Francia
Turismo da corsa II: Le Mans
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Giovanni Zamagni torna in sella alla sua Ducati e si butta all'inseguimento della carovana mondiale per la tappa francese. Più di duemila chilometri di paesaggi suggestivi e strade spesso sinuose
Dal 2000 il GP di Francia del motomondiale si disputa sulla gloriosa pista di Le Mans, diventata famosa grazie alla 24 ore automobilistica. Le Mans si trova a circa 220 km a sud-ovest di Parigi, in mezzo al nulla, lontano da tutto e richiede un'attenta analisi della cartina geografica per essere raggiunta. Si possono fare parecchie strade da Milano: la Svizzera, il Monte Bianco o il Frejus, con un chilometraggio che può oscillare tra 950 e 1100 chilometri.
Io opto per il Monte Bianco sia all'andata sia al ritorno, facendo però parecchie variazioni una volta superato il confine.
La Francia è una nazione pressoché ideale per viaggiare in moto. Intanto è uno dei pochi Paesi europei dove le due ruote in autostrada pagano meno delle auto e, soprattutto, ci sono delle statali spesso bellissime, che attraversano posti incantevoli, dove (quasi) sempre si possono tenere medie elevate, generalmente poco trafficate, anche se, per la verità, la Francia ha statali ben più piacevoli di quelle che si fanno per raggiungere Le Mans. Inoltre è facilissimo trovare un posto dove dormire spendendo pochi soldi e si mangia bene. Altro particolare tutt'altro che secondario, c'è un rispetto totale per il motociclista: quando un'automobilista ti vede nello specchietto, si sposta a destra per farti passare e se si è dietro a un camion in una strada con poca visibilità, il camionista ti segnala con la freccia quando poter sorpassare! Bisogna anche aggiungere che le indicazioni stradali sono in genere chiarissime e le statali da percorrere in alternativa alle autostrade sono facilmente individuabili. Davvero un bel Paese da attraversare in moto, con l'unica pecca che spesso e volentieri il tempo è ingeneroso. Non bisogna quindi dimenticarsi la tuta antipioggia. E' anche consigliabile non fermarsi troppo tardi a dormire, perché gli alberghi più piccoli chiudono presto e dopo le 21,30 si fa fatica a trovare da mangiare. Nota:
per ogni viaggio, abbiamo giudicato con un punteggio da * a ***** le strade percorse, escluse naturalmente le autostrade. Il giudizio tiene conto principalmente del divertimento che si prova a percorrere quella strada in moto, ma anche della bellezza del panorama.
* noiosa
** niente di speciale
*** da fare
**** divertentissima
***** indimenticabile
La Francia è una nazione pressoché ideale per viaggiare in moto. Intanto è uno dei pochi Paesi europei dove le due ruote in autostrada pagano meno delle auto e, soprattutto, ci sono delle statali spesso bellissime, che attraversano posti incantevoli, dove (quasi) sempre si possono tenere medie elevate, generalmente poco trafficate, anche se, per la verità, la Francia ha statali ben più piacevoli di quelle che si fanno per raggiungere Le Mans. Inoltre è facilissimo trovare un posto dove dormire spendendo pochi soldi e si mangia bene. Altro particolare tutt'altro che secondario, c'è un rispetto totale per il motociclista: quando un'automobilista ti vede nello specchietto, si sposta a destra per farti passare e se si è dietro a un camion in una strada con poca visibilità, il camionista ti segnala con la freccia quando poter sorpassare! Bisogna anche aggiungere che le indicazioni stradali sono in genere chiarissime e le statali da percorrere in alternativa alle autostrade sono facilmente individuabili. Davvero un bel Paese da attraversare in moto, con l'unica pecca che spesso e volentieri il tempo è ingeneroso. Non bisogna quindi dimenticarsi la tuta antipioggia. E' anche consigliabile non fermarsi troppo tardi a dormire, perché gli alberghi più piccoli chiudono presto e dopo le 21,30 si fa fatica a trovare da mangiare. Nota:
per ogni viaggio, abbiamo giudicato con un punteggio da * a ***** le strade percorse, escluse naturalmente le autostrade. Il giudizio tiene conto principalmente del divertimento che si prova a percorrere quella strada in moto, ma anche della bellezza del panorama.
