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Abruzzo

Abruzzo: da Lanciano a Pennadomo

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Un centinaio di chilometri attraverso la Maiella fino alla Valle del Sangro, da percorrere con una enduro e tanta passione per il fuoristrada. Gallery fotografica e road book da scaricare

Abruzzo: da Lanciano a Pennadomo
La strada sterrata presso Casoli
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L'Abruzzo è una delle più belle regioni di Italia per la varietà del suo paesaggio. Si va dalle rive del mare (qui più alte e più movimentate rispetto alla classica costa sabbiosa dell'Adriatico) alle colline per poi passare alle alte montagne del Gran Sasso e della Maiella.

E un posto ideale anche per il fuoristrada in ragione dei vasti spazi poco frequentati, soprattutto verso l'interno, in una natura affascinante, con panorami che spaziano dalla linea azzurra del mare, alle alte cime innevate sino a giugno.
L'itinerario proposto, di circa un centinaio di chilometri tra asfalto e fuoristrada, si svolge tra la Maiella e la valle del Sangro che segna il confine con il Molise, altra regione tutta da scoprire in moto.

Si tratta di un percorso adatto a grosse enduro e a guidatori mediamente esperti in quanto si svolge prevalentemente su strade sterrate. Poche difficoltà ma vi accorgerete che questa è una terra aspra e dura, in piano c'è fango e in salita un dissestato pietrame, i sentieri sono spesso abbandonati e talvolta finiscono in niente, gli spazi sono grandi e potete fare dieci chilometri prima di accorgervi che dovete tornare indietro: il buon senso non guasta, ma non bisogna dimenticare una buona cartina e un occhio al livello della benzina.

Il nostro viaggio è di difficoltà medio-bassa ma non è da sottovalutare in quanto qualche ripida discesa o salita richiede attenzione e un minimo di padronanza della moto, non lo consiglieremmo a chi non ha mai fatto fuoristrada e ha appena ritirato una grossa enduro dal concessionario.
Quindi pochi ostacoli, che però in caso di bagnato diventano tanti: qui in Abruzzo il fondo è di una terra argillosa che appena piove si trasforma in un fango che è una via di mezzo tra la colla e il grasso; sentieri col fondo duro si sciolgono con l'acqua e la moto affonda fino al mozzo in questo pantano doc che rende pericolose le discese e una sfida le salite: in questo caso una leggera moto da enduro con pneumatici artigliati è il compromesso migliore unitamente a ottime doti di guida.
Una ultima avvertenza è quella di non "lanciarsi" in pieghe al limite sull'asfalto se non si è sicuri che le gomme siano pulite dal fango dell'ultima pozza: in questo caso è la caratteristica numero due del fango doc (il grasso) a farvi volare a gambe all'aria.

Punto di partenza è Lanciano che si raggiunge dall’autostrada A14; si imbocca poi la N84 in direzione Casoli , si passa Castel Frentano e a Guarenna si svolta a destra per una strada secondaria in direzione Casoli.
In corrispondenza di un insediamento industriale si gira a sinistra per infilare la sterrata che porta al fiume che si passa, tanto per cominciare in bellezza, con un bel guado: qui valutate l’altezza dell’acqua che normalmente è di trenta-quaranta centimetri, occhio ai ciottoloni smossi e si comincia.
Passato il guado e data una strizzatina ai freni, si aggira a sinistra un deposito di materiali edili e si raggiunge la strada principale prendendo a sinistra, superando il passaggio a livello e, al primo curvone, imboccando a sinistra una sterrata che si inerpica sulla collina. Qui capirete se avete lo spirito dell’endurista puro perchè se ce l’avete ignorerete i bei campi di olivi, il panorama su Casoli arroccata in cima ad una collina e la Maiella innevata dietro e aprirete tutto il gas derapando sulle curve della sterrata (tenete la destra ai bivii) che sale tortuosa verso Casoli.
Appagati, sia che siate enduristi puri e sia che non lo siate, arrivate dopo circa due chilometri a Casoli e qui, tenendo la sinistra e imboccando una strada a sinistra (meccanico di moto sulla sinistra) prendete la strada per Gessopalena e Torricella.


