Liguria
Taster Tour, un viaggio nel gusto: il racconto e le foto
Dodici moto in fila indiana, un cuoco in Harley-Davidson, un'impressionante sequenza di piatti da assaggiare… Ecco il racconto del Taster Tour, un super giro dove l'alta cucina fa la differenza
A un certo punto si presenta Mauro. Immagino sia solo venuto a riscuotere gli applausi, e invece si ferma con noi, ci racconta le stagioni, il perché di certi ingredienti, ci svela anche piccoli segreti. L'esperienza è di livello superiore, rispettando e superando le attese. Chi è esperto di ristoranti di questo livello, apprezza il pacchetto del Taster Tour e anche il rapporto qualità/prezzo. Uno dei partecipanti mi dirà poi: "Pur avendo visitato più di uno stellato, sia in Italia che all'estero, la Locanda dell'Angelo si è rivelata un'esperienza davvero memorabile".
Memorabile è una parola che sta ricorrendo molto spesso. E non a caso. Adesso vi racconto un piccolo segreto. In questo tour ideato dal Cucchiaio d'Argento (e realizzato grazie alla collaborazione di Harley-Davidson) io ho disegnato la parte "moto" del viaggio. In 19 anni da giornalista di moto, un po' di esperienza me la sono fatta seguendo viaggi e raduni. E così mi sono messo lì ad armeggiare con cartine, tabelle di marcia, punti sosta, punti benzina. In pratica, dovevo raccordare con buone strade i buoni ristoranti scelti da Stefano Caffarri.
A un certo punto, dopo i primi sopralluoghi, stavo faticando a far quagliare il tutto. Le strade mi sembravano tortuose, alcuni asfalti un po' sconnessi. "Stefano, ma è possibile che sul Passo del Cerreto e nell'arco di 50 chilometri non ci sia nemmeno un posto giusto dove pranzare?". Lui mi ha risposto: "In Italia ci sono un sacco di posti dove mangi bene, anche molto bene. Ma sono posti dimenticabili. Noi dobbiamo andare in posti indimenticabili".
Il giro continua, trotterellando in moto da una tappa all'altra, con questo gruppo che intanto si è affiatato. Ecco, l'elemento umano è una delle altre belle cose che mi rimangono da questo viaggio. Persone piacevoli, e non lo scrivo per accattivarmi simpatie. E poi c'è quel tipaccio di Matteo Fronduti, lo chef motociclista ospite d'onore, che a vederlo fa tanta paura ma che si rivela poi un cervello fino (anche se dice le parolacce). Esaudisce le nostre curiosità su quel che succede nelle cucine dei grandi ristoranti. Per esempio, che i cuochi si picchiassero tra loro non lo sapevo… non si finisce mai di imparare.
Il nostro viaggio nel "food" è anche la visita a Colonnata (MS) la domenica mattina. Sembra a un tiro di schioppo dal mare, in realtà è un posto assurdo e fuori dal mondo. Parti dal lungomare di Marina di Carrara e inizi a salire guardando quelle montagne lontane tutte bianche. Poi ti avvicini, con una stradina che diventa sempre più piccola e a un certo punto ti ritrovi in mezzo tra le gallerie e i mostruosi marchingegni delle cave di marmo. Lì in mezzo c'è Colonnata, minuscolo paesino con piazza pavimentata tutta in marmo (ma guarda un po'!). Scendiamo nel fresco scantinato di un negozietto e qui si nasconde il lardificio Venanzio. Vediamo le vasche di marmo, con il lardo che deve starsene lì a riposare per mesi per fare amicizia con le spezie. Ci vuole pazienza. Ne fanno pochi quintali ogni anno. E così capiamo tutti perché non è possibile che in tutto il mondo si mangi tanto Lardo di Colonnata. Quello vero lo fanno solo qui e ha il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). A Podenzana (MS) scendiamo invece negli inferi sotto al ristorante da Gambin. Qui c'è il forno e i "testi" (delle formelle di terracotta) che vengono tolti roventi dal camino (la tradizione vuole che la temperatura giusta venga percepita a mani nude…) per preparare i panigacci, una sorta di pane non lievitato, per dirla da ignorante. E la storia non manca nemmeno dall'Armanda di Castelnuovo Magra (SP) che con le sue "lattughe" ci mette nel piatto quello che ai tempi era una pietanza da signori. Con la sua terrazza sul mare, l'Armanda è anche il posto dove ci salutiamo, ci scambiamo gli indirizzi e ci ripromettiamo di rivederci. Ci chiedono: "Ma l'anno prossimo ne fate un altro?". E questa è la soddisfazione più grande. Arrivo a casa la domenica sera. Germania-Argentina, fine primo tempo zero a zero. Spengo la moto, spengo la radio, tolgo il casco. Sono stanco ma felice.
Doveroso post scriptum
Patti chiari, amicizia lunga. Mi sono accorto di essermi infilato in un evidente conflitto di interessi. Come avrete notato, ho scritto di un evento in cui sono direttamente coinvolto. Se alla parte ospitalità/tavola do un 10 con la Lode, devo ammettere che il percorso è piaciuto, ma secondo me è perfettibile. Un 8 ½ me lo do lo stesso. L'articolo potrebbe sembrare autoreferenziale, per dire una parola oggi di moda. Beh, non mi andava di sminuire quello che è stato un week-end indovinato. Se fossi stato inviato a commentare un tour organizzato da altri, avrei usato le stesse parole.
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