Calabria
Costa Viola e Piani d'Aspromonte
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In Calabria dal mare ai monti, dalla sabbia alla neve. Il mare è quello della mitica Scilla e della Costa Viola; i monti, quelli che digradano dalle pendenze dell'Aspromonte verso il Mediterraneo
Reggio Calabria è la città di partenza. Caotica, pur nelle sue dimensioni limitate, non colpisce granché, se non per il lungomare Italo Falcomatà, un bellissimo giardino botanico a cielo aperto che recentemente è stato addobbato con alcune enormi statue d'arte moderna che raffigurano persone.
Queste statue sono quanto la città è riuscita a trattenere di una grandiosa mostra monotematica, tenuta a Villa Zerbi, dell'artista Rabarama, affermata in tutto il mondo.
Queste statue sono quanto la città è riuscita a trattenere di una grandiosa mostra monotematica, tenuta a Villa Zerbi, dell'artista Rabarama, affermata in tutto il mondo.
Affascinanti opere che distolgono lo sguardo dal resto del lungomare, su cui si trovano anche i resti delle terme romane con alcuni mosaici.
Parcheggi riservati in abbondanza, sempre distribuiti sotto le piante del lungomare, consentono di lasciare la moto e passeggiare lungo la Via Garibaldi, quella dei bei negozi e delle pasticcerie. Al momento in cui scriviamo, invece, Reggio sembra stia per rimanere orfana del suo tesoro più prezioso, forse l'unica scusa ad attirare qui tanta gente: i Bronzi di Riace.
Parcheggi riservati in abbondanza, sempre distribuiti sotto le piante del lungomare, consentono di lasciare la moto e passeggiare lungo la Via Garibaldi, quella dei bei negozi e delle pasticcerie. Al momento in cui scriviamo, invece, Reggio sembra stia per rimanere orfana del suo tesoro più prezioso, forse l'unica scusa ad attirare qui tanta gente: i Bronzi di Riace.
Nella visita al Museo Archeologico Nazionale i Bronzi si vedono per ultimi, in fondo a un percorso che ricostruisce, con l'utilizzo di pannelli, frammenti, materiali e attrezzature, la storia del ritrovamento e della lunga opera di restauro; un percorso che carica di aspettative e che si conclude nella grande sala dedicata. Difficile, poi, venirne via! Ancora una passeggiata per raggiungere il Castello Aragonese e poi si guida verso la Costa Viola.
Costa Viola
Il primo tratto del lungomare è noioso e piuttosto disordinato. Un groviglio di strade, incroci improvvisi, cambi di direzione enigmatici, case, auto, officine, che si diradano man mano che si guida verso nord, come nodi al pettine. Bisogna superare Villa San Giovanni per trovare, finalmente, il vuoto e la calma. Il mare, di fianco, si alza e si abbassa secondo le pendenze dettate dal profilo della costa. La Sicilia, quel lembo proteso verso il continente, piatto e occupato dai due splendidi laghi di Ganzirri, si avvicina e si allontana, cambia prospettiva a ogni curva. Un occhio sul panorama e uno sulla strada, il cui fondo può riservare qualche brutta sorpresa.
Ed ecco Scilla, la sua mitica rupe protesa sul mare, a separare Marina Grande - con le case allineate sulla striscia di sabbia - da Chianalea l'antico borgo le cui case dei pescatori finiscono nell'acqua accanto al porto.
Perché Costa Viola? Proprio per il colore inconfondibile che assumono le acque quando il sole le colpisce di sbieco, nelle prime e nelle ultime ore di luce: uno spettacolo di sapore mistico, contaminato dalla leggenda di Scilla e Cariddi.
Passare per questi luoghi fuori stagione ha molti pregi: il primo è quello dell'assenza assoluta di traffico, gente, ombrelloni, sedie e tavolini: alcune piccole spiagge appartate si possono persino "assaggiare" con la moto. Come in una ipotetica caccia al tesoro, ognuno si scovi la sua.
Accanto al mare scorre il tratto tra Scilla e Bagnara, passando per il grazioso borgo di Favazzina, letteralmente schiacciato al di sotto della sede stradale, stretto e raccolto sulla spiaggia riparata da moli che placano la furia delle acque.
