Emilia Romagna
I colli di Cesena
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Dalla pianura quasi non si scorgono, ma una volta raggiunti, regalano curve, tornanti e pendenze di tutto rispetto, da percorrere in relax o di buon passo
Si scruta l'orizzonte e non si vede nulla.
Il mare si confonde col cielo; i lidi non sono un richiamo, neppure quelli esclusivi o quelli più integrati nella vasta area di interesse naturalistico della zona di Cervia.
Chi giunge in moto da queste parti, anche se le attrazioni sono molte e valgono senz'altro una sosta, rimane poi in debito di curve, di salite, di giochi col cambio, di azioni sulla manopola del gas.
Chi giunge in moto da queste parti, anche se le attrazioni sono molte e valgono senz'altro una sosta, rimane poi in debito di curve, di salite, di giochi col cambio, di azioni sulla manopola del gas.
Ma i colli non sono lontani: con poca strada dai luoghi di interesse storico, artistico, naturalistico o dai mega parchi del divertimento, si aprono grandi possibilità di sciogliere i freni inibitori e cominciare a guidare.
Da soli, su strade purtroppo non sempre perfette, ma non occupate se non da qualche ardito ciclista alla conquista delle quote.
Sempre, comunque, sulle due ruote.
Da Ravenna a Bertinoro
Ravenna è proprio la città ideale per iniziare con la giusta calma questo tour poco gettonato ma fascinoso. Di un fascino nascosto dietro la sua cortina di umidità permanente in quasi tutte le stagioni.
A Ravenna è facile girare, osservare, esplorare: la moto si lascia nelle tante piazzole di parcheggio gratuito e a quel punto si può andare a spasso per la grande area pedonale del centro, dove meritano una sosta la Basilica di San Vitale e il Duomo, il Mausoleo di Galla Placidia e la basilica di Sant’Apollinare Nuovo, oltre al Museo d’Arte con la Loggetta Lombardesca affacciata su un bel parco dove cercare refrigerio sotto le enormi fronde degli alberi.
La città offre inoltre molti locali con i tavolini sui viali lastricati, dove fare spuntini veloci o pranzare, dove consumare il rito dell’aperitivo od optare per una pizza veloce. Ripresa la moto, si compie per ultima la visita a Sant’Apollinare Nuovo, appena fuori città nella direzione di Cesena, verso cui punta l’itinerario proposto. Il primo tratto di strada è veloce e corre, in pianura, accanto alla E45 che collega Ravenna a Orte.
La scelta di stare fuori dalla superstrada non è casuale: senza interferenze, se non quella di qualche trattore, ci si predispone a quella che sarà una passeggiata solitaria attraverso le pendici dei colli cesenati.
Quali colli? Domanda facile, se ci si trova da queste parti nelle giornate afose estive, dove il cielo lattiginoso non lascia intravedere nulla oltre un palmo dal naso. E invece… Bertinoro appare presto, il fantasma del suo Castello, la Rocca del X secolo, induce a salire.
Quella enorme terrazza che è la piazza principale, da l’idea dell’altitudine e lascia presagire un bel po' di divertimento, tutti presi a rincorrere le cime, più o meno tonde, molte con la propria rocca a sentinella, quasi tutte con un piccolo borgo arroccato.
Solo una piccola sosta – di già?!? – per curiosare all’imbocco della Strada della Vendemmia, o per mettere il naso dentro Ca de Bè, il Museo enoteca del paese e cuore pulsante della Strada dei Vini e dei Sapori dei colli di Forlì e Cesena.
A Ravenna è facile girare, osservare, esplorare: la moto si lascia nelle tante piazzole di parcheggio gratuito e a quel punto si può andare a spasso per la grande area pedonale del centro, dove meritano una sosta la Basilica di San Vitale e il Duomo, il Mausoleo di Galla Placidia e la basilica di Sant’Apollinare Nuovo, oltre al Museo d’Arte con la Loggetta Lombardesca affacciata su un bel parco dove cercare refrigerio sotto le enormi fronde degli alberi.
La città offre inoltre molti locali con i tavolini sui viali lastricati, dove fare spuntini veloci o pranzare, dove consumare il rito dell’aperitivo od optare per una pizza veloce. Ripresa la moto, si compie per ultima la visita a Sant’Apollinare Nuovo, appena fuori città nella direzione di Cesena, verso cui punta l’itinerario proposto. Il primo tratto di strada è veloce e corre, in pianura, accanto alla E45 che collega Ravenna a Orte.
