Motogp
MotoGP: Marc Marquez domina in Germania
Marc vince la sua seconda gara nella top class, passando anche in vetta alla classifica iridata. Complice l'assenza di Pedrosa, che alza bandiera bianca e salta il GP. Sul podio le due Yamaha di Crutchlow e Rossi, 3°. Soffre nelle retrovie Dovizioso, 7°
Impensierito solo da Crutchlow, che negli ultimi giri ha tentato un'assalto impossibile. Acciaccato da due brutte cadute, Cal ha comunque firmato una gara autorevole, in cui ha centrato un bel 2° posto carico di significati. Ovvero determinato nel dimostrare di meritarsi un futuro da pilota ufficiale, dopo aver battuto clamorosamente Rossi con la M1 clienti. Uno sgambetto pesante subito da Valentino, che si accontenta così di un terzo posto poco convincente e (da quanto dichiarato) figlio di qualche incomprensione con i tecnici del suo box. Tra le righe il campione di Tavullia lascia intendere, a fine gara, che si poteva fare meglio con qualche modifica in più sulla moto. Intanto però arriva il podio numero 180 in carriera, e il 5° posto nel mondiale a -37 punti dalla vetta. Dove nulla è ancora scritto e tutto può ancora succedere, ma il Numero 46 di fatto è il big che ha sfruttato peggio l'assenza di Dani e Jorge.
Nelle retrovie Bradl ha chiuso quarto - nonostante la carica del GP di casa - dopo aver provato in tutti i modi a stare con i primi. E dopo essere partito come un fulmine al via. Detto che la crescita del tedesco di LCR è indubbia, servirebbe comunque un passo in più e, forse, anche qualche aiuto firmato HRC... Stefan intato si mette dietro Bautista e Smith, mentre solo con una gigantesca forza di volontà, Dovizioso riesce a sfilare il 7° posto a Espargaro. Dove Andrea è bravo a crederci più di Hayden e Pirro, che chiudono la top ten. E' invece da applausi la partenza di Pol, che con l'ART si ritrova nei primi posti a giocarsela con la RC213V di Marquez. Roba da brividi. Come il celebre Cavatappi di Laguna Seca che tra pochi giorni già aspetta i piloti della MotoGP. Un round dove conterà più l'esperienza dei big o il coraggio dei giovani?
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