Calabria
Calabria: coast to coast
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Dal mar Tirreno allo Ionio: 150 chilometri di puro divertimento lungo strade alpine. Gallery fotografica e road book da scaricare
La salita da Falerna; uno sguardo al Tirreno, prima di addentrarci nell'entroterra
Partiamo da Falerna Scalo località situata in posizione strategica essendo vicina alle diramazioni che partono per la Sila. Lanciamo uno sguardo al mare, il Tirreno, per memorizzarne le sembianze, per scoprire, una volta raggiunto lo Ionio, se c'è qualcosa che rende diversi i due mari.
Partiamo da Falerna Scalo località situata in posizione strategica essendo vicina alle diramazioni che partono per la Sila. Lanciamo uno sguardo al mare, il Tirreno, per memorizzarne le sembianze, per scoprire, una volta raggiunto lo Ionio, se c'è qualcosa che rende diversi i due mari.
Imbocchiamo la strada in direzione Gizzeria ed è subito montagna. L'influenza marina lascia il suo segno, un'impronta inconfutabile, nella macchia vegetativa che, in questo primo tratto, è generosa di ulivi secolari, limoni e fichi d'india più alti dei muri di cinta.
Poche curve e tornanti di puro divertimento, accentuato dalla totale assenza di traffico e dal fondo stradale in ottime condizioni, ci portano in fretta in un ambiente alpino, attraverso boschi più o meno fitti di faggi, castagni, felci e abeti.
Poche curve e tornanti di puro divertimento, accentuato dalla totale assenza di traffico e dal fondo stradale in ottime condizioni, ci portano in fretta in un ambiente alpino, attraverso boschi più o meno fitti di faggi, castagni, felci e abeti.
Due ecosistemi, quello mediterraneo e quello alpino, che sembrano contendersi il territorio, mischiandosi prepotentemente e creando un effetto straordinario di colori e sentori. Nessun freno alle velleità motociclistiche, neppure dopo Gizzeria: la strada, ancora rivolta al mare, è ora molto panoramica, anche se la foschia spesso non consente di spaziare un granché con lo sguardo.
rappresenta una sosta che molti potrebbero considerare piacevole: due grandi pozze d'acqua solforosa, che sgorga a 39,5°, sono lì a disposizione di tutti, con tanto di cabine per potersi spogliare senza pubblico!
Sembiase e Nicastro, che con Sant'Eufemia formano il comune di Lamezia, costituiscono un centro parecchio esteso cui non riserviamo interesse in questa occasione. Attraversarlo completamente sembra quasi un problema: mancano le indicazioni e per noi la costruzione del road book per portarvi fuori da questo dedalo di strade è stata una vera impresa. Bisogna affidarsi parecchio al proprio senso dell'orientamento, tenere come punto di riferimento la montagna verso cui continueremo a salire e considerare che va attraversato per tutta la sua estensione di 5-6 km. L'antico rione di San Teodoro, che si distende su un pendio dominato dagli imponenti ruderi di un castello normanno svevo, ci conferma che siamo nella giusta direzione. Si ricomincia a salire e immediatamente il divertimento della guida ci fa dimenticare il caos del centro abitato.
Buttiamo lo sguardo di lato alla ricerca del Tirreno che però, adesso, è decisamente lontano.
Pochi chilometri dopo Platania raggiungiamo il punto più alto della nostra corsa: il Passo di Acquabona, a quota 1.020 metri; per il resto della strada ci manterremo fra i 7 e gli 800 metri di salite e discese, di curve da pennellare dosando il gas, fino a Soveria Mannelli.
rappresenta una sosta che molti potrebbero considerare piacevole: due grandi pozze d'acqua solforosa, che sgorga a 39,5°, sono lì a disposizione di tutti, con tanto di cabine per potersi spogliare senza pubblico!
Sembiase e Nicastro, che con Sant'Eufemia formano il comune di Lamezia, costituiscono un centro parecchio esteso cui non riserviamo interesse in questa occasione. Attraversarlo completamente sembra quasi un problema: mancano le indicazioni e per noi la costruzione del road book per portarvi fuori da questo dedalo di strade è stata una vera impresa. Bisogna affidarsi parecchio al proprio senso dell'orientamento, tenere come punto di riferimento la montagna verso cui continueremo a salire e considerare che va attraversato per tutta la sua estensione di 5-6 km. L'antico rione di San Teodoro, che si distende su un pendio dominato dagli imponenti ruderi di un castello normanno svevo, ci conferma che siamo nella giusta direzione. Si ricomincia a salire e immediatamente il divertimento della guida ci fa dimenticare il caos del centro abitato.
