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Yamaha T Max

Fabio Cormio il 17/09/2012 in Prove della redazione
Yamaha T Max
Yamaha T Max
499 cc / 32,0 kW (43,5 CV) / 2 cilindri in linea / Euro 3
€ 9.395 c.i.m.

La prova dello scooter più performante, testato sia con le gomme sportive Bridgestone di serie, sia con le Metzeler Feelfree, le più innovative coperture invernali

Da qualche tempo imperversa nei grandi centri urbani una nuova specie di bipede motorizzato, il «Timaxista». Generalmente abbigliato con capi tecnici di gran marca, questo scooterista metropolitano si distingue per essere poco ligio al codice della strada e per una sorta di delirio di onnipotenza. Non ce ne vogliano i tanti proprietari di Yamaha TMax: in fondo il maxiscooter giapponese ha conosciuto una diffusione tale (e tanto trasversale) da diventare il simbolo stesso della mobilità urbana su due ruote, catalizzando, dunque, anche i ritratti più caricaturali ad essa riconducibili. L'arrivo della versione '08 darà ulteriore linfa alle vendite, grazie anche alle novità che vedremo in dettaglio in questo servizio. Questa non è una prova tradizionale, bensì qualcosa di diverso. Parliamo infatti di sicurezza cercando di dare risposta a una domanda: durante i mesi invernali, montare gomme specifiche per il freddo può davvero fare la differenza tra stare in piedi e cadere? Per capirlo, prima di tutto abbiamo preso due Yamaha TMax: uno lo abbiamo equipaggiato con pneumatici che sono lo stato dell'arte tra gli invernali dedicati ai maxiscooter, i nuovi Metzeler Feelfree Wintec; sull'altro abbiamo invece mantenuto le gomme di primo equipaggiamento, le Bridgestone Battlax TH01 (che peraltro sono un riferimento del settore). Entrambi i TMax naturalmente sono già del modello '08. In collaborazione col nostro Centro Prove abbiamo quindi elaborato dei test significativi per accertare e quantificare gli effettivi vantaggi delle coperture invernali rispetto alle standard su asfalto freddo (sia asciutto sia bagnato). Le prove hanno dato risultati molto interessanti.

Frenata

Il primo test cui abbiamo sottoposto i due TMax consiste in una frenata da 80 km/h a gomme fredde. In sostanza il test riproduce una situazione usuale, un «panic-stop» che può capitare di dover affrontare magari solo poche decine di metri dopo la partenza. Come si comportano i pneumatici che non hanno avuto il tempo di riscaldarsi? Come è facile prevedere, le gomme standard sono in difficoltà e su asfalto asciutto il T Max con esse equipaggiato si ferma in 31,1 m, mentre a quello che monta le Metzeler Feelfree sono sufficienti 28,4 m: 2,7 m di differenza che su asfalto bagnato diventano 3,9 (41,1 delle Bridgestone contro i 37,2 delle Metzeler). È facile capire come quattro metri in più o in meno possano fare la differenza tra impattare un ostacolo o evitare la collisione.

Steering Pad

Come secondo test abbiamo fatto girare i due scooter sullo «steering pad», un anello dal diametro di 24 m: più velocemente lo si percorre, più bisogna piegare. Si tratta dunque di una prova particolarmente significativa quando si è alla ricerca del limite di aderenza delle gomme. Anche in questo caso abbiamo iniziato il test a pneumatici freddi e come accaduto nella prova di frenata la differenza tra gomme invernali e standard è andata assottigliandosi man mano che saliva la temperatura dei battistrada. Per questo motivo abbiamo scelto di dare risalto nel nostro grafico (lo trovate qui sopra) ai primi trenta metri percorsi dai TMax sullo steering pad. Il maggior grip alle basse temperature d'esercizio e il feeling derivante dal più accentuato movimento della carcassa hanno fatto primeggiare lo scooter dotato di gomme invernali, con una differenza (è opportuno segnalarlo) più evidente sull'asfalto asciutto che su quello bagnato. Tradotto in termini pratici, montando i Metzeler Feelfree è possibile davvero uscire dal garage e affrontare la prima rotonda senza apprensioni, anche in pieno inverno. Discorso inverso quando le gomme hanno raggiunto un'elevata temperatura d'esercizio: in questo caso le Bridgestone si prendono la rivincita, dimostrandosi sportive di razza.

