a pochi euro.
A Sorano Locanda dell’Arco, raccomandata da Slow food, nel borgo pedonale, a sinistra di Piazza della Chiesa: propone bruschette, carpaccio di chianina, cantucci sfatti e vinsanto.
l'ingresso di Sovana, con i resti della rocca aldobrandesca
Le graziose abitazioni in tufo del borgo di Sovana
Sovana: la Piazza del Pretorio, centro del grazioso borgo
Sovana, il Palazzo dell'Archivio del secolo XII-XIII
La strada centrale del borgo di Sovana
L'abside del duomo di Sovana, che sorge isolato su una spianata erbosa
Pitigliano, l'antico borgo conserva gelosamente le tracce del suo antichissimo passato
Pitigliano, la cattedrale barocca
Un angolo di Pitigliano dove il tempo si è arrestato
Colpo d'occhio sul borgo di Pitigliano
Colpo d'occhio sul borgo di Pitigliano
Il Lago di Bolsena, dalla strada comunale Monte Cavallone, dopo aver scollinato La Montagnola a quota 639 slm
Pitigliano, l'acquedotto mediceo e, sullo sfondo, la cinta muraria
In compagnia delle pecore, uniche comparse lungo le strade solitarie
Il Lago di Bolsena e la nostra compagna di viaggio
Incontri ravvicinati sulle colline ai confini col Lazio
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