Lombardia: lo specchio magico
C’è più di un bacino d’acqua in questo itinerario che svalica anche in Svizzera. Dal lago bianco sul passo Gavia ai laghi di Cancano, senza tralasciare fiumi e cascate. E, ovviamente, curve a non finire...
Una sosta... il paesaggio lunare in prossimità del valico; sullo sfondo il Lago Nero
Fino a un quarto di secolo fa era una salita “eroica”, stretta, sterrata e senza guardrail sugli impressionanti strapiombi
MEDITAZIONE
Il punto di partenza è “oltreconfine”, sempre in Lombardia, ma in provincia di Brescia, in fondo alla Valle Camonica. Da Ponte di Legno si inizia subito a salire imboccando la strada che sale verso il passo Gavia, un tracciato molto amato dagli appassionati di due ruote, anche quelle prive di motore. Fino a un quarto di secolo fa era una salita che poteva essere definita senza mezzi termini eroica, stretta, sterrata e priva di protezioni a valle sugli impressionanti strapiombi che portano a quello che un tempo era conosciuto come il valico “della testa del morto”. Oggi il tracciato è tutto asfaltato, ma è sempre bene affrontarlo con un minimo di timore reverenziale perché in alcuni tratti incontrare un’auto che proviene in senso contrario può imporre lo stop alla moto che sale a causa della carreggiata stretta. Si sale in tre fasi, partendo dal fondovalle, iniziando la scalata con una serie di tornanti nel bosco, proseguendo in mezzacosta sulla parte più scenografica e affrontando un’ultima serie di tornanti per raggiungere i 2.618 metri di quota. Il Gavia non è uno di quei passi da un selfie e via, il panorama in quota invita alla meditazione. Il cartello che segnala la vetta (è in diciassettesima posizione tra quelli più alti d’Europa, appena alle spalle del mitico Galibier) sembra dividere due mondi: quello lunare che ci si lascia alle spalle e l’eden che appare non appena si supera il Lago Bianco, che definire piccolo specchio d’acqua non è azzardato, poiché qui si riflettono i profili maestosi delle cime circostanti. Più si scende verso valle, più l’ambiente si fa verde e più si allarga la vista sull’Ortles, sul Gran Zebrù e sul Cevedale. Anche il fondo stradale migliora, in alcuni tratti è stato rifatto di recente, e la discesa diventa piacevole anche in sella alla moto più rigida.Santa Caterina Valfurva comincia ad apparire tra gli alberi e una volta raggiunto il centro abitato, invece di procedere verso Bormio, ci si concede una deviazione. Dal centro del paese si gira a destra per risalire verso il ghiacciaio dei Forni. È una bella stradina che corre tra i boschi, non percorribile liberamente. Per tutelare l’ambiente, qui è fissato un numero chiuso di accessi giornaliero ed è richiesto il pagamento di una cifra simbolica (5 euro) per raggiungere il parcheggio in fondo alla valle. Da questo punto di osservazione le cose da fare sono le più disparate: si può proseguire la meditazione iniziata sul Gavia, raggiungere la base del ghiacciaio, ogni anno più lontana per effetto del costante ritiro delle nevi perenni, oppure andare alla ricerca dei reperti della grande guerra, che in queste zone aveva un fronte importante.