Ora che siete sull’asfalto godetevi il panorama delle verdi colline che si abbassano sino al lago di Casoli alle spalle del quale si alzano le ripide pareti della parte meridionale del massiccio della Maiella: intorno ci sono prati, uliveti e boschi, paesi in lontananza, qualche bella e grande quercia isolata. Procedete per circa quattro chilometri e subito dopo una curva a sinistra (poco sopra c’è una casa vicino alla strada) imboccate un ripido sentiero a destra che scende sino al lago di Casoli: questo è uno dei punti che con l’asciutto richiede qualche attenzione e col bagnato il segno della croce, ma male che vada alla fine c’è il lago.
Si arriva sulla strada asfaltata che costeggia il lago e si prende a sinistra sino a raggiungere l’Albergo del Lago: qui si imbocca a sinistra una stretta strada di asfalto dissestato che attraverso boschi, calanchi e prati ci riporta sulla strada tra Gessopalena (che appare pittorescamente in cima ad un roccione con le rovine dell’abitato medievale sulla sinistra) e Torricella.

Una volta raggiunta la strada asfaltata prendete a destra ma se avete tempo e voglia potete arrivare a Gessopalena (in questo caso voltate a sinistra) a visitare i resti del nucleo medievale abbattuto da un terremoto: le case sono parzialmente scavate nella roccia che è costituita da cristalli di gesso che brillano al sole, splendido il panorama.
Se non andate a Gessopalena svoltate a destra e dopo duecento metri prendete a sinistra per una strada dapprima asfaltata tra le case e poi sterrata tra i campi: non potete sbagliare, dovete puntare su un grande roccione, detto la Morgia, che spunta tra i prati.
Si percorre una strada nei campi, assai dissestata in un punto dove è smottata (ne vedrete parecchi di smottamenti, in alcuni punti le colline si sciolgono e ne vengono giù pezzi enormi) e dove affiora il temibile fango doc; superato questo punto prendete a destra per il roccione, lasciatelo alla vostra destra e scendete di nuovo sulla strada asfaltata di prima, attraversatela e imboccate la sterrata che scende nei prati sottostanti tra prati e macchie di ginestre che si innesta su un altra sterrata che dovrete imboccare seguendo a sinistra: siamo ora nel bosco su un percorso a saliscendi con attraversamento di ruscelletti fangosi, tenete la sinistra guardando in alto il paese di Torricella per orientarvi.
Ad un certo punto la strada sembra finire in fondo a una valletta ma bisogna risalire sul prato di fronte dove la strada riprende: in realtà la strada seguiva il fondo della valletta divenuto impraticabile per il fango, se passate davanti a un abbeveratoio siete sulla strada giusta. Proseguite sino ad arrivare a Torricella, la sterrata finisce davanti ad una ripida salita tra le case del paese, prendetela e una volta in centro chiedete di una pizzeria al trancio, una buona sosta.

Dopo seguite la strada asfaltata per Montenerodomo e dopo circa due chilometri seguite a sinistra le indicazioni per il monumento all’Alpino d’Abruzzo che raggiungerete sia per rendere il dovuto omaggio ai montanari abruzzesi caduti in Russia e sia per lo splendido panorama sul vasto altopiano che si stende tutt’intorno; a breve distanza da qui si trovano le rovine (acropoli, teatro, foro) di Iuvanum, una città protostorica dei Frentani e poi romana.
Uscendo dalla breve sterrata che porta al monumento dall’alpino si prende a destra e si riprende la strada principale per Montenerodomo ma per imboccare un centinaio di metri subito dopo una stretta strada asfaltata in discesa in direzione della frazione Casale che ci porterà sino a Pennadomo. Si tratta di una strada bianca ormai asfaltata (è incredibile come in Abruzzo abbiamo asfaltato gran parte delle strade bianche che collegano isolate frazioni) che con un bel percorso tra prati e fitti boschi sino a Pennadomo, arroccata in modo pittoresco sotto un verticale pinnacolo di roccia; interessante una passeggiata tra le antiche case in pietra che si allineano sullo strapiombo della gola formata dal fiume; dietro appare il lago artificiale del Sangro, detto anche lago di Bomba, dal nome di uno dei paesi che vi si affaccia.



