Moto & Scooter
Peugeot Satelis 250 RS
Pagina principale
Una colorazione nera, qualche finitura racing... e il serioso commuter francese acquista una piacevole anima sportiva. Immutate la comodità d'uso e le apprezzate doti dinamiche; interessante il prezzo specie considerando sconti ed incentivi
Che l'abito non faccia il monaco è certamente vero, ma spesso basta davvero poco, anche solo una minima ma mirata rivisitazione estetica, per conferire un tocco diverso a un veicolo che ha una vocazione completamente opposta.
È il caso del Satelis 250 della nostra prova, uno scooter che nasce come elegante executive urbano e che in virtù del nuovo allestimento RS acquista, almeno a livello estetico, una piacevole e garbata indole sportiva.
È il caso del Satelis 250 della nostra prova, uno scooter che nasce come elegante executive urbano e che in virtù del nuovo allestimento RS acquista, almeno a livello estetico, una piacevole e garbata indole sportiva.
Apparenza dunque, ma senza ostentazione: la colorazione della carrozzeria è in nero metallizzato ed è associata al nero opaco dei particolari non verniciati, così come neri sono i cerchi con il fianco degli stessi che presenta una piacevole finitura in alluminio lucidato.
Ad alleggerire il tutto ci pensano i piccoli inserti cromati sugli specchietti, sul cruscotto e sulla coda.
Nero anche per il nuovo schermo in plexiglass, che presenta una sagomatura specifica e di gusto più racing.
A rompere con le tinte "black" le cuciture della sella e la scritta RS, entrambe realizzate in rosso.
Finisce qui l'elenco delle differenze tra questa versione ed il normale modello di serie, un elenco che per quanto breve toglie in parte al Satelis la sua aria da "automobilina a due ruote", un DNA sicuramente apprezzabile dal punto di vista della praticità (che per altro rimane invariata) ma che a livello emozionale finisce con il far perdere punti all'ottimo "midi" francese.
Se l'estetica trae dunque giovamento dalla cura "al pepe nero" nulla di fatto per quanto riguarda la meccanica e la ciclistica, tutt'altro che sportive ma ben lungi dall'avere prestazioni in assoluto inadeguate.
Si ripropone così quanto presenta la già nota versione turistica a partire dall'ottimo propulsore 250 cc di origine Piaggio; stesso discorso per le sospensioni, che forse in questo allestimento avremmo gradito un po' più sostenute nell'azione.
Non mancano poi tutte quelle soluzioni comode e pratiche che già conosciamo, quali ad esempio il telecomando per aprire il portellone del vano di carico ( quest'ultimo abbastanza ampio ma non al top della categoria), i proiettori alogeni/polielissoidali di stampo automobilistico, la strumentazione molto completa per informazioni, una grande spaziosità a bordo per i piloti di tutte le taglie ed una sella a due piani comoda sia per il guidatore che per il passeggero.
Tutto questo al prezzo di 4.600 euro su strada, cifra da cui togliere eventualmente 300 euro di contributo per la rottamazione di un vecchio motociclo ed ulteriori 500 euro di sconto che in ogni caso Peugeot Italia propone per questo modello fino al mese di giugno.
Come va
Il monocilindrico Piaggio di 244,3 cc si avvia prontamente e bastano pochi minuti al monoalbero 4 valvole raffreddato a liquido per andare "a regime".
Questa unità si conferma valida e versatile in ogni condizione di utilizzo ed in grado di offrire delle prestazioni di tutto rispetto per la categoria.
In marcia si fa apprezzare soprattutto in virtù del felice accoppiamento con una trasmissione automatica molto morbida negli innesti e nella progressione ma che per contro non si mostra pigra nel prendere e nel mantenere la velocità.
Tutto ciò ferma restando la potenza massima dichiarata di 22 CV, un dato che non fa certo pensare a prestazioni da primato ma più che sufficiente per far segnare sul contachilometri (un po' ottimistico) del Satelis una velocità massima di circa 140 km/h.
Di che affrontare autostrade e tangenziali senza annoiarsi troppo, tra l'altro ben protetti dal plexiglass che, per quanto più piccolo rispetto al normale, non risente più di tanto del suo taglio sportivo.