A Bagnara si comincia a guidare di gusto, un occhio sempre vigile sulle insidie del fondo. I ripidi tornanti si srotolano tra le case e, in un attimo, portano in quota lungo una balconata con vista sul mare e sulle isole Eolie. Ma il punto di vista migliore è quello che si gode dal promontorio di Sant'Elia, poco prima di raggiungere Palmi. Una magnifica terrazza a picco sul mare che qualche amministrazione ha cercato di valorizzare con sentieri, scalinate e piccole cenge protette, ma che l'incuria ha trasformato in qualcosa di cui, piuttosto, vergognarsi…
Ma non si può non arrivare sin qui e buttare lo sguardo il più lontano possibile, dalla Sicilia del Tirreno a quella Ionica, dalle isole a tutta la costa, spezzata a nord dal promontorio di Tropea. Bisogna poi cercare quella sequenza di tornanti che piomba sulla Marina di Palmi: sono stati messi fuori uso da una frana mai rimossa, ma in moto si passa (a proprio rischio); basta solo individuare, da questa posizione privilegiata, la traiettoria per raggiungerli.
Ed ecco Scilla, la sua mitica rupe protesa sul mare, a separare Marina Grande - con le case allineate sulla striscia di sabbia - da Chianalea l'antico borgo le cui case dei pescatori finiscono nell'acqua accanto al porto.
Perché Costa Viola? Proprio per il colore inconfondibile che assumono le acque quando il sole le colpisce di sbieco, nelle prime e nelle ultime ore di luce: uno spettacolo di sapore mistico, contaminato dalla leggenda di Scilla e Cariddi.
Passare per questi luoghi fuori stagione ha molti pregi: il primo è quello dell'assenza assoluta di traffico, gente, ombrelloni, sedie e tavolini: alcune piccole spiagge appartate si possono persino "assaggiare" con la moto. Come in una ipotetica caccia al tesoro, ognuno si scovi la sua.
Accanto al mare scorre il tratto tra Scilla e Bagnara, passando per il grazioso borgo di Favazzina, letteralmente schiacciato al di sotto della sede stradale, stretto e raccolto sulla spiaggia riparata da moli che placano la furia delle acque.
A Bagnara si comincia a guidare di gusto, un occhio sempre vigile sulle insidie del fondo. I ripidi tornanti si srotolano tra le case e, in un attimo, portano in quota lungo una balconata con vista sul mare e sulle isole Eolie. Ma il punto di vista migliore è quello che si gode dal promontorio di Sant'Elia, poco prima di raggiungere Palmi. Una magnifica terrazza a picco sul mare che qualche amministrazione ha cercato di valorizzare con sentieri, scalinate e piccole cenge protette, ma che l'incuria ha trasformato in qualcosa di cui, piuttosto, vergognarsi…
Ma non si può non arrivare sin qui e buttare lo sguardo il più lontano possibile, dalla Sicilia del Tirreno a quella Ionica, dalle isole a tutta la costa, spezzata a nord dal promontorio di Tropea. Bisogna poi cercare quella sequenza di tornanti che piomba sulla Marina di Palmi: sono stati messi fuori uso da una frana mai rimossa, ma in moto si passa (a proprio rischio); basta solo individuare, da questa posizione privilegiata, la traiettoria per raggiungerli.
I Piani d'Aspromonte
Inizia più indietro, di nuovo verso Bagnara, la vera indigestione di curve e tornanti: il primo è ancora in città e le pieghe smettono solo per poco, dopo Sant'Eufemia, quando improvvisamente l'ultima curva si spalanca sopra un vasto altopiano. Si estende da lì quell'inconsueto territorio che prende il nome di Piani d'Aspromonte. Selvaggio, chiaramente votato alla pastorizia, non accoglie che poche casupole isolate, al cospetto delle cime più elevate. Cime che si avvicinano, spolverate di neve anche quando la primavera, solo qualche chilometro più in basso, ci faceva venir voglia di sabbia; cime che sono, per chi giunge dalla Costa Viola, la porta d'ingresso per il Parco dell'Aspromonte. Qui, sulle prime curve dopo il pianoro si nasconde il Cippo Garibaldi, sul punto in cui l'eroe dei due mondi fu ferito ad una gamba. Curiosità: il pino al quale il generale si appoggiò dopo il ferimento, vive ancora! Noi non lo possiamo raggiungere per via della neve, che rende la stradina per arrivarvi impraticabile con qualsiasi moto.