Buttiamo lo sguardo di lato alla ricerca del Tirreno che però, adesso, è decisamente lontano.
Pochi chilometri dopo Platania raggiungiamo il punto più alto della nostra corsa: il Passo di Acquabona, a quota 1.020 metri; per il resto della strada ci manterremo fra i 7 e gli 800 metri di salite e discese, di curve da pennellare dosando il gas, fino a Soveria Mannelli.
Da Soveria allo Ionio
E’ ancora presto per parlare di panorami, presi come siamo a goderci ogni tratto di queste strade gratificanti. Imbocchiamo la deviazione per Carlopoli e la nostra corsa si arresta poco dopo: i resti dell’imponente Abbazia di Corazzo, in una suggestiva cornice di connotazione scozzese, che cattura la nostra attenzione e la nostra curiosità.
Guidiamo ancora allegri fino alla breve deviazione che conduce a Serrastretta; per non risparmiarci niente di questo godimento motociclistico, andiamo a vedere. Un cartello annuncia che stiamo entrando nel “Paese della sedia”. Sono, infatti, note le antiche abilità di intreccio dei seggiai, oggi più evoluti e passati dalla manualità alla lavorazione semi industriale.
Un lungo passaggio in quota ci porta a raggiungere Tiriolo, una terrazza eccezionale affacciata sui due mari che offre uno spettacolo di incomparabile bellezza, che non riusciamo però a documentare, per via della foschia sul mare nonostante la splendida giornata, ma che ci viene mostrato in alcune immagini sul posto: lo sguardo spazia (spazierebbe!) dal Tirreno allo Ionio, dallo Stromboli all’Etna… Restiamo affascinati dall’idea, anche se non riusciamo a scorgere l’orizzonte e finalmente percepiamo il senso di questa piccola impresa che ci diverte davvero tanto.
La discesa verso Catanzaro cambia completamente cornice: si corre ancora, si godono i tornanti, ma scompaiono i boschi per lasciare posto a ulivi che ci accompagnano praticamente fino al mare.
Il tratto sotto la superstrada che collega Catanzaro a Lamezia è di incomparabile suggestione: scegliamo piccole strade tra centri minori per assicurarci una certa distanza dalla città, che pure meriterebbe almeno un passaggio per assaporarne il carattere. La scelta ci premia anche per quanto riguarda la località dove raggiungiamo finalmente il mare, Copanello, una delizioso paese dominato da un promontorio dalle alte pareti rocciose.
Il mare ci accoglie con lunghe onde spumeggianti, ed è effettivamente diverso dal tranquillo Tirreno che ci siamo lasciati alle spalle.
Potremmo tornare indietro in meno di un’ora lungo la veloce superstrada, ma vogliamo far finta di aver conquistato davvero un’altra costa in un altro mondo!
Guidiamo ancora allegri fino alla breve deviazione che conduce a Serrastretta; per non risparmiarci niente di questo godimento motociclistico, andiamo a vedere. Un cartello annuncia che stiamo entrando nel “Paese della sedia”. Sono, infatti, note le antiche abilità di intreccio dei seggiai, oggi più evoluti e passati dalla manualità alla lavorazione semi industriale.
Un lungo passaggio in quota ci porta a raggiungere Tiriolo, una terrazza eccezionale affacciata sui due mari che offre uno spettacolo di incomparabile bellezza, che non riusciamo però a documentare, per via della foschia sul mare nonostante la splendida giornata, ma che ci viene mostrato in alcune immagini sul posto: lo sguardo spazia (spazierebbe!) dal Tirreno allo Ionio, dallo Stromboli all’Etna… Restiamo affascinati dall’idea, anche se non riusciamo a scorgere l’orizzonte e finalmente percepiamo il senso di questa piccola impresa che ci diverte davvero tanto.
