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Sardegna

Il Gennargentu

Montagne, strade tortuose e boschi che profumano e rinfrescano l'aria, ad un passo dal golfo di Orosei. 178 Km di curve che tagliano la Barbagia in un paesaggio in continua evoluzione

Il Gennargentu
Una veduta del Gennargentu
Silenzio. Il rumore prevalente è un sibilo leggero, un fischio generato dalla brezza tra le foglie dei lecci e tra i cespugli contorti di lentisco e mirto. Le strade sono spesso strette, ma con l'asfalto grumoso ed integro, dal colore variabile che muta in parallelo col paesaggio. Questo è il Gennargentu, un massiccio selvatico e poco popolato, da percorrere godendosi le numerose chicane in un itinerario che dura un paio di giorni.

La voce della moto è dunque l'unico suono che si sente, oltre ai mamuthones (i campanacci) delle piccole mucche che s'incontrano sul ciglio delle strade.

La partenza è Fonni, uno dei paesi più alti della Sardegna, che d'inverno accoglie gli sciatori dell'isola. Qui si possono trovare parecchie strutture ricettive, negozi e ristoranti tipici, mentre, man mano che ci si inoltra nell'interno, i servizi (tra cui i benzinai) diventano più rari. La direzione da prendere è verso il passo Caravai, salendo parecchio lungo una strada mozzafiato, da pennellare senza indugio: una volta alla fine del passo pensi solo "let's do it again".
A questo punto ci si trova ad un bivio, dove i cartelli stradali indicano, sia a destra che a sinistra, la tappa successiva, Gairo–Ussassai: quella da prendere è la strada a sinistra, che si restringe ed a piccoli tratti è un po' sconnessa, ma decisamente più panoramica.


Continuare in direzione Gairo, superandolo, percorrendo una serie di tornanti stretti che portano lentamente verso il paese Vecchio ed una vallata da contemplare. Qui infatti il paesaggio cambia, le rocce si fanno più aspre e ricoperte interamente di lecci alti ed ombrosi (purtroppo con qualche macchia nera di incendi di recente passato) che si aprono per mostrare i resti delle case rurali abbandonate di Gairo Vecchio. Posteggiando qui si può costeggiare a piedi l'abitato, con il suo spettrale fascino, ed ascoltare il Riu Pardu che scorre in fondo alla gola, sulle cui sponde sassose si radunano pecore e agnellini a bere e pascolare.

La prossima destinazione è Ussassai, su una carreggiata che scivola nei boschi, fino a raggiungere Seui, dove fare una sosta per visitare il centro storico, il Carcere Spagnolo del ‘600 e la Galleria Civica (biglietto unico) che ospita opere di pittori locali. Proseguendo in direzione Sadali si incontra un bivio dove si deve girare a destra verso Seulo: subito dopo la svolta fare attenzione ai cartelli per le Domus de Janas, le splendide grotte abitate da fate-streghe che popolano le leggende sarde. Qui vale la pena una pausa, con visita alle grotte dove incontrare le statue di tre Janas impietrite dal volere divino, dopo che queste avevano impiccato senza troppi complimenti un frate di passaggio (che però aveva voluto a tutti i costi immischiarsi in faccede non sue, cercando di imporre alle fate di smettere la loro baldoria per osservare il doloroso digiuno quaresimale).

Dopo l’escursione negli umidi sotterranei della terra, si riprende la strada per Seulo, immergendosi sempre più nell’interno. Nei dintorni di Gadoni se si fa attenzione ai cartelli si può prendere la deviazione per la miniera Funtana Raminosa, un reperto di archeologia mineraria di proprietà di Igea spa, come le altre miniere presenti in Sardegna, e visitabile su prenotazione. Ma quello che attrae ancora più che la miniera è il tragitto che si deve percorrere per arrivare: una piccola strada che taglia i boschi e sale dove la vegetazione scarseggia, lasciando spazio a splendidi cespugli di rosmarino e ginestre profumate.
La direzione ora è Aritzo, mentre la vegetazione cambia repentinamente, ed i boschi di lecci lasciano il posto a sugherete rigogliose e campi coltivati. Tutto diventa più dolce, meno selvatico, come i contorni delle montagne che si abbassano in colline arrotondate. Ad Artizo si può visitare l’interessante museo Etnografico, che raccoglie 3500 oggetti della cultura locale. Senza fretta si prosegue verso Tonara, dove non ci si può sottrarre all’assaggio di un bel pezzo di torrone, che qui è il prodotto ancora secondo una ricetta artigianale: nei paioli di rame, mescolato a forza di braccia ed usando solo rami di agrifoglio per il fuoco.


