Francia
Corsica: la montagna in mezzo al mare
Pagina Principale
Un’immersione totale nelle zone che hanno regalato alla Corsica il titolo di isola della bellezza. Non solo spiagge, ma anche alti valichi, in un ambiente che sembra ripreso dai parchi americani
Questo itinerario è stato pubblicato su Dueruote n° 161 di novembre 2018
Per i francesi, che l’hanno ottenuta in dote dalla Repubblica di Genova nel 1769, è l’Ile de Beauté, l’isola della bellezza. Ma la Corsica ha sempre attratto i popoli di navigatori affacciati sul Mediterraneo, dai romani ai fenici, dai saraceni ai pisani. E per ognuno l’isola aveva un nickname, un soprannome suggerito dal suo fascino. Per i greci era Kallista, la più bella, un titolo che ancora oggi è ampiamente utilizzato da albergatori e ristoratori, come Miramare o Bella Napoli da noi.
CURVE INFINITE
Da anni è un tra le mete preferite dai motociclisti per l’alternanza mai interrotta di curve e panorami, mai uguali. In Corsica sono state praticamente inventate, all’inizio degli anni Ottanta, le motard, in anticipo sul periodo di notorietà ottenuto da queste moto. Vecchie Honda CR 500 e Yamaha YZ 490 che avevano abbandonato i tasselli per ruote stradali al 100 per cento erano le padrone delle strade dell’interno, dove il traffico è scarso anche a ferragosto. Sono proprio questi i percorsi più avvincenti di questa “montagna in mezzo al mare”, conosciuta e apprezzata dai più (fortunatamente) soprattutto per le sue coste. Ed è dal cuore più selvaggio e alpino dell’isola che parte questo itinerario, dai 1.218 metri del Col de Bavella, incorniciato dalle sette guglie in granito e da foreste di lecci che creano l’illusione di essere in un angolo di un grande parco americano. Non è il passo più più alto dell’isola, ma è un posto molto suggestivo, frequentato prevalentemente dagli appassionati di trekking, che cambia i colori degli scenari più volte al giorno, un po’ come avviene sulle Dolomiti, virando i colori dal rosa all’oro, all’ocra acceso. Da qui si scende in direzione sudest, passando da Zonza, un piccolo centro abitato con i classici bistrot e decine di negozi che offrono esperienze avventurose, dal canyoning alle escursioni in quad. Il mare è a non più di 30 km in linea d’aria, ma per vederlo bisogna attendere, per ora si gustano il fresco e i profumi che provengono dalle foreste tagliate dall’infinita sequenza di curve. Il mare appare solo a Propriano, il seducente villaggio balneare senza un’anima, con un lungomare attraente al quale non corrisponde un centro storico in grado di reggere il confronto. Vale giusto un bagno, per poi ripartire verso luoghi più in linea con gli standard dell’isola. Si costeggia la baia, seguendo le indicazioni per Serra di Ferro, un piccolo centro abitato costruito attorno alla chiesa e circondato da pascoli, dal quale si inizia ad ammirare il mare da una prospettiva nuova. Si prende sale procedendo in mezzacosta su strade altamente panoramiche, che aprono su baie e calette la stessa vista che si potrebbe ottenere da un drone. Poi, una volta raggiunto l’abitato di Coti-Chiavari, ci fermiamo, perché questo è il punto migliore per ammirare il golfo di Ajaccio, possibilmente al tramonto.A CASA DI NAPOLEONE
Da qui inizia la discesa verso la cittadina più popolosa della Corsica, che in passato poteva essere superata senza rimpianti perché degradata e con ben poco da offrire al turista, mentre oggi è una piccola Nizza, con una promenade sul mare circondata dalle palme e con una serie di luoghi da visitare che ricordano il cittadino più illustre di Ajaccio: Napoleone Bonaparte. La strada principale prosegue verso il centro dell’isola, con l’obiettivo di portare il più rapidamente a Bastia, ma in zona c’è altro da vedere. Basta continuare sul lungomare verso ovest, verso le Isole Sanguinarie, per raggiungere altri scorci spettacolari. Prima di arrivare all’estremità occidentale del golfo, il punto più vicino alle isole, una strada punta decisamente a nord tra eucalipti e pini, prendendo quota sul promontorio. Se si è alla ricerca di panorami, c’è solo l’imbarazzo della scelta, perché sono su tre dei quattro lati, poi si prosegue in discesa verso Capo di Feno fino a raggiungere le spiagge tanto amate dai surfisti, dove si respira un clima californiano tutto l’anno. La strada è senza uscita, quindi non resta che tornare in cima al promontorio e dirigersi verso nord affrontando i tornanti che riportano sul tratto più affascinante dell’isola per i colori e per le