Portogallo
Turismo da corsa VII: Estoril
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Il nostro inviato per i circuiti del motomondiale questa volta ha superato se stesso e con la Ducati ST4 S ha percorso 4.827 chilometri in 5 giorni. Lo sforzo è valsa la pena: panorami e strade indimenticabili. Peccato però la multa di 210 euro e un bru
Il GP del Portogallo all'Estoril è, assieme a quello di Spagna a Jerez, la trasferta più lunga dall'Italia. Da Jerez, però, ero stato costretto a tornare a casa in aereo per il tentato furto della mia Ducati ST4S, ed ecco quindi che la gara portoghese diventa nettamente il viaggio in cui ho percorso più chilometri, ben 4.827 compresi gli spostamenti all'Estoril.
Una tappa piuttosto impegnativa, sia per me sia per la moto, nella quale però si attraversano luoghi meravigliosi, come i Pirenei, con strade e scenari indimenticabili. Stando ai programmi che calcolano i chilometri che separano le varie città, Milano dista da Estoril circa 2.100 chilometri, mentre io, sia all'andato sia al ritorno ne faccio almeno 200 in più.
Milano-Pau
Totale km percorsi: 1195
A Perpignan la statale N9 corre a fianco dell'aereoporto e, in particolare, di una zona di rimessaggio per gli aerei. L'immagine è suggestiva, perchè con la moto sembra di essere sulla pista di atterraggio...
Questo tratto, in realtà, lo faccio in due tappe, perché lunedì sera mi fermo a Noli, in Liguria, a 180 km da Milano. Riparto martedì mattina e la prima parte del percorso è del tutto simile a quello fatto per raggiungere Jerez. Faccio parecchia autostrada, prima l’A10 fino al confine con la Francia e poi l’A8-A9 in direzione “Barcelona”.
Superata Aix-en-Provence, alterno tratti di autostrada e strada statale, prima la N113 (***), quindi la N9 (**/***, a seconda del traffico). Dopo un po’ che si viaggia in Francia si prende una buona dimestichezza con i cartelli stradali e così si può percorrere le statali fino alla periferia di una città, entrare in autostrada per evitare il traffico cittadino, senza dover pagare pedaggio, per poi ritornare sulla statale qualche chilometro prima della barriera. Così facendo, raggiungo piuttosto rapidamente Perpignan, dove devio sulla D117 (****), perfettamente indicata per Foix.
Complessivamente, quindi sommando la bellezza del paesaggio e il gusto della guida, è per almeno un centinaio di chilometri una delle più belle strade che ho percorso quest’anno con la mia Ducati, una di quelle che rifaresti tutti i giorni per imparare a memoria tutte le curve!
IL’asfalto è bellissimo, le auto poche, si attraversano pochi paesi e si costeggia un bellissimo fiume, con rapide,dove si vedono tanti appassionati che si dedicano al rafting.
Dopo St.Gaudens, la D117 si trasforma nella N117 (**), niente di speciale, con la quale raggiungo Pau, dove mi fermo a dormire. Pau è un paesino molto carino, dove c’è anche un circuito stile Varano, e dove, come sempre in Francia, è facilissimo trovare un posto per dormire.
A Perpignan la statale N9 corre a fianco dell'aereoporto e, in particolare, di una zona di rimessaggio per gli aerei. L'immagine è suggestiva, perchè con la moto sembra di essere sulla pista di atterraggio...
Questo tratto, in realtà, lo faccio in due tappe, perché lunedì sera mi fermo a Noli, in Liguria, a 180 km da Milano. Riparto martedì mattina e la prima parte del percorso è del tutto simile a quello fatto per raggiungere Jerez. Faccio parecchia autostrada, prima l’A10 fino al confine con la Francia e poi l’A8-A9 in direzione “Barcelona”.
Superata Aix-en-Provence, alterno tratti di autostrada e strada statale, prima la N113 (***), quindi la N9 (**/***, a seconda del traffico). Dopo un po’ che si viaggia in Francia si prende una buona dimestichezza con i cartelli stradali e così si può percorrere le statali fino alla periferia di una città, entrare in autostrada per evitare il traffico cittadino, senza dover pagare pedaggio, per poi ritornare sulla statale qualche chilometro prima della barriera. Così facendo, raggiungo piuttosto rapidamente Perpignan, dove devio sulla D117 (****), perfettamente indicata per Foix.
