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I viaggi dei lettori

Il sortilegio segreto dell'Isola di Man

di Riccardo Matesic il 10/09/2015 in I viaggi dei lettori

Prendete una coppia di forumisti in trasferta al ManxGP. Metti che vivano 15 giorni di full immersion nel Regno Unito; e metti anche che lui sia partito senza troppo trasporto per il posto. Al ritorno però è diverso, perché quell'isola ti ruba le certezze

Il sortilegio segreto dell'Isola di Man
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L'isola dei folletti. Ellan Vannin. Isola di Man per noi. Il tempio delle corse su strada, una sorta di Mecca dei motociclisti, dove ogni appassionato di road races deve andare almeno una volta nella vita.

Ci sono stati a fine agosto Franco e Cristina, due firme famose del nostro Forum: Fcalissi e Dragonair. Sono andati per il ClassicTT, la gara delle moto storiche, e il ManxGP, il TT di quelli che esordiscono sull'Isola. Con l'occasione, sono passati anche a Cadwell Park, la pista dei salti, per vedere una gara del pazzo campionato inglese di Superbike.

Cristina racconta di aver sorriso felice per quindici giorni, respirando l'aria dei paddock affollati e aperti a tutti, delle famiglie che vanno a vedere le gare, e delle piste dove i piloti ti passano vicino e puoi quasi toccarli.

Dove può anche capitare che uno come John McGuinness, che di TT ne ha vinti 23, rompa la moto davanti allo Swan Pub di Ramsey, e per consolarsi non trovi nulla di meglio da fare che chiedere un sorso di Coca Cola a uno spettatore a lato della strada!
Ecco, le gare motociclistiche del Regno Unito sono in buona parte queste. Franco però, nel suo (lunghissimo) report è andato oltre.

"L'isola contromano -scrive- ti lascia il segno. Molte certezze si sgretolano, dalle più banali ai grandi temi: la vita e la morte, l'integrazione, la generosità, la solidarietà, la gioventù e la vecchiaia. Quell'isola ti ruba le certezze, ti inchioda il cervello e ti convince di avere ragione a stare dalla parte del torto”.

Cita Jean Paul Sartre, Franco, ed enuncia tutti i motivi per cui quel posto gli è indigesto. Poi però racconta di quando si è trovato nei posti dove si sta insieme, i pub e i paddock, e di come, anche senza capirsi, sia scattata la complicità a suon di occhietti con i locali. Nella scelta della birra, ad esempio: “Voglio quella che bevono loro che sono del posto!”. O più semplicemente vivendo il paddock, dove “che tu faccia da mangiare o smonti un Wankel, che tu sia una bella passera o un brutto ceffo, chi sa fa, chi non sa sta zitto e fermo a goderne; nessuno ti chiede altro”.

Ma non è meraviglioso -chiede Franco-? Sono fondamentalmente delle bestie, dei barbari, ubriaconi molesti a volte, però da loro non esistono eroi, non esistono fenomeni, non esistono pochi campioni, ma esistono tanti uomini”.
E continua. “Non conta il cronometro, non contano i titoli, non contano i migliori. Contano gli uomini, tutti. Sulla moto come sul gabinetto, tutti uguali”.
Curiosi di sapere quanto è costato il viaggio?
I nostri amici fanno i conti: tutto compreso sono serviti mille euro a testa. 2800 chilometri in pulmino per raggiungere l'Inghilterra, 1800 km in moto contromano.
Quattro giorni per arrivare, con due soste, una a Calais e l'altra a Cadwell Park. Due giorni per rientrare, con una sola sosta a Calais dormendo in furgone.
La testimonianza di Franco prosegue, con la descrizione del giro del Mountain e il racconto delle moto bellissime viste sfilare. Altri appunti di vita nei B&B, molte foto.

Se anche voi siete affascinati da questo mondo inglese delle road races, non mancate questa discussione sul Forum. La trovate cliccando QUI! I report iniziano dalla terza pagina!

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