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Abruzzo

Abruzzi: gli eremi della Maiella

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Con la moto per strade minori in una delle più belle montagne dell'Appennino. 190 chilometri in un tortuoso e altalenante itinerario alla scoperta degli eremi medievali in un susseguirsi di bei panorami con la possibilità di raggiungere la quota di 214

Una panoramica della Maiella

La Maiella è una alta montagna (arriva a 2737 metri) che si alza a una ventina di chilometri dal mare, nell'entroterra di Pescara. È una montagna grande, affascinante, solitaria, fatta di una serie di alte creste da cui si vede il mare e da profondi valloni scavati dai torrenti; e ai suoi piedi vasti prati a perdita d'occhio, borghi di case in pietra, boschi, chiese, abbazie ed eremi.
Una meraviglia per la moto anche perché le strade sono strette e tortuose ma soprattutto perché senza gabbie di vetro e lamiera intorno (l'auto) ci si può perdere ad ammirare il paesaggio che qui ha orizzonti davvero vastissimi; non sono quindi strade particolarmente divertenti da guidare anche se non manca qualche bella serie di curve, qui è il paesaggio il motivo dominante del viaggio. Occhi aperti dunque e si parte. Ci avviamo da Pescara, la città di D'Annunzio, una città vivace, moderna, trafficata, non troppo attraente; dal centro si seguono le indicazioni per l'autostrada e si imbocca la superstrada che, passato il casello dell'autostrada e l'uscita per Chieti, si innesta nella statale N5, importante via di comunicazione con Roma già dall'epoca romana e medievale e questo spiega il fiorire di chiese e abbazie lungo il suo percorso. Ma mentre gli insediamenti romani e tardo medievali sorgevano nel fondovalle, quelli dei secoli bui del Medioevo, dopo aver sperimentato che anche i predoni arabi apprezzavano le strade comode, si rintanarono nei profondi valloni della Maiella, in base al principio che meno ci si fa notare più aumentano le speranze di vita e che quanto più il predone arriva col fiato corto tanto meno distrugge e porta via. Si prosegue quindi una decina di chilometri sulla N5 fino a Manoppello Scalo (ovvero la stazione di Manoppello che si trova arroccata in cima ad una collina poco distante) e quindi andiamo a dare un'occhiata alla prima abbazia dell'itinerario, S.Maria di Arabona, una delle prime fondazioni cistercensi dell'Abruzzo poiché fondata nel 1208.


È una chiesa elegante ed austera, luminosa, nello stile gotico adottato da questo ordine monacense: all'interno c'è un ricco tabernacolo gotico e una curiosa colonna che regge un candelabro pasquale. Bello anche il giardino, un'oasi di tranquillità. Ripresa la moto proseguiamo per la N5 per poco più di un chilometro e quindi prendiamo a sinistra per Manoppello seguendo una strada che si inerpica per una morbida collina dietro alla quale emergono le alte cime della Maiella. Passato il paese (potete andare a vedere il santuario del Volto Santo che conserva una improbabile immagine di Cristo su una tela, una specie di Sindone) proseguiamo per Serramonacesca da dove imbocchiamo una strada minore che in breve finisce alla abbazia di S.Liberatore, una delle più belle chiese romaniche, fondata nel sec. VIII da monaci benedettini. Abbattuta da un terremoto fu ricostruita a partire dal 1007 dai monaci di Montecassino. A partire dal XIV sec. iniziò un progressivo decadimento che culminò nel 1806 con la soppressione degli ordini monastici. La chiesa, fiancheggiata dalla splendida torre romanica, è posta in un solitario vallone boscoso; all'interno affreschi del Cinquecento rappresentano il monaco Teobaldo che nel 1007 avviò la ricostruzione dell'edificio  mentre sulla nell'abside centrale si trovano gli affreschi risalenti alla seconda metà del XIII sec. Nel pavimento della navata centrale è stato ricomposto l'originario mosaico  cosmatesco del 1275.  
Di nuovo in moto si prosegue per una bella strada a curve nel bosco sino a Roccamontepiano  dopo la quale risvolta a destra per la N 614 che sale verso passo Lanciano e la cima della Maiella. Qui comincia una tortuosa strada in salita che offre vasti panorami verso le colline di Pescara e il mare, l’asfalto è buono e la guida divertente. Poi ci si infila in un fitto bosco e in breve ci si ritrova a passo Lanciano, nota località sciistica dove in inverno si scia con il mare di fronte: non si sorrida all’idea di sciare qui, ci sono vari chilometri di piste e l’innevamento negli ultimi anni è stato molto più abbondante che sulle Alpi; inoltre la Maiella è un paradiso per lo sci alpinismo.
Dal passo si prende a sinistra per la strada che sale verso la cima della Maiella, presto si sbuca in un ambiente di verdi alpeggi dove lo sguardo è attratto dalla vasta distesa azzurra del mare. Si continua a salire, si passa davanti all’albergo Mamma Rosa, e si giunge sino ad una sbarra dove ci si deve fermare: qui,a quasi duemila metri di altidunie, il panorama è magnifico, non solo verso il mare ma anche sulla parete orientale della Maiella. In una mezz’oretta si può giungere a piedi al Blockhaus, una casamatta costruita dai tedeschi nell’ultima guerra, posta a 2142 metri, in uno splendido ambiente di montagna, assai vicino alle più alte cime della Maiella.