Complessivamente, quindi sommando la bellezza del paesaggio e il gusto della guida, è per almeno un centinaio di chilometri una delle più belle strade che ho percorso quest’anno con la mia Ducati, una di quelle che rifaresti tutti i giorni per imparare a memoria tutte le curve!
IL’asfalto è bellissimo, le auto poche, si attraversano pochi paesi e si costeggia un bellissimo fiume, con rapide,dove si vedono tanti appassionati che si dedicano al rafting.
Dopo St.Gaudens, la D117 si trasforma nella N117 (**), niente di speciale, con la quale raggiungo Pau, dove mi fermo a dormire. Pau è un paesino molto carino, dove c’è anche un circuito stile Varano, e dove, come sempre in Francia, è facilissimo trovare un posto per dormire.
Pau-Coimbra
Totale km percorsi: 994
Lasciata Pau, si cominciano ad affrontare i Pirenei, con montagne sempre più alte sullo sfondo
Quando mi sveglio c’è un bel sole a riscaldare la giornata e quindi decido di andare all’attacco dei Pirenei. Per trovare la giusta strada faccio un po’ di confusione e quando mi fermo a consultare la cartina, non passa più di un minuto che si ferma un ‘motard’ francese, per darmi aiuto! Non c’è nessun altro paese europeo con tanto rispetto e attenzione per il motociclista e veramente da quelle parti non ti senti mai solo.
Si percorrono i primi 30-35 chilometri sulla statale N134 (***), per poi deviare sulla D919/918, che poi si trasforma nella D26, tutte da (****). Su queste strade, passa spesso il “Tour de France” e mi viene la pelle d’oca a percorrerle, perché sull’asfalto ci sono ancora le scritte che inneggiano ai ciclisti e praticamente in ogni paese dove si passa, c’è una targa, un monumento, uno striscione, una foto che ricorda il passaggio della corsa ciclistica a tappe più famosa del mondo.
Man mano che si sale (si arriva a oltre 1700 metri), la strada diventa sempre più stretta e, purtroppo, anche dissestata, e si incontrano sempre meno auto. In cima al passo, in prossimità del confine Francia-Spagna, si è da soli in mezzo alle montagne, su un nastro di asfalto non più largo di 7-8 metri, senza nessun tipo di protezione ai lati e con le mucche che, a tratti, bloccano il passaggio, tanto che a un certo punto devo aspettare una decina di minuti fermo, con il motore spento, perché gli animali decidano di abbandonare l’asfalto per l’erba!
E’ una meraviglia e se solo la strada fosse meno ondulata ci si divertirebbe un sacco con la ST4S. Superato il confine, si prosegue sulla NA2011 (****, stesse caratteristiche della precedente), che sulla mia cartina è segnata con la sigla NA178. Niente di grave, comunque, non c’è possibilità di sbagliare, perché c’è una sola strada, alla fine della quale si percorre per pochi chilometri la NA140 (***) e poi, finalmente, ci si immette sulla NA178 (****), fantastica per la guida, perché ci sono curvoni da 4, 5 e 6 marcia, dove si ha l’impressione di piegare come in pista.
In prossimità di Lumbier si prosegue prima sulla NA132 (***/**** a seconda dei tratti) e poi sulla N111 (***), decisamente meno affascinante delle precedenti, ma comunque piacevole. Attraverso la N120 (***) raggiungo Burgos e qui praticamente il divertimento finisce, perché fino al Portogallo si può viaggiare praticamente solo sulla N620/A62, di fatto un’autostrada, con l’unico vantaggio che non si paga. Sono poco meno di 400 chilometri di noia totale, con un paesaggio appena un po’ mosso e un’autostrada tipo la Milano-Bologna, con però pochissimo traffico e qualche curva in più. L’impressione è un po’ quella di essere in mezzo al deserto, con il verde al posto della sabbia, e se si fa questo tratto tra le 14 e le 17, come ho fatto io, si patisce un gran caldo.
