Lombardia
Lombardia: la via del formaggio
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Duecento km da Lecco alla valle del Bitto per scoprire il fascino di strade sinuose immerse nel verde e assaggiare i prodotti caseari tipici della zona. Gallery fotografica e road book da scaricare
Il giro che vi proponiamo in questa occasione è un itinerario ad anello con partenza ed arrivo a Lecco di circa 200 Km lungo tre valli che danno origine a relativi formaggi: Taleggio, Branzi e Bitto, un percorso cosparso di buchi ma non sull'asfalto, alla ricerca di un gusto semplice, della vecchia latteria fuori casa ormai scomparsa, accompagnata da pieghe su strade montane scavate nella roccia, poco trafficate e fuori dalle rotte commerciali.
Lasciata Lecco in direzione Ballabbio si sale fino a Moggio per poi seguire le indicazioni per Vedeseta oltre il quale troviamo il comune di Taleggio in provincia di Bergamo. Non è difficile in questa valle trovare piccoli alpeggi con malghe produttrici dell'omonimo formaggio, le cui origini sono antichissime forse anteriori al 10° secolo come dimostrano documenti risalenti al 1200 di scambi commerciali tra queste valli.
I valligiani cominciarono a stagionare in grotte e casere il latte eccedente il consumo diretto dando origine al Taleggio che poteva essere scambiato con altri prodotti di prima necessità. Col passare degli anni il consumo di questo formaggio aumentò rapidamente tanto da diffondersi all'intera pianura Padana.
Si tratta di un formaggio ottenuto con pasta cotta ma morbida soprattutto vicino alla crosta, con caratteristiche acido-aromatiche. Ancora oggi si produce in piccole quantità con i medesimi antichi metodi sapientemente equilibrati con la tecnologia produttiva. A conferma della sua bontà produttiva, il Taleggio è stato riconosciuto formaggio D.O.P. (denominazione di origine protetta) nel 1996 dall'Unione Europea.
Dal Taleggio al Branzi ed il passo Dordona
Discendendo tutta la val Taleggio si costeggia l’orrido del torrente Enna, un’affascinante strettoia scavata nei massicci dolomitici del monte Cancervo per arrivare a San Giovanni Bianco sulla S.P. n° 470. Qui svoltando a sinistra si sale per Lenna e successivamente a Branzi piccolo paese della valle Brembana da cui prende nome l’omonimo formaggio. Inizialmente era un prodotto tipicamente estivo della val di Foppolo e Carona, ma nell’immediato dopo guerra la diminuzione del prezzo del burro indusse gli agricoltori a produrlo tutto l’anno dando origine ad un formaggio semi grasso di pasta non dura, con un’equilibrata composizione chimica e notevoli qualità nutrizionali. Oggi i produttori del Branzi si sono riuniti in un Consorzio a protezione del marchio di qualità. Riprendendo l’itinerario saliamo ancora in direzione di Foppolo nota località sciistica della provincia di Bergamo, qui è opportuno recarsi in Municipio per procurasi il permesso di transito, al costo di tre euro, sulla strada agro silvo pastorale che collega il Comune di Foppolo in valle Brembana con il Comune di Fusine in Valtellina.
Una recente strada sterrata che ricalca le orme dell’antico sentiero che conduce al passo Dordona, valico fondamentale nei secoli scorsi per il commercio con la Svizzera. Questo permesso consente di transitare senza essere sanzionati attraversando il passo Dordona ad oltre 2.090 m.s.l. L’obbiettivo di realizzare questo collegamento non è stato solo quello di incrementare l’escursionismo tra la valle Brembana e la Valtellina, ma ha anche esigenze didattiche di studio e di ricerca per la divulgazione delle tematiche ecologiche-ambientali, esigenze logistiche per l’effettuazione di manifestazioni e ricorrenze storico-sociali come sagre, manifestazioni folcloristiche, accedere alle malghe che ancora producono prodotti dell’alpeggio, visite a luoghi di interesse storico.
Sul valico del passo Dordona infatti è possibile osservare i resti delle trincee scavate dagli alpini nel primo conflitto bellico, fanno parte dello sbarramento della “linea Cadorna” costituita a ridosso del confine elvetico. Partono dalla provincia di Verbania, attraversano idealmente il lago Maggiore e proseguono lungo i confini svizzeri nelle province di Varese, Como e Bergamo. Oggi sono oggetto di escursionismo ma nel 1915 erano state costruite dal Regio Esercito, volute dal Generale Cadorna come linea difensiva verso un eventuale aggressione austro-tedesca, perchè non si aprisse un nuovo fronte bellico con l’Italia attraverso il debole e fragile confine svizzero. L’attacco della via è all’interno del paese di Foppolo ma non è segnalato, è consigliabile quindi seguire le indicazioni per l’albergo Le Des Alpes.