La discesa verso Catanzaro cambia completamente cornice: si corre ancora, si godono i tornanti, ma scompaiono i boschi per lasciare posto a ulivi che ci accompagnano praticamente fino al mare.
Il tratto sotto la superstrada che collega Catanzaro a Lamezia è di incomparabile suggestione: scegliamo piccole strade tra centri minori per assicurarci una certa distanza dalla città, che pure meriterebbe almeno un passaggio per assaporarne il carattere. La scelta ci premia anche per quanto riguarda la località dove raggiungiamo finalmente il mare, Copanello, una delizioso paese dominato da un promontorio dalle alte pareti rocciose.
Il mare ci accoglie con lunghe onde spumeggianti, ed è effettivamente diverso dal tranquillo Tirreno che ci siamo lasciati alle spalle.
Potremmo tornare indietro in meno di un’ora lungo la veloce superstrada, ma vogliamo far finta di aver conquistato davvero un’altra costa in un altro mondo!
La tabella dei chilometraggi
Da non perdere
: è il piccolo centro agricolo a poco meno di 1000 m sul mare, famoso per la produzione di formaggi, tra cui le saporite ricotte e i burrini, fatti con burro finissimo racchiuso nel caciocavallo. Da cercare nelle botteghe del centro.
L’abbazia di Corazzo, 4 km prima della frazione Castagna, fu fondata dai Benedettini all’inizio del 1100 e passata, trent’anni dopo, ai Cistercensi. La sua presenza, voluta dai normanni per contrastare la diffusione del monachesimo greco, costituì un importante fattore di popolamento di queste terre, poiché i monaci offrivano fondi rustici da coltivare, con contratti vantaggiosi. La chiesa crollò nel 1783; il convento, soppresso nel 1807 e spogliato di ogni avere, fu distrutto dai terremoti.
: cosa offre di curioso un paesino sperduto sui monti in centro alla Calabria? Un’antica tradizione di tessitura su telai a mano (nella foto sotto) che si è tramandata e vive ancora oggi.
Nel borgo, dalla caratteristica configurazione medievale con stradine acciottolate, vicoli e scalinate, tra palazzetti gentilizi e balconi in ferro battuto, è possibile osservare, nelle botteghe, sapienti artigiane intente nella tessitura dei vancali, celebri scialli del costume tradizionale, e delle pezzane, colorati tappeti simili ai pezzotti della Valtellina. La tradizione artigiana annovera, in questo borgo, anche la produzione di maschere in radica d’erica e di strumenti musicali in legno.
Alla cima del monte Tiriolo si sale a piedi per una tortuosa e ripida stradina: non solo per lo straordinario panorama, ma anche per apprezzare un percorso tra grotte naturali, conferma di insediamenti umani fin dal Neolitico, e tra resti di una fortezza bizantina e di una chiesa normanna.
Caraffa di Catanzaro: curioso, piccolo paese di origine albanese, come molti altri nella regione, conserva ancora, soprattutto negli anziani, la lingua e i costumi dell’Albania; lo si nota anche sulle indicazioni stradali, sulle insegne e sulle targhe delle vie: tutto scritto in doppia lingua.
La linea ferroviaria Cosenza – Catanzaro: non è comparabile con l’andare in moto, ma un viaggio utilizzando questa particolare linea della Calabria potrebbe rivelarsi una piacevole scoperta.
Se ne notano parecchi tratti nel nostro itinerario: il tratto tra Cosenza e Soveria Mannelli attraversa gli stessi suggestivi scenari dove il paesaggio naturale regna ancora assoluto.
L’abbazia di Corazzo, 4 km prima della frazione Castagna, fu fondata dai Benedettini all’inizio del 1100 e passata, trent’anni dopo, ai Cistercensi. La sua presenza, voluta dai normanni per contrastare la diffusione del monachesimo greco, costituì un importante fattore di popolamento di queste terre, poiché i monaci offrivano fondi rustici da coltivare, con contratti vantaggiosi. La chiesa crollò nel 1783; il convento, soppresso nel 1807 e spogliato di ogni avere, fu distrutto dai terremoti.
: cosa offre di curioso un paesino sperduto sui monti in centro alla Calabria? Un’antica tradizione di tessitura su telai a mano (nella foto sotto) che si è tramandata e vive ancora oggi.
