Piemonte
Piemonte: alle spalle del lago Maggiore
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Stradine alberate, boschi, cascine: una natura ospitale e sincera nelle campagne del novarese, tra le colline e le piane del Ticino. Gallery fotografica e cartina da scaricare
Se capitate dalle parti del lago Maggiore tra sabato e domenica, come potrebbe succedere alla maggior parte dei mortali che durante la settimana si intrattiene lavorando, fatevi venire la tentazione di provare a percorrere questo itinerario per strade solitarie nella campagna del Novarese.
E' vero che il lago Maggiore e la strada che lo contorna sono sicuramente un itinerario classico, ma durante il weekend capita di guidare praticamente in colonna per il gran traffico e allora si perde quasi tutto il piacere di percorrere questa bella strada.
E' vero che il lago Maggiore e la strada che lo contorna sono sicuramente un itinerario classico, ma durante il weekend capita di guidare praticamente in colonna per il gran traffico e allora si perde quasi tutto il piacere di percorrere questa bella strada.
Meglio quindi gettarsi per strade minori e ogni tanto sterrate, strade a volte così piccole che penserete di esservi persi: moto ideale l'enduro perché non si va veloci e perché appunto ci sono un paio di facili sterrati da fare. Va bene, comunque, anche una stradale. Munitevi di una buona carta stradale perché appunto le strade sono piccole ed è facile perdersi, se avete un navigatore non sarà di grande utilità se non per tornare a casa quando vi sarete persi per la trentesima volta; una carta invece vi consentirà di orientarvi o di provare a seguire qualcuno degli sterrati che, soprattutto nelle piane intorno a Novara o al Ticino, si diramano in ogni direzione, come dire il gusto dell'avventurarsi a vedere dove va a finire una strada.
Il paesaggio varia dalle colline del Novarese, dalle forme morbide e di modesta altezza, che offrono bei panorami sulle vicine montagne ed in particolare sul gruppo del monte Rosa fino alle piane coltivate a riso dove ci si imbatte negli aironi e nei falchi che cacciano le rane; tra questi vasti specchi d'acqua sorgono le grandi cascine agricole del passato, oggi quasi del tutto abbandonate e in rovina perché di difficile riutilizzo: una volta brulicanti di gente e di attività, oggi sono ruderi silenziosi sui cui immensi cortili deserti si affacciano macchine agricole in disuso, ogni tanto è crollato un tetto, le erbe sono cresciute sulle soglie e tutto esprime una dignitosa decadenza.
Si parte dal casello di Arona sulla A26 Milano-Gravellona; all'innesto con la provinciale si gira a destra in direzione di Arona e dopo un paio di km si arriva a Oleggio Castello dove, prima dell'unico semaforo, si gira a destra per Gattico percorrendo una bella strada a mezza costa su una collina e passando davanti alla prima di una di quelle grandi cascine di cui si diceva prima. Si arriva a Gattico e si prende a sinistra in direzione Borgo Ticino-Novara. Giungendo all'altezza di Comignago si abbandona la strada principale e, a sinistra, si attraversa il paese per poi ritrovarsi ancora su una strada tortuosa che sale e scende per prati e boschi sino a ricongiungersi alla provinciale Arona-Novara. Si prende a destra in direzione Novara e in breve, per una strada solitamente trafficata, si giunge a Borgo Ticino; cinquecento metri dopo il paese si imbocca sulla destra la strada in direzione Divignano - Agrate, al primo bivio si tiene la destra e di nuovo ci si ritrova per una bella strada che si inoltra con un tracciato divertente per le colline. Si passa il castello di Conturbia, un antico fortilizio trasformato in villa nel Settecento, e si giunge a Conturbia. Poco prima è l'ingresso al parco della Torbiera di Agrate (www.latorbiera.it) che nasce con il progetto di creare un'area di riproduzione per le specie a rischio di estinzione: la visita è piacevole per l'ambiente naturale e i numerosi animali che si possono osservare tra cui il panda minore, la lontra, il lupo, la cicogna nera, la gru, il capriolo, la martora e molti altri (ingresso 10 euro, ne vale al pena).
Prima di entrare in Agrate si gira a sinistra per Suno e ci si ritrova per una strada solitaria tra prati e boschi, fresca in estate; ad un certo punto finisce l'asfalto e si percorre una facile strada bianca (così erano le strade minori fino non troppi anni fa) per circa un chilometro. A Suno si gira a sinistra all'innesto con la strada principale e ancora ci attende un tracciato con belle curve su e già per le colline sino a Mezzomerico e poi tra vigneti (le colline novaresi, soprattutto tra Ghemme e Romagnano sono zona di produzione di vini di pregio) sino a Vaprio d'Agogna che si attraversa sino alla provinciale che si imbocca girando a sinistra e giungendo in breve a Oleggio Castello. Qui merita fare una sosta nella piazza principale del paese che è circondata dal tradizionale porticato frequente nei centri storici del Piemonte, bella è anche la torre di mattoni e pietra risalente al Quattrocento; tutto il centro storico presenta tuttavia begli edifici sette-ottocenteschi e meriterebbe anche il panorama sulla pianura a perdita d'occhio se non fosse che brutte e disordinate urbanizzazioni civili e artigianali non avessero invaso malamente l'antica pianura agricola sottostante al paese.
