Piemonte
I colli piemontesi tra Ovada e Serravalle Scrivia
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64 chilometri di strade tranquille attraverso dolci colline racchiuse tra i due tronchi d'autostrada che collegano Milano al mare. Gallery fotografica e mappa da scaricare
Ovada, Serravalle. Spesso solo due nomi che, che identificano i due tronchi autostradali che si percorrono velocemente nei fine settimana estivi. Due nastri d'asfalto che, invece, racchiudono come in uno scrigno, dolci colline e imponenti castelli, strade tra i vini e antiche leggende. E molto altro. Il nostro itinerario inizia proprio a Serravalle Scrivia, lasciata l'autostrada.
Dimentichiamo le larghe strade trafficate e disponiamoci a percorrere senza fretta stradine che risalgono queste colline, mai troppo alte, ma che offrono vedute spettacolari. I piccoli paesi, antichi insediamenti sorti sul crinale, così da assicurarsi il migliore controllo del territorio, si raggiungono dopo piacevoli tratti di curve tra vigne ordinate, alternate a fitti boschi e pochi campi coltivati. Una fetta di territorio dal gusto misterioso, dove ogni borgo racchiude un castello, custode di tesori e leggende, ognuno meritevole di una sosta; ma anche un territorio generoso di sapori e terra di grandi vini, dove una passeggiata tra le botteghe o una visita alle cantine non lascia deluso chi va a caccia di cose buone.
Cominciamo a penetrare in questo suggestivo territorio da Monterotondo: un piacevole tratto di strada corre tra i filari dell'uva costellati di sontuose aziende agricole. Stiamo marciando verso Gavi: un breve tragitto di salite e discese in un bosco su asfalto in ottime condizioni ci regala spensieratezza e ci consente di giocare col cambio. Entriamo a Gavi: proprio all'ingresso del paese, a destra, una breve deviazione in ripida e stretta salita conduce al Forte, imponente fortezza genovese, simbolo della città, abbarbicata su uno sperone roccioso che domina con grande impatto visivo tutta la valle del Lemme. Gavi, che deve la sua impronta di carattere ligure agli oltre sei secoli di dominazione genovese, è la capitale del rinomato Cortese ed è sede di numerose manifestazioni di carattere enogastronomico.
Cominciamo a penetrare in questo suggestivo territorio da Monterotondo: un piacevole tratto di strada corre tra i filari dell'uva costellati di sontuose aziende agricole. Stiamo marciando verso Gavi: un breve tragitto di salite e discese in un bosco su asfalto in ottime condizioni ci regala spensieratezza e ci consente di giocare col cambio. Entriamo a Gavi: proprio all'ingresso del paese, a destra, una breve deviazione in ripida e stretta salita conduce al Forte, imponente fortezza genovese, simbolo della città, abbarbicata su uno sperone roccioso che domina con grande impatto visivo tutta la valle del Lemme. Gavi, che deve la sua impronta di carattere ligure agli oltre sei secoli di dominazione genovese, è la capitale del rinomato Cortese ed è sede di numerose manifestazioni di carattere enogastronomico.
Da Gavi a Ovada
Attraversato il nucleo storico di Gavi, proseguiamo verso Parodi Ligure. Appena fuori dall’abitato, si trovano le indicazioni per la salita al Santuario di Nostra Signora della Guardia eretto sul colle dei Turchini, che fronteggia il Forte. Alcuni cartelli marroni ci informano che stiamo marciando lungo il Percorso delle Ville: si tratta di un’area – che attraverseremo quasi completamente - caratterizzata da antiche dimore e tenute agricole, oggi specializzate nella produzione di vino Gavi. La vista che si gode da qui è sorprendente: i crinali si risalgono e discendono velocemente, si viaggia per lo più in cresta e il panorama è vastissimo. I castelli si fronteggiano e spesso ci regalano la loro migliore prospettiva proprio dal crinale opposto, quando, lasciato un borgo, stiamo già puntando verso il prossimo maniero. Raggiungiamo Mornese, il cui nucleo storico, che si percorre interamente, si sviluppa attorno al poderoso Castello Doria, prima baluardo difensivo e poi dimora nobiliare. Non ci stanca la guida tranquilla attraverso questa gradevole zona collinare; ma ci piace anche gironzolare pigramente e in assoluta tranquillità, tra botteghe di vini e misteri attorno ai castelli. E un altro maniero ci attende: giunti a Lerma, borgo abbarbicato su una scarpata rocciosa con mura a strapiombo sul torrente Piota, il Castello Spinola, ricostruito nel 1499 con un cortile interno di inconsueta forma triangolare, fa bella mostra di sé.