Un’occasione da non perdere, procedendo senza fretta, per andare alla scoperta della sorgente del fiume Adda, che sgorga proprio qui
SCENDENDO DA BORMIO IL VECCHIO PERCORSO, IN PARTE STRAVOLTO DALL’ALLUVIONE DEL 1987, RESTA LA SOLUZIONE PIÙ RILASSANTE E PANORAMICA
la strada sterrata che porta alla diga del Lago di Cancano
I LAGHI DI CANCANO
Da Santa Caterina si procede in leggera discesa, seguendo il corso del torrente Frodolfo su una strada che per la prima volta in questo viaggio diventa ampia. A Bormio ci si accoda al flusso di motociclisti che, appena la stagione lo consente, salgono in pellegrinaggio verso la “cima Coppi” dello Stelvio. Ma solo per un breve tratto, perché al terzo tornante si abbandona il gruppo per imboccare la variante che devia in direzione Livigno. Anche in questo caso, tuttavia, la strada maestra deve essere presto abbandonata per una nuova scalata. Appena superato l’abitato di Premadio, due bivi (uno vale l’altro) indirizzano verso i laghi di Cancano. Proprio come al ghiacciaio dei Forni, anche la salita verso le due dighe non è gratuita, bisogna mettere in preventivo una sosta al distributore automatico per l’acquisto del pass giornaliero, che costa 5 euro. Un investimento che sarebbe giustificato soltanto dai 17 tornanti della strada che si inerpica sulla ripida parete fino alle Torri di Fraele, i resti delle fortificazioni del XIV secolo che costituiscono le “colonne d’Ercole” a protezione di un altopiano molto scenografico. Il costo del biglietto comprende il servizio di navetta che nei mesi di alta stagione accompagna i turisti che hanno lasciato i veicoli al parcheggio alla scoperta dei due bacini, di Cancano e San Giacomo. In alternativa, negli altri periodi il ticket è il lasciapassare per percorrere i 17 km di facile strada sterrata del perimetro. Un’occasione da non perdere, naturalmente procedendo ad andatura adeguata, per andare alla scoperta della sorgente del fiume Adda, che sgorga proprio qui. L’altopiano non ha sbocchi percorribili con veicoli a motore (e-bike escluse), pertanto non resta che tornare sui propri passi e raggiungere nuovamente Bormio, e proseguire in direzione Sondrio, lasciando a chi ha fretta la strada più veloce con le lunghe gallerie. Il vecchio percorso, in parte stravolto dalle frane e dalla tragica alluvione del 1987, resta la soluzione più rilassante e panoramica, tracciata tra villaggi che hanno saputo mantenere i ritmi di un tempo nonostante siano sfiorati quotidianamente dal turismo di massa. Ogni paese ha qualche segreto, a cominciare da Grosio, con il suo castello e le sue sorprendenti incisioni rupestri, meno note e meno pubblicizzate di altre nel mondo, ma non per questo meno magiche e preziose. Da Grosio si può decidere di scendere direttamente verso Tirano, oppure di raggiungere questa cittadina compiendo un anello aggiuntivo, una deviazione che prevede l’ascesa al Passo del Mortirolo, amato e odiato dai ciclisti; subito dopo il valico si gira a destra in direzione Trivigno, seguendo la tortuosa stradina che rimane in cresta, per poi scendere ad Aprica e quindi, dopo un gustoso passo, tornare in Valtellina.ALL’IMPROVVISO I PAESI SPARISCONO, LASCIANDO SPAZIO A UNA STRADA DALL’ASFALTO PRESSOCHÉ PERFETTO
CHIAVENNA NON E' SOLO IL PUNTO DI ARRIVO
Il viaggio può proseguire direttamente verso Chiavenna, seguendo i percorsi panoramici o pedemontani paralleli alla trafficata statale. Tuttavia, se le misure di contenimento dei contagi lo consentono, la variante svizzera rimane la più gratificante, per la vista e per la guida. La si imbocca a Tirano, all’altezza del santuario, dove si svolta condividendo la prima parte di carreggiata con il caratteristico Bernina Express, il trenino rosso patrimonio dell’Unesco. Pochi chilometri e si entra in Svizzera, guidati dalle indicazioni che portano a St. Moritz. All’improvviso i paesi spariscono, lasciando spazio a una strada dall’asfalto pressoché perfetto, che prima raggiunge i 2.330 metri del Passo del Bernina con tornanti che stimolano il sorriso sotto al casco, scende in Engadina e raggiunge St. Moritz, una delle località più mondane di tutto l’arco alpino, con un completo assortimento di negozi e alberghi di lusso, spa e ristoranti stellati. Non tutte le sue bellezze sono però offerte a caro prezzo, i tre laghi che in rapida sequenza ci guidano verso il passo del Maloja sono a nostra disposizione gratuitamente. E non è certo