* noiosa
** niente di speciale
*** da fare
**** divertentissima
***** indimenticabile
Primo giorno: Milano-Moulins
Totale km percorsi: 685, dei quali 283 in autostrada e 402 su strade statali
Arrivo fino a Courmayeur in autostrada (A4+A5), ai piedi del Monte Bianco. Qui il panorama è bellissimo, imponente, maestoso, con quel ghiacciaio che sembra ti debba cadere in testa da un momento all’altro. Davvero un bel vedere e dopo 231 chilometri di autostrada si fanno pochi chilometri di statale per arrivare al Tunnel del Monte Bianco. Attraversarlo costa ben 19 euro (ci sono degli sconti se si fa andata e ritorno), per un totale di 11,6 chilometri piuttosto duri da fare in moto. Dentro al Tunnel, infatti, fa un caldo micidiale, si respira una quantità industriale di anidride carbonica che, tra l’altro, ti fa venire un gran sonno, e non si possono superare i 70 km/h (i controlli sono rigorosissimi). Una volta in Francia ci si immette sulla statale N205 (**) in direzione Geneve. La strada non sarebbe male, ma ci sono ancora molti camion e quindi si procede piuttosto lentamente. Dopo una sessantina di chilometri si devia a sinistra sulla N203 (**, a tratti anche *) in direzione Annecy, che si raggiunge dopo 35 chilometri di traffico snervante.
Si prende la N508 (**) in direzione Nantua, ma anche qui, purtroppo, la situazione non migliora più di tanto e la quantità di auto e camion che si devono superare, perlomeno attorno alle 16 del pomeriggio, è davvero superiore alle aspettative. In prossimità di Nantua si passa sulla N84 (***) seguendo per Bourg en Bresse. Finalmente il traffico si riduce e la statale si fa appena un po’ più mossa, anche se non ancora esattamente eccitante. Il paesaggio è abbastanza piatto e offre più o meno sempre lo stesso panorama, con distese di fiori gialli. A Bourg en Bresse, essendo piuttosto indietro sulla tabella di marcia, decido di prendere l’autostrada A40 fino a Macon. Trentaquattro chilometri che supero velocemente, sfruttando le prestazioni e l’ottimo riparo aerodinamico garantito dalla Ducati ST4S. A Macon si prende l’A6 per dieci chilometri in direzione Lyon e ci si immette quindi sulla N79 (**) in direzione Moulins. Anche questa statale è un po’ al di sotto delle aspettative, perché è un tratto tutto dritto, dove c’è ancora un po’ di traffico e in moto ci si diverte davvero poco. Dopo otto ore di viaggio mi fermo a Moulins, dove sulla strada si possono trovare diversi alberghini. Ne scelgo uno tutto sommato dignitoso, con un discreto ristorante. Per vitto e alloggio spendo 50 euro.
Si prende la N508 (**) in direzione Nantua, ma anche qui, purtroppo, la situazione non migliora più di tanto e la quantità di auto e camion che si devono superare, perlomeno attorno alle 16 del pomeriggio, è davvero superiore alle aspettative. In prossimità di Nantua si passa sulla N84 (***) seguendo per Bourg en Bresse. Finalmente il traffico si riduce e la statale si fa appena un po’ più mossa, anche se non ancora esattamente eccitante. Il paesaggio è abbastanza piatto e offre più o meno sempre lo stesso panorama, con distese di fiori gialli. A Bourg en Bresse, essendo piuttosto indietro sulla tabella di marcia, decido di prendere l’autostrada A40 fino a Macon. Trentaquattro chilometri che supero velocemente, sfruttando le prestazioni e l’ottimo riparo aerodinamico garantito dalla Ducati ST4S. A Macon si prende l’A6 per dieci chilometri in direzione Lyon e ci si immette quindi sulla N79 (**) in direzione Moulins. Anche questa statale è un po’ al di sotto delle aspettative, perché è un tratto tutto dritto, dove c’è ancora un po’ di traffico e in moto ci si diverte davvero poco. Dopo otto ore di viaggio mi fermo a Moulins, dove sulla strada si possono trovare diversi alberghini. Ne scelgo uno tutto sommato dignitoso, con un discreto ristorante. Per vitto e alloggio spendo 50 euro.