La strada si arrampica con una la salita a fondo sterrato, costeggiando gli impianti sciistici di Foppolo. Il tempo non è dei migliori, qualche nuvola offusca la vista panoramica sulla valle Brembana, e dopo avere percorso circa sei Km di sterrato con qualche pietra sconnessa si arriva al culmine del passo Dordona dove si apre una vista spettacolare sulla Valtellina.
La discesa prosegue sempre su tratti rettilinei di sterrato e agili tornanti con ai lati pascoli e malghe per un totale complessivo di oltre 20 Km di fuoristrada per poi giungere in località Tecce nel paese di Fusine in Valtellina, dove prendere la strada statale n° 38 per arrivare a Morbegno.
Una recente strada sterrata che ricalca le orme dell’antico sentiero che conduce al passo Dordona, valico fondamentale nei secoli scorsi per il commercio con la Svizzera. Questo permesso consente di transitare senza essere sanzionati attraversando il passo Dordona ad oltre 2.090 m.s.l. L’obbiettivo di realizzare questo collegamento non è stato solo quello di incrementare l’escursionismo tra la valle Brembana e la Valtellina, ma ha anche esigenze didattiche di studio e di ricerca per la divulgazione delle tematiche ecologiche-ambientali, esigenze logistiche per l’effettuazione di manifestazioni e ricorrenze storico-sociali come sagre, manifestazioni folcloristiche, accedere alle malghe che ancora producono prodotti dell’alpeggio, visite a luoghi di interesse storico.
Sul valico del passo Dordona infatti è possibile osservare i resti delle trincee scavate dagli alpini nel primo conflitto bellico, fanno parte dello sbarramento della “linea Cadorna” costituita a ridosso del confine elvetico. Partono dalla provincia di Verbania, attraversano idealmente il lago Maggiore e proseguono lungo i confini svizzeri nelle province di Varese, Como e Bergamo. Oggi sono oggetto di escursionismo ma nel 1915 erano state costruite dal Regio Esercito, volute dal Generale Cadorna come linea difensiva verso un eventuale aggressione austro-tedesca, perchè non si aprisse un nuovo fronte bellico con l’Italia attraverso il debole e fragile confine svizzero. L’attacco della via è all’interno del paese di Foppolo ma non è segnalato, è consigliabile quindi seguire le indicazioni per l’albergo Le Des Alpes.
La strada si arrampica con una la salita a fondo sterrato, costeggiando gli impianti sciistici di Foppolo. Il tempo non è dei migliori, qualche nuvola offusca la vista panoramica sulla valle Brembana, e dopo avere percorso circa sei Km di sterrato con qualche pietra sconnessa si arriva al culmine del passo Dordona dove si apre una vista spettacolare sulla Valtellina.
La discesa prosegue sempre su tratti rettilinei di sterrato e agili tornanti con ai lati pascoli e malghe per un totale complessivo di oltre 20 Km di fuoristrada per poi giungere in località Tecce nel paese di Fusine in Valtellina, dove prendere la strada statale n° 38 per arrivare a Morbegno.
La Valle del Bitto e rientro a Lecco
E’ possibile evitare il passo Dordona su strada sterrata, passando per il passo Cà San Marco interamente asfaltato e congiungersi a Morbegno.
Passato Morbegno si sale in direzione Gerola nella valle del Bitto dove si produce il terzo ed ultimo formaggio di questo itinerario. Il nome deriva dal celtico “Bitu” ossia perenne, sembra che proprio gli antichi Celti scacciati dai romani dalla pianura Padana trovarono rifugio con le loro mandrie in questa valle ed, avendo la necessità di conservare a lungo il latte, escogitarono un sistema con l’uso del caglio per trasformarlo.
E’ un formaggio di latte vaccino ed una minima parte di capra, si presenta in forma cilindrica con uno scalzo concavo a spigoli vivi, di colore giallo paglierino, il sapore del Bitto è dolce, delicato e diventa più intenso col procedere della maturazione.
Lasciato Gerola Alta si percorre la strada della valle del Bitto a ritroso per ricongiungersi con la S.S. n° 38 e procedere in direzione Lecco dove ha termine l’itinerario percorrendo la costiera del lago poco trafficata per la costruzione a monte della super strada totalmente in galleria.