Ripresa la moto si scende sino all’albergo Mamma Rosa e qui si prende sulla sinistra una piccola meravigliosa solitaria stradina asfaltata che vi porterà nell’intimità del versante occidentale della montagna; prima attraverso splendidi alpeggi dai quali lo sguardo rimane incollato alle alte cime verdeggianti della Maiella e poi via via scendendo per boschetti e prati sino ad arrivare sul margine di un profondo vallone nel cui fondovalle si trova uno dei più suggestivi eremi; dalla strada scorgeremo in basso la stradina che vi si reca mentre all’orizzonte è un susseguirsi di colline e montagne che si perdono nella foschia di un paesaggio vastissimo. Proseguendo la strada presenta sempre affascinanti e vastissime vedute: percorrendo ampi tornanti tra i prati la strada si abbassa sino a raggiunge il margine del baratro di un profondo vallone dove si trovano i due più suggestivi eremi della Maiella, S.Spirito e S.Bartolomeo in Legio.


Per raggiungere il primo, al primo bivio, basta tenere la sinistra e percorrere la stradina asfaltata in discesa che si insinua nel fondo del vallone nel fitto di un bosco. Dopo circa quattro chilometri in questo ambiente selvaggio si giunge all’eremo che fu costruito sotto la sporgenza della roccia prima dell’anno Mille; nel 1053 vi soggiornò il futuro papa Vittore III mentre nel 1246 vi si insediò S. Pietro Celestino. L’eremo fu abitato e ingrandito sino ai giorni nostri; visitando l’edificio pensate quanto questo eremo dovesse essere lontano dal mondo in un epoca in cui ci si spostava a piedi o a dorso di mulo,  e quanto dovesse essere isolato magari in inverno…alla nostra epoca fatta di comunicazioni in tempo reale non riusciamo davvero a immaginarci tanta solitudine e isolamento! Per visitare  l’altro eremo dobbiamo tornare al bivio e seguire le indicazioni per un ristorante nel cui parcheggio lasceremo la moto. Per raggiungerlo infatti dobbiamo camminare una mezzora percorrendo un sentiero che è meglio farsi indicare dai gestori del ristorante (scarpe robuste, niente infradito). In ogni caso bisogna imboccare un sentiero che segue il prato in discesa di fronte al ristorante: arrivati in fondo al prato incontriamo un sentiero più grande che prendiamo a destra in discesa e dopo qualche centinaio di metri si prende a sinistra un altro sentiero in direzione del vallone. Anche qui il paesaggio è a dir poco meraviglioso, ci si inoltra tra macchie di ginestre avendo di fronte la Maiella e ci si cala in un vero e proprio canyon dalle pareti a picco. Infatti mentre S.Spirito era acquattato nei boschi, S.Bartolomeo si trova rannicchiato sotto una grande roccia in questo canyon quasi senza alberi. Si scende verso il fondovalle dove scorre un torrente che nei millenni ha levigato grandi massi di roccia formando pozze azzurrine dove in estate si fanno meritati bagni; in breve si giunge all’eremo che è molto più semplice di S.Spirito, praticamente una sola costruzione sotto la sporgenza della roccia ma comunque affascinante sia per la bellezza del luogo che per l’antichità dell’edificio che fu costruito prima del Mille e frequentato dai due santi uomini di cui si è detto prima.
Tornati alla moto si riprende la strada, che ora scorre tra campi, prati e boschi, in direzione Roccamorice sino a raggiungere Caramanico Terme, un conservato borgo di montagna noto per le terme di acqua sulfurea. Dopo una passeggiata per le case del centro storico e la visita dei negozi dove si vendono i formaggi pecorini prodotti nei dintorni si riprende la moto e seguendo la strada che sale in cima al paese ci si dirige verso S.Eufemia; usciti dall’abiatato ci si ritrova in un altro splendido ambiente naturali di vasti prati dietro ai quali si alzano le ripide pendici della Maiella.


