Liguria
Taster Tour, un viaggio nel gusto: il racconto e le foto
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Dodici moto in fila indiana, un cuoco in Harley-Davidson, un'impressionante sequenza di piatti da assaggiare… Ecco il racconto del Taster Tour, un super giro dove l'alta cucina fa la differenza
Cosa ci fanno tre Harley, un TMax, una Tiger, un Superténéré, due BMW e una Triumph America in giro insieme? L'assortito gruppetto scorrazza felice per le stradine sperdute a ridosso delle Alpi Apuane. Sono i partecipanti al Taster Tour. Tra di loro c'è Matteo Fronduti, un ospite molto speciale. Matteo è un emergente chef milanese, nonché un motociclista duro e puro. E poi c'è lo staff vero e proprio, altre tre moto. Il sottoscritto Lorenzo Cascioli, caporedattore di Dueruote, fa strada e tira il gruppo. In coda, a controllare che tutto fili per il verso giusto, Eligio Arturi di Mototouring. Uno che da trent'anni porta in giro la gente per mezzo mondo. Infine c'è Stefano Caffarri, direttore di cucchiaio.it. Si definisce "scrittore di enogastronomia". L'abbiamo lasciato per ultimo, ma è lui il capo carismatico di questo viaggio. Perché questo è un viaggio nel cibo.
Andare in giro con della gente che capisce di cucina è un valore aggiunto. Stefano spiega le tradizioni, il percorso gastronomico, i perché storici e geografici dei piatti che uno via l'altro piano piano ci riempiono il week-end. I partecipanti al Taster Tour lo ascoltano, chiedono. La maggior parte di loro sono appassionati di buona cucina, frequentano ristoranti importanti, hanno una eccellente cultura in materia e sono venuti qui apposta per godere di un'esperienza memorabile. E memorabile sarà, a partire dalla spettacolare cena dallo chef Mauro Ricciardi ad Ameglia (SP), una serie di portate a loro modo tutte sorprendenti. Ecco, l'elemento sorpresa è fondamentale, ogni piatto sa stupire. Ma l'esperienza è unica anche per quelli (come il sottoscritto) che non sono competenti di alta cucina. Per quanto mi riguarda, io dividerò la mia vita in "prima della Pizza di mare" e "dopo la Pizza di mare". Che poi non è affatto una pizza. Una cena così è uno spartiacque nella mia esistenza. Anche la scelta dei vini è un viaggio nel viaggio. E per fortuna, si dorme qui alla Locanda dell'Angelo. Le moto son belle che parcheggiate...
A un certo punto si presenta Mauro. Immagino sia solo venuto a riscuotere gli applausi, e invece si ferma con noi, ci racconta le stagioni, il perché di certi ingredienti, ci svela anche piccoli segreti. L'esperienza è di livello superiore, rispettando e superando le attese. Chi è esperto di ristoranti di questo livello, apprezza il pacchetto del Taster Tour e anche il rapporto qualità/prezzo. Uno dei partecipanti mi dirà poi: "Pur avendo visitato più di uno stellato, sia in Italia che all'estero, la Locanda dell'Angelo si è rivelata un'esperienza davvero memorabile".
A un certo punto si presenta Mauro. Immagino sia solo venuto a riscuotere gli applausi, e invece si ferma con noi, ci racconta le stagioni, il perché di certi ingredienti, ci svela anche piccoli segreti. L'esperienza è di livello superiore, rispettando e superando le attese. Chi è esperto di ristoranti di questo livello, apprezza il pacchetto del Taster Tour e anche il rapporto qualità/prezzo. Uno dei partecipanti mi dirà poi: "Pur avendo visitato più di uno stellato, sia in Italia che all'estero, la Locanda dell'Angelo si è rivelata un'esperienza davvero memorabile".
Memorabile è una parola che sta ricorrendo molto spesso. E non a caso. Adesso vi racconto un piccolo segreto. In questo tour ideato dal Cucchiaio d'Argento (e realizzato grazie alla collaborazione di Harley-Davidson) io ho disegnato la parte "moto" del viaggio. In 19 anni da giornalista di moto, un po' di esperienza me la sono fatta seguendo viaggi e raduni. E così mi sono messo lì ad armeggiare con cartine, tabelle di marcia, punti sosta, punti benzina. In pratica, dovevo raccordare con buone strade i buoni ristoranti scelti da Stefano Caffarri.
