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Ecco la nuova Honda RC212V

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Dimensioni compatte, potenza al top e Pedrosa entusiasta: questi i primi dati della 800 cc con cui la Casa di Tokyo il prossimo anno difenderà, nella nuova classe regina, il titolo appena riconquistato

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Benvenuti nel futuro, dichiara la Honda presentando la nuova nata, la moto che eredita il titolo di campione del mondo (marche, piloti, costruttori, team e Rookie of the year) dalla 211 che è andata in pensione dopo i test con la stampa. Motore V4 di 800 cc, centralizzazione dei pesi spinta al limite, obiettivo maneggevolezza totale.

Una moto che secondo i tecnici giapponesi, deve saper leggere nella mente del pilota. Da fuori è splendida, quasi un incrocio tra una nuda e una 250.
Quindi poca carena e problemi per gli sponsor che non hanno letteralmente lo spazio per i loro marchi. Si è pensato addirittura a due bandelle laterali per aumentare la superficie vendibile che adesso interessa anche il sottocoda (!) della moto, ma la moto resta splendida, pulitissima, in pratica un prodotto industriale bene rifinito.
Il segreto di un lay out così radicale (forcellone lunghissimo ma interasse ragionevole di 1.440 mm) è nel motore, un V4 che scatena l'interesse. Nessuno conosce con esattezza l'angolo tra le due bancate, e così si sono formate due scuole di pensiero.

Chi dice che è strettissimo, 40° o giù di li, oppure chi sostiene che riprenda in toto lo schema del V5 della 211 e quindi con un angolo di 76.5°.
Ciclistica con telaio doppio trave, pro link di nuova generazione (lo stesso della 211 evoluzione campione del mondo con Hayden) e grande ricerca in campo elettronico. In pratica una moto con la quale l'obiettivo massimo è la potenza gestibile in ogni condizione e soprattutto più veloce in curva.
Daniel Pedrosa la descrive così: "Sembra più facile da guidare forse perché è tutto più piccolo rispetto alla 211. Sembra molto una 250, ma non dimentichiamo mai che è una Moto GP, quindi è molto più potente".
Quanto?

Ovviamente la Casa è abbottonatissima in materia, ma i 220 cavalli al top dei giri (si parla di 18.000) non sembrano un'ipotesi infondata.
La Honda della nuova era MotoGp ha qualcosa di filosoficamente comune con la vecchia 211, con in più, tanta agilità e velocità in curva. Ecco, sembra questo il nuovo metro di giudizio.
Lo vedremo a breve, nei test che da domani si terranno a Valencia e nel confronto con Ducati, Suzuki e Yamaha.
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