Ci godiamo il panorama che spazia dalla valle sottostante alle colline ovadesi, dall’appennino ligure fino alla catena alpina da cui spicca, inconfondibile, la vetta del Monviso. All’uscita da Lerma il paesaggio cambia completamente: spariscono le vigne, si corre lungo un tratto in discesa caratterizzato da vegetazione fittissima. Questo unico tratto di traffico si abbandona rapidamente. Verso Tagliolo Monferrato ritroviamo i vigneti: aziende agricole e cantine sono segnalate ovunque e rappresentano, per chi è a caccia di gusto, un irresistibile richiamo. La parte nuova di Tagliolo, da cui facciamo ingresso in paese, è costituita da moderne palazzine, comunque gradevoli, mai invadenti; ma non appena ci introduciamo nelle stradine del vecchio borgo ritroviamo tutte le caratteristiche degli antichi insediamenti che contraddistinguono i centri di questa zona. Il Castello Pinnelli Gentile, oggetto di rimaneggiamenti nel corso dei secoli, ma con una base che sarebbe addirittura anteriore al Mille, è ora azienda agricola, ma rimane comunque visitabile ed è sede di iniziative culturali e rassegne enogastronomiche. Usciamo dal lato opposto per dirigerci verso Ovada.
Centro storico della media e dell’alta valle dell’Orba, Ovada sorge su una terrazza fluviale alla confluenza del torrente Stura nell’Orba. Il nucleo più antico della città ha un aspetto tipicamente genovese con le facciate delle case decorate e le strette strade che ricordano i carruggi liguri. Il centro non sempre è accessibile (bisogna fare attenzione ai cartelli posti agli ingressi, che regolamentano il traffico), tuttavia vale la pena di addentrarsi fino alla piazza centrale per curiosare tra le botteghe e alzare lo sguardo sugli antichi palazzi.
Da Ovada a Montaldeo
Da Ovada un piacevole tratto veloce verso Acqui Terme, sulla statale 456 del Turchino, ci consente di risvegliare un poco il motore. Raggiungiamo Molare: adagiato nel fondovalle dell’Orba, il borgo di fondazione duecentesca conserva il Castello Chiabrera, la cui imponente figura ci appare proprio di fronte, al nostro avvicinarci al paese. Usciti da Molare una salita con pendenza del 7% conduce a Cremolino. Tra le distese di vigneti del pregiato Dolcetto, si scorge la parte antica del paese, arroccata attorno al Castello Malaspina, che domina le valli dell’Orba e del Bormida. Di origine trecentesca, il maniero conserva ancora intatto il ponte levatoio d’accesso.
Ancora vigne e sguardi che si perdono lungo le valli; superato l’abitato di Villa Botteri una piccola strada sul crinale conduce a Rocca Grimalda, vivissimo borgo, fortificato nel 1200, sulla sommità di un colle dominato dal castello e avvolto da un alone magico. Il paese ospita il Museo della Maschera dedicato alla Lachera. Da Rocca, un paio di ripidi tornanti ci portano velocemente in fondovalle. Basta girare lo sguardo verso la prossima tappa di questo percorso ideale, che subito colpisce la figura dell’ennesimo castello, quello imponente di Silvano d’Orba, quattrocentesco, che sovrasta il paese. L’ingresso a Silvano avviene proprio nel mezzo della via principale, dove ci lasciamo incuriosire dalle indicazioni delle antiche distillerie di grappa e del Museo Storico dell’Oro Italiano. Presto siamo alla volta di Castelletto d’Orba, centro termale con quattro fonti dalle elevate proprietà curative, e meta significativa di turismo enogastronomico: vi si svolge, infatti, una prestigiosa rassegna dedicata ai vini dell’Alto Monferrato.