Una volta in Portogallo, decido di fare una piccola deviazione rispetto al programma originale, per visitare un po’ questo Paese. Dopo un primo tratto in autostrada, prendo la IP5 (***) in direzione Aveiro, un’altra sorta di autostrada, ma molto divertente da fare in moto, e poi devio sulla N234/IP3 (***).
Questa parte del Portogallo è molto ondulata, con tanti Sali-scendi e un paesaggio piacevole, paragonabile per certi versi all’entroterra ligure. Purtroppo, sono molto stanco e non mi godo completamente il tragitto, anche perché si attraversano mille paesini con i semafori che controllano la velocità: se si superano anche di un solo km/h i 50 km/h, scatta immediatamente il rosso e si è quindi obbligati a fermarsi. Sono comunque più di 100 chilometri piacevoli, che mi portano a Coimbra, cittadina veramente carina, con un interessante centro storico.
Lasciata Pau, si cominciano ad affrontare i Pirenei, con montagne sempre più alte sullo sfondo
Quando mi sveglio c’è un bel sole a riscaldare la giornata e quindi decido di andare all’attacco dei Pirenei. Per trovare la giusta strada faccio un po’ di confusione e quando mi fermo a consultare la cartina, non passa più di un minuto che si ferma un ‘motard’ francese, per darmi aiuto! Non c’è nessun altro paese europeo con tanto rispetto e attenzione per il motociclista e veramente da quelle parti non ti senti mai solo.
Si percorrono i primi 30-35 chilometri sulla statale N134 (***), per poi deviare sulla D919/918, che poi si trasforma nella D26, tutte da (****). Su queste strade, passa spesso il “Tour de France” e mi viene la pelle d’oca a percorrerle, perché sull’asfalto ci sono ancora le scritte che inneggiano ai ciclisti e praticamente in ogni paese dove si passa, c’è una targa, un monumento, uno striscione, una foto che ricorda il passaggio della corsa ciclistica a tappe più famosa del mondo.
Man mano che si sale (si arriva a oltre 1700 metri), la strada diventa sempre più stretta e, purtroppo, anche dissestata, e si incontrano sempre meno auto. In cima al passo, in prossimità del confine Francia-Spagna, si è da soli in mezzo alle montagne, su un nastro di asfalto non più largo di 7-8 metri, senza nessun tipo di protezione ai lati e con le mucche che, a tratti, bloccano il passaggio, tanto che a un certo punto devo aspettare una decina di minuti fermo, con il motore spento, perché gli animali decidano di abbandonare l’asfalto per l’erba!
E’ una meraviglia e se solo la strada fosse meno ondulata ci si divertirebbe un sacco con la ST4S. Superato il confine, si prosegue sulla NA2011 (****, stesse caratteristiche della precedente), che sulla mia cartina è segnata con la sigla NA178. Niente di grave, comunque, non c’è possibilità di sbagliare, perché c’è una sola strada, alla fine della quale si percorre per pochi chilometri la NA140 (***) e poi, finalmente, ci si immette sulla NA178 (****), fantastica per la guida, perché ci sono curvoni da 4, 5 e 6 marcia, dove si ha l’impressione di piegare come in pista.
In prossimità di Lumbier si prosegue prima sulla NA132 (***/**** a seconda dei tratti) e poi sulla N111 (***), decisamente meno affascinante delle precedenti, ma comunque piacevole. Attraverso la N120 (***) raggiungo Burgos e qui praticamente il divertimento finisce, perché fino al Portogallo si può viaggiare praticamente solo sulla N620/A62, di fatto un’autostrada, con l’unico vantaggio che non si paga. Sono poco meno di 400 chilometri di noia totale, con un paesaggio appena un po’ mosso e un’autostrada tipo la Milano-Bologna, con però pochissimo traffico e qualche curva in più. L’impressione è un po’ quella di essere in mezzo al deserto, con il verde al posto della sabbia, e se si fa questo tratto tra le 14 e le 17, come ho fatto io, si patisce un gran caldo.
