Honda CRF250M: la baby motard

di Leslie Scazzola il 13/05/2013 in Moto & Scooter

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Deriva dalla CRF250L "tasselleta", monta pneumatici stradali ed è perfetta per chi vuole muovere i primi passi nel mondo delle supermoto. Facilità di guida e prestazioni alla portata di tutti sono i suoi punti di forza. Il prezzo, ancora indicativo, è di 4.600 euro

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Il nome è ispirato alle più aggressive Honda da off-road, in realtà la nuova CRF250M è pensata per chi muove i primi passi in sella o - ancora - per chi desidera un mezzo davvero facile e concreto per districarsi nel traffico. Tecnicamente, deriva dalla tuttofare CRF250L "tassellata", dalla quale differisce per i cerchi da 17" equipaggiati con pneumatici stradali, il disco freno anteriore maggiorato (296 mm) e per sospensioni più rigide. Le sospensioni, se si esclude il precarico della molla del mono, non sono però regolabili. Il prezzo indicativo di 4600 euro è invitante, ma non stracciato.

Piccola, compatta e dal look aggressivo: la Honda CRF250M è nata per chi cerca una motard da usare tutti i giorni

Il motore della CRF250M è un monocilindrico 4 valvole con raffreddamento a liquido e iniezione elettronica accreditato di 23,1 CV a 8.500 giri e 22 Nm di coppia a 7.000 giri. Non sono numeri da record: in compenso offre consumi irrisori, costi di manutenzione ridotti e affidabilità anche sulle lunghe percorrenze. E qui fa la differenza dai "duemmezzo" spinti e derivati dai modelli racing. Dotato di un'erogazione estremamente trattabile, spinge con regolarità e concretezza a ogni regime, supportato da un cambio preciso anche se non troppo rapido. Le prestazioni sono tranquille, ma in linea con l'obiettivo di proporre una moto alla portata di tutti. La sella (piuttosto bassa) offre una posizione di guida un po' vincolante, con poca possibilità di avanzare, ma azzeccata per la guida "motard".

Il peso contenuto (145 kg con il pieno di benzina) e le dimensioni compatte offrono feeling istantaneo, con il risultato di trovarsi subito a cercare il limite in curva e nelle staccate. I freni colpiscono per la modulabilità e la resistenza, mentre la forcella, poco sostenuta di idraulica, affonda parecchio. Poco male, è sufficiente non arrivare "impiccati" dentro le svolte più strette per poter godere comunque di ingressi in curva rapidi e divertenti. Anche perché la luce a terra è elevata e permette pieghe di tutto rispetto... Buon divertimento!

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