Ottimo anche lo scatto al semaforo, con la trasmissione che non mostra gradi segni di affaticamento nemmeno dopo i ripetuti "stop & go" a cui si è obbligati dalla marcia urbana.
Bastano pochi chilometri per accorgersi di quanto questo scooter sia versatile, agile e leggero in città, e questo a dispetto delle sue dimensioni abbastanza generose .
Nelle normali condizioni di marcia l' RS si conferma un mezzo stabile e ben sospeso, con percorrenze di curva sincere ed un reparto sospensioni in grado di offrire il giusto comfort.
Ultile, in caso di passeggero, la possibilità di regolare il precarico dei due Paioli al retrotreno.
Aumentando il ritmo ci si accorge però subito di quanto il DNA di questo scooter non si sposi perfettamente con la guida più arrembante: il telaio trasmette qualche flessione di troppo e la forcella, forse un po' troppo sfrenata in estensione, provoca qualche antipatico rimbalzo della ruota in presenza di avvallamenti o imperfezioni del manto stradale.
"RS" dunque, ma solo nell'immagine: è infatti la comodità di utilizzo a farla da padrona.
La sella è larga, ben imbottita e l'accentuata disposizione a due piani regala un comodo sostegno per la zona lombare del pilota; l'ergonomia generale è molto curata anche per i guidatori più alti, che trovano con facilità tutti i comandi al manubrio e che possono accomodare al meglio le gambe sulla spaziosa pedana.
Pratico il baule posteriore che si apre elettricamente con il telecomando o dal quadro di avviamento con la chiave: il suo volume è sufficiente per accogliere un casco integrale ed uno jet ma è privo di illuminazione.
Dietro lo scudo c'è un pratico cassettino in grado di contenere qualche piccolo oggetto (telefonino, guanti, occhiali da sole…); un plauso va all'idea di inventarsi un piccolo ripostiglio proprio sul manubrio, utilissimo per le monete quando si va in autostrada.
Davanti alla sella, infine, è presente un altro piccolo vano in grado di contenere una copertura impermeabile con cui riparare la seduta in caso di pioggia.
Valida anche la frenata, senza però stupire: l'impianto a due dischi e pinze Nissin non sfigura affatto, ma per funzionare al meglio richiede un'azione abbastanza energica sulle leve, con il rischio di esagerare e di incappare in qualche bloccaggio, segnatamente della ruota posteriore.
Questo nuovo allestimento ci lascia tutto sommato un'impressione positiva: non bastano certo una verniciatura "aggressiva" e la dicitura RS per trasformare un pacifico commuter in un mezzo ad alte prestazioni, ma i pochi ritocchi estetici tolgono al Satelis la sua aria fin troppo formale.
Andare in ufficio non sarà certo emozionante come un Gran Premio, ma tutto sommato potrebbe anche rivelarsi divertente…
Questa unità si conferma valida e versatile in ogni condizione di utilizzo ed in grado di offrire delle prestazioni di tutto rispetto per la categoria.
In marcia si fa apprezzare soprattutto in virtù del felice accoppiamento con una trasmissione automatica molto morbida negli innesti e nella progressione ma che per contro non si mostra pigra nel prendere e nel mantenere la velocità.
Tutto ciò ferma restando la potenza massima dichiarata di 22 CV, un dato che non fa certo pensare a prestazioni da primato ma più che sufficiente per far segnare sul contachilometri (un po' ottimistico) del Satelis una velocità massima di circa 140 km/h.
Di che affrontare autostrade e tangenziali senza annoiarsi troppo, tra l'altro ben protetti dal plexiglass che, per quanto più piccolo rispetto al normale, non risente più di tanto del suo taglio sportivo.
Ottimo anche lo scatto al semaforo, con la trasmissione che non mostra gradi segni di affaticamento nemmeno dopo i ripetuti "stop & go" a cui si è obbligati dalla marcia urbana.
Bastano pochi chilometri per accorgersi di quanto questo scooter sia versatile, agile e leggero in città, e questo a dispetto delle sue dimensioni abbastanza generose .