Questo torrone è immancabile sulle bancarelle dei “carratoneris” (venditori ambulanti locali) a tutte le feste paesane. Ancora all’insegna della gastronomia è la prossima tappa, Ovodda, dove sono imperdibili i “Puzzoneddus”, dolcetti di mandorle e miele. La via prosegue tra campi coltivati e curve larghe, fino a costeggiare ed attraversare il Lago di Gusana, incastonato tra le montagne verdi che riportano di nuovo a Fonni, il nostro punto di partenza.
 
Il palio di Fonni, si svolge la prima settimana di agosto nel Galoppatoio San Cristoforo. E’ l’occasione per visitare questo paese con una cornice di cavalieri in costume tradizionale ed una bella festa.

Un giro col Trenino Verde. Lasciare la moto è sempre un dispiacere, ma ne vale la pena, perché anche se l’itinerario proposto segue molte delle tappe del trenino, ci sono angoli che solo le rotaie riescono a raggiungere. Il servizio si svolge solo d’estate. www.treninoverde.com
Orgosolo: una visita assolutamente imperdibile al paese più famoso del nuorese. Splendido il viale principale, dove ammirare i grandi murales che raccontano di politica, disagi e storie del paese, dell’isola e dell’Italia. Da non perdere la festa dell’Assunta dal 14 al 17 agosto, con processione in costume e gara di abilità equestre per le vie del paese.


Una passeggiata nell’interno del Gennargentu, accompagnati dalle guide locali (partenze da Aritzo) per scoprire angoli incontaminati, dove ammirare cascate e grotte spettacolari. Molti agriturismo offrono la possibilità di effettuare escursioni guidate, ma solo a piedi o in bici, quindi munirsi di scarponcini ed abbigliamento adeguato.      
Fonni
Ristorante Cualbu viale del Lavoro 21 T. 0784 57054

Lanusei
Ristorante La Rotonda di Luca & Chiara P.zza Mameli Tel.0782/42984

Aritzo
Ristorante Sa Muvara via Kennedy 29 – Aritzo T. 0784/629336
Ristorante Villa Delle Ginestre Via A. Maxia 36 T. 0784/629201

Tonara
Ristorante Sa Peonia T.0782 58037

Dove dormire

Fonni-Lanusei
Agriturismo Muggiana S.P. Fonni/Desulo tel. 078457579
Belvedere C.so Umberto I, 22 Lanusei Telefono: 078242184

Seulo
Hotel Miramonti Via Gennesaluna Telefono: 078258130
Agriturismo S'Armidda 0782 58308
Agriturismo Su Zippiri 0782 58017

Sadali
Agriturismo Su Coili - via Oristano, 10 Tel 078259122-0368228724

Ovodda
Agriturismo Badu 'e Fonne - via Salvatore Satta Tel 078454103

Tonara
Locanda del Muggianeddu via Mons. Tore – Tel 0784-63885
I paesi che si incontrano non sono baciati dal turismo di massa, quindi scarseggiano le botteghe ricche e sfavillanti. Ci sono però i veri artigiani, che spesso lavorano direttamente in casa e che producono pezzi unici come coltelli da collezione, tessuti, cuoio e gioielli con la lavorazione a filigrana. Sono però da scovare chiedendo alle persone del posto, il che farà gustare ancora di più il piacere dell’acquisto.

Molto più semplice trovare le specialità enogastronomiche: ai lati delle strade si possono incontrare spesso pastori e produttori/venditori di pecorino a vari livelli di stagionatura. Si fermano negli slarghi e nelle piazzole delle strade più battute con il loro saporito carico, da non mettere in frigorifero (come intimano all’atto dell’acquisto), ma da consumare in una ventina di giorni.
Tutte le specialità sono di terra: formaggi, salumi, dolci e carni.

Da assaggiare nelle osterie locali i mallureddu (gnocchetti con sugo di pomodoro), i formaggi salati col pane carasau e l’imperdibile porceddu.
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