Lo Slalom

La terza prova è consistita in uno slalom tra birilli posti alla distanza di 4 metri l'uno dall'altro. In questo caso il responso «numerico» dei nostri strumenti di rilevamento non ha messo in luce differenze importanti. Insomma le gomme standard e quelle invernali si sono comportate bene entrambe e non abbiamo pubblicato un grafico coi risultati perché non sarebbe stato significativo. Tuttavia ci sono elementi che i numeri non raccontano: ad esempio l'omogeneità di comportamento dei Metzeler che infonde maggiore sicurezza. Il pneumatico tradizionale ha dalla sua parte una precisione direzionale maggiore, ma basta forzare un po' per ritrovarsi a gestire un mezzo nervoso nelle reazioni. Tutt'altro accade con i pneumatici tedeschi, meno «rocciosi» ma puntuali nel trasmettere feeling al pilota.

TMAX '80: più cattiveria

La scelta di utilizzare il TMax per la prova pneumatici non è, naturalmente, casuale. Dopo l'assaggio della nuova versione sulle strade giapponesi, abbiamo potuto disporre del maxiscooter di Iwata per un test approfondito in città e su strade aperte, oltre che per i consueti rilevamenti strumentali. Rispetto alla versione 2007 le principali novità riguardano la ciclistica, con l'adozione di un telaio in travi d'alluminio, della ruota anteriore da 15" (era da 14) e di pinze freno anteriori monoblocco. Più di questi elementi, tuttavia, gli scooteristi apprezzeranno la rinfrescata estetica: il posteriore è più alto e rastremato, il frontale più aguzzo e cattivo.

Ergonomia ben studiata

Rispetto al predecessore, il TMax '08 ha fatto importanti passi avanti in termini di funzionalità: il parabrezza più alto devia efficacemente l'aria dalle spalle e dal casco di chi guida, mentre le leve dei freni ora sono regolabili nella distanza dal manubrio. La capacità del sottosella resta inferiore a quella di molti concorrenti, ma i cassetti nel retroscudo ora sono due e bastano per documenti, chiavi, cellulare e bloccadisco. Il serbatoio ha guadagnato un litro di capacità, garantendo così una superiore autonomia. Come sulla versione precedente, non mancano il freno di stazionamento, il cavalletto centrale e lo schienalino regolabile, dotazioni irrinunciabili per un maxiscooter top di gamma.

