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Francia

Tutta la Corsica in moto, da Bastia a Porto vecchio

Per i greci era Kallìste, "la più bella", ma anche oggi la Corsica offre una gran varietà di paesaggi mozzafiato. Noi l'abbiamo girata in lungo e in largo, percorrendo nel nostro itinerario 1000 chilometri fra mare e montagna

Il faraglione di Bonifacio e... un intruso
Tutti i punti toccati durante il viaggio
"Non fate il giro della Corsica in senso antiorario. Le strade sono strette e inclinate verso il burrone, non ci sono guard rail e guidano tutti come matti". Mamma e suocera erano, incredibilmente, concordi prima della nostra partenza.
Il nostro programma prevede di fare tutta la costa, da Bastia a Porto Vecchio, quindi di fare una puntata di due giorni all'interno, per fare escursioni e canyoning.

Il senso? Rigorosamente antiorario. Mica per altro, in questa direzione si vedono meglio i panorami, proprio per il fatto che si è vicini al bordo della strada, così anche Chiara può divertirsi di più a scattare foto.
E poi, anche le strade corse non sono più quelle di una volta. Intendiamoci, sono sempre strette, ma spesso sono asfaltate meglio delle nostre. E, anzi, sono moltissimi i chilometri dotati di guard rail "salvamotociclisti": in questo sono molto francesi.

Quanto alla guida dei corsi, è vero che a volte sono un po' "scioltini"; in compenso sono meno isterici di noi cittadini. Anzi, la cosa che ci ha colpito di più è proprio l'atmosfera rilassata.

Si parte
Eccoci qui, sul filo dei 40 km/h, verso la punta del dito, Cap Corse. C'è foschia, altrimenti dalla strada vedremmo l'Elba, Capraia e Gorgona.
Appena 20 chilometri e raggiungiamo il golfo di Pietracorbara, dove facciamo la prima sosta "tecnica". Tavoli in muratura sotto una pergola d'uva, ai margini della spiaggia, con il primo cane che viene a salutarci. I corsi amano i cani, praticamente ogni locale ha un quadrupede adottato, che si prende il compito di gironzolare per i tavoli, salutando i clienti disposti a un paio di carezze (e a cedere due bocconcini…).
Si riparte, vorremmo ultimare il giro del dito in giornata, ma a Ersa, sulla punta, la strada corre lontana dalla costa, e sul mare ci sono piccoli paesi che sembrano meritare, quindi deviamo.
Ci ritroviamo in un porticciolo minimale, con poche case intorno, due ristorantini e un hotel sulla punta. Andiamo a fare qualche foto, incontriamo un vecchio signore di cui si parla anche nel forum "Appunti di viaggio". A Chiara la situazione piace tanto che decide la nostra prima sosta: "al diavolo il programma di viaggio, qui un pomeriggio allo svacco ci sta tutto".
Il proprietario dell'hotel ci mette del suo, invitandoci a fare una – lunga - camminata sul Sentiero del Doganiere, per arrivare alla torre genovese che si vede all'orizzonte. E ci scappa il primo bagno in una caletta da incanto. Anzi, visto che siamo soli, via i costumi.
Per gli appassionati di trekking: questo sentiero percorre tutta la punta del dito, collegando Macinaggio e Centuri. Ad avere il tempo…
Centuri è veramente bella da vedere, soprattutto di sera (ne trovate uno scorcio del porto in foto). Ed è lì che ci manda il nostro albergatore, a cena da un suo amico che fa sia il pescatore sia il ristoratore: ottimo connubio e ottimo inizio di vacanza, anche se il conto di 97 euro ci riporta alla realtà e al ben noto caro vita corso.