Una volta in Portogallo, decido di fare una piccola deviazione rispetto al programma originale, per visitare un po’ questo Paese. Dopo un primo tratto in autostrada, prendo la IP5 (***) in direzione Aveiro, un’altra sorta di autostrada, ma molto divertente da fare in moto, e poi devio sulla N234/IP3 (***).
Questa parte del Portogallo è molto ondulata, con tanti Sali-scendi e un paesaggio piacevole, paragonabile per certi versi all’entroterra ligure. Purtroppo, sono molto stanco e non mi godo completamente il tragitto, anche perché si attraversano mille paesini con i semafori che controllano la velocità: se si superano anche di un solo km/h i 50 km/h, scatta immediatamente il rosso e si è quindi obbligati a fermarsi. Sono comunque più di 100 chilometri piacevoli, che mi portano a Coimbra, cittadina veramente carina, con un interessante centro storico.
Coimbra-Estoril
Totale km percorsi: 246
La cittadina di Coimbra
Lascio Coimbra sotto un cielo nerissimo, con l’intenzione di raggiungere Lisboa (Lisbona) con la IP2 (**). Ma c’è così tanto traffico e il paesaggio è così piatto che dopo una quarantina di chilometri entro in autostrada (A1). Si rivela una scelta azzeccatissima, perché dopo pochi minuti inizia a piovere a dirotto e fa un freddo cane e sono costretto a infilare la tuta antipioggia.
A Lisboa entro in città e poi mi immetto sulla N6 (***), piacevole statale che costeggia l’oceano Atlantico e che porta fino all’Estoril. Anche qui, ci sono i semafori che regolano la velocità e quindi, più che andar forte, conviene gustarsi il mare.
La cittadina di Coimbra
Lascio Coimbra sotto un cielo nerissimo, con l’intenzione di raggiungere Lisboa (Lisbona) con la IP2 (**). Ma c’è così tanto traffico e il paesaggio è così piatto che dopo una quarantina di chilometri entro in autostrada (A1). Si rivela una scelta azzeccatissima, perché dopo pochi minuti inizia a piovere a dirotto e fa un freddo cane e sono costretto a infilare la tuta antipioggia.
A Lisboa entro in città e poi mi immetto sulla N6 (***), piacevole statale che costeggia l’oceano Atlantico e che porta fino all’Estoril. Anche qui, ci sono i semafori che regolano la velocità e quindi, più che andar forte, conviene gustarsi il mare.
Estoril-Candasnos
Totale km percorsi: 1111
Per il viaggio di ritorno, ho un solo obiettivo: raggiungere Milano il più velocemente possibile. Scelgo quindi un percorso diretto, sapendo già che percorrerò molti chilometri in autostrada. Mi godo però ancora un po’ di mare, raggiungendo Lisboa con la N6 (***) e seguendo poi le indicazioni ‘A2 soul’, si lascia Lisboa attraverso lo spettacolare ‘Ponte 25 Aprile’, sospeso a non so quante centinaia di metri di altezza e che domina tutta la baia: la vista è veramente suggestiva.
Mi immetto sulla A6, che lascio all’uscita numero 4 per viaggiare sulla N4 (**/***), che mi porta fino al confine Portogallo-Spagna. A Badajoz mi immetto sulla EX100 (***) statale veloce e tutto sommato piacevole e a Caceres devio sulla N521 (***), dalle caratteristiche simili. Questa statale porta a Trujillo, splendido paesino dove ho intenzione di fermarmi per riposare un po’. Ma a pochi chilometri dal “traguardo”, effettuo un sorpasso con la riga continua, proprio mentre dall’altra parte sopraggiunge una macchina della polizia! Credo di passarla liscia, ma dagli specchietti vedo che i due simpatici poliziotti fanno inversione e mi inseguono. Tento un’improbabile – e poco convinta - fuga, facendo finta di non averli visti, e quando mi fermo tento in tutti i modi di passarla liscia. Niente da fare, il verbale è di euro 210! Non c’è modo di non pagarla: se non si hanno contanti, vieni portato alla banca più vicina per ritirare i soldi con la carta di credito e se non si ha neppure quella, si è costretti a lasciare la moto nel deposito della polizia. Ecco quindi che in un attimo mi fumo 210 euro e avvelenato come un serpente a sonagli riprendo il mio viaggio.