In breve si raggiunge S.Eufemia (belle case antiche in pietra) e si riprende la strada principale che imbocchiamo a destra tornando a Caramanico. Passata Caramanico dopo 5 km prendiamo a destra per Salle attraversando un affascinante (scusate il ripetuto uso di questo aggettivo ma è giustificato) paesaggio di vasti prati disseminati di ginestre) passando Musellaro e Tocco da Casauria sino a ritornare sulla N5 dove incontriamo quasi subito l’abbazia di S.Clemente di Casauria, uno delle più belle e importanti fondazioni monastiche dell’Abruzzo.


Edificata nell’anno 871 da Ludovico II con le reliquie di S.Clemente fu saccheggiata dai Saraceni e dai Normanni e riedificata tra il 1176 e il 1182 dall’abate Legnate diventando una delle più importanti abbazie d’Italia. Suggestivo l’ingresso disseminato di lapidi romane ed elegante il pronao a tre arcate, con tre antiche porte in bronzo, sulla facciata della chiesa. L’interno, su tre navate, conserva uno sfarzoso pulpito riccamente decorato e un ciboro trecentesco ricavato da un sarcofago paleocristiano.
Ripresa la moto si può rientrare a Pescara direttamente per la N5 o, se non si ancora stanchi, optare per un itinerario di rientro per colline e strade minori passando da Torre de Passeri, Pietranico, Cugnoli, Catignano, Pianella e Pescara.
 
Il motivo dominante dell’itinerario, oltre ai notevoli valori paesaggistici, sono gli edifici religiosi: non perdete gli eremi di S.Spirito e S.Liberatore se vi piacciono i luoghi isolati e selvaggi, S.Liberatore e S.Clemente di Casauria se vi piacciono le belle chiese romaniche e S.Maria Arabona per un bel gotico cistercense.
Non trascurate di raggiungere il Blockhaus sulla Maielletta, una mezzora a piedi dalla sbarra dove si è obbligati a fermarsi con la moto: bel paesaggio, bel contatto con la montagna.


La cucina tradizionale abruzzese e in particolare la cacciagione e i suoi mille usi, dai condimenti per le pappardelle agli arrosti e arrosticini. Anche i pecorini merito un sentito elogio. A Chieti merita una visita il centro storico e il museo archeologico che conserva il famoso guerriero di Capestrano, una grande statua dell’età del bronzo.  
Manoppello: Villa Pardi, C.da Cappuccini, tel. 085 859 00 49, www.villapardi.it , info@villapardi.it, in una villa del '700 con 2 casolari immersi nella quiete di un grande giardino secolare, camera da 33 a 42 € per persona.
Moscufo: masseria dei gelsi, Contrada Colle Sant’Angelo  15, tel   085 972 71 61, cell. 338 70 64 327,www.masseriadeigelsi.it
Tocco da Casauria: agriturismo Madonna degli angeli,  C.da Madonna degli Angeli tel. 085 422 38 13, cell. 339 1489999, www.madonnadegliangeli.com , in un casale dell'800 a due passi dal parco della Maiella,appartamento 36/77€ al giorno.Anche ristorante con cucina tradizionale.
La Conca: caramanico Terme, Contrada Riga 13, tel 085 928 462 , cell. 347 3341208, in un casolare ristrutturato,
S.Eufemia: Albergo Parco della Maiella, via Roma 2, tel. 085 920 398, singola 31€ , doppia 47€. Ristoranti:

Scanno:
La valle, via Tanturri 66 , tel.  086 474 550, ricette di antica tradizione con prodotti locali, da provare gli gnocchi la valle e la buona pasta e fagioli. La sera menù di pizze, calzonie di fritti. Circa 30 €.
Roccamorice: Macchio di Coco, al bivio per l’eremo di S.Spirito, tel. 085 85 72 115, specialità abruzzesi di montagna quali pappardelle al ginghiale, gnocchi ai funghi, agnello e cinghiale in vari modi, arrosti, circa 30 €; gestiscono anche il ristorante Belvedere a Roccamorice.
Caramanico fraz. Decontra: Il cervo, contrada Decontra, tel. 085 922 272, specialità cacciagione (cervo e cinghiale), circa 30 euro.
Moscufo:Il nuovo casereccio, via D'Annunzio, tel. 085 979 191, ottimi arrosti e gli arrosticini, specialità abruzzese, nonchè i primi di cucina abruzzese, circa 30 euro.     
La salita verso Salle
L'interno dell'eremo di S. Liberatore
La facciata dell'eremo di S. Liberatore
La strada che sale sulla Maiella
Una panoramica della Maiella
Una panoramica del colle Civita
L'eremo di S. Spirito
La facciata dell'eremo di S. Spirito
Un veduta dalla nostra moto scendendo dalla Maiella
Un particolare dell'eremo di San Bartolomeo
Una veduta dell'eremo di San Bartolomeo
Una veduta di Caramanico
L'abbazia di San Clemente
La fontana di Santa Maria Rabona
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