Freni da primato

Complice l'altezza della sella cresciuta di 5 mm, sul nuovo TMax ci si sente più «appoggiati» e meno inseriti a bordo, ma il senso di controllo non manca. La ruota anteriore da 15" non ha alterato la maneggevolezza, anche perché l'inclinazione del cannotto di sterzo è diminuita di 2°: il diametro di sterzata è sempre contenuto e col maxi Yamaha si fa inversione in un fazzoletto. Un filo più progressivo nell'ingresso in curva rispetto alla versione precedente, il TMax è comunicativo in percorrenza e rigoroso in uscita. Sorprendente la frenata: le nuove pinze garantiscono spazi d'arresto paragonabili a quelle di una moto supersportiva. In generale, sul TMax '08 sono state affinate le già pregevoli doti dinamiche della versione '07.
I pneumatici sono l'interfaccia tra asfalto e moto, uno degli elementi più importanti per la sicurezza e, quindi, da non sottovalutare assolutamente. Lo stato d'usura, verificabile osservando la profondità degli intagli, è la prima analisi che occorre fare sui pneumatici. Questo per mantenere inalterata la capacità di drenaggio in caso di fondo bagnato. Naturalmente l'usura varia in funzione del tipo di impiego del mezzo e dello stato di conservazione dei pneumatici: non è raro infatti trovare mescole incrudite o vetrificate che si consumano a rilento o... che non si consumano affatto. I motivi possono essere vari: da una eccessiva esposizione ai raggi solari, a ripetuti sbalzi di temperatura. Un vantaggio, quello dell'usura contenuta, solo apparente visto che in questo caso l'aderenza offerta è ridotta, specialmente in caso di fondo umido. Altro fattore importante è la pressione di gonfiaggio che deve essere quella riportata nel libretto di uso e manutenzione: ne va della stabilità del veicolo e del livello di aderenza dei pneumatici, soprattutto nelle manovre di emergenza. La pressione deve essere controllata regolarmente, almeno una volta al mese. Non dimenticate infatti che essa varia a seconda della temperatura ambiente. E poi c'è la qualità del prodotto che acquistate. Risparmiare qualche decina di euro sui pneumatici non conviene, quando poi è a rischio l'incolumità del mezzo e – ancora più importante – di chi guida. Non chiedete quindi il più economico, optate piuttosto per quello dal miglior rapporto qualità-prezzo.
Nella prova sullo steering pad la sensibilità coi Feelfree Wintec è immediata, specialmente nei primi metri «a freddo». Sull'asciutto, infatti, con gli invernali tedeschi è stato possibile arrivare al limite di inclinazione del T Max fin da subito in sicurezza, con vistose strisciate di cavalletto. Il pneumatico standard si prende la rivincita nei giri successivi quando il battistrada entra in temperatura. Ma la vera differenza è emersa con fondo bagnato, dove il pneumatico termico regala un feeling più elevato rispetto a quello tradizionale (rigoroso ma poco prevedibile quando «molla»), visto che evidenzia infatti perdite di aderenza estremamente progressive e quindi sempre gestibili: con percettibili ma mai fastidiosi movimenti di carcassa sia anteriori sia posteriori. Il Feelfree Wintec avverte con anticipo dell'approssimarsi del limite, tanto che il pilota può intervenire riducendo l'inclinazione e la velocità dello scooter. E per chi è poco smaliziato questo può fare la differenza tra una caduta o un semplice spavento. Nella frenata e nello slalom il copione si ripete, con il Feelfree Wintec sempre progressivo nel comportamento. Nelle decelerazioni più violente con «pinzate» a quattro dita trasmette sicurezza anche sul bagnato. Davvero ridotta la tendenza al bloccaggio, più marcata con il pneumatico standard. Anche qui la differenza tra i due è ridotta, almeno sulle frenate a caldo. Il Metzeler si avvantaggia notevolmente in quelle a freddo, dove la perdita di aderenza progressiva permette di gestire finemente la pressione sulle leve.
Elevate prestazioni in presenza di basse temperature. Questo era l'obiettivo dei tecnici Metzeler nella progettazione del nuovo Feelfree Wintec. Un'idea nata da una semplice constatazione: nelle nostre città - ma non solo - sono sempre di più coloro i quali usano lo scooter per gli spostamenti anche nei mesi invernali. E in presenza di temperature di poco superiori allo zero è risaputo che una gomma tradizionale ha tempi di warm-up più lunghi e temperature di esercizio inferiori a quelle ottimali: tradotto in pratica, scarso grip e più elevato rischio di scivolata in caso di imprevisto. Il Feelfree Wintec si propone di colmare questa lacuna. Innanzitutto grazie al nuovo disegno del battistrada caratterizzato dalla presenza di lamelle, una soluzione ripresa dai pneumatici invernali creati per le auto. La lamella infatti lascia maggior libertà di movimento al battistrada, il che permette un rapido riscaldamento; in più, una volta in contatto con il fondo (specialmente se bagnato), lo spigolo offerto dal taglio delle lamelle offre una presa migliore sulle creste dell'asfalto aumentando la tenuta del battistrada. La particolare configurazione a V della lamella impedisce invece una eccessiva libertà di movimento del battistrada che potrebbe compromettere la precisione direzionale. Altra caratteristica da segnalare è la composizione della mescola di polimeri che garantisce differenti temperature di vetrificazione e che è stata creata ad hoc per offrire un elevato rendimento alle basse temperature previste dalla Casa tedesca in un range tra i -15 e i 10 °C, anche in presenza di fondo bagnato. Per favorire stabilità e precisione sul veloce, il Feelfree Wintec sfrutta una costruzione radiale con cintura d'acciaio a 0° con densità differente per spalla e zona centrale del battistrada. La struttura in acciaio è la base d'appoggio per uno strato di fibre rinforzanti che fanno da supporto alla mescola più morbida. Questa tecnologia - denominata Cap&Base - permette il trasferimento delle sollecitazioni dal battistrada alla carcassa in maniera controllata, a vantaggio della stabilità.

Dati Tecnici

 
Yamaha
T Max

Motore

2 cilindri paralleli a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 66,0x73,0 mm; cilindrata 499,0 cc; rapporto di compressione 11,0:1. Distribuzione bialbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpi farfallati 31 mm. Capacità serbatoio carburante 15 litri (di cui 3 di riserva). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

frizione automatica centrifuga, cambio a variatore automatico, primaria a cinghia V-Belt, finale a ingranaggi.