Secondo giorno: Moulins-Le Mans
Totale km percorsi: 351, tutti su strade statali
A Le Mans non manca poi troppo, ma fa freddissimo (il termometro segna +8 °C!) e il cielo minaccia pioggia. Si prende la N7 (**) in direzione Bourges, quindi la N76 (**): sono due statali molto simili, dove non c’è una curva per decine e decine di chilometri, quindi piuttosto noiose anche se abbastanza veloci. Si prosegue sulla N76 prima verso Vierzon, poi in direzione Tours, senza grossi cambiamenti né a livello di guida né come panorama. A Tours si fa un pezzo di tangenziale e poi si prende la N138 (**) seguono per Le Mans, perfettamente indicata. Man mano che ci si avvicina a Le Mans si comincia a respirare l’atmosfera della 24 Ore e quando si arriva in prossimità del circuito si percorre il lunghissimo rettilineo del tracciato della gara automobilistica, con tanto di cordoli e triplo guard-rail.
Le Mans è la quinta città della Francia per numero di abitanti ed è una cittadina con una parte vecchia molto bella e una nuova decisamente meno interessante. Trovandosi nella regione della Loira Atlantica, questa zona è famosa per i suoi innumerevoli castelli: uno dei più spettacolari è quello di Lavardine, costruito su un promontorio che domina la Valle della Loira, a soli 14 km da Le Mans.
Domenica sera, prima di lasciare il circuito, ho la possibilità di fare quattro giri di pista con la mia ST4S. I 4180 metri non sono molto apprezzati dai piloti veri, ma io mi diverto come un bambino e finalmente riesco a sfruttare il motore della Ducati, che dopo i 7000 giri spinge davvero fortissimo. Che gusto!
A Le Mans non manca poi troppo, ma fa freddissimo (il termometro segna +8 °C!) e il cielo minaccia pioggia. Si prende la N7 (**) in direzione Bourges, quindi la N76 (**): sono due statali molto simili, dove non c’è una curva per decine e decine di chilometri, quindi piuttosto noiose anche se abbastanza veloci. Si prosegue sulla N76 prima verso Vierzon, poi in direzione Tours, senza grossi cambiamenti né a livello di guida né come panorama. A Tours si fa un pezzo di tangenziale e poi si prende la N138 (**) seguono per Le Mans, perfettamente indicata. Man mano che ci si avvicina a Le Mans si comincia a respirare l’atmosfera della 24 Ore e quando si arriva in prossimità del circuito si percorre il lunghissimo rettilineo del tracciato della gara automobilistica, con tanto di cordoli e triplo guard-rail.
Le Mans è la quinta città della Francia per numero di abitanti ed è una cittadina con una parte vecchia molto bella e una nuova decisamente meno interessante. Trovandosi nella regione della Loira Atlantica, questa zona è famosa per i suoi innumerevoli castelli: uno dei più spettacolari è quello di Lavardine, costruito su un promontorio che domina la Valle della Loira, a soli 14 km da Le Mans.
Domenica sera, prima di lasciare il circuito, ho la possibilità di fare quattro giri di pista con la mia ST4S. I 4180 metri non sono molto apprezzati dai piloti veri, ma io mi diverto come un bambino e finalmente riesco a sfruttare il motore della Ducati, che dopo i 7000 giri spinge davvero fortissimo. Che gusto!
Viaggio di ritorno: Le Mans-Milano
Totale km percorsi: 1027, dei quali 250 in autostrada e 777 su strade statali
Visto che il viaggio di andata non mi ha soddisfatto un granché, per il ritorno cambio percorso. L’obiettivo è quello di arrivare a Milano in un’unica tappa e così attorno alle 10 lascio Le Mans. Prendo la N157 (**) per Orleans, un’altra statale tutta dritta, dove si incontrano anche parecchio camion, ma si riescono a superare abbastanza rapidamente e si tiene una media attorno ai 100 km/h. A Orleans si segue per Montargis e quindi per Nevers e ci si immette sulla D952 (**), anche questa poco entusiasmante. La mia idea è quella di fare circa 80 km sulla D952 / N7 (**) e poi deviare a sinistra sulla D957 verso Avallon, quindi proseguire per Dijon e poi per Geneve. Ma un aspettato tratto autostradale (A77) mi trae in inganno e mi fa perdere la deviazione, quindi proseguo fino a Nevers, dove prendo la D978 (***) in direzione Autun. Finalmente si cominciano a fare due pieghe, oltrettutto accompagnati da un sole caldo e splendente. La 978 è una delle tipiche statali francesi, immersa in un paesaggio tutto verde, tra magnifiche colline, movimentata, con un po’ di curvoni dove si può apprezzare la ciclistica della Ducati, perfettamente a suo agio su questo tipo di strade. Superata Autun si prosegue sulla D978 in direzione Chalon s.S., quindi si prende la N78 (prima **, poi ***). Si segue per Lons – le – Saunier e fino a questo piccolo paese la statale torna noiosa, ma poi proseguendo in direzione Clairvaux les Lacs e poi St Laurent diventa piacevole.