Risaie, boschetti e cascine
Dopo tanta solitudine per campagne solitarie fa piacere sedersi ai tavoli sotto i portici per una sosta e godere dell'animazione del piccolo centro urbano, si capisce il rapporto tra il borgo e le sue campagne e la forte attrazione che nel passato esercitava sul contado nei giorni di festa e di mercato.
Dal centro del paese ci si dirige verso la stazione, poco prima c'è un passaggio a livello che si attraversa prendendo subito a sinistra (non ci sono cartelli indicatori) per Alzate, seguendo cioè la vecchia strada per Alzate: si lasciano le ultime case del paese e ci si ritrova presto su una strada che si stringe e diventa sterrata inoltrandosi nel bosco. Qui guarderete con tenerezza il navigatore perché sarete sicuri di esservi persi ma se non vi scoraggiate andrà tutto bene: tenete prima la destra e poi, all'innesto con un'altra sterrata che arriva da destra, prendete a sinistra sino a giungere, costeggiando ampie risaie, il piccolo borgo di Alzate che attraverserete sino alla provinciale dove si gira a sinistra in direzione Novara; dopo un rettilineo di un paio di km (che bello sapere che la quarta e la quinta ci sono ancora..) si svolta a sinistra per Bellinzago e la Badia di Dulzago. Ancora risaie e boschetti e appare il nucleo della Badia di Dulzago, sulle rive di una risaia che in primavera è un vasto specchio d'acqua ma in estate un prato verdissimo.
Qui c'è un bel contesto di case rurali e cascine che sono sorte intorno all'abbazia che fu fondata nel secolo XII ma che, come tante altre abbazie, andò in crisi e si trasformò in centro agricolo intorno al Cinquecento. Vale la pena una breve passeggiata per la via principale che è ciottolata e circondata da edifici ben conservati che mantengono intatto il fascino del passato; della abbazia resta poco oltre alla chiesa di S.Giulio.
Si torna indietro sino a bivio poco prima della Badia Dulzago e si imbocca una strada rettilinea che costeggia una roggia (piccolo canale d'acqua per l'irrigazione) e poi scavalca una collina sino a giungere a Cavagliano (poco prima c'è una piscina a pagamento, buona sosta in caso di giornata calda), altro borgo ben conservato dove si notano i resti di un castello dei Visconti con portali e ghiere di finestre in cotto, databili al sec. XV.
Si raggiunge quindi la provinciale Arona-Novara, si svolta a destra e al primo rondò si segue per Cameri, nota per l'aeroporto militare. Senza entrare in paese e ci si dirige verso la cascina Galdina (meriterebbe un'occhiata anche la cascina Picchetta che è una villa padronale che nel Cinquecento appartenne alla famiglia spagnola dei Cid, ora è sede del Parco del Ticino del Piemonte) attraversando vasti campi agricoli. In breve si giunge a Cascina Galdina che era un centro agricolo importante sin dal medioevo e oggi presenta ancora le forme della villa rurale settecentesca con gli annessi edifici agricoli. Si prosegue per Bornago, un piccolo paese agricolo dove si trova l'omonima cascina già segnalata nel medioevo e poi rimaneggiata tra sette e Ottocento, e si giunge alla periferia di Bellinzago. Qui bisogna cercare di non entrare in paese ma stare sulla strada che contorna l'abitato, non è facile e se ci riuscite siete bravi.
Appena in paese si gira a destra in via Volta, poi subito a destra in via Ticino e subito a sinistra in via Galvani; da qui si va sempre diritto per almeno 4 km passando le frazioni di S. Gaudenzio e di Loreto sino ad incontrare la strada che scende al Ticino (che si chiama via Castelnovate); se vi perdete chiedete la strada per Loreto. Si scende quindi per questa bella strada che si inoltra nei boschi che fiancheggiano le rive del Ticino che qui scorre con rapide spumeggianti; è questo il punto per un'altra piacevole sosta e anche per un bagno. La strada prosegue quindi sempre tra boschi e campi per poi risalire verso Pombia; a dire la verità si potrebbe raggiungere anche Varallo Pombia per stradine molto belle immerse nella natura ma è difficile descrivere il percorso, un consiglio è quello di esplorare questa area che non è abbastanza estesa per perdersi drammaticamente ma davvero interessante in quanto le strade si avvicinano e si allontanano di continuo dal Ticino in splendidi boschi di pino silvestre: state comunque attenti a rispettare i divieti di transito sulle strade minori perché ci troviamo in pieno Parco del Ticino.