Passato Morbegno si sale in direzione Gerola nella valle del Bitto dove si produce il terzo ed ultimo formaggio di questo itinerario. Il nome deriva dal celtico “Bitu” ossia perenne, sembra che proprio gli antichi Celti scacciati dai romani dalla pianura Padana trovarono rifugio con le loro mandrie in questa valle ed, avendo la necessità di conservare a lungo il latte, escogitarono un sistema con l’uso del caglio per trasformarlo.
E’ un formaggio di latte vaccino ed una minima parte di capra, si presenta in forma cilindrica con uno scalzo concavo a spigoli vivi, di colore giallo paglierino, il sapore del Bitto è dolce, delicato e diventa più intenso col procedere della maturazione.
Lasciato Gerola Alta si percorre la strada della valle del Bitto a ritroso per ricongiungersi con la S.S. n° 38 e procedere in direzione Lecco dove ha termine l’itinerario percorrendo la costiera del lago poco trafficata per la costruzione a monte della super strada totalmente in galleria.
La tabella dei chilometraggi
Da non perdere
A Lecco il Museo Civico del Risorgimento nel Palazzo Belgioioso.
A Taleggio la gola del torrente Enna, la chiesa parrocchiale con campanile del 1.200
A Cornello del Tasso il Museo Tassiano (La famiglia dei Tasso hanno inventato il sistema postale in principio sembra fosse una specie di pizzo, poi è diventato il francobollo. Ora i discendenti della dinastia risiedono a Ratisbona in Germania. Famoso il Torquato scrittore della Gerusalemme Liberata).
A Gerola la chiesa prepositurale di S. Bartolomeo con il maestoso organo del ‘700 e l’Oratorio settecentesco dei Confratelli.
Nei pressi del passo Dordona i resti delle tricee della grande guerra della linea difensiva Cadorna.
A Branzi a fine Settembre la Fiera di S. Matteo con esposizione del Branzi.
A Morbegno la prima decade di Ottobre la fiera del Bitto.
A Taleggio la gola del torrente Enna, la chiesa parrocchiale con campanile del 1.200
A Cornello del Tasso il Museo Tassiano (La famiglia dei Tasso hanno inventato il sistema postale in principio sembra fosse una specie di pizzo, poi è diventato il francobollo. Ora i discendenti della dinastia risiedono a Ratisbona in Germania. Famoso il Torquato scrittore della Gerusalemme Liberata).
A Gerola la chiesa prepositurale di S. Bartolomeo con il maestoso organo del ‘700 e l’Oratorio settecentesco dei Confratelli.
Nei pressi del passo Dordona i resti delle tricee della grande guerra della linea difensiva Cadorna.
A Branzi a fine Settembre la Fiera di S. Matteo con esposizione del Branzi.
A Morbegno la prima decade di Ottobre la fiera del Bitto.
Dove mangiare, dove dormire
Camerata Cornello L’Ostello (piatti tipici bergamaschi);Tel. 0345.41570
Al passo Dordona Rifugio Dordona (piatti valtellinesi) Tel. 349.6148236
A Scalvino agriturismo Ferdy (formaggi di capra) Tel. 0345 82235
A Branzi Ristorante Corona (polenta Taragna e brasato di Cervo) Tel. 0345.71042
A Morbegno Trattoria del Zep (piatti tipici Valtellinesi) Tel. 0342.610058
Cosa bere:
In Valtellina i vini: Sassella, Costiera dei Cech, Grumello, Inferno, Vagella, Sforzato.
Dove dormire:
A Gerola Alta Albergo antica Trattoria Pizzo tre Signori Tel. 0342.690025
A Camerata Cornello Albergo L’Ostello Tel. 0345.41570
Al passo Dordona Rifugio Dordona Tel. 349.6148236
A Varenna Albergo Du Lac Tel. 0341.830238
Al passo Dordona Rifugio Dordona (piatti valtellinesi) Tel. 349.6148236
A Scalvino agriturismo Ferdy (formaggi di capra) Tel. 0345 82235
A Branzi Ristorante Corona (polenta Taragna e brasato di Cervo) Tel. 0345.71042
A Morbegno Trattoria del Zep (piatti tipici Valtellinesi) Tel. 0342.610058
Cosa bere:
In Valtellina i vini: Sassella, Costiera dei Cech, Grumello, Inferno, Vagella, Sforzato.
Dove dormire:
A Gerola Alta Albergo antica Trattoria Pizzo tre Signori Tel. 0342.690025
A Camerata Cornello Albergo L’Ostello Tel. 0345.41570
Al passo Dordona Rifugio Dordona Tel. 349.6148236
A Varenna Albergo Du Lac Tel. 0341.830238
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