Lungo una strada che corre sul crinale, con panorami spettacolari su entrambi i lati, raggiungiamo infine Montaldeo (foto sulla destra): l’imponente Castello dei Doria, che domina il borgo, deve la sua fama alla leggendaria presenza di un fantasma e allo sterminio di un dispotico feudatario alessandrino e della sua famiglia, perpetrato all’interno delle mura nel 1528. Terminiamo il giro sulle panche sotto le robinie, accanto alla Cappelletta dedicata alla Madonna di Pompei, poco oltre l’abitato; siamo giunti a un bivio: cartina alla mano, possiamo decidere per quale strada abbandonare questo piacevole girovagare per castelli e vino.
Ancora vigne e sguardi che si perdono lungo le valli; superato l’abitato di Villa Botteri una piccola strada sul crinale conduce a Rocca Grimalda, vivissimo borgo, fortificato nel 1200, sulla sommità di un colle dominato dal castello e avvolto da un alone magico. Il paese ospita il Museo della Maschera dedicato alla Lachera. Da Rocca, un paio di ripidi tornanti ci portano velocemente in fondovalle. Basta girare lo sguardo verso la prossima tappa di questo percorso ideale, che subito colpisce la figura dell’ennesimo castello, quello imponente di Silvano d’Orba, quattrocentesco, che sovrasta il paese. L’ingresso a Silvano avviene proprio nel mezzo della via principale, dove ci lasciamo incuriosire dalle indicazioni delle antiche distillerie di grappa e del Museo Storico dell’Oro Italiano. Presto siamo alla volta di Castelletto d’Orba, centro termale con quattro fonti dalle elevate proprietà curative, e meta significativa di turismo enogastronomico: vi si svolge, infatti, una prestigiosa rassegna dedicata ai vini dell’Alto Monferrato.
Lungo una strada che corre sul crinale, con panorami spettacolari su entrambi i lati, raggiungiamo infine Montaldeo (foto sulla destra): l’imponente Castello dei Doria, che domina il borgo, deve la sua fama alla leggendaria presenza di un fantasma e allo sterminio di un dispotico feudatario alessandrino e della sua famiglia, perpetrato all’interno delle mura nel 1528. Terminiamo il giro sulle panche sotto le robinie, accanto alla Cappelletta dedicata alla Madonna di Pompei, poco oltre l’abitato; siamo giunti a un bivio: cartina alla mano, possiamo decidere per quale strada abbandonare questo piacevole girovagare per castelli e vino.
La tabella dei chilometraggi
Dove mangiare, dove dormire
Agriturismo Ortosano, Via Cappellette17, Ovada, tel. 0143.822464.
Un vero agriturismo che produce e conserva in proprio quasi tutti gli ingredienti utilizzati. Tanti animali da cortile e un breve tratto di sterrato per raggiungere questa oasi dove si mangia solo da venerdì a domenica, preferibilmente su prenotazione. Pane e focacce cotte nel forno a legna; vendita prodotti.
, Piazza Vittorio Veneto 15, 15078 Rocca Grimalda (AL), tel e fax 0143.873401. Aperta giovedì dalle 17 alle 24; ve, sa, dom. dalle 11 alle 24. Ricchissima lista di vini locali e grappe; la lista ha una descrizione particolareggiata dei vitigni. Piccola cucina in ambiente informale e molto accogliente. Vendita diretta di vini al prezzo di cantina dei produttori.