A un certo punto, dopo i primi sopralluoghi, stavo faticando a far quagliare il tutto. Le strade mi sembravano tortuose, alcuni asfalti un po' sconnessi. "Stefano, ma è possibile che sul Passo del Cerreto e nell'arco di 50 chilometri non ci sia nemmeno un posto giusto dove pranzare?". Lui mi ha risposto: "In Italia ci sono un sacco di posti dove mangi bene, anche molto bene. Ma sono posti dimenticabili. Noi dobbiamo andare in posti indimenticabili".
Il giro continua, trotterellando in moto da una tappa all'altra, con questo gruppo che intanto si è affiatato. Ecco, l'elemento umano è una delle altre belle cose che mi rimangono da questo viaggio. Persone piacevoli, e non lo scrivo per accattivarmi simpatie. E poi c'è quel tipaccio di Matteo Fronduti, lo chef motociclista ospite d'onore, che a vederlo fa tanta paura ma che si rivela poi un cervello fino (anche se dice le parolacce). Esaudisce le nostre curiosità su quel che succede nelle cucine dei grandi ristoranti. Per esempio, che i cuochi si picchiassero tra loro non lo sapevo… non si finisce mai di imparare.
Il nostro viaggio nel "food" è anche la visita a Colonnata (MS) la domenica mattina. Sembra a un tiro di schioppo dal mare, in realtà è un posto assurdo e fuori dal mondo. Parti dal lungomare di Marina di Carrara e inizi a salire guardando quelle montagne lontane tutte bianche. Poi ti avvicini, con una stradina che diventa sempre più piccola e a un certo punto ti ritrovi in mezzo tra le gallerie e i mostruosi marchingegni delle cave di marmo. Lì in mezzo c'è Colonnata, minuscolo paesino con piazza pavimentata tutta in marmo (ma guarda un po'!). Scendiamo nel fresco scantinato di un negozietto e qui si nasconde il lardificio Venanzio. Vediamo le vasche di marmo, con il lardo che deve starsene lì a riposare per mesi per fare amicizia con le spezie. Ci vuole pazienza. Ne fanno pochi quintali ogni anno. E così capiamo tutti perché non è possibile che in tutto il mondo si mangi tanto Lardo di Colonnata. Quello vero lo fanno solo qui e ha il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). A Podenzana (MS) scendiamo invece negli inferi sotto al ristorante da Gambin. Qui c'è il forno e i "testi" (delle formelle di terracotta) che vengono tolti roventi dal camino (la tradizione vuole che la temperatura giusta venga percepita a mani nude…) per preparare i panigacci, una sorta di pane non lievitato, per dirla da ignorante. E la storia non manca nemmeno dall'Armanda di Castelnuovo Magra (SP) che con le sue "lattughe" ci mette nel piatto quello che ai tempi era una pietanza da signori. Con la sua terrazza sul mare, l'Armanda è anche il posto dove ci salutiamo, ci scambiamo gli indirizzi e ci ripromettiamo di rivederci. Ci chiedono: "Ma l'anno prossimo ne fate un altro?". E questa è la soddisfazione più grande. Arrivo a casa la domenica sera. Germania-Argentina, fine primo tempo zero a zero. Spengo la moto, spengo la radio, tolgo il casco. Sono stanco ma felice.
Doveroso post scriptum
Patti chiari, amicizia lunga. Mi sono accorto di essermi infilato in un evidente conflitto di interessi. Come avrete notato, ho scritto di un evento in cui sono direttamente coinvolto. Se alla parte ospitalità/tavola do un 10 con la Lode, devo ammettere che il percorso è piaciuto, ma secondo me è perfettibile. Un 8 ½ me lo do lo stesso. L'articolo potrebbe sembrare autoreferenziale, per dire una parola oggi di moda. Beh, non mi andava di sminuire quello che è stato un week-end indovinato. Se fossi stato inviato a commentare un tour organizzato da altri, avrei usato le stesse parole. GUARDA IL VIDEO, CLICCA QUI!
