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I viaggi dei lettori

Sulle Alpi francesi con la Dorsoduro

di Franco Aresi il 27/10/2009 in I viaggi dei lettori

Milleseicento chilometri e sedici passi in sella ad una moto... Tutt'altro che turistica. Eccovi il diario di viaggio ricco di emozioni dei nostri lettori

Sulle Alpi francesi con la Dorsoduro
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Tutti mi dicevano che la Aprilia Dorsoduro non era la moto ideale per me: "Con tutti i chilometri che fai in un anno, la Dorsoduro non va bene"… era il ritornello che mi ripetevano spesso i miei amici.
Certo, tutti i torti non li avevano… Per scelta non ho l'auto e vivo la moto intensamente, 365 giorni all'anno.
La Aprilia Tuono, che avevo prima della Dorsoduro, mi ha regalato due anni di emozioni e, al momento della vendita, il contachilometri segnava "quota 62.500 km".
A me però le cose semplici non sono mai piaciute e quindi eccomi a caricare il bagaglio per una tre giorni "full immersion" su una moto che di turistico non dovrebbe avere proprio niente.
Non so ancora dove andrò… come sempre, per le mie vacanze, decido la prima tappa e poi via d'istinto. Il viaggio viene da sè.

Una fun bike per viaggiare: ecco la Dorsoduro!