Villa Schella Bed & Breakfast, Via Molare 8, Ovada, tel. 0143.80324, 333.4802393, affascinante dimora in un parco inserita nel circuito dell’iniziativa “Castelli aperti”, con piscina, ambiente davvero accogliente con un ottimo rapporto prezzo qualità (camera doppia con colazione a 90€). Agriturismo Valle del Sole, Località Alice, Gavi, tel. 0143.643102.
Circondata da vigneti e boschi, una vecchia cascina ristrutturata con 3 camere e piscina. 70 € la doppia con colazione. Anche cucina.
Un vero agriturismo che produce e conserva in proprio quasi tutti gli ingredienti utilizzati. Tanti animali da cortile e un breve tratto di sterrato per raggiungere questa oasi dove si mangia solo da venerdì a domenica, preferibilmente su prenotazione. Pane e focacce cotte nel forno a legna; vendita prodotti.
, Piazza Vittorio Veneto 15, 15078 Rocca Grimalda (AL), tel e fax 0143.873401. Aperta giovedì dalle 17 alle 24; ve, sa, dom. dalle 11 alle 24. Ricchissima lista di vini locali e grappe; la lista ha una descrizione particolareggiata dei vitigni. Piccola cucina in ambiente informale e molto accogliente. Vendita diretta di vini al prezzo di cantina dei produttori.
Villa Schella Bed & Breakfast, Via Molare 8, Ovada, tel. 0143.80324, 333.4802393, affascinante dimora in un parco inserita nel circuito dell’iniziativa “Castelli aperti”, con piscina, ambiente davvero accogliente con un ottimo rapporto prezzo qualità (camera doppia con colazione a 90€). Agriturismo Valle del Sole, Località Alice, Gavi, tel. 0143.643102.
Circondata da vigneti e boschi, una vecchia cascina ristrutturata con 3 camere e piscina. 70 € la doppia con colazione. Anche cucina.
Da non perdere
Gavi: 11 settembre "Andar per Gavi 2005". Percorso enogastronomico dove, oltre a degustare le migliori tradizioni del Gavi Docg in abbinamento coi prodotti del territorio, si possono visitare maestose tenute, parchi secolari e fantastici vigneti.
Ovada: in autunno "Invito ai Castelli, dolcetti e tartufo", iniziative con aperture dei castelli, fiere e degustazioni. I golosi menù dei ristoranti tipici e il Dolcetto direttamente dalle cantine, attendono i visitatori non frettolosi che vogliono assaporare un dolce paesaggio collinare.Una passeggiata lungo le vie del centro storico cancellerà dalla mente l’idea di Ovada come di una anonima cittadina che identifica uno dei tronchi autostradali più congestionati. I fragranti “pizzicotti di Ovada” gustosi dolcetti a base di mandorle dolci, si gustano in tutte le pasticcerie del centro.
: la "Sagra del Polentone", istituita nel 1730: la prima domenica dopo le ceneri, nella piazza centrale viene preparata una grandissima polenta distribuita al pubblico, tra canti, danze popolari e corteo storico. Rocca Grimalda: una passeggiata al Belvedere, che domina l’antica via del Sale, per perdersi nel panorama. La moto si parcheggia facilmente in fondo alla stradina di accesso alla grande terrazza piantumata, un invito a una pausa di relax. Nel periodo del Carnevale: la Lachera, originale corteo nuziale che da tempo immemorabile attraversa a Carnevale le campagne di Rocca Grimalda tra schiocchi di frusta, tintinnare di sonagliere, nastri multicolori, con un seguito di buffi personaggi e animali agghindati. Un rito che la leggenda fa risalire a un atto di ribellione del popolo contro la Jus Primae Noctis pretesa dal feudatario.
: la "Sagra del Polentone", istituita nel 1730: la prima domenica dopo le ceneri, nella piazza centrale viene preparata una grandissima polenta distribuita al pubblico, tra canti, danze popolari e corteo storico. Rocca Grimalda: una passeggiata al Belvedere, che domina l’antica via del Sale, per perdersi nel panorama. La moto si parcheggia facilmente in fondo alla stradina di accesso alla grande terrazza piantumata, un invito a una pausa di relax. Nel periodo del Carnevale: la Lachera, originale corteo nuziale che da tempo immemorabile attraversa a Carnevale le campagne di Rocca Grimalda tra schiocchi di frusta, tintinnare di sonagliere, nastri multicolori, con un seguito di buffi personaggi e animali agghindati. Un rito che la leggenda fa risalire a un atto di ribellione del popolo contro la Jus Primae Noctis pretesa dal feudatario.