Si comincia a scendere lungo la costa occidentale del "dito". Bellissima, perché più alta e frastagliata di quella orientale. Nonza merita una visita, mentre a Saint Florent tiriamo dritti: il suo aspetto troppo turistico non ci ha convinto.
Del resto, basta fare pochi chilometri per ritrovarsi nel deserto dell'Agriate, una delle tante zone dichiarate parco - un terzo del territorio corso è parco naturale - e dunque vincolate: questa ha la caratteristica di essere assolutamente desertica, brulla a tratti. Affascinante.
Ci sono un paio di sterrati percorribili, e la mia navigatrice ha già scelto quello di Saleccia, 12 chilometri di buche profonde, sabbia e un piccolo guado, dove laviamo la BMW R 1200 GS, la nostra "mukka". Quando arriviamo alla spiaggia il colpo d'occhio è da film: una lunghissima spianata di sabbia bianchissima e l'acqua del mare trasparente.
Si riparte. Passiamo per Ile-Rousse e Calvi, entrambe molto belle. All'imbrunire ci ritroviamo senza soldi - abbiamo dimenticato entrambi di passare al bancomat - su una strada secondaria che percorre la costa, a sud di Calvi. Siamo soli, e l'emozione dei paesaggi al tramonto e del silenzio non ha prezzo. Vale il rischio del bivacco notturno, vietato come sulle spiagge nostrane. E deve pensarla così anche il cicloturista, che passa sbuffando nel silenzio con la sua bici stracarica e ci fa un cenno con la mano.
Troviamo invece fortunosamente un ristorantino isolato su una spiaggia e, molto più tardi, un hotel dove dormire - ferayola.com - quando ormai pensavamo che saremmo stati costretti veramente a dormire sotto le stelle. La fortuna aiuta gli audaci.