forme che assumono le rocce in questa zona. Si transita da Cargese, enclave greca del XVIII secolo, caratterizzata da case bianche e dalle due chiese, una di fronte all’altra, dove le funzioni sono state celebrate, con rito bizantino e latino, fino a pochi anni fa da un unico sacerdote. Ancora pochi km e l’itinerario si allontana dal mare, taglia verso l’interno per raggiungere Piana, uno dei borghi più belli di Francia. Un riconoscimento oscurato dalla bellezza dell’ambiente che circonda il piccolo villaggio, dal quale si raggiungono spiagge da sogno, come la plage d’Arone e la marine de Ficajola, al termine di circa 5 km di tornanti a misura di moto (auto e camper sono spesso costretti a effettuare manovre) attraverso le rosse rocce dei calanchi. Siamo nel cuore del parco nazionale des Calanques de Piana, dove le rocce alte 400 metri sono state modellate dal vento e dall’acqua in milioni di anni. Un ambiente da scoprire avventurandosi a piedi sui sentieri, ma nel quale si è immersi semplicemente seguendo la D81, la strada principale che serpeggia tra le guglie dalle forme più strane, che sembrano disegnate da un artista contemporaneo. Potendo scegliere, vale la pena di trovarsi in zona al crepuscolo, quando i colori già caldi si accendono e contrastano con le tinte del mare e del cielo, ma bisogna muoversi con cautela perché il traffico è intenso e non sempre ordinato, visto che tutti sono alla ricerca di una foto ricordo da inviare con lo smartphone.IL DESERTO
Si potrebbe continuare seguendo la costa, passando da Calvi e l’Ile Rousse, gli scenari non deluderebbero, perché la Corsica sa sempre sorprendere, tuttavia la nostra proposta torna ad avventurarsi verso l’interno dopo avere visitato la torre genovese e la zona pedonale di Porto, sempre affollatissima nei mesi estivi. I tornanti tornano a essere protagonisti, si avanza superando prima i ponti genovesi di Ota e procedendo quindi tra i boschi di castagne di Evisa. È un vero e proprio crescendo di sensazioni, con il mare che diventa ben presto un ricordo, immersi tra i larici della Forêt d’Aïtone fino ai 1.467 metri del colle di Vergio, il valico più alto dell’isola che dà l’impressione di portare ben più in alto di questa quota, anche per la presenza di impianti di risalita per gli appassionati di sport invernali. Dal passo si valica il confine della Corsica settentrionale e inizia la discesa, prima tormentata con tornanti in rapida sequenza, poi con un andamento sempre più dolce, anche se i rettilinei continuano a non far parte del menu. Senza grandi deviazioni si arriva praticamente alla base occidentale del “dito” di Cap Corse, a metà strada tra L’Ile Rousse e Saint Florent. Si svolta a destra e se c’è il tempo, ma soprattutto se si viaggia in sella alla moto adatta, si può deviare verso il deserto des Agriates, percorrendo la pista che termina sulla spiaggia di Saleccia dopo una dozzina di km di sterrato piuttosto malmesso. In alternativa si prosegue sulla strada principale che in prossimità di Patrimonio scollina sopra a Bastia, aprendo un’ultima vista da cartolina dall’alto su una città tutta da esplorare, oggi molto più vivibile rispetto a qualche anno fa. Con i quartieri malfamati di un tempo, come Terra Vecchia, trasformati nel cuore della movida, con locali affollati dall’happy hour fino a tarda notte.Dove mangiare
PIANA
LA VOÛTE
Place de la Fontaine
Tel. +33 4 95 27 80 46
Il nome deriva dalla volta che caratterizza la sala di questo ristorante nel centro di Piana, specializzato nella cucina di pesce, che arriva direttamente dai pescatori della zona. In alternativa il ristorante offre anche menu corsi di terra. Si mangia con 25 euro, prezzo ottimo per l’isola. Tra i piatti veloci il pan bagnat, che è anche il più tipico esempio di street food made in Corsica (foto 1).
PROPRIANO
TERRA COTTA
31 Avenue Napoléon III
Tel. +33 4 95 74 23 80
Il livello di questo locale è superiore rispetto alla media della zona, per arredamento e qualità dei piatti. I menu (25 a 45 euro) sono prevalentemente a base di pesce e crostacei, con una discreta scelta di dessert. Per una cena si spendono da 25 a 65 euro.
SAINT FLORENT
L’AUBERGE DU PÊCHEUR
Route de Bastia
Tel. +33 6 24 36 30 42
www.aubergedupecheur.net
Direttamente collegato alla pescheria, consente di gustare piatti semplici, soprattutto zuppe e pesce alla griglia, oltre a sushi e “crudo” proposti anche in confezioni da asporto. La pescheria chiude alle 12.30, il ristorante apre la sera. Prezzo medio 30 euro.