La scelta di stare fuori dalla superstrada non è casuale: senza interferenze, se non quella di qualche trattore, ci si predispone a quella che sarà una passeggiata solitaria attraverso le pendici dei colli cesenati.
Quali colli? Domanda facile, se ci si trova da queste parti nelle giornate afose estive, dove il cielo lattiginoso non lascia intravedere nulla oltre un palmo dal naso. E invece… Bertinoro appare presto, il fantasma del suo Castello, la Rocca del X secolo, induce a salire.
Quella enorme terrazza che è la piazza principale, da l’idea dell’altitudine e lascia presagire un bel po' di divertimento, tutti presi a rincorrere le cime, più o meno tonde, molte con la propria rocca a sentinella, quasi tutte con un piccolo borgo arroccato.
Solo una piccola sosta – di già?!? – per curiosare all’imbocco della Strada della Vendemmia, o per mettere il naso dentro Ca de Bè, il Museo enoteca del paese e cuore pulsante della Strada dei Vini e dei Sapori dei colli di Forlì e Cesena.
Da Bertinoro a Mercato Saraceno
Una delle frazioni più suggestive di Bertinoro è Polenta, al di là della collina di Monte Maggio, famosa per la sua umile, quanto meravigliosa, Pieve di San Donato; è bello entrarci, anche solo per un minuto (è aperta sempre, con orario continuato) per ricalcare i passi dell’ode di Giosuè Carducci che, ne “La Chiesa di Polenta” fissa per sempre la presenza di Dante.
Si continua a guidare lungo i crinali fino a Fratta Terme e poi, da lì, giù fino a Meldola, finalmente sazi di curve. E di uva, naturalmente. Già, perchè è qui che nascono i grandi vini come l’Albana, primo bianco italiano ad ottenere la D.o.c.g, ma anche il più leggero e profumato Trebbiano e il rosso Sangiovese.
Da Meldola ha inizio un bel saliscendi: dolce all’inizio, ma presto la salita si fa decisa; il fondo è pessimo, ma la strada è deserta e i tornanti portano presto a una discreta quota da cui, quando il cielo è limpido - come in certe belle giornate d’inverno - si può apprezzare un panorama mozzafiato…
Tra boschetti e vasti prati si raggiunge Teodorano, il cui borgo abbraccia l’antica, bella Rocca, che ci si lascia sopra la testa per andare a percorrere l’ultimo tratto sul crinale che raggiunge Monte Cavallo.
Si scollina e si incomincia la discesa “in picchiata”, visto che siamo in terra di ciclisti, verso la Valle del Borello: si cambia velocemente quota sui bei tornanti, aperti sulla vallata fino alla frazione di Luzzena.
Da lì la strada diventa molto stretta e i tornanti ancora più ripidi portano in fretta a raggiungere Borello.
Ci si trova di nuovo lungo la direttrice della E45, cui è meglio preferire la più “rustica” strada provinciale che vi corre quasi accanto, ma che regala ancora qualche curva, poco traffico e graziosi scorci fino a Mercato Saraceno.
Si continua a guidare lungo i crinali fino a Fratta Terme e poi, da lì, giù fino a Meldola, finalmente sazi di curve. E di uva, naturalmente. Già, perchè è qui che nascono i grandi vini come l’Albana, primo bianco italiano ad ottenere la D.o.c.g, ma anche il più leggero e profumato Trebbiano e il rosso Sangiovese.
Da Meldola ha inizio un bel saliscendi: dolce all’inizio, ma presto la salita si fa decisa; il fondo è pessimo, ma la strada è deserta e i tornanti portano presto a una discreta quota da cui, quando il cielo è limpido - come in certe belle giornate d’inverno - si può apprezzare un panorama mozzafiato…
Tra boschetti e vasti prati si raggiunge Teodorano, il cui borgo abbraccia l’antica, bella Rocca, che ci si lascia sopra la testa per andare a percorrere l’ultimo tratto sul crinale che raggiunge Monte Cavallo.
Si scollina e si incomincia la discesa “in picchiata”, visto che siamo in terra di ciclisti, verso la Valle del Borello: si cambia velocemente quota sui bei tornanti, aperti sulla vallata fino alla frazione di Luzzena.
Da lì la strada diventa molto stretta e i tornanti ancora più ripidi portano in fretta a raggiungere Borello.