Da Porto a Bonifacio
Il giorno dopo, riposati e rifocillati, alla luce del sole il mondo ha un aspetto più amichevole. Si ricomincia a scendere, fra paesaggi ormai abitualmente mozzafiato.
A Porto ci fermiamo a fare un bagno e una volta di più abbiamo la conferma che i motociclisti preferiscono parcheggiare tutti insieme nella piazza centrale della città, per cercare di proteggersi dai furti, di cui tanto si parla qui in Corsica.
Il tempo peggiora, e fa anche due gocce d'acqua, proprio mentre attraversiamo una delle zone più spettacolari dell'Isola: le Calanches, un promontorio di enormi rocce rosse a strapiombo sul mare.
La strada è strettissima e piena di curve. Gli ingorghi sono continui e la moto è il mezzo ideale per percorrerla. Prendetevi tempo, trovate una piazzola e fermatevi a rimirare il paesaggio. Merita. Purtroppo a causa della pioggia abbiamo poche foto buone di questa zona.
Infine la ricerca della camera per dormire e l'ennesima botta di fortuna. Un cartello in legno sulla strada: hotel a 8 km, sul promontorio. Imbocchiamo la stradina stretta e scoscesa, con l'idea di andare incontro a una nuova avventura, e ci ritroviamo in un paradiso.
L'importanza del fattore "c" tradotta in un residence isolato sul mare, a 50 euro a notte, perché siamo fuori stagione. Ecco dove poterlo trovare e avere informazioni utili: https://www.e-domizil.it/appartamento-di-vacanza/113122/residence-punta-paliagi-tuc160-tiuccia-corsica-sud-corsica-francia/.
Il giorno dopo passiamo per Ajaccio, città natale di Napoleone. Ma abbiamo un roadbook impietoso, facciamo un rapido giro in moto, e via. Il tempo lo dedichiamo invece alla visita del promontorio davanti alle Isole Sanguinarie, rese ancora più affascinanti dal mare mosso e dal vento forte.
Gustatevi questo paradiso naturale, percorrete i - facili - sentieri, ma non fermatevi al bar-ristorante che si trova sulla punta: sono maleducati e inefficienti. Meglio un gelato in centro.
Proseguendo abbiamo visitato il sito preistorico di Filitosa, vicino alla città di Propriano. Affascinante per me, un po' noioso per Chiara, che non riesce a immaginare la vita degli uomini primitivi nelle rocce scavate a mano.
E poi dritti verso Bonifacio, dove arriviamo nel tardo pomeriggio, e ci permettiamo il lusso di un hotel proprio sulla punta, in alto, vicinissimo al paese vecchio. Così almeno siamo tranquilli per la moto chiusa nel parcheggio, e possiamo uscire a piedi per mangiare nel centro storico.
Il panorama dalla finestra è spettacolare: dà sulla punta, il mare e… il cimitero. Già, i corsi hanno un rapporto particolare con le tombe, sempre molto in bella vista, senza essere fastidiose neanche per noi italiani, che di solito rifuggiamo l'idea della morte.
Questa di Bonifacio è l'ultima puntata al mare, da domani montagna. Non prima però di una lunga visita alle scogliere, l'unica zona calcarea di un'isola altrimenti costituita da rocce e graniti. Le falesie di Bonifacio sono visitabili a piedi, scendendo dalla lunga scalinata posta all'uscita del paese vecchio. Più che le nostre parole, il paesaggio è descritto dalle foto. Inutile aggiungere altro.
Si riparte. Passiamo per Porto Vecchio e iniziamo a salire verso l'interno. Le montagne ci danno il benvenuto con un temporale gigantesco.
Indossiamo gli antipioggia completi e andiamo avanti, perché la "mukka" si diverte anche così. Temperatura 10 gradi, acqua da tutte le parti, forte odore di bosco bagnato di montagna. La natura sa essere tremendamente affascinante.
Purtroppo, a causa di questo temporale, decidiamo di saltare il fiume Purcaraccia, dove si può fare canyoning, e puntiamo dritti verso Corte. Ci fermeremo 20 chilometri prima, in un alberghetto grazioso, ma tremendamente puzzolente di fumo di sigaretta. Già, qui fumano tutti senza porsi il problema che a qualcuno può anche arrecare fastidio.
In compenso i panorami che abbiamo visto nei passi valicati sono eccezionali. Mare e montagna insieme. Ci vuole molta calma per andare a spasso nell'interno della Corsica, lontani adesso dall'idea del viaggio a tappe forzate. Scegliete le piccole strade che uniscono le direttrici principali valicando passi che sono intorno ai 1200-1300 metri. E fermatevi quando passate sopra uno dei tantissimi fiumi che scendono dalle montagne ancora innevate. Troverete natura incontaminata, cascatelle e posti dove fare un bagno… gelato.
L'ultimo giorno di questa nostra breve permanenza lo dedichiamo a entrare il più possibile in contatto con questa natura. Saliamo verso i campi da sci, poi visitiamo - e risaliamo a piedi - un paio di cascate. La più bella in assoluto è la cascata degli inglesi, a Vizzavona - la trovate seguendo le indicazioni per il parco avventura, sul valico fra Vizzavona e Vivario -, una successione di cascate e pozze d'acqua dove si può anche fare il bagno.
Davvero spettacolare. Ci si arriva dopo una camminata a piedi di venti minuti e, per i più sportivi, le si può anceh risalire per un tratto lunghissimo. Noi ci abbiamo fatto notte, con Chiara che quando vede fiumi e cascate salta da una roccia all'altra fino a… caderci dentro. Mi deve ringraziar, l'ho graziata da questa foto imbarazzante.
Per la serata, piuttosto che a Corte, ci fermiamo 15 chilometri prima, a San Pietro di Venaco, e per pochi soldi ceniamo e dormiamo in un hotel carinissimo (lettorent.com).
Il giorno dopo torniamo mestamente verso Bastia. Giusto il tempo di fermarci a fare qualche foto al fiume che costeggia la strada principale. E poi la città di Ponte nuovo, con il vecchio ponte distrutto e rimasto come monumento, con i cartelli che ricordano la storia della Corsica, passata cruentamente dai genovesi ai francesi, senza aver mai avuto quell'autonomia che tanto avrebbe voluto.
Ultima ora per un giro dentro Bastia, carina, ma niente di più. Il traghetto parte. Per questa volta abbiamo finito.
Avremmo voluto scrivere molto di più, ma per maggiori informazioni potete cercare su alcuni portali:
www.corsica.net, www.all-corsica.com, www.andareincorsica.com.
Per mangiare
I ristoranti costano tutti cari, indistintamente. Se mangiate in campagna, in una bettola, potete risparmiare qualcosa, ma non fatevi troppe illusioni.