poco. Il Maloja, raggiunto da questa parte, non richiede nessuna scalata: si arriva dall’altopiano dell’Inn, il fiume che dà il nome a Innsbruck e nasce a pochi passi da qui, e si inizia la discesa con quei 13 inconfondibili tornanti tra gli abeti. La valle si stringe, per poi riaprirsi in prossimità del confine. Siamo di nuovo in Italia, in Valchiavenna, in un territorio circondato da montagne che riesce a nascondere ai più distratti tutti i suoi tesori, naturali e storici. Chiavenna non è solo il punto di arrivo del nostro itinerario, è il campo base per andare alla scoperta di cascate, dimore storiche del Cinquecento allestite per ospitare Napoleone e dei crotti, antiche cantine naturali nelle quali la temperatura è di 8 gradi tutto l’anno, oggi trasformati in ristoranti tipici. Si può anche andare in moto, perché intorno a Chiavenna ci sono percorsi spettacolari, ma di questi parleremo molto presto.Ristorante JimV
Via Roma, 2
Tel. 0342 847272
hotelsassella.it Nel centro di Grosio, è il ristorante dell’hotel Sassella, con una sala all’interno e un’area esterna. Piatti della tradizione, e una esclusiva specialità: la dadolata di filetto presentata in un piatto di pietra ollare con i bacetti di segale e la crema di Bitto. La spesa media non supera i 35 euro. Santa Caterina Valfurva
Rifugio Forni
Località Forni
Tel. 0342 935365
forni2000.com Rifugio alpino al centro del Gruppo Ortler-Cevedale, con un balcone che si affaccia sul ghiacciaio. Si può dormire, il trattamento di mezza pensione parte da 53 euro a notte, oppure mangiare, dagli sciatt (foto 1) alla polenta taragna, ma agli gnocchi di castagne. Per alzarsi soddisfatti da tavola bastano 25 euro, compreso il dolce. Bormio
Hotel San Lorenzo
Via San Lorenzo, 2
Tel. 0342 904604
sanlorenzobormio.it Un quattro stelle nel cuore di Bormio, in posizione tranquilla e ideale per una passeggiata a fine giornata. Per la camera Classic, con balcone e vista montagna, il prezzo del pernotto per due persone parte da 130 euro. Tirano
Antica Residenza Centro Storico
Via S. Carlo, 2
Tel. 0342 330603 Un B&B ricavato in una dimora del 1600, dotata di un piccolo cortile dove lasciare le moto. Le camere sono arredate con ampio uso
di legno grezzo. Matrimoniale a 76 euro, colazione compresa. Prosto di Piuro
Crotto Belvedere
Via alla Chiesa, 6 Tel. 0343 33589
crottobelvedere.com Il menu propone i piatti caratteristici, partendo dai gnocchetti di Chiavenna. I primi hanno prezzi da 8,50 euro, i secondi di carne partono da 10 euro.
Strada dei Forni
santacaterina.it La strada è il mezzo per raggiungere più rapidamente uno dei punti più scenografici della zona. I permessi giornalieri (foto 3) si acquistano all’Info Point di Piazza Migliavacca o ai distributori automatici, con un costo di 5 euro. Se non si ha fretta, vale la pena di percorrere i circa 7 km anche a piedi. Grosio
Parco delle Incisioni Rupestri
parcoincisionigrosio.it Il centro (foto 4) si raggiunge a piedi, dove si è accolti da una guida molto valida, un giovane austriaco che sa come coinvolgere e catturare l’attenzione. Il resto lo fanno le incisioni, che appaiono magicamente spruzzando acqua sulle rocce. L’esperienza più emozionante è indubbiamente quella di camminare a piedi nudi sulla Rupe Magna tra i disegni preistorici. Piuro
Palazzo Vertemate Franchi
palazzovertemate.it Salvato miracolosamente da una frana che distrusse il borgo di Piuro nel 1618, il palazzo è considerato una tra le dimore cinquentesche più prestigiose della Lombardia. Completa di vigneto per la produzione di vino passito, frutteto, orto, giardino all´italiana con peschiera in pietra, il palazzo ha linee sobrie, e non fa trasparire all´esterno la ricchezza delle decorazioni e degli arredi degli spazi interni. Tra le varie sale c’è anche quella allestita per ospitare Napoleone Bonaparte. Ingresso 5 euro. Bormio
Terme di Bormio
qcterme.com
Si può scegliere tra le spa dei Bagni Vecchi o dei Bagni Nuovi. Dal lunedì al giovedì l’accesso di 5 ore è proposto a 46 euro. Aprica
I murales
apricaonline.com I 48 murales firmati Alcide Pancot sono diventati un modo alternativo per visitare il centro abitato di Aprica. Valdidentro
Rent Bike Cancano
e-stelvio.it Nel caso non sia possibile percorrere in moto la strada che costeggia le dighe di Cancano, il noleggio delle e-bike gestito dal Parco Nazionale dello Stelvio rappresenta un’alternativa più che valida. Noleggio giornaliero da 40 euro.