Certo, perché la neve che prima scorgevamo sulle cime, ora è vicinissima, anzi, dappertutto. La incontriamo e ci giochiamo. Ecco lo strano e il bello di percorrere queste strade fuori stagione: dalla sabbia, così invitante, alla neve che ancora resiste. A Gambarie, minuscola località alpina di villeggiatura, alcuni sciatori ci accolgono increduli e mentre ci parlano di ghiaccio sulle piste, passano in rassegna, nemmeno tanto velatamente, il nostro equipaggiamento. Ci parlano di punte dei piedi gelate, di moto chiuse nel box con la batteria staccata e non ci tolgono gli occhi di dosso mentre ci infiliamo sottoguanti, guanti, sottogola… Non sanno che in moto senti più freddo a stare fermo che a guidare?
Da Gambarie, una strada mitica che si consuma sempre in piega per oltre 30 chilometri, porta a Gallico, la periferia nord di Reggio. Quest'anno, però, la strada è decisamente malridotta a causa delle numerose frane e, oltretutto, la nuova bretella che corre dritta più a valle, lungo il fiume, ha fatto sì che questa bellissima via di comunicazione tra la città e i monti non sia più oggetto di manutenzione. Pertanto, cerchiamo una traiettoria alternativa per fare rientro sulla costa: è la strada stretta e tortuosa che scende a Melia e, quindi, a Scilla. Scarsamente frequentata, corre nel più totale isolamento, se non in un paio di piccoli centri abitati; a parte il primo tratto che si allunga ancora attraverso i Piani, il tracciato offre una vista vertiginosa e spettacolare sul mare, fino a mostrare, a picco proprio sotto il naso, la rupe di Scilla.
Certo, perché la neve che prima scorgevamo sulle cime, ora è vicinissima, anzi, dappertutto. La incontriamo e ci giochiamo. Ecco lo strano e il bello di percorrere queste strade fuori stagione: dalla sabbia, così invitante, alla neve che ancora resiste. A Gambarie, minuscola località alpina di villeggiatura, alcuni sciatori ci accolgono increduli e mentre ci parlano di ghiaccio sulle piste, passano in rassegna, nemmeno tanto velatamente, il nostro equipaggiamento. Ci parlano di punte dei piedi gelate, di moto chiuse nel box con la batteria staccata e non ci tolgono gli occhi di dosso mentre ci infiliamo sottoguanti, guanti, sottogola… Non sanno che in moto senti più freddo a stare fermo che a guidare?
Da Gambarie, una strada mitica che si consuma sempre in piega per oltre 30 chilometri, porta a Gallico, la periferia nord di Reggio. Quest'anno, però, la strada è decisamente malridotta a causa delle numerose frane e, oltretutto, la nuova bretella che corre dritta più a valle, lungo il fiume, ha fatto sì che questa bellissima via di comunicazione tra la città e i monti non sia più oggetto di manutenzione. Pertanto, cerchiamo una traiettoria alternativa per fare rientro sulla costa: è la strada stretta e tortuosa che scende a Melia e, quindi, a Scilla. Scarsamente frequentata, corre nel più totale isolamento, se non in un paio di piccoli centri abitati; a parte il primo tratto che si allunga ancora attraverso i Piani, il tracciato offre una vista vertiginosa e spettacolare sul mare, fino a mostrare, a picco proprio sotto il naso, la rupe di Scilla.
Dove mangiare, dove dormire
Dove mangiare
Reggio Calabria
Al Tempietto, Via Mura Greche, tel. 0965 312925; www.ristorantealtempietto.com. Locale in legno, affacciato direttamente sul mare, dove gustare piatti tipici di pesce o scegliere tra 35 pizze. In primavera e in estate, si può pranzare sulla spiaggetta, dove sono a disposizione anche sdraio e ombrelloni. Anche gelateria.
Villa San Giovanni (RC)
Antica Osteria Vecchia Villa, Via Garibaldi 104, tel. 0965 751125. Vicino all'imbarco per la Sicilia, propone cucina casareccia sia di terra che di mare, arricchita da ingredienti profumatissimi. Specialità locale lo stocco, da provare in mille modi.
Gambarie d'Aspromonte(RC)
La Tavernetta, Piazza Mangeruca, tel. 0965 743050. Un locale sempre aperto, piccolo, con tavolini all'esterno, dove consumare antipasti tipici, primi piatti di cucina casereccia o panini di tante varietà. Buon vino sfuso.
Dove dormire
Reggio Calabria
Hotel Excelsior, Via Vittorio Veneto 66, tel. 0965 812211. Di fronte al Museo Archeologico, struttura moderna che offre camere di gran comfort con vasca idromassaggio, suite e curato ristorante Galà, di cucina regionale, con terrazza sullo Stretto. Con parcheggio interno.