Ma il più bello deve ancora arrivare, quando ci si immette sulla N5 (****) in direzione Geneve. E’ una strada di montagna (si arriva fino a oltre 1300 metri), ma con tornanti ampi, curve mai “bastarde”, quindi con una buona visibilità e un fondo più che discreto. A Geneve mancano circa 90 chilometri, ma si vorrebbe che questa strada non finisse mai, tanto ci si diverte a guidare e tanto sono belle le montagne. Una volta a Geneve si passa due volte il confine, prima Francia-Svizzera, poi Svizzera-Francia: la mia intenzione è quella di immettermi sulla N205 che porta al Traforo, ma la statale è interrotta e così faccio l’autostrada (A40).
Superato il traforo, rimango sulla S26 (***) fino ad Aosta: sono ormai le 19 e a quest’ora c’è poco traffico e quindi ci si diverte un bel po’ a guidare, anche se si attraversano parecchi paesini. Ad Aosta riprendo la A5 e alle ore 21, dopo 11 ore di viaggio sono a casa mia a Milano.
Visto che il viaggio di andata non mi ha soddisfatto un granché, per il ritorno cambio percorso. L’obiettivo è quello di arrivare a Milano in un’unica tappa e così attorno alle 10 lascio Le Mans. Prendo la N157 (**) per Orleans, un’altra statale tutta dritta, dove si incontrano anche parecchio camion, ma si riescono a superare abbastanza rapidamente e si tiene una media attorno ai 100 km/h. A Orleans si segue per Montargis e quindi per Nevers e ci si immette sulla D952 (**), anche questa poco entusiasmante. La mia idea è quella di fare circa 80 km sulla D952 / N7 (**) e poi deviare a sinistra sulla D957 verso Avallon, quindi proseguire per Dijon e poi per Geneve. Ma un aspettato tratto autostradale (A77) mi trae in inganno e mi fa perdere la deviazione, quindi proseguo fino a Nevers, dove prendo la D978 (***) in direzione Autun. Finalmente si cominciano a fare due pieghe, oltrettutto accompagnati da un sole caldo e splendente. La 978 è una delle tipiche statali francesi, immersa in un paesaggio tutto verde, tra magnifiche colline, movimentata, con un po’ di curvoni dove si può apprezzare la ciclistica della Ducati, perfettamente a suo agio su questo tipo di strade. Superata Autun si prosegue sulla D978 in direzione Chalon s.S., quindi si prende la N78 (prima **, poi ***). Si segue per Lons – le – Saunier e fino a questo piccolo paese la statale torna noiosa, ma poi proseguendo in direzione Clairvaux les Lacs e poi St Laurent diventa piacevole.
Ma il più bello deve ancora arrivare, quando ci si immette sulla N5 (****) in direzione Geneve. E’ una strada di montagna (si arriva fino a oltre 1300 metri), ma con tornanti ampi, curve mai “bastarde”, quindi con una buona visibilità e un fondo più che discreto. A Geneve mancano circa 90 chilometri, ma si vorrebbe che questa strada non finisse mai, tanto ci si diverte a guidare e tanto sono belle le montagne. Una volta a Geneve si passa due volte il confine, prima Francia-Svizzera, poi Svizzera-Francia: la mia intenzione è quella di immettermi sulla N205 che porta al Traforo, ma la statale è interrotta e così faccio l’autostrada (A40).
Superato il traforo, rimango sulla S26 (***) fino ad Aosta: sono ormai le 19 e a quest’ora c’è poco traffico e quindi ci si diverte un bel po’ a guidare, anche se si attraversano parecchi paesini. Ad Aosta riprendo la A5 e alle ore 21, dopo 11 ore di viaggio sono a casa mia a Milano.
La Tabella dei chilometraggi
Road Book primo giorno
Seconda tappa
Viaggio di ritorno
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