Da Pombia si raggiunge Varallo e da qui ci si dirige verso Somma Lombardo passando il Ticino sul ponte-diga che regola il livello del lago Maggiore. Subito dopo il ponte si gira a sinistra e si percorre l'antica strada alzaia che scorre a filo della riva del fiume: qui i buoi trainavano controcorrente i barconi che avevano trasportato pietre, sabbia, mattoni, legname e generi alimentari a Milano per la via d'acqua del Ticino e del naviglio grande che nel passato era l'equivalente delle moderne autostrade. La strada va percorsa a bassissima velocità (20 km/h) perché stretta e affollata di biciclette e gente a piedi. In breve si giunge a Sesto Calende e da qui il casello autostradale della A26 Milano-Gravellona.
Dal centro del paese ci si dirige verso la stazione, poco prima c'è un passaggio a livello che si attraversa prendendo subito a sinistra (non ci sono cartelli indicatori) per Alzate, seguendo cioè la vecchia strada per Alzate: si lasciano le ultime case del paese e ci si ritrova presto su una strada che si stringe e diventa sterrata inoltrandosi nel bosco. Qui guarderete con tenerezza il navigatore perché sarete sicuri di esservi persi ma se non vi scoraggiate andrà tutto bene: tenete prima la destra e poi, all'innesto con un'altra sterrata che arriva da destra, prendete a sinistra sino a giungere, costeggiando ampie risaie, il piccolo borgo di Alzate che attraverserete sino alla provinciale dove si gira a sinistra in direzione Novara; dopo un rettilineo di un paio di km (che bello sapere che la quarta e la quinta ci sono ancora..) si svolta a sinistra per Bellinzago e la Badia di Dulzago. Ancora risaie e boschetti e appare il nucleo della Badia di Dulzago, sulle rive di una risaia che in primavera è un vasto specchio d'acqua ma in estate un prato verdissimo.
Qui c'è un bel contesto di case rurali e cascine che sono sorte intorno all'abbazia che fu fondata nel secolo XII ma che, come tante altre abbazie, andò in crisi e si trasformò in centro agricolo intorno al Cinquecento. Vale la pena una breve passeggiata per la via principale che è ciottolata e circondata da edifici ben conservati che mantengono intatto il fascino del passato; della abbazia resta poco oltre alla chiesa di S.Giulio.
Si torna indietro sino a bivio poco prima della Badia Dulzago e si imbocca una strada rettilinea che costeggia una roggia (piccolo canale d'acqua per l'irrigazione) e poi scavalca una collina sino a giungere a Cavagliano (poco prima c'è una piscina a pagamento, buona sosta in caso di giornata calda), altro borgo ben conservato dove si notano i resti di un castello dei Visconti con portali e ghiere di finestre in cotto, databili al sec. XV.
Si raggiunge quindi la provinciale Arona-Novara, si svolta a destra e al primo rondò si segue per Cameri, nota per l'aeroporto militare. Senza entrare in paese e ci si dirige verso la cascina Galdina (meriterebbe un'occhiata anche la cascina Picchetta che è una villa padronale che nel Cinquecento appartenne alla famiglia spagnola dei Cid, ora è sede del Parco del Ticino del Piemonte) attraversando vasti campi agricoli. In breve si giunge a Cascina Galdina che era un centro agricolo importante sin dal medioevo e oggi presenta ancora le forme della villa rurale settecentesca con gli annessi edifici agricoli. Si prosegue per Bornago, un piccolo paese agricolo dove si trova l'omonima cascina già segnalata nel medioevo e poi rimaneggiata tra sette e Ottocento, e si giunge alla periferia di Bellinzago. Qui bisogna cercare di non entrare in paese ma stare sulla strada che contorna l'abitato, non è facile e se ci riuscite siete bravi.
Appena in paese si gira a destra in via Volta, poi subito a destra in via Ticino e subito a sinistra in via Galvani; da qui si va sempre diritto per almeno 4 km passando le frazioni di S. Gaudenzio e di Loreto sino ad incontrare la strada che scende al Ticino (che si chiama via Castelnovate); se vi perdete chiedete la strada per Loreto. Si scende quindi per questa bella strada che si inoltra nei boschi che fiancheggiano le rive del Ticino che qui scorre con rapide spumeggianti; è questo il punto per un'altra piacevole sosta e anche per un bagno. La strada prosegue quindi sempre tra boschi e campi per poi risalire verso Pombia; a dire la verità si potrebbe raggiungere anche Varallo Pombia per stradine molto belle immerse nella natura ma è difficile descrivere il percorso, un consiglio è quello di esplorare questa area che non è abbastanza estesa per perdersi drammaticamente ma davvero interessante in quanto le strade si avvicinano e si allontanano di continuo dal Ticino in splendidi boschi di pino silvestre: state comunque attenti a rispettare i divieti di transito sulle strade minori perché ci troviamo in pieno Parco del Ticino.