Da sempre sono appassionato di fotografia naturalistica e quindi il bagaglio più pesante è l'attrezzatura fotografica.
Siccome la Dorsoduro è un fenomeno di agilità sarebbe stupido penalizzarla con un carico approssimativo ed ingombrante: visto che la prima tappa sono le Alpi Francesi, niente borsa da serbatoio,ma due borse in cordura laterali più lo zainetto fotografico legato sopra la sella del passeggero, in modo da avere peso in basso e poter affrontare i passi alpini con il piglio che una moto del genere merita.
Prima di partire però faccio la "prova serbatoio". Quindi appena entro i riserva riempo una tanichetta da tre litri e proseguo finchè la moto non si ferma.
La bella sorpresa è che la Dorsoduro beve poco e in riserva si fanno mediamente 45 km con la mappatura Touring. Quella "brutta" è che il serbatoio contiene appena 11 litri (e non 12 come dichiara la Casa), quindi visto che in Francia i benzinai non sono numerosi come in Italia mi porto una tanica di scorta da usare quando abbandonerò strade conosciute.
Sulle Alpi francesi con la Dorsoduro
La lavorazione della lavanda
Decido di viaggiare tranquillo in quanto è il primo viaggio lungo e non so come reagirà la mia schiena ai tanti km ed alla posizione da motardona, quindi in autostrada da Varese al Sestriere viaggio costantemente tra i 115 ed i 125 Km/h.
Dopo i primi due rifornimenti tiro le somme sul consumo: 20 Km/l. Ottimo.
Entro in Francia dal Col de Montgenevre ed a Guillestre prendo per il Col du Vars e per il mitico Col de la Bonette che con i suoi 2856 m, come risulta dal GPS del mio cellulare, è uno dei più alti d'Europa.
Sui 24 km di strada che da Guegner salgono al passo mi faccio un po' prendere la mano: sono un motociclista, non un santo e striscio varie volte lo stivale sinistro.
La Dorsoduro, nonostante il carico, è semplicemente fantastica e le Diablo Corsa III mantengono quello che promettono.
Gli ultimi chilometri li faccio a passo turistico per godermi la bellezza dei luoghi: è una giornata tersa e lo sguardo corre lontano, mi si riempie il cuore e l'anima di fronte a tanto splendore e mi viene spontaneo accarezzare il serbatoio della Dorsoduro e riempirla di complimenti.
Riprendo con calma il viaggio e decido di fare la Via della Lavanda, anche se ormai penso sia sul finire la stagione del raccolto, ma spero di riuscire a vederne almeno la lavorazione.
Sulle Alpi francesi con la Dorsoduro
Nel Parco Nazionale delle Cevennes
Passato Serres, in direzione Nyons sulla D 94 mi attendono 54 km di curve e due passi: il Col de la Saulce ed il Col du Palluel.
Nonostante siano alti poco meno di 1000 metri, regalano divertimento e piacere di guida, come sempre in Francia l'asfalto offre sempre un'ottimo grip, quindi posso divertirmi in tutta sicurezza in quanto il traffico è quasi inesistente ed ai lati della strada ci sono solo prati.
Arrivato a Nyons vengo accolto da un intenso profumo di lavanda ed una piccola ciminiera fumante mi fa capire che è meglio fare una sosta.
La scritta " Distillerie Bleu Provence " non lascia dubbi sulla provenienza dell'aroma, c'è la possibilità di seguire la lavorazione della lavanda e non mi faccio scappare l'occasione… Il profumo intenso penetra nei vestiti e mi accompagnerà per parecchi chilometri.
Arrivo ad Alès che è quasi sera, decido di pernottare lì.
In camera dopo una doccia rilassante faccio il punto della situazione : 650 km percorsi , 33,22 litri di benzina per una media di 19,59 km/l: considerando che con la Tuono non facevo più di 15 km/l è un bel viaggiare!
Alla sera, aspettando il sonno, decido la meta per il mattino successivo: Florac, 70 km di curve sulla N106 inframmezzati dal Col de Jalcreste.
A Florac c'è la sede del Parc National des Cevennes, un altopiano di 1200 metri tagliato da alcuni fiumi che, nel corso dei millenni, hanno scavato imponenti e spettacolari canyon e fantastiche grotte come la Grotte de Dargilan, l'Aven Armand , l'Abime de Bramabieu e la Grotte des Demoiselles.
Se vi capita di visitarle non dimenticate un indumento pesante in quanto, anche in piena estate, all'interno delle grotte la temperatura non sale mai sopra i 10 gradi.
Ma il simbolo del parco rimane comunque il Grifone ( Gyps fulvus ) stupendo avvoltoio dalla maestosa apertura alare di m. 2,80, impossibile non vederlo volteggiare sopra il canyon alla ricerca di carcasse di animali morti ed essendo il parco zona prevalentemente agricola... Il cibo non manca mai!
Sulle Alpi francesi con la Dorsoduro
Uno scorcio nell'Ardeche
Dopo aver riempito la compact flash da 4 GB con i grifoni e paesaggi mozzafiato decido, vista l'ora, di trovare da dormire a Florac: breve doccia e poi in giro per le vecchie vie dell'antico borgo.
La lunga giornata trascorsa nel parco mi ha messo appetito, quindi tappa in una creperie e, mentre mi gusto queste delizie francesi, sono allietato da una kermesse ciclistica fra le vie della città vecchia.
Intento a sorseggiare un cognac vengo avvicinato da alcuni anziani signori evidentemente appassionati di moto che mi chiedono che moto è la mia in quanto non l'hanno mai vista.
Offro loro da bere e rimaniamo fino a tardi a discutere su chi sia il più grande campione di moto di tutti i tempi: è bello come una passione comune possa accomunare persone di diversa età, cultura e nazionalità!
Prima di dormire devo decidere dove andrò la mattina successiva, non ho molte alternative in quanto devo rientrare in Italia, ma la cara e vecchia cartina Michelin mi offre spunti incredibili per evitare la stessa strada dell'andata.
Vedo che la N106 prosegue per Mende, ma prima di arrivarci si scollina sul Col de Montmirat. Sono "olo 1046 metri di altezza, ma prima ci sono 10 km di libidine motociclistica, strada da ritiro di patente, asfalto stupendo, traffico inesistente, paesaggi da mozzafiato… Sì è stata una scelta che alla fine si è rivelata fantastica.
Arrivato e Mende un sosta è d'obbligo per visitare la cattedrale di Notre-Dame et Saint-Privat: voluta da Papa Urbano V verso il 1300, è lunga 67 metri, larga 29 metri e la torre principale raggiunge la stratosferica altezza di 84 metri.
Venne distrutta nel 1581 da Mattiheu Merle durante l'occupazione del territorio e ricostruita tra il 1599 ed il 1605.
Passato Mende proseguo verso l'Ardeche e siccome non ho ancora fatto colazione, attraversando un paesino, sento un forte profumo di pane fresco e croissant…
Al volo mi fermo, compro in una boulangerie alcune brioche e vado a fare colazione in un bar tipico.
Mentre mi sorseggio un mega caffè davanti ai miei occhi appare una scena di altri tempi: cinque turisti a piedi carichi di ogni cosa seguiti da un mulo anche lui carico con due grandi bisacce
Che spettacolo! Meno male che ho sempre a portata di mano la compatta così riesco ad immortalare la scena.
Sulle Alpi francesi con la Dorsoduro
Il Lac de Serre Ponçon
Riparto ed in rapida successione attraverso Aubenas, Privas , Die e faccio pausa in cima al Col de Cabre non prima di essermi gustato i 10 km che portano al passo, qui incontro due motociclisti italiani, lui con il GS 1200, lei con il BMW R 800, in vacanza da 20 giorni, beati loro!
Attraverso velocemente Gap , costeggio il sempre stupendo Lac de Serre Ponçon con le sue acque azzurre incredibili e, visto che ho ancora voglia di passi, a Guillestre giro il manubrio verso il mitico Col d'Izoard.
E' sempre un piacere risalire questo mitico passo teatro di grandi battaglie ciclistiche nei Tour de France!
In cima, a quota 2360 mt , mi fermo per gustarmi lo spettacolo emozionante che mi si para innanzi, ma siccome mi aspettano ancora 300 km per rientrare e sono quasi le 18 è meglio iniziare a scendere.
Ultimo passo della giornata è il Col de Montgenevre, che salendo dalla parte italiana lascia parecchio a desiderare come piacere di guida, ma risalendo dal lato francese regala emozioni a non finire.
Soprattutto se guidi una moto come la Dorsoduro che fa delle strette curve del Montgenevre il suo terreno ideale di battaglia: ha una grande maneggevolezza e tanta coppia in basso e con la mappatura Touring è molto fluida già prima dei 3000 giri.
Arrivo a casa verso le 21,30, sono un po' stanco quindi rimando all'indomani lo "scarico" della moto, ma posso già fare i primi conti.
In tre giorni ho percorso 1630 km, consumato 84,51 litri di benzina per una media di 19,28 km/l e vissuto tante, ma tante emozioni.
Le gomme, Diablo Corsa III, al rientro erano quasi finite ma si sono dimostrare fantastiche e con una tenuta incredibile anche con la moto completamente carica.
Tutto sommato non conta che moto guidiate: si può fare turismo e divertirsi con qualsiasi mezzo basta volerlo e crederci e soprattutto, cosa importante, le vacanze iniziano quando state caricando il bagaglio e non quando arrivate a destinazione… Almeno, questo è il mio credo.
Sulle Alpi francesi con la Dorsoduro
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