Ciclistica

telaio a doppio trave in alluminio; sospensione anteriore, forcella da 43 mm, escursione ruota 120 mm; sospensione posteriore, forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico molla, escursione ruota 116 mm. Cerchi: anteriore 3,50x15”, posteriore 5,00x15”. Pneumatici: anteriore 120/70-R15, posteriore 160/60-R15. Freni: anteriore a doppio disco flottante inacciaioda267mmepinzea4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 267 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni

lunghezza 2196, larghezza 775, altezza sella 800, interasse 1580. Peso a secco 203 kg.

Prestazioni

potenza 32,0 kW (43,5 CV) a 7500 giri, coppia 45 Nm (4,6 kgm) a 6500 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

Con la potenza del motore invariata (anzi, diminuita di 0,5 CV) ci saremmo aspettati prestazioni in accelerazione identiche rispetto alla versione precedente, provata l’anno scorso: invece grazie al peso inferiore e all’aerodinamica migliorata il TMax ‘08 migliora di due decimi l’accelerazione sui 400 m. Inappuntabile il reparto trasmissione, con i rapporti che mantengono sempre il motore tra i 6000 e i 6500 giri per farlo rendere al massimo. Le vibrazioni, già inferiori alla soglia di fastidio, sono ulteriormente diminuite. Grandi progressi ha fatto l’impianto frenante grazie all’adozione delle pinze monoblocco: rispetto alla precedente versione il maxi Yamaha ha migliorato la propria prestazione di 2 decimi nella decelerazione 50-0 km/ e 3 decimi in quella da 130 a 80. Col pieno di carburante, nonostante il serbatoio più capiente, il TMax pesa sette kg meno del precedente.

Curva di accelerazione

Yamaha T Max

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1 m/s
Temperatura aria 2°C
Pressione atmosferica 1003 mb
Temperatura asfalto 4°C

Rilevamenti

 
Yamaha
T Max

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 153,7 km/h (42,4 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 15,8 s (135,7 km/h)
0-1000 m 30,6 s (150,8 km/h)
0-90 km/h 8,1 s (91,2 m)
0-130 km/h 13,7 s (325,1 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 8,1 s (248,3 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,3 s (75,7 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,1 m)

CONSUMO

Urbano 17,0 km/l
Extraurbano 19,3 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 18,8 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 220,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 47,5/52,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 46,0/54,0

Pagelle

 
Yamaha
T Max

In sella

4.0

A bordo si sta meno inseriti rispetto alla vecchia versione, ma i comandi sono tutti sotto controllo. Ottima la visibilità nonostante il flyscreen.

Comfort

3.5

Le vibrazioni sono scarse e la posizione di guida è naturale. Il tunnel centrale però è ingombrante e la sella un po’ dura.

Dotazioni

4.5

La strumentazione è molto completa e l’attenzione alla funzionalità è evidente in mille particolari. Manca solo l’ABS... per ora.

Qualità percepita

5.0

Nessuno scooter può vantare la stessa cura dei particolari del TMax: verniciature perfette, assemblaggi delle plastiche inappuntabili.

Capacità carico

3.5

Non al top di categoria, ma tra sottosella e cassettini si riesce comunque a stivare il necessario per una gita in coppia.

Motore

4.0

Qualcuno si aspettava un incremento di cilindrata: invece il bicilindrico è invariato e resta un esempio di prontezza e fluidità di erogazione.

Trasmissione

5.0

Il comportamento di frizione e variatore è esemplare e consente ottime accelerazioni e riprese.

Sospensioni

4.0

La componentistica è di buon livello, niente a che vedere con gli scooter utilitari: tarata sul rigido la forcella, progressivo il monoammortizzatore.

Freni

5.0

Decelerazioni incredibili per uno scooter: il TMax ha spazi d’arresto contenuti, chi non è abituato a freni da sportiva dovrà farci la mano.

Su strada

4.5

L’equilibrio generale è da riferimento: gli ingressi in curva sono rapidi, la stabilità sul veloce è ulteriormente migliorata.

Versatilità

5.0

Una delle maggiori doti del T Max fin dalla sua presentazione. Insostituibile nel tragitto casa-ufficio, perfetto per le gite fuori porta.

Prezzo

1.0

Vanno bene l’esclusività, le dotazioni e le prestazioni, ma il TMax è pur sempre uno scooter e costa quanto una supersportiva. Uno sconticino no?

Pregi e difetti

 
Yamaha
T Max

PREGI

Guidabilità, Prestazioni, Potenza frenante, Versatilità

DIFETTI

Tunnel centrale ingombrante, Sottosella poco capiente

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