Ci si trova di nuovo lungo la direttrice della E45, cui è meglio preferire la più “rustica” strada provinciale che vi corre quasi accanto, ma che regala ancora qualche curva, poco traffico e graziosi scorci fino a Mercato Saraceno.
Da Mercato Saraceno al Colle del Barbotto
Con l’imponente Palazzo del Molino, antica sede dell’Officina Elettrica Municipale, Mercato Saraceno fu il primo centro della valle del Savio a poter disporre dell’energia elettrica prodotta con lo sfruttamento del fiume.
Il centro del paese si attraversa per intero, per cercare il ponte sul Savio dove inizia la mitica salita al Colle del Barbotto.
Mitica lo è per chi la percorre in bici, ma anche per chi, con la moto, la affronta senza indugi: un segnale avverte subito che la pendenza non scherza e raggiunge la punta massima del 18%!
I primi tornanti sono stretti, sono quelli che spingono di più e lasciano poco spazio a divagazioni sul panorama e a sguardi sul paese che diventa presto un pugno di tetti lontani.
La salita prende il sapore di una piccola impresa e, come tutte le imprese, carica di aspettative l’arrivo a monte.
Ebbene, al Barbotto non c’è niente, se non il punto ristoro, proprio all’arrivo, dove poi la strada si divide, destra o sinistra secondo destinazione.
Ma arrivarci è una piccola conquista e non si può fare a meno di fermarsi un attimo al bar e perdersi a leggere le testimonianze di chi affronta i Nove Colli (questo è uno) in bici: pochi pensieri e qualche ritaglio di giornale appesi accanto al “menù del ciclista”.
E poi, sempre cielo terso permettendo, bisogna buttare il naso sul vasto panorama verso le valli dell’Uso e del Marecchia.
Il centro del paese si attraversa per intero, per cercare il ponte sul Savio dove inizia la mitica salita al Colle del Barbotto.
Mitica lo è per chi la percorre in bici, ma anche per chi, con la moto, la affronta senza indugi: un segnale avverte subito che la pendenza non scherza e raggiunge la punta massima del 18%!
I primi tornanti sono stretti, sono quelli che spingono di più e lasciano poco spazio a divagazioni sul panorama e a sguardi sul paese che diventa presto un pugno di tetti lontani.
La salita prende il sapore di una piccola impresa e, come tutte le imprese, carica di aspettative l’arrivo a monte.
Ebbene, al Barbotto non c’è niente, se non il punto ristoro, proprio all’arrivo, dove poi la strada si divide, destra o sinistra secondo destinazione.
Ma arrivarci è una piccola conquista e non si può fare a meno di fermarsi un attimo al bar e perdersi a leggere le testimonianze di chi affronta i Nove Colli (questo è uno) in bici: pochi pensieri e qualche ritaglio di giornale appesi accanto al “menù del ciclista”.
E poi, sempre cielo terso permettendo, bisogna buttare il naso sul vasto panorama verso le valli dell’Uso e del Marecchia.
Dal Colle del Barbotto a Cesenatico
Si prosegue ancora lungo la direttrice dei Nove Colli, verso Sogliano al Rubicone.
Sempre in perfetta solitudine, ben gratificati dalla guida verso il Barbotto, si scorre ancora lungo un alto crinale fino alla frazione di Strigara.
Lì vale la pena di deviare, seguendo le indicazioni per la sorgente del Rubicone; in realtà questa deviazione porta a scendere velocemente lungo la costa della montagna con un panorama piuttosto inconsueto sulla brulla valle sottostante occupata solo da qualche allevamento.
Le sorgenti, invece, si trovano molto più in basso rispetto alla strada e si possono raggiungere solo dopo una breve camminata (un alone di mistero ricopre la sorgente, poiché più persone del posto interpellate possono dare risposte molto diverse sui tempi di percorrenza del sentiero …).
La strada poi si ricongiunge alla principale solo un po’ più a valle; molto aperta, comincia a offrire la vista sul mare che, nelle giornate afose, si fonde e confonde col cielo, con la sabbia, con la piatta coreografia al di là della lontana Via Emilia.
Oltrepassato Sogliano, resta l’ultima manciata di chilometri, meno di otto, per divertirsi ancora: un po' di curve, qualche bel tornante e belle pendenze, portano a Borghi, un ordinato paesello distribuito lungo la strada, dove si può ancora tentare di buttare lo sguardo lontano.