Nel borgo, dalla caratteristica configurazione medievale con stradine acciottolate, vicoli e scalinate, tra palazzetti gentilizi e balconi in ferro battuto, è possibile osservare, nelle botteghe, sapienti artigiane intente nella tessitura dei vancali, celebri scialli del costume tradizionale, e delle pezzane, colorati tappeti simili ai pezzotti della Valtellina. La tradizione artigiana annovera, in questo borgo, anche la produzione di maschere in radica d’erica e di strumenti musicali in legno.
Alla cima del monte Tiriolo si sale a piedi per una tortuosa e ripida stradina: non solo per lo straordinario panorama, ma anche per apprezzare un percorso tra grotte naturali, conferma di insediamenti umani fin dal Neolitico, e tra resti di una fortezza bizantina e di una chiesa normanna.
Caraffa di Catanzaro: curioso, piccolo paese di origine albanese, come molti altri nella regione, conserva ancora, soprattutto negli anziani, la lingua e i costumi dell’Albania; lo si nota anche sulle indicazioni stradali, sulle insegne e sulle targhe delle vie: tutto scritto in doppia lingua.
La linea ferroviaria Cosenza – Catanzaro: non è comparabile con l’andare in moto, ma un viaggio utilizzando questa particolare linea della Calabria potrebbe rivelarsi una piacevole scoperta.
Se ne notano parecchi tratti nel nostro itinerario: il tratto tra Cosenza e Soveria Mannelli attraversa gli stessi suggestivi scenari dove il paesaggio naturale regna ancora assoluto.
Dove mangiare, dove dormire
: a nord di Falerna, Hotel Mediterraneo, Via Dogana, tel. 0982.426364 -425000, piccolo e solare come il nome che porta. Giardino, tavernetta, spiaggia riservata e parcheggio interno. Camera doppia con colazione da 60 euro.
Catanzaro Lido: Hotel Niagara, via Crotone 170, tel. 0961.31697. Si trova all’ingresso di Catanzaro Lido, dalla parte di Crotone. E’ un buon compromesso per chi vuole stare dove c’è vita, ma non in mezzo al caos. Molto confortevole con camere spaziosissime e ottimo ristorante. Camera doppia con colazione da 75 euro.
Copanello: in un contesto molto gradevole, si trovano alcuni villaggi albergo immersi nel verde, con spiaggia privata a pochi passi dalle camere.
Dove mangiare
Oltre ai ristoranti degli alberghi citati (quello della Principessa è notevole), segnaliamo anche: ad Amantea Locanda del Mare, SS18, in centro al paese, per un pranzo tutto a base di pesce (da non perdere la rosamarina, cioè i bianchetti) accompagnato da Savuto DOC o Cirò bianco.
Inoltre, a Soveria Mannelli il ristorante pizzeria Prestige offre, tra gli altri, un piatto semplice di salumi nostrani, formaggi e sottoli accompagnati da vino locale a pochi euro; a Tiriolo il ristorante Due Mari, sulle guide Routard offre la possibilità di consumare anche solo un piatto affacciati su vista spettacolare.
Catanzaro Lido: Hotel Niagara, via Crotone 170, tel. 0961.31697. Si trova all’ingresso di Catanzaro Lido, dalla parte di Crotone. E’ un buon compromesso per chi vuole stare dove c’è vita, ma non in mezzo al caos. Molto confortevole con camere spaziosissime e ottimo ristorante. Camera doppia con colazione da 75 euro.
Copanello: in un contesto molto gradevole, si trovano alcuni villaggi albergo immersi nel verde, con spiaggia privata a pochi passi dalle camere.
Dove mangiare
Oltre ai ristoranti degli alberghi citati (quello della Principessa è notevole), segnaliamo anche: ad Amantea Locanda del Mare, SS18, in centro al paese, per un pranzo tutto a base di pesce (da non perdere la rosamarina, cioè i bianchetti) accompagnato da Savuto DOC o Cirò bianco.
Inoltre, a Soveria Mannelli il ristorante pizzeria Prestige offre, tra gli altri, un piatto semplice di salumi nostrani, formaggi e sottoli accompagnati da vino locale a pochi euro; a Tiriolo il ristorante Due Mari, sulle guide Routard offre la possibilità di consumare anche solo un piatto affacciati su vista spettacolare.
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