Villa San Giovanni (RC)
Altafiumara, Località Santa Trada di Cannitello, tel. 0965 759804; www.altafiumarahotel.it. Nella splendida cornice della Costa Viola tra Villa San Giovanni e Scilla, a picco sul mare, antica fortezza borbonica immersa in un parco, trasformata in albergo di grande charme.
Reggio Calabria
Al Tempietto, Via Mura Greche, tel. 0965 312925; www.ristorantealtempietto.com. Locale in legno, affacciato direttamente sul mare, dove gustare piatti tipici di pesce o scegliere tra 35 pizze. In primavera e in estate, si può pranzare sulla spiaggetta, dove sono a disposizione anche sdraio e ombrelloni. Anche gelateria.
Villa San Giovanni (RC)
Antica Osteria Vecchia Villa, Via Garibaldi 104, tel. 0965 751125. Vicino all'imbarco per la Sicilia, propone cucina casareccia sia di terra che di mare, arricchita da ingredienti profumatissimi. Specialità locale lo stocco, da provare in mille modi.
Gambarie d'Aspromonte(RC)
La Tavernetta, Piazza Mangeruca, tel. 0965 743050. Un locale sempre aperto, piccolo, con tavolini all'esterno, dove consumare antipasti tipici, primi piatti di cucina casereccia o panini di tante varietà. Buon vino sfuso.
Dove dormire
Reggio Calabria
Hotel Excelsior, Via Vittorio Veneto 66, tel. 0965 812211. Di fronte al Museo Archeologico, struttura moderna che offre camere di gran comfort con vasca idromassaggio, suite e curato ristorante Galà, di cucina regionale, con terrazza sullo Stretto. Con parcheggio interno.
Villa San Giovanni (RC)
Altafiumara, Località Santa Trada di Cannitello, tel. 0965 759804; www.altafiumarahotel.it. Nella splendida cornice della Costa Viola tra Villa San Giovanni e Scilla, a picco sul mare, antica fortezza borbonica immersa in un parco, trasformata in albergo di grande charme.
Da non perdere
Da non perdere
Reggio Calabria
Il Museo Archeologico Nazionale vale indubbiamente la visita per i famosi Bronzi, ma non solo. Vi sono custodite vaste raccolte dei periodi protostorico, magnogreco, romano e bizantino provenienti da tutta la Calabria, oltre a una interessante raccolta di pinakes da Locri, di ex voto in terracotta e di tavolette di bronzo rinvenute nel tempio di Zeus. Affascinante la sezione archeologica marina. Il Museo si trova in Piazza De Nava 26, tel. 0965 812255, 0965 812256. Chiuso il lunedì; visite dalle 9 alle 20. si parcheggia sul lungomare, nei numerosi posti gratuiti riservati alle moto.
Gambarie (RC)
In questa graziosa località di villeggiatura, si tengono alcune sagre enogastronomiche: la Sagra dei Funghi, in ottobre; la Sagra delle Caldarroste, tra ottobre e novembre; la Sagra del Maiale, in dicembre. Inoltre l'assoiazione degli albergatori organizza l'Autunno Gastronomico; per conoscere le date delle manifestazioni, Assotur, tel. 0965 882562, 0965 753061.
Reggio Calabria
Il Museo Archeologico Nazionale vale indubbiamente la visita per i famosi Bronzi, ma non solo. Vi sono custodite vaste raccolte dei periodi protostorico, magnogreco, romano e bizantino provenienti da tutta la Calabria, oltre a una interessante raccolta di pinakes da Locri, di ex voto in terracotta e di tavolette di bronzo rinvenute nel tempio di Zeus. Affascinante la sezione archeologica marina. Il Museo si trova in Piazza De Nava 26, tel. 0965 812255, 0965 812256. Chiuso il lunedì; visite dalle 9 alle 20. si parcheggia sul lungomare, nei numerosi posti gratuiti riservati alle moto.
Gambarie (RC)
In questa graziosa località di villeggiatura, si tengono alcune sagre enogastronomiche: la Sagra dei Funghi, in ottobre; la Sagra delle Caldarroste, tra ottobre e novembre; la Sagra del Maiale, in dicembre. Inoltre l'assoiazione degli albergatori organizza l'Autunno Gastronomico; per conoscere le date delle manifestazioni, Assotur, tel. 0965 882562, 0965 753061.
La tabella dei chilometraggi
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