Poi, approcciando Savignano sul Rubicone, una nuova, piccola folla di auto riporta piano piano verso una vita più caotica: la vicinanza del mare si fa sentire e anche vedere. Improvvisamente, è tutto diverso: zoccoli, motorini, ombrelloni, materassini, gente, musica, piadine, gelati.
Così si presenta il bel lungomare di Cesenatico.
È troppo, tutto insieme, dopo un lungo girovagare in solitudine: ma forse c’è un momento, verso il tramonto, quando tutti se ne vanno e gli ombrelloni si chiudono, in cui il mare e la caotica spiaggia, possono regalare una loro immagine inconsueta.
I colli sono lontani, i borghi si scorgono appena, piccoli puntini di luce gialla nella foschia della sera.
Sempre in perfetta solitudine, ben gratificati dalla guida verso il Barbotto, si scorre ancora lungo un alto crinale fino alla frazione di Strigara.
Lì vale la pena di deviare, seguendo le indicazioni per la sorgente del Rubicone; in realtà questa deviazione porta a scendere velocemente lungo la costa della montagna con un panorama piuttosto inconsueto sulla brulla valle sottostante occupata solo da qualche allevamento.
Le sorgenti, invece, si trovano molto più in basso rispetto alla strada e si possono raggiungere solo dopo una breve camminata (un alone di mistero ricopre la sorgente, poiché più persone del posto interpellate possono dare risposte molto diverse sui tempi di percorrenza del sentiero …).
La strada poi si ricongiunge alla principale solo un po’ più a valle; molto aperta, comincia a offrire la vista sul mare che, nelle giornate afose, si fonde e confonde col cielo, con la sabbia, con la piatta coreografia al di là della lontana Via Emilia.
Oltrepassato Sogliano, resta l’ultima manciata di chilometri, meno di otto, per divertirsi ancora: un po' di curve, qualche bel tornante e belle pendenze, portano a Borghi, un ordinato paesello distribuito lungo la strada, dove si può ancora tentare di buttare lo sguardo lontano.
Poi, approcciando Savignano sul Rubicone, una nuova, piccola folla di auto riporta piano piano verso una vita più caotica: la vicinanza del mare si fa sentire e anche vedere. Improvvisamente, è tutto diverso: zoccoli, motorini, ombrelloni, materassini, gente, musica, piadine, gelati.
Così si presenta il bel lungomare di Cesenatico.
È troppo, tutto insieme, dopo un lungo girovagare in solitudine: ma forse c’è un momento, verso il tramonto, quando tutti se ne vanno e gli ombrelloni si chiudono, in cui il mare e la caotica spiaggia, possono regalare una loro immagine inconsueta.
I colli sono lontani, i borghi si scorgono appena, piccoli puntini di luce gialla nella foschia della sera.
Dove mangiare
Ravenna
Ristorante Nonna Ayeska, Via Agnello 10/a, tel. 0544 37755. In un locale molto caratteristico e dal clima cordiale, cucina strettamente regionale e ottimo vino.
Ravenna
Ristorante La Gardela, Via Ponte Marino 3, tel. 0544 217147. Anche qui piatti della cucina locale, con servizio gentile e curato. Il locale interno, con tavoli distribuiti su due piani con loggiato è un po’ rumoroso; piacevoli i posti sotto i grandi ombrelloni aperti sulla silenziosa via.
Bertinoro
Ristorante Al Vecchio Trebbo, Via Polenta 291, tel. 0543 445109. Cucina tipica in un rustico locale defilato sulla strada che unisce Bertinoro alla frazione di Polenta. Bisogna mettere il naso nella sala alle spalle del bar, dove fa mostra di sé un vecchio bancone con attrezzature datate di gradevole effetto.
Sogliano al Rubicone
Ristorante La Gallia, Frazione Strigara, tel. 0541 948603. Tavoli informali all’aperto, proprio sulla strada; la cucina è casereccia e tipica locale, il vino sfuso è ottimo.
Paste casalinghe offerte a fine pasto.
Ristorante Nonna Ayeska, Via Agnello 10/a, tel. 0544 37755. In un locale molto caratteristico e dal clima cordiale, cucina strettamente regionale e ottimo vino.