Dal centro del paese prendete la ripida strada che si dirige alla chiesa di S.Lorenzo e poi punta verso i prati dietro al centro abitato diventando in parte sterrata e in parte di un asfalto cosi rovinato da richiedere una guida attenta per i profondi solchi dovuti probabilmente a smottamenti del terreno.
Si sale in un paesaggio di campi solitari con ampi panorami verso la Maiella, e si va sempre più in alto dove la strada sembra terminare in un boschetto: in realtà si prende a sinistra sbucando in un alpeggio attraversato da una strada che scende ripida tra i prati (se il fondo è bagnato tornate a Pennadomo, raggiungete Montebello e imboccate la sterrata in salita che dovreste raggiungere dal pratone in discesa) raggiungendo la suddetta sterrata che sale da Montebello: prendete a destra, passate davanti a un abbeveratoio e proseguite sino a raggiungere il culmine della strada per un ambiente affascinante di vastissimi alpeggi e grandi roccioni. In cima il panorama si spinge verso il lago del Sangro e le montagne del Molise cosparse dei grandi generatori a vento.
Tornate ora per la stessa sterrata e seguitela sino in fondo fino a raggiungere il paese di Montebello (notate l’antico borgo diroccato in cima allo sperone e quello nuovo che rischia di essere portato nel lago da uno smottamento tuttora in essere) e di nuovo il paese di Pennadomo da dove seguirete la strada che scende verso il lago passando davanti all’impressionante gola scavata dal torrente.



Dopo circa mezzo chilometro imboccate una sterrata che scende verso il lago e al primo incrocio proseguite dritti verso certe rovine di edifici produttivi che si trovano nei pressi del Sangro: il paesaggio è cambiato nel giro di pochissimo, agli alpeggi si è sostituita la vegetazione di una zona umida, salici e canne palustri.
Bello e solitario il paesaggio, se non correte troppo potete guardarvi intorno ed essere contenti di possedere una moto fuoristrada che vi può portare in posti come questo. Ma attenti, questo è il posto dove potreste trovare il migliore fango doc abruzzese!
La strada infatti scorre accanto al Sangro e in vari punti, anche nella stagione asciutta, si trovano sentieri con fango: secco e duro a formare vere rotaie o soffice che sembra mousse al cioccolato. Il consiglio è di fare quello che si fa quando si va fuoristrada con le auto, ci si ferma e si va a vedere com’è il punto critico, ci si evita delle belle fatiche a tirar fuori il mezzo sguazzando nel fango al ginocchio. In vari punti si può guadare facilmente il Sangro: tenete presente che la riva destra è più facile e asciutta ma è la meno bella perché la superstrada scorre vicina. La riva sinistra, quella su cui siamo scesi, è come le donne, bella e infida, ma dà più soddisfazioni sia di guida che di paesaggio: male che vada anche qui c’è una strada che scorre accanto, ma più in alto e lontana, ci sono varie strade che la raggiungono e che tornano al fiume. È questo il tratto più avventuroso dell’itinerario in quanto non si possono dare indicazioni precise sulle stradine che seguono e attraversano il fiume, ma non ci si può perdere in quanto si segue il corso del fiume e male che vada si raggiunge in breve una strada.
Tenete presente che ci sono circa due chilometri dal momento che scendete in riva al Sangro fino al primo ponte stradale e altri dieci sino a quello successivo da dove vi potete immettere sulla superstrada che porta verso il mare e l’autostrada.

Lanciano: il borgo medievale e le chiese, degne di nota le mura medievali

Gessopalena: i ruderi del borgo medievale

Montenerodomo: nei dintorni sono e rovine della romana Juvanun che sorse nel IV-III sec. A.C.
Alberghi

Atessa
Agriturismo Casetta degli Ulivi, contrada Pili, tel. 0873 69 334; in collina, a pochi chilometri dal mare.
Lanciano
Anxanum, via S.Francesco 8/10, tel. 0872 715 054; un tre stelle moderno e ben tenuto.
Bucchianico
Agriturismo Casa Bianca, via Colle Torino 34, tel. 0871 381 887; vicino al borgo medievale di Bucchianico

Ristoranti

Guardiagrele
Parco della Maiella, via colle Luna 2, tel. 0871 83 354: locale rustico con veranda all’aperto, cucina tradizionale e creativa.
Lanciano
Taverna del Mastrogiurato, c.so Roma Vico XI, tel. O872 712 207; tradizionale cucina abruzzese e ottima enoteca.
Il guado presso Casoli
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Il monumento all'alpino vicino Montenerodomo
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Capanna in Paglia
Il lago di Casoli
Montebello, il paese antico abbandonato
Pennadomo
Il guado presso il lago di Casoli
Il paese vecchio di Gessopalena
Il roccione della Morgia
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