Calabria
Calabria: mare e monti sullo Ionio
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Cento chilometri tra mare e montagna in un saliscendi esaltante per le dueruote. Mappa da scaricare e gallery fotografica
Il punto di partenza di questo itinerario non è casuale: da Catanzaro Marina in direzione sud la costa assume una fisionomia inattesa, soprattutto per chi ha in mente la Calabria ionica di Sibari o di Crotone. Un tratto generoso di alture che raggiungono il mare, interrompendo la banalità di una costa piatta; un tratto dove le vie che raggiungono i piccoli centri nell'immediato entroterra sono subito tortuose e ripide.
Da qui in giù la strada è dapprima un dolce saliscendi tra piccoli promontori che si buttano a mare, il primo a Copanello, la tondeggiante Coscia di Stalettì dalle alte pareti rocciose a strapiombo. Colli a ridosso delle spiagge di sabbia grigia o argentea finissima, colli ricoperti di agrumeti e di ulivi, colli dove i centri abitati sono piccoli nuclei ordinati e vivi, ben distanziati tra loro, colli che sono la costante paesaggistica del tratto di costa fino a Soverato, città più estesa e centro importante con un arenile lungo 7 chilometri.
Lasciata Soverato la costa si fa straordinariamente selvaggia, con una densità abitativa davvero bassa. La spiaggia, che ora è una lunghissima striscia di sabbia ininterrotta, è li alla nostra sinistra, eppure sembra quasi inaccessibile, a tratti fagocitata dalla vegetazione e ben difesa da una naturale barriera di fichi d'india.
Quasi al termine del nostro tratto marino, subito dopo Punta Stilo, sono visibili anche percorrendo la strada gli avanzi di un grande tempio dorico, a ridosso della spiaggia. Siamo a Caulonia, centro magno greco identificato durante gli scavi tra il 1912 e il 1915 e di cui restano ampi tratti di mura. La città, che nel IV secolo a.C. contò anche 10.000 abitanti, fu distrutta dai siracusani nel 388 e cancellata definitivamente dai romani nel 205 a.C.
Lasciata Soverato la costa si fa straordinariamente selvaggia, con una densità abitativa davvero bassa. La spiaggia, che ora è una lunghissima striscia di sabbia ininterrotta, è li alla nostra sinistra, eppure sembra quasi inaccessibile, a tratti fagocitata dalla vegetazione e ben difesa da una naturale barriera di fichi d'india.
Quasi al termine del nostro tratto marino, subito dopo Punta Stilo, sono visibili anche percorrendo la strada gli avanzi di un grande tempio dorico, a ridosso della spiaggia. Siamo a Caulonia, centro magno greco identificato durante gli scavi tra il 1912 e il 1915 e di cui restano ampi tratti di mura. La città, che nel IV secolo a.C. contò anche 10.000 abitanti, fu distrutta dai siracusani nel 388 e cancellata definitivamente dai romani nel 205 a.C.
Da Monasterace Marina a Serra San Bruno
Il passaggio mare montagna è brusco, diretto, immediato. Voltare le spalle al mare, lo sguardo puntato dritto verso la meta, subito lascia intuire a cosa stiamo andando incontro. Quasi immediatamente la strada si mostra per quel che è: un magnifico tracciato tutto curve e tornanti in uno scenario aperto tra speroni di montagna che, a tratti, possono evocare i canyon delle grandiose sierras della Spagna del sud. In alto, solidamente aggrappato al colle e circondato da ulivi e viti, Stilo sorprende anche il più distratto degli avventori. Il borgo antico, disposto a gradinate, conserva tra le case di pietra scura numerose chiese barocche; domina su tutto la Cattolica, tempietto bizantino costruito in mattoni su un poggio isolato, in eccezionale stato di conservazione, con tracce di affreschi nelle absidi e alle pareti, risalenti ai secoli X-XV.
Lasciata Stilo, la strada si fa ancora più interessante; un primo tratto corre attraverso uno scenario ampio, quasi surreale: il mare è ancora ben visibile alle spalle, quasi a volerci ricordare dove ci troviamo. Eppure siamo a 1.000 metri di altitudine, raggiunti tornante dopo tornante, curva dopo curva, con l’unica consapevolezza che bisogna salire ancora, addentrarsi ancora e, forse, il bello deve ancora venire. Il Passo di Pietra Spada, a 1.335 metri, segna un altro brusco passaggio. Il mare non c’è più.
Si comincia a scendere, poco, ma tutto è mutato. Si entra in un bosco, il grande , nella zona delle Serre, sul massiccio centrale della Calabria. E, sempre avvolti nel bosco, prima rado, di faggi e castagni che lasciano il posto ad abeti a tratti così fitti da formare una vera e propria galleria sopra la testa, si raggiunge Serra San Bruno, un tempo solo Serra, a conferma del suo legame con il massiccio centrale di cui costituisce una sorta di capoluogo.
L’itinerario termina inevitabilmente con una scorribanda attraverso la lunga e vivissima via centrale, generosa di botteghe e negozi di ogni genere e luogo di incontro e di struscio degli abitanti della zona.
Lasciata Stilo, la strada si fa ancora più interessante; un primo tratto corre attraverso uno scenario ampio, quasi surreale: il mare è ancora ben visibile alle spalle, quasi a volerci ricordare dove ci troviamo. Eppure siamo a 1.000 metri di altitudine, raggiunti tornante dopo tornante, curva dopo curva, con l’unica consapevolezza che bisogna salire ancora, addentrarsi ancora e, forse, il bello deve ancora venire. Il Passo di Pietra Spada, a 1.335 metri, segna un altro brusco passaggio. Il mare non c’è più.