Per raggiungere Madrid, la strada è praticamente obbligata, la NV, un’altra autostrada in mezzo al nulla, come quella percorsa all’andata e una volta nella capitale spagnola si prende la A40 seguendo le indicazioni per l’aeroporto, per poi passare sulla A2 in direzione Zaragoza.
Qui, finalmente, lascio l’autostrada per la NII (*), da evitare però come la peste, perché è una fila interminabile di camion, in un senso e nell’altro, tanto che è difficile superare anche con la moto. Sono finito, e così, invece di raggiungere Lleida come previsto, mi fermo lungo la strada. Per la stanchezza, commetto un errore che mi potrebbe costare caro: nel tentativo di attraversare la statale per raggiungere un albergo, faccio spegnere la moto, perdo l’equilibrio e cado, mentre alle mie spalle sopraggiunge un camion a tutta velocità. Mi butto immediatamente a lato della strada, ma temo seriamente per l’incolumità della mia Ducati. Fortunatamente, il camionista è più sveglio di me e si riesce a fermare. Con uno sforzo per me sovraumano, riesco a raddrizzare la ST4S – già pesante di suo e, oltretutto, carica di bagagli – e a raggiungere la piazzola dell’hotel. Lungo questo tratto di strada, c’è un albergo ogni dieci chilometri: quello che scelgo è più che dignitoso e dormo e mangio (discretamente) con euro 24,50!
Per il viaggio di ritorno, ho un solo obiettivo: raggiungere Milano il più velocemente possibile. Scelgo quindi un percorso diretto, sapendo già che percorrerò molti chilometri in autostrada. Mi godo però ancora un po’ di mare, raggiungendo Lisboa con la N6 (***) e seguendo poi le indicazioni ‘A2 soul’, si lascia Lisboa attraverso lo spettacolare ‘Ponte 25 Aprile’, sospeso a non so quante centinaia di metri di altezza e che domina tutta la baia: la vista è veramente suggestiva.
Mi immetto sulla A6, che lascio all’uscita numero 4 per viaggiare sulla N4 (**/***), che mi porta fino al confine Portogallo-Spagna. A Badajoz mi immetto sulla EX100 (***) statale veloce e tutto sommato piacevole e a Caceres devio sulla N521 (***), dalle caratteristiche simili. Questa statale porta a Trujillo, splendido paesino dove ho intenzione di fermarmi per riposare un po’. Ma a pochi chilometri dal “traguardo”, effettuo un sorpasso con la riga continua, proprio mentre dall’altra parte sopraggiunge una macchina della polizia! Credo di passarla liscia, ma dagli specchietti vedo che i due simpatici poliziotti fanno inversione e mi inseguono. Tento un’improbabile – e poco convinta - fuga, facendo finta di non averli visti, e quando mi fermo tento in tutti i modi di passarla liscia. Niente da fare, il verbale è di euro 210! Non c’è modo di non pagarla: se non si hanno contanti, vieni portato alla banca più vicina per ritirare i soldi con la carta di credito e se non si ha neppure quella, si è costretti a lasciare la moto nel deposito della polizia. Ecco quindi che in un attimo mi fumo 210 euro e avvelenato come un serpente a sonagli riprendo il mio viaggio.
Per raggiungere Madrid, la strada è praticamente obbligata, la NV, un’altra autostrada in mezzo al nulla, come quella percorsa all’andata e una volta nella capitale spagnola si prende la A40 seguendo le indicazioni per l’aeroporto, per poi passare sulla A2 in direzione Zaragoza.
Qui, finalmente, lascio l’autostrada per la NII (*), da evitare però come la peste, perché è una fila interminabile di camion, in un senso e nell’altro, tanto che è difficile superare anche con la moto. Sono finito, e così, invece di raggiungere Lleida come previsto, mi fermo lungo la strada. Per la stanchezza, commetto un errore che mi potrebbe costare caro: nel tentativo di attraversare la statale per raggiungere un albergo, faccio spegnere la moto, perdo l’equilibrio e cado, mentre alle mie spalle sopraggiunge un camion a tutta velocità. Mi butto immediatamente a lato della strada, ma temo seriamente per l’incolumità della mia Ducati. Fortunatamente, il camionista è più sveglio di me e si riesce a fermare. Con uno sforzo per me sovraumano, riesco a raddrizzare la ST4S – già pesante di suo e, oltretutto, carica di bagagli – e a raggiungere la piazzola dell’hotel. Lungo questo tratto di strada, c’è un albergo ogni dieci chilometri: quello che scelgo è più che dignitoso e dormo e mangio (discretamente) con euro 24,50!