Visite e shopping
Castelli, cantine, musei:
Visite ai Castelli di Tagliolo e Montaldeo da inizio maggio a fine ottobre, nel periodo della rassegna "Castelli aperti": www.castelliaperti.it per il calendario delle aperture.
Nel Castello di Tagliolo cantina con vendita di vino e prodotti tipici. Il Forte di Gavi è aperto nei giorni feriali fino alle 16, prolungato fino alle 18,30 in estate; nei festivi solo la mattina. Il Castello di Silvano d’Orba e quello di Rocca Grimalda sono visitabili solo esternamente; per gli altri, vedere sul posto le indicazioni di eventuali aperture saltuarie. Il museo della Maschera di Rocca Grimalda è aperto la domenica dalle 15 alle 19.
Entrare in una azienda agricola da queste parti significa degustare i vini, spesso accompagnati da gustosi assaggi di prodotti locali e compiere una visita suggestiva alle cantine. Sono sempre ben visibili e segnalate, sempre aperte e anche molto belle!
Corsa all’oro. Curiosità: la ricerca dell’oro ha interessato nei secoli tutti i corsi d’acqua della zona già dai tempi degli antichi romani per proseguire nel Medioevo fino a tutto l’800.
A Lerma, Museo Storico dell’Oro Italiano conserva la storia dei giacimenti auriferi italiani, con documenti risalenti al Cinquecento fino ai giorni nostri, carte, incisioni, fotografie, strumenti. Non mancano campioni di minerali auriferi e di oro nativo primario, scagliette e polvere raccolti nei corsi d’acqua. É possibile partecipare a dimostrazioni pratiche di raccolta dell’oro e a ricerche nei torrenti auriferi. Anche a Silvano d’Orba c’è il Museo Storico dell’oro Italiano, con attrezzi e documenti d’epoca.
Visite ai Castelli di Tagliolo e Montaldeo da inizio maggio a fine ottobre, nel periodo della rassegna "Castelli aperti": www.castelliaperti.it per il calendario delle aperture.
Nel Castello di Tagliolo cantina con vendita di vino e prodotti tipici. Il Forte di Gavi è aperto nei giorni feriali fino alle 16, prolungato fino alle 18,30 in estate; nei festivi solo la mattina. Il Castello di Silvano d’Orba e quello di Rocca Grimalda sono visitabili solo esternamente; per gli altri, vedere sul posto le indicazioni di eventuali aperture saltuarie. Il museo della Maschera di Rocca Grimalda è aperto la domenica dalle 15 alle 19.
Entrare in una azienda agricola da queste parti significa degustare i vini, spesso accompagnati da gustosi assaggi di prodotti locali e compiere una visita suggestiva alle cantine. Sono sempre ben visibili e segnalate, sempre aperte e anche molto belle!
Corsa all’oro. Curiosità: la ricerca dell’oro ha interessato nei secoli tutti i corsi d’acqua della zona già dai tempi degli antichi romani per proseguire nel Medioevo fino a tutto l’800.
A Lerma, Museo Storico dell’Oro Italiano conserva la storia dei giacimenti auriferi italiani, con documenti risalenti al Cinquecento fino ai giorni nostri, carte, incisioni, fotografie, strumenti. Non mancano campioni di minerali auriferi e di oro nativo primario, scagliette e polvere raccolti nei corsi d’acqua. É possibile partecipare a dimostrazioni pratiche di raccolta dell’oro e a ricerche nei torrenti auriferi. Anche a Silvano d’Orba c’è il Museo Storico dell’oro Italiano, con attrezzi e documenti d’epoca.
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