A un certo punto, dopo i primi sopralluoghi, stavo faticando a far quagliare il tutto. Le strade mi sembravano tortuose, alcuni asfalti un po' sconnessi. "Stefano, ma è possibile che sul Passo del Cerreto e nell'arco di 50 chilometri non ci sia nemmeno un posto giusto dove pranzare?". Lui mi ha risposto: "In Italia ci sono un sacco di posti dove mangi bene, anche molto bene. Ma sono posti dimenticabili. Noi dobbiamo andare in posti indimenticabili".
Il giro continua, trotterellando in moto da una tappa all'altra, con questo gruppo che intanto si è affiatato. Ecco, l'elemento umano è una delle altre belle cose che mi rimangono da questo viaggio. Persone piacevoli, e non lo scrivo per accattivarmi simpatie. E poi c'è quel tipaccio di Matteo Fronduti, lo chef motociclista ospite d'onore, che a vederlo fa tanta paura ma che si rivela poi un cervello fino (anche se dice le parolacce). Esaudisce le nostre curiosità su quel che succede nelle cucine dei grandi ristoranti. Per esempio, che i cuochi si picchiassero tra loro non lo sapevo… non si finisce mai di imparare.
Il nostro viaggio nel "food" è anche la visita a Colonnata (MS) la domenica mattina. Sembra a un tiro di schioppo dal mare, in realtà è un posto assurdo e fuori dal mondo. Parti dal lungomare di Marina di Carrara e inizi a salire guardando quelle montagne lontane tutte bianche. Poi ti avvicini, con una stradina che diventa sempre più piccola e a un certo punto ti ritrovi in mezzo tra le gallerie e i mostruosi marchingegni delle cave di marmo. Lì in mezzo c'è Colonnata, minuscolo paesino con piazza pavimentata tutta in marmo (ma guarda un po'!). Scendiamo nel fresco scantinato di un negozietto e qui si nasconde il lardificio Venanzio. Vediamo le vasche di marmo, con il lardo che deve starsene lì a riposare per mesi per fare amicizia con le spezie. Ci vuole pazienza. Ne fanno pochi quintali ogni anno. E così capiamo tutti perché non è possibile che in tutto il mondo si mangi tanto Lardo di Colonnata. Quello vero lo fanno solo qui e ha il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). A Podenzana (MS) scendiamo invece negli inferi sotto al ristorante da Gambin. Qui c'è il forno e i "testi" (delle formelle di terracotta) che vengono tolti roventi dal camino (la tradizione vuole che la temperatura giusta venga percepita a mani nude…) per preparare i panigacci, una sorta di pane non lievitato, per dirla da ignorante. E la storia non manca nemmeno dall'Armanda di Castelnuovo Magra (SP) che con le sue "lattughe" ci mette nel piatto quello che ai tempi era una pietanza da signori. Con la sua terrazza sul mare, l'Armanda è anche il posto dove ci salutiamo, ci scambiamo gli indirizzi e ci ripromettiamo di rivederci. Ci chiedono: "Ma l'anno prossimo ne fate un altro?". E questa è la soddisfazione più grande. Arrivo a casa la domenica sera. Germania-Argentina, fine primo tempo zero a zero. Spengo la moto, spengo la radio, tolgo il casco. Sono stanco ma felice.
Doveroso post scriptum
Patti chiari, amicizia lunga. Mi sono accorto di essermi infilato in un evidente conflitto di interessi. Come avrete notato, ho scritto di un evento in cui sono direttamente coinvolto. Se alla parte ospitalità/tavola do un 10 con la Lode, devo ammettere che il percorso è piaciuto, ma secondo me è perfettibile. Un 8 ½ me lo do lo stesso. L'articolo potrebbe sembrare autoreferenziale, per dire una parola oggi di moda. Beh, non mi andava di sminuire quello che è stato un week-end indovinato. Se fossi stato inviato a commentare un tour organizzato da altri, avrei usato le stesse parole. GUARDA IL VIDEO, CLICCA QUI!
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