Si comincia a scendere, poco, ma tutto è mutato. Si entra in un bosco, il grande , nella zona delle Serre, sul massiccio centrale della Calabria. E, sempre avvolti nel bosco, prima rado, di faggi e castagni che lasciano il posto ad abeti a tratti così fitti da formare una vera e propria galleria sopra la testa, si raggiunge Serra San Bruno, un tempo solo Serra, a conferma del suo legame con il massiccio centrale di cui costituisce una sorta di capoluogo.
L’itinerario termina inevitabilmente con una scorribanda attraverso la lunga e vivissima via centrale, generosa di botteghe e negozi di ogni genere e luogo di incontro e di struscio degli abitanti della zona.
La tabella dei chilometraggi
Da non perdere
A Monasterace marina, nelle acque di fronte ai resti del tempio dorico, sono visibili rocchi di colonne ioniche di un altro tempio dell’antica Kaulonia. Siamo vicinissimi a Riace Marina, niente più che un nome sulla carta geografica fino al 16 agosto 1972, quando un giovane romano, durante un’immersione, scoprì i due capolavori in bronzo che hanno reso celebre la località in tutto il mondo.
(le Serre) che circondano Serra San Bruno offrirono, nel passato, tutto quanto necessario per l’industria: miniere di ferro, legname abbondante, corsi d’acqua e giacimenti di steatite, minerale utile alla fabbricazione di altoforni.
Un interessante e insolito documento di archeologia industriale è rappresentato dalle rovine, a Mongiana (9 km a sud di Serra San Bruno), di una fabbrica d’armi con annesso stabilimento siderurgico risalente al Regno di Napoli. Il complesso, che produceva ghisa e ferro, comprendeva le ferriere, una fonderia, officine siderurgiche, magazzini e alloggi. Nei cento anni di attività l’impianto costituì un esempio di alta specializzazione anche per la realizzazione di utensili domestici come bracieri e mortai. Chiuso dopo l’Unità, il complesso fu abbandonato alla fine del 1800. Una ferriera, con annessa fonderia per una fabbrica di armi borbonica, si trova a Ferdinandea, scelta come tenuta di caccia dei Borboni, circondata dai fitti boschi di faggi e abeti bianchi delle Serre, al limite del vasto Bosco di Stilo.
(le Serre) che circondano Serra San Bruno offrirono, nel passato, tutto quanto necessario per l’industria: miniere di ferro, legname abbondante, corsi d’acqua e giacimenti di steatite, minerale utile alla fabbricazione di altoforni.
Un interessante e insolito documento di archeologia industriale è rappresentato dalle rovine, a Mongiana (9 km a sud di Serra San Bruno), di una fabbrica d’armi con annesso stabilimento siderurgico risalente al Regno di Napoli. Il complesso, che produceva ghisa e ferro, comprendeva le ferriere, una fonderia, officine siderurgiche, magazzini e alloggi. Nei cento anni di attività l’impianto costituì un esempio di alta specializzazione anche per la realizzazione di utensili domestici come bracieri e mortai. Chiuso dopo l’Unità, il complesso fu abbandonato alla fine del 1800. Una ferriera, con annessa fonderia per una fabbrica di armi borbonica, si trova a Ferdinandea, scelta come tenuta di caccia dei Borboni, circondata dai fitti boschi di faggi e abeti bianchi delle Serre, al limite del vasto Bosco di Stilo.
Dove mangiare, dove dormire
A Stilo: Da Mario, pizzeria rosticceria, via Marconi 43. Lo si incontra salendo; propone un sacco di deliziose sfiziosità da assaporare con vino locale: arancini, cotolette di melanzane, pitte con peperoncino, ricotta fresca e infornata e molto altro. Gli indecisi si affidino, senza indugio, a Mario e alla sua simpaticissima moglie!
A Serra San Bruno: Agriturismo Fondo dei Baroni, Loc. La Chiusa, tel. 0963.71706. Offre una cucina casereccia a base di prodotti biologici di produzione propria; dormire in doppia con la colazione costa da € 50; anche appartamenti in baite.
Catanzaro Lido: Hotel Niagara, via Crotone 170, tel. 0961.31697. Si trova all’ingresso di Catanzaro Lido, dalla parte di Crotone. E’ un buon compromesso per chi vuole stare dove c’è vita, ma non in mezzo al caos. Molto confortevole con camere spaziosissime e ottimo ristorante. Doppia con colazione da € 75.
Riace Marina (appena poco più a sud dell’itinerario): Hotel Federica, via Nazionale SS106, tel. 0964.771302, 18 camere su un grande giardino che tocca la spiaggia. Doppia con colazione da € 70.
Attenzione: il tratto montano è assolutamente privo di frazioni o case sparse. Pertanto non si pensi di trovare un bar o un punto ristoro fuori dai centri toccati.
A Serra San Bruno: Agriturismo Fondo dei Baroni, Loc. La Chiusa, tel. 0963.71706. Offre una cucina casereccia a base di prodotti biologici di produzione propria; dormire in doppia con la colazione costa da € 50; anche appartamenti in baite.
Catanzaro Lido: Hotel Niagara, via Crotone 170, tel. 0961.31697. Si trova all’ingresso di Catanzaro Lido, dalla parte di Crotone. E’ un buon compromesso per chi vuole stare dove c’è vita, ma non in mezzo al caos. Molto confortevole con camere spaziosissime e ottimo ristorante. Doppia con colazione da € 75.
Riace Marina (appena poco più a sud dell’itinerario): Hotel Federica, via Nazionale SS106, tel. 0964.771302, 18 camere su un grande giardino che tocca la spiaggia. Doppia con colazione da € 70.
Attenzione: il tratto montano è assolutamente privo di frazioni o case sparse. Pertanto non si pensi di trovare un bar o un punto ristoro fuori dai centri toccati.
Galleria fotografica
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