Ravenna
Ristorante La Gardela, Via Ponte Marino 3, tel. 0544 217147. Anche qui piatti della cucina locale, con servizio gentile e curato. Il locale interno, con tavoli distribuiti su due piani con loggiato è un po’ rumoroso; piacevoli i posti sotto i grandi ombrelloni aperti sulla silenziosa via.
Bertinoro
Ristorante Al Vecchio Trebbo, Via Polenta 291, tel. 0543 445109. Cucina tipica in un rustico locale defilato sulla strada che unisce Bertinoro alla frazione di Polenta. Bisogna mettere il naso nella sala alle spalle del bar, dove fa mostra di sé un vecchio bancone con attrezzature datate di gradevole effetto.
Sogliano al Rubicone
Ristorante La Gallia, Frazione Strigara, tel. 0541 948603. Tavoli informali all’aperto, proprio sulla strada; la cucina è casereccia e tipica locale, il vino sfuso è ottimo.
Paste casalinghe offerte a fine pasto.
Dove dormire
Ravenna
Hotel Diana, Via Girolamo Rossi 47, tel. 0544 39164, www.hoteldiana.ra.it. In una casa del Settecento, con camere spaziosissime e dotate di tutto, vicinissimo al centro storico; garage nel portone accanto (5 € per 24 ore la moto); non ha ristorante, ma appena fuori, a piedi, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ravenna
Hotel Romea, Via Romea Sud 1, tel. 0544 61247, www.hotelromea.com. Alle porte della città, a 1 km da Sant’Apollinare in Classe, moderno e confortevole hotel con eccellente ristorante e internet WiFi. Con parcheggio privato.
Bertinoro
Bed & Breakfast Chez Zinia, Via dei Cappuccini 801, tel. 0543 445291, 333 8916646, www.chez-zinia.com. Solo 6 posti letto in camere con ingresso indipendente e bagno privato nella piacevole casa con giardino panoramico e piscina. Per chi vuole assicurarsi l’assoluta tranquillità.
Cesenatico
Hotel Sport e Residenza, via Pitagora 5, tel. 0547 87102 e Hotel Valverde e Residenza, Lungomare Carducci 278, tel. 0547 88043. Della catena Logis d’Italia, fanno parte dei Logis Moto & Bike, cioè offrono alcuni particolari servizi ai motociclisti. Appartamenti, suite e camere tutte sul mare, in zona tranquilla; sono però chiusi da ottobre a fine aprile. www.riccihotels.it
Info
www.comunitamontanaappenninocesenate.it offre suggerimenti e spunti di visita del territorio, i calendari degli eventi e tutto quel che c’è da vedere nei comuni.
Hotel Diana, Via Girolamo Rossi 47, tel. 0544 39164, www.hoteldiana.ra.it. In una casa del Settecento, con camere spaziosissime e dotate di tutto, vicinissimo al centro storico; garage nel portone accanto (5 € per 24 ore la moto); non ha ristorante, ma appena fuori, a piedi, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ravenna
Hotel Romea, Via Romea Sud 1, tel. 0544 61247, www.hotelromea.com. Alle porte della città, a 1 km da Sant’Apollinare in Classe, moderno e confortevole hotel con eccellente ristorante e internet WiFi. Con parcheggio privato.
Bertinoro
Bed & Breakfast Chez Zinia, Via dei Cappuccini 801, tel. 0543 445291, 333 8916646, www.chez-zinia.com. Solo 6 posti letto in camere con ingresso indipendente e bagno privato nella piacevole casa con giardino panoramico e piscina. Per chi vuole assicurarsi l’assoluta tranquillità.
Cesenatico
Hotel Sport e Residenza, via Pitagora 5, tel. 0547 87102 e Hotel Valverde e Residenza, Lungomare Carducci 278, tel. 0547 88043. Della catena Logis d’Italia, fanno parte dei Logis Moto & Bike, cioè offrono alcuni particolari servizi ai motociclisti. Appartamenti, suite e camere tutte sul mare, in zona tranquilla; sono però chiusi da ottobre a fine aprile. www.riccihotels.it
Info
www.comunitamontanaappenninocesenate.it offre suggerimenti e spunti di visita del territorio, i calendari degli eventi e tutto quel che c’è da vedere nei comuni.
Da non perdere
Ravenna
La capitale dei mosaici si visita facilmente a piedi (moto nelle piazzole gratuite, ovunque); per fare da sé ci si collega al sito www.cityonmp3, si scarica in formato mp3 l’audioguida gratuita di 18 monumenti, si stampa la cartina suddivisa su 4 pagine e si parte.