Da Pombia si raggiunge Varallo e da qui ci si dirige verso Somma Lombardo passando il Ticino sul ponte-diga che regola il livello del lago Maggiore. Subito dopo il ponte si gira a sinistra e si percorre l'antica strada alzaia che scorre a filo della riva del fiume: qui i buoi trainavano controcorrente i barconi che avevano trasportato pietre, sabbia, mattoni, legname e generi alimentari a Milano per la via d'acqua del Ticino e del naviglio grande che nel passato era l'equivalente delle moderne autostrade. La strada va percorsa a bassissima velocità (20 km/h) perché stretta e affollata di biciclette e gente a piedi. In breve si giunge a Sesto Calende e da qui il casello autostradale della A26 Milano-Gravellona.
Dove mangiare, dove dormire
ALBERGHI
-Agriturismo Cargandino, via per Vaprio, Mezzomerico, tel. 0321 923008, in una cascina agricola, con ristorante, doppia a 50 euro a notte.
- Cascina Cesarina, via dei Cesari 32, Borgo Ticino, tel. 0321 90941; agriturismo, con ristorante, doppia a 47-57 euro a notte.
- Cascina delle ruote, via Beati 151, tel. 0321 973158; agriturismo con ristorante, camera doppia a 62 euro a notte.
RISTORANTI
- San Giulio, Badia di Dulzago, tel. 0321 98101; antipasti di salumi nostrani, tra i primi la tradizionale paniscia (riso con fagioli, verdura e salsiccia), i garganelli al ragù d'anatra e gli agnolotti. Tra i secondi da segnalare lo stinco al forno e il coniglio. Buoni i dessert fatti in casa. Ottimi vini locali. Prenotazione consigliabile.
- Il gatto e la volpe, via Nebulina 22, Oleggio, tel. 0321 998256. Ben conosciuta e apprezzata trattoria a gestione familiare. Antipasti di verdure, lingua in salsa verde, insalata russa, cotechino. Anche qui fanno un'ottima paniscia. Tra i secondi la punta di vitello arrosto e l'ossobuco con piselli. Tra i dessert è da provare il tradizionale bunet piemontese. Ottimi i vini. Prenotazione indispensabile perché il locale è sempre pieno.
- Trattoria del ciclista, via Rosmini 34, Borgomanero, tel. 0321 81649. Classica trattoria di una volta a base di piatti ben fatti e abbondanti con prezzi "di una volta", a non esagerare ce la si cava con 20 euro.
-Agriturismo Cargandino, via per Vaprio, Mezzomerico, tel. 0321 923008, in una cascina agricola, con ristorante, doppia a 50 euro a notte.
- Cascina Cesarina, via dei Cesari 32, Borgo Ticino, tel. 0321 90941; agriturismo, con ristorante, doppia a 47-57 euro a notte.
- Cascina delle ruote, via Beati 151, tel. 0321 973158; agriturismo con ristorante, camera doppia a 62 euro a notte.
RISTORANTI
- San Giulio, Badia di Dulzago, tel. 0321 98101; antipasti di salumi nostrani, tra i primi la tradizionale paniscia (riso con fagioli, verdura e salsiccia), i garganelli al ragù d'anatra e gli agnolotti. Tra i secondi da segnalare lo stinco al forno e il coniglio. Buoni i dessert fatti in casa. Ottimi vini locali. Prenotazione consigliabile.
- Il gatto e la volpe, via Nebulina 22, Oleggio, tel. 0321 998256. Ben conosciuta e apprezzata trattoria a gestione familiare. Antipasti di verdure, lingua in salsa verde, insalata russa, cotechino. Anche qui fanno un'ottima paniscia. Tra i secondi la punta di vitello arrosto e l'ossobuco con piselli. Tra i dessert è da provare il tradizionale bunet piemontese. Ottimi i vini. Prenotazione indispensabile perché il locale è sempre pieno.
- Trattoria del ciclista, via Rosmini 34, Borgomanero, tel. 0321 81649. Classica trattoria di una volta a base di piatti ben fatti e abbondanti con prezzi "di una volta", a non esagerare ce la si cava con 20 euro.
Galleria fotografica
La tabella dei chilometraggi