Dove dormire
SANTO-PIETRO-DI-TENDA
CAMPING U PARADISU
Plage de Saleccia
Tel. +33 4 95 37 82 51
www.camping-uparadisu.com
Raggiungerlo è una conquista, perché bisogna percorrere lo sterrato sconnesso che attraversa il deserto des Agriates, ma una volta arrivati si è veramente in paradiso. Il camping è a ridosso di Saleccia, una spiaggia bianca con acqua turchese, spesso deserta. Se si dorme in tenda le tariffe sono di 5,50 euro a testa, più 3 euro per la piazzola. I prezzi dei bungalow sono forniti a richiesta.
PIANA LE SCANDOLA
HOTEL
Route de Cargèse
Tel. +33 4 95 27 80 07
www.hotelscandola.com
Ristrutturato e accogliente, questo hotel ha il pregio di offrire una vista privilegiata sul golfo di Piana. Pulito, con spazi abbondanti, propone camere doppie a partire da 80 euro. La colazione, come nella maggior parte degli alberghi corsi, non è compresa ed è offerta a 15 euro.
ZONZA
HOTEL L’INCUDINE
Rue Principale
Tel. +33 4 95 78 67 71
www.hotel-incudine.com
Se si arriva di notte si ha l’impressione di essere capitati nell’hotel del film Shining, ma al mattino la prospettiva cambia, grazie alle terrazze affacciate sulle foreste che circondano il villaggio. Il titolare è simpatico e disponibile, recita a memoria il “5 maggio” di Manzoni e apre il suo deposito alle moto dei viaggiatori. La camera doppia costa 60 euro, la colazione 10 euro a testa.
Da non perdere
FILITOSA
MENHIR
www.filitosa.fr
Un sito archeologico che merita sicuramente una visita perché è in costante evoluzione, visto che gli scavi portano alla luce reperti sempre nuovi di varie epoche. I menhir del 1.800 A.C. rappresentano l’attrazione di maggior richiamo, ma qui sono custoditi reperti che vanno dal 5.000 avanti Cristo fino all’epoca romana. Aperto dalle 9 fino al tramonto, da primavera all’autunno, il sito è dotato di colonnine audio in varie lingue. L’ingresso costa 7 euro.
VIGNOLA - AJACCIO
A CUPULATTA
www.acupulatta.com
Sulla strada che da Ajaccio raggiunge l’interno è nato il più importante centro europeo per la scoperta e la salvaguardia della vita delle tartarughe. Su una superficie di 2,5 ettari sono raccolti esemplari in rappresentanza di 170 specie provenienti dai 5 continenti. Il nome, cupulatta, non è altro che la traduzione in lingua corsa di tartaruga. Il centro è aperto da aprile a metà novembre; ingresso adulti 11,50 euro.
COL DE BAVELLA
AIGUILLES DE BAVELLA
Visitare questo luogo non costa nulla, ma per apprezzarne al meglio il fascino bisogna parcheggiare la moto e avventurarsi sui sentieri che permettono di ammirare le sette guglie davvero spettacolari che dominano il passo. Sono colonne di granito non altissime se paragonate alle cime alpine (sono circa 1.000 metri) ma di grande effetto, soprattutto per l’ampia scala di colori che riescono a offrire dall’alba al tramonto.
TRAMONTO SUI CALANCHI
Ecco un altro spettacolo gratuito offerto dalla natura dell’isola, che al tramonto accende letteralmente i pinnacoli multiformi di pietra rossa. L’unica spesa, del tutto facoltativa, è quella richiesta per un romantico aperitivo dalle migliori terrazze della zona, quello dello Chalet des Roches Bleue o dell’hotel Les Roches Rouges, entrambi situati nei dintorni di Piana.
MUNA
Coordinate GPS Latitudine: 42.144154 Longitudine: 8.849987
Esattamente come Craco, villaggio abbandonato della Basilicata, Muna è un misterioso paese fantasma corso, raggiungibile effettuando una breve deviazione dal nostro itinerario e raggiungibile a piedi, attraverso le due ripide scalinate in pietra che lo attraversano. Le case, ammassate su una parete rocciosa, erano un tempo abitate da boscaioli e sono state progressivamente abbandonate agli inizi degli Anni 60. In tempi recenti gli enti locali hanno pensato di dare un impulso al ripopolamento dell’abitato, portando acqua potabile e una nuova strada in sostituzione della vecchia mulattiera
Il roadbook
La gallery