Biglietti cumulativi per l’ingresso a più siti.
Il vino, la piadina, la cucina romagnola
È molto difficile che in questa terra si possa rimanere delusi nella scelta di un locale per consumare un pasto; che sia uno spuntino veloce o una cena coi fiocchi, che sia un aperitivo o una merenda, che sia in città, sulla spiaggia o in cima a un colle, la fama della cucina romagnola non si smentisce.
Neppure quella del vino locale, sia esso sfuso o etichettato.
Perciò, al di là delle segnalazioni date, una volta adocchiato un locale non serve indugiare: basta seguire il proprio buon fiuto e affidarsi ai consigli e alle portate di gioviali osti e simpatiche locandiere!
Il mare, ma solo di sera
A meno che non siate dei modaioli che sanno già tutto sui bagni più trendy della riviera, lasciate stare le spiagge, ma solo fino alle 18. Verso sera andateci; restateci fino dopo il tramonto a passeggiare e a godervi le geometrie e i colori delle lunghissime file di ombrelloni chiusi.
Lasciatevi avvolgere dal silenzio, così inconsueto da queste parti e, quando siete pregni di umidità, cercatevi l’angolino per l’aperitivo; poi fuggite via prima dell’avvento della vita notturna!
Il mare di giorno
Non si sposa con l’andare in moto in cerca di curve e tornanti, ma un giorno ai lidi può fare bene. Da Marina di Ravenna a Cesenatico, molti stabilimenti balneari sono in grado di offrire di tutto e di più: dalle aree wellness ai beach games, dagli eventi sportivi a quelli culturali, senza dimenticare le proposte gastronomiche in forma light per il pranzo in spiaggia, con mescolanze etniche per accontentare tutti i palati.
Per farsi un’idea: www.spiaggiadonnarosa.com, a Marina di Ravenna, e www.fantiniclub.com a Cervia, che ospita anche un Motors Beach Show.
Ci sono poi le Terme di Punta Marina, sul lungomare di Ravenna: www.termepuntamarina.com.
La capitale dei mosaici si visita facilmente a piedi (moto nelle piazzole gratuite, ovunque); per fare da sé ci si collega al sito www.cityonmp3, si scarica in formato mp3 l’audioguida gratuita di 18 monumenti, si stampa la cartina suddivisa su 4 pagine e si parte.
Biglietti cumulativi per l’ingresso a più siti.
Il vino, la piadina, la cucina romagnola
È molto difficile che in questa terra si possa rimanere delusi nella scelta di un locale per consumare un pasto; che sia uno spuntino veloce o una cena coi fiocchi, che sia un aperitivo o una merenda, che sia in città, sulla spiaggia o in cima a un colle, la fama della cucina romagnola non si smentisce.
Neppure quella del vino locale, sia esso sfuso o etichettato.
Perciò, al di là delle segnalazioni date, una volta adocchiato un locale non serve indugiare: basta seguire il proprio buon fiuto e affidarsi ai consigli e alle portate di gioviali osti e simpatiche locandiere!
Il mare, ma solo di sera
A meno che non siate dei modaioli che sanno già tutto sui bagni più trendy della riviera, lasciate stare le spiagge, ma solo fino alle 18. Verso sera andateci; restateci fino dopo il tramonto a passeggiare e a godervi le geometrie e i colori delle lunghissime file di ombrelloni chiusi.
Lasciatevi avvolgere dal silenzio, così inconsueto da queste parti e, quando siete pregni di umidità, cercatevi l’angolino per l’aperitivo; poi fuggite via prima dell’avvento della vita notturna!
Il mare di giorno
Non si sposa con l’andare in moto in cerca di curve e tornanti, ma un giorno ai lidi può fare bene. Da Marina di Ravenna a Cesenatico, molti stabilimenti balneari sono in grado di offrire di tutto e di più: dalle aree wellness ai beach games, dagli eventi sportivi a quelli culturali, senza dimenticare le proposte gastronomiche in forma light per il pranzo in spiaggia, con mescolanze etniche per accontentare tutti i palati.
Per farsi un’idea: www.spiaggiadonnarosa.com, a Marina di Ravenna, e www.fantiniclub.com a Cervia, che ospita anche un Motors Beach Show.
Ci sono poi le Terme di Punta Marina, sul lungomare di Ravenna: www.termepuntamarina.com.
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