"A Macciotta", a Centuri, sulla punta del dito

Le Tamaris, a Calcatoggio, sulla spiaggia di Orcino, subito sotto Calvi (20 Km circa).

Lan'k, a Bonifacio. Si mangia solo carne, ma i tavolini fuori sotto i vecchi archi, con la chiesa davanti sono deliziosi - li trovate nella galleria fotografica -, e i due ragazzi che gestiscono il locale sono ancora più simpatici.

U Pontu, a circa 30 da Vizzavona (Ajaccio)

Annotazione: la compagnia di navigazione Moby offre a chi compra il biglietto la possibilità di pernottare in nave in porto. Può essere utile ed economico per chi arriva da lontano e magari si trova costretto a partire il giorno precedente alla partenza del traghetto.

Per dormire

Hotel La Giraglia, a Ersa (Spiaggia di Barcaggio) – 0033.495.35.60.54 (costo camera doppia 86 euro)

Hotel Ferayola, in località Argentella, vicino Calvi (ferayola.com). Carino, ma evitate la prima colazione perché è cara, come in quasi tutti gli hotel corsi.

Residence Punta Paliagi, Ajaccio. Spettacolare la strada che ci arriva, letto un po' scomodo, ma si passa sopra a tutto.

Hotel Santa Teresa, a Bonifacio.
Da Maria, a Vivario (Corte). Carino, letto troppo piccolo, ideale per fumatori che non sanno staccarsi dalla sigaretta. Si mangia bene e si spende poco anche alla pizzeria di fianco, gestita dalla stessa famiglia.

Hotel Le Torrent, bellissimo il posto, si mangia alla grande con menu fisso a costo bloccato. Attenzione al vino perché lo vendono carissimo.

3000 km con la BMW R 1200 GS Adventure, duemila dei quali a pieno carico, con le borse strazeppe, e altri mille in un paio di weekend che ci siamo presi prima del viaggio.
Avevo già provato più volte la GS, apprezzandola molto. La versione Adventure è un po' diversa, soprattutto per i suoi 4 centimetri in più d'altezza di sella, che costituiscono obiettivamente una barriera per i più bassi.
All'inizio, appena presa, non mi è piaciuta un granché. Nel traffico ero impacciato e anche io che sono molto alto, in alcune situazioni ho sottovalutato la distanza della sella da terra, finendo per trovarmi in difficoltà: se poggi il piede sul brecciolino e ti scivola, difficilmente la riprendi.
Per capire l'Adventure bisogna farle fare il suo mestiere. Vale a dire bisogna caricare le enormi valigie e partire. Allora si scopre una moto che vi consente lunghe tirate in autostrada, in assoluto relax, cullati da un comfort d'eccezione, tranne per la sella un po' dura che sulle lunghe distanze si fa sentire.
Una volta giunti a destinazione, impossibile non divertirsi per le strade tutte curve, accompagnati dal frullare delicato del motore e una ciclistica molto comunicativa: l'avantreno infonde fiducia ed è omogenea nello scendere in piega; nei cambi di direzione invece paga dimensioni importanti e richiede un po' di forza per voltare.
Se poi trovate un tratto di strada veloce, beh, niente paura, si può piegare molto potendo contare sulla buona tenuta dei pneumatici di serie e sulla sua stabilità di marcia.
Quanto al motore, il boxer ormai è diventato veloce anche lui, senza contare che ha sempre una buona riserva di potenza. Ha cambiato voce, nel senso che se si dà gas, lo scarico non è più così discreto. Chiara dice che da dietro fa il rumore di un traghetto, apparentemente non sembra un complimento, ma a fine viaggio anche lei si è convinta che l'Adventure è una delle moto migliori per viaggiare.
Quanto ai consumi, la media del viaggio è stata pari a 5,8 l/100 km, circa 17 km/l: non male se si pensa che eravamo carichi come muli e che davanti a una manciata di curve non ci siamo certo risparmiati.
Ultima annotazione: anche con bagagli, l'Adventure non si ferma davanti a uno sterrato e vi porta dappertutto, a patto di non essere un novizio nel fuoristrada. Ecco perché, dice Chiara, in Corsica ne abbiamo incontrate come se le regalassero nelle uova di Pasqua: una dopo l'altra.
Un vero peccato, a fine viaggio abbiamo dovuto riconsegnarla.
Bastia – Barcaggio (Ersa, 86 Km)
Tappe intermedie: Tollare, Centuri
Strade percorse: D80, D253, D153