Candasnos-Milano
Totale km percorsi: 1216
Faccio altri 60 chilometri sulla delirante NII, che anche alle 9 del mattino è piena di camion, anche se un po’ meno rispetto alla sera precedente.
A Lleida prendo la tangenziale in direzione Barcelona e si devia sulla C12 (***) in direzione Balaguer, dove si prende la C26 (***). La strada è piacevole e dopo tanti chilometri noiosi ci si torna a divertire.
A La Seu d’Urgell si prende la N260 (***), perfettamente indicata, una bella statale che porta fino al confine con la Francia, ma negli ultimi 30 chilometri davanti a me c’è una macchina della polizia, che non supera i 70 km/h. Con ancora il verbale da euro 210 nelle tasche, non azzardo il sorpasso e così, rischiando di addormentarmi, arrivo fino a Puigcerda. Fortunatamente, una volta superato il confine, posso tornare a guidare un po’ più forte e la statale N260 (****) mi regala curve e controcurve bellissime.
Per arrivare a Perpignan si fanno circa un centinaio di chilometri di pura adrenalina, su una strada davvero divertente e adatta a una moto come la Ducati ST4S.
Da qui in avanti il viaggio è del tutto simile a quello dell’andata, con l’unica differenza che in prossimità di Beziers devio verso Sete, per farmi una ventina di chilometri sulla N112 (***, solo per il panorama) per costeggiare un po’ il mare. Poi, dalle parti di Nimes entro in autostrada e ci rimango fino a Milano (tranne un paio di divagazioni), dove arrivo attorno alle 21, piuttosto provato fisicamente. In due giorni ho percorso oltre 2300 chilometri, peraltro vedendo posti bellissimi; ma un simile tragitto meriterebbe almeno un paio di giorni in più!
Faccio altri 60 chilometri sulla delirante NII, che anche alle 9 del mattino è piena di camion, anche se un po’ meno rispetto alla sera precedente.
A Lleida prendo la tangenziale in direzione Barcelona e si devia sulla C12 (***) in direzione Balaguer, dove si prende la C26 (***). La strada è piacevole e dopo tanti chilometri noiosi ci si torna a divertire.
A La Seu d’Urgell si prende la N260 (***), perfettamente indicata, una bella statale che porta fino al confine con la Francia, ma negli ultimi 30 chilometri davanti a me c’è una macchina della polizia, che non supera i 70 km/h. Con ancora il verbale da euro 210 nelle tasche, non azzardo il sorpasso e così, rischiando di addormentarmi, arrivo fino a Puigcerda. Fortunatamente, una volta superato il confine, posso tornare a guidare un po’ più forte e la statale N260 (****) mi regala curve e controcurve bellissime.
Per arrivare a Perpignan si fanno circa un centinaio di chilometri di pura adrenalina, su una strada davvero divertente e adatta a una moto come la Ducati ST4S.
Da qui in avanti il viaggio è del tutto simile a quello dell’andata, con l’unica differenza che in prossimità di Beziers devio verso Sete, per farmi una ventina di chilometri sulla N112 (***, solo per il panorama) per costeggiare un po’ il mare. Poi, dalle parti di Nimes entro in autostrada e ci rimango fino a Milano (tranne un paio di divagazioni), dove arrivo attorno alle 21, piuttosto provato fisicamente. In due giorni ho percorso oltre 2300 chilometri, peraltro vedendo posti bellissimi; ma un simile tragitto meriterebbe almeno un paio di giorni in più!
La tabella dei chilometraggi
Road book Pau- Coimbra
Road book Coimbra-Estoril
Viaggio di ritorno
Road book Estoril-Candasnos
Galleria fotografica