Nelle normali condizioni di marcia l' RS si conferma un mezzo stabile e ben sospeso, con percorrenze di curva sincere ed un reparto sospensioni in grado di offrire il giusto comfort.
Ultile, in caso di passeggero, la possibilità di regolare il precarico dei due Paioli al retrotreno.
Aumentando il ritmo ci si accorge però subito di quanto il DNA di questo scooter non si sposi perfettamente con la guida più arrembante: il telaio trasmette qualche flessione di troppo e la forcella, forse un po' troppo sfrenata in estensione, provoca qualche antipatico rimbalzo della ruota in presenza di avvallamenti o imperfezioni del manto stradale.
"RS" dunque, ma solo nell'immagine: è infatti la comodità di utilizzo a farla da padrona.
La sella è larga, ben imbottita e l'accentuata disposizione a due piani regala un comodo sostegno per la zona lombare del pilota; l'ergonomia generale è molto curata anche per i guidatori più alti, che trovano con facilità tutti i comandi al manubrio e che possono accomodare al meglio le gambe sulla spaziosa pedana.
Pratico il baule posteriore che si apre elettricamente con il telecomando o dal quadro di avviamento con la chiave: il suo volume è sufficiente per accogliere un casco integrale ed uno jet ma è privo di illuminazione.
Dietro lo scudo c'è un pratico cassettino in grado di contenere qualche piccolo oggetto (telefonino, guanti, occhiali da sole…); un plauso va all'idea di inventarsi un piccolo ripostiglio proprio sul manubrio, utilissimo per le monete quando si va in autostrada.
Davanti alla sella, infine, è presente un altro piccolo vano in grado di contenere una copertura impermeabile con cui riparare la seduta in caso di pioggia.
Valida anche la frenata, senza però stupire: l'impianto a due dischi e pinze Nissin non sfigura affatto, ma per funzionare al meglio richiede un'azione abbastanza energica sulle leve, con il rischio di esagerare e di incappare in qualche bloccaggio, segnatamente della ruota posteriore.
Questo nuovo allestimento ci lascia tutto sommato un'impressione positiva: non bastano certo una verniciatura "aggressiva" e la dicitura RS per trasformare un pacifico commuter in un mezzo ad alte prestazioni, ma i pochi ritocchi estetici tolgono al Satelis la sua aria fin troppo formale.
Andare in ufficio non sarà certo emozionante come un Gran Premio, ma tutto sommato potrebbe anche rivelarsi divertente…
Dati tecnici
Motore: monocilindrico orizzontale a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 72x60mm; cilindrata 244,3 cc. Distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole. Alimentazione a iniezione elettronica. Capacità serbatoio carburante 13 litri. Lubrificazione a carter umido.
Trasmissione: frizione automatica centrifuga, cambio a variatore automatico centrifugo, finale a ingranaggi.
Ciclistica: telaio a traliccio in acciaio; sospensione anteriore, forcella da 37 mm non regolabile; sospensione posteriore a gruppo motore oscillante con braccio di rinforzo e doppio ammortizzatore regolabile nel precarico. Pneumatici: anteriore 120/70-14, posteriore 140/60-13. Freni: anteriore a disco in acciaio da 260 mm e pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 226 mm e pinza a doppio pistoncino.
Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.152, larghezza 765, altezza sella 784, interasse 1.495. Peso a secco: 161 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 16,2 kW (22 CV), coppia 19,7 Nm (2,0 kgm).
Trasmissione: frizione automatica centrifuga, cambio a variatore automatico centrifugo, finale a ingranaggi.
Ciclistica: telaio a traliccio in acciaio; sospensione anteriore, forcella da 37 mm non regolabile; sospensione posteriore a gruppo motore oscillante con braccio di rinforzo e doppio ammortizzatore regolabile nel precarico. Pneumatici: anteriore 120/70-14, posteriore 140/60-13. Freni: anteriore a disco in acciaio da 260 mm e pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 226 mm e pinza a doppio pistoncino.
Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.152, larghezza 765, altezza sella 784, interasse 1.495. Peso a secco: 161 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 16,2 kW (22 CV), coppia 19,7 Nm (2,0 kgm).
Gallery