Ersa – Argentella (182 Km)
Tappe intermedie: Pino, Nonza, St. Florent, Spiaggia di Saleccia, l'Ile Russ, Baia di Nichiareto
Strade percorse: D153, D80, D81, sterrato (12 km), N1197, N197, D81B

Argentella - Punta Paliagi (145 Km)
Tappe intermedie: Galeria, Porto, Capo Frassetu, Cargese
Strade Percorse: D81B, D81, strada non numerata

Punta Paliagi - Bonifacio (175 Km)
Tappe intermedie: Ajaccio, Isole Sanguinarie, Stazione preistorica di Filotosa, Propriano, Sartene
Strade percorse: strada non numerata, D81, N193, N196, D55, D155, D157, D57, N196

Bonifacio - Vivario (170 Km)
Tappe intermedie: Porto–Vecchio, l'Ospedale, Zonza, Aullene, Ghisoni
Strade percorse: N198, D368, D420, D69

Vivario – San Pietro di Venaco (160 Km)
Tappe intermedie: Bocognano, Bastelica, Tolla
Strade percorse: N193, D27, D3, D29, D229, N193

San Pietro di Venaco – Bastia (75 Km)
Tappe intermedie: Corte, Ponte Novu
Strade percorse: N193

TOTALE CHILOMETRI PERCORSI: 993
Il lungo sterrato - 12 Km - per Saleccia
Il porto di Centuri di notte
La strada principale sotto Calvi
Montagna di alghe sulla spiaggia a Cap Corse
Panorama a Cap Corse 2
Il nostro pirmo incontro amichevole
Uno scorcio del porto di Centuri
Panorama a Cap Corse
Spiaggia sulla costa ovest del dito
Torre genovese 2
Torre Genovese
Ajaccio, le isole sanguinarie
Ajaccio, uno dei partecipanti alla regata imperiale
Il fascino del mare mosso
Il residence Ferayola a nord di Ajaccio
Indicazione per la spiaggia Saleccia
La città di Porto
La spiaggia del residence Ferayola
La spiaggia di Saleccia
Le Calanches offrono un panorama spettacolare 1
Però si mangia bene...
Porto, la piazza è il posto più sicuro per parcheggiare
Porto, meglio parcheggiare insieme alle altre moto
Sulla costa ovest le strade tagliano le montagne
Tramonto sulla strada costiera secondaria, a sud di Ile-Rousse
Un guado sullo sterrato per Saleccia
Un piccolo treno diesel, a sinistra, collega Bastia con Ajaccio ed è molto panoramico
Una vista delle Isole Sanguinarie
Bonifacio e le sue bocche
Caletta raggiungibile solo in barca a Bonifacio
Da Bonifacio si vede la costa sarda
La città vecchia di Bonifacio
Il faro di Bonifacio
Il faro del porto di Bonifacio
Il faraglione di Bonifacio e... un intruso
Aria fina, siamo oltre quota 1600
Corte, l'antica capitale, è in mezzo alle montagne
I pini neri possono raggiungere i 50 metri d'altezza
In montagna i paesaggi sono mozzafiato
In montagna piove spesso. E fa pure freddo
Le Cascate degli Inglesi sono interminabili e si possono risalire a piedi
Le Cascate degli Inglesi sono interminabili e si possono risalire a piedi
Non è difficile incontrarli all'interno
Quando si arriva in cima è bello fermarsi ad assaporare paesaggi, odori e rumori
Si sale in montagna, panorama su Porto Vecchio
